1. Indicazioni terapeutiche
Soluzione iniettabile Trattamento delle seguenti affezioni: • Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati o immunodepressi, come ad esempio in caso di AIDS. La pentamidina isetionato è in particolare utile nei pazienti allergici ai sulfamidici e nei casi di intolleranza o resistenza al co-trimoxazolo. • Leishmaniosi (viscerale e cutanea) compresi i casi resistenti alla terapia con composti pentavalenti dell’antimonio. • Tripanosomiasi africana: malattia del sonno da Trypanosoma gambiense nella fase precoce. Soluzione da nebulizzare Prevenzione della Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati o immunodepressi, quali ad esempio in caso di grave deficit immunitario conseguente alla infezione da virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana).
2. Posologia
Soluzione iniettabile Modo d’impiego La pentamidina isetionato deve sempre essere somministrata a pazienti in clinostatismo, sia per via intramuscolare profonda che per infusione lenta (la soluzione diluita di pentamidina isetionato deve essere somministrata per infusione lenta della durata di almeno 60 minuti). Non deve essere somministrata mediante bolo endovenoso. Per la ricostituzione del prodotto vedere paragrafo 6.6. Posologia Per adulti, bambini e prima infanzia si consiglia la seguente posologia: • Polmonite P. carinii: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato al dì per almeno 14 giorni, preferibilmente per infusione lenta. • Leishmaniosi viscerale (Kala-azar): 3-4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato a giorni alterni fino a minimo di 10 iniezioni, preferibilmente per via intramuscolare. Se necessario si può ripetere un ciclo. • Leishmaniosi cutanea: 3-4 mg/kg p.c. 1-2 volte la settimana per via intramuscolare fino a risoluzione del caso. • Tripanosomiasi: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato al dì o a giorni alterni fino a un totale di 7-10 iniezioni. Può essere somministrata sia per via i.m. che per infusione lenta. Negli anziani non sono previste modifiche di dosaggio. In caso di insufficienza renale (clearance della creatinina <10 ml/min): • Polmonite da P. carinii: nei casi a rischio di vita 4 mg/kg p.c. una volta al dì per 7-10 giorni e quindi 4 mg/kg p.c. a giorni alterni fino a un ciclo completo di almeno 14 dosi. Nei casi meno gravi 4 mg/kg p.c. a giorni alterni fino a un ciclo completo di almeno 14 dosi. Nella leishmaniosi e nella tripanosomiasi non sono necessarie riduzioni di dosaggio. In caso di insufficienza epatica non è previsto alcun dosaggio specifico. Soluzione da nebulizzare Modo d’impiego L’applicazione aerosolica va effettuata con nebulizzatori in grado di erogare la dose di pentamidina in particelle di diametro inferiore a 5 micron e preferibilmente comprese fra 1 e 2 micron, che garantiscono la maggiore distribuzione del farmaco a livello alveolare. Impiegando erogatori multiuso si deve cambiare il serbatoio e il circuito o si deve procedere alla loro sterilizzazione. Per la ricostituzione del prodotto vedere paragrafo 6.6. Il nebulizzatore non va utilizzato per somministrare broncodilatatori. La totalità della pentamidina deve essere nebulizzata e inviata tramite un nebulizzatore dotato di un boccaglio, che il paziente dovrà tenere in bocca per tutta la durata della nebulizzazione, di solito compresa tra 15 e 30 minuti. Il nebulizzatore deve inoltre essere dotato di un filtro per l’aria di uscita al fine di evitare la dispersione del farmaco nell’ambiente durante l’espirazione. Posologia Adulti: la dose consigliata é di 300 mg una volta ogni 4 settimane. Dovendo interrompere la seduta di aerosolizzazione, arrestare il funzionamento dell’apparecchio. Per l’uso del nebulizzatore attenersi alle caratteristiche tecniche di funzionamento dell’apparecchio (flusso del gas nel tipo pneumatico, frequenza di vibrazione del quarzo nel tipo ultrasonico). La sicurezza e l’efficacia di Pentacarinat per uso aerosolico in pediatria devono essere ancora stabilite.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo. Età pediatrica solo per la soluzione da nebulizzare. Gravidanza e allattamento (vedere anche paragrafo 4.6).
4. Avvertenze
La pentamidina isetionato va usata con particolare cautela nei pazienti epatopatici e/o nefropatici, con ipertensione o ipotensione, con iperglicemia o ipoglicemia, leucopenia, trombocitopenia o anemia. Sono stati riportati casi gravi, talora fatali dovuti a grave ipotensione, ipoglicemia, pancreatite acuta e aritmia cardiaca in pazienti trattati con pentamidina isetionato sia per via intramuscolare che endovenosa. I valori di pressione arteriosa devono essere determinati al basale e le iniezioni devono essere praticate a paziente in clinostatismo. La pressione arteriosa deve essere controllata attentamente e ad intervalli regolari nel corso della somministrazione, fino al termine del trattamento. Pertanto anche i pazienti trattati con pentamidina per via inalatoria devono essere monitorati attentamente per lo sviluppo di gravi reazioni avverse. Pentamidina isetionato può causare un prolungamento dell’intervallo QT. Con la somministrazione di pentamidina isetionato sono state riportate, in casi isolati, aritmie cardiache indicative dell’allungamento del QT quali torsioni di punta. Pertanto il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti affetti da cardiopatie coronariche, con storia di aritmie ventricolari, con ipokaliemia o ipomagnesemia non corrette, con bradicardia (<50 bpm) o durante la somministrazione concomitante di pentamidina con farmaci che allungano l’intervallo QT. È necessaria particolare cautela se l’intervallo QTc supera i 500 msec nel corso della somministrazione di pentamidina isetionato, ed in questo caso si deve considerare il monitoraggio cardiaco continuo. Se il QTc dovesse superare i 550 msec si deve prendere in considerazione una terapia alternativa. Controlli di laboratorio: i seguenti esami devono essere eseguiti prima, durante e dopo la terapia: 1) azotemia e creatininemia quotidianamente in corso di terapia; 2) emocromo e conta piastrinica quotidianamente in corso di terapia; 3) glicemia a digiuno quotidianamente in corso di terapia e a intervalli regolari dopo il termine del trattamento. Iperglicemia e diabete mellito, con o senza precedente ipoglicemia, sono comparsi anche parecchi mesi dopo la fine del trattamento; 4) test di funzionalità epatica comprendenti: bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato-amino transferasi (AST/SGOT) e alanina amino transferasi (ALT/SGPT). Se i valori basali sono e permangono nella norma in corso di terapia, effettuare il test settimanalmente. Se i valori basali risultano elevati e/o aumentano in corso di terapia, proseguire il controllo settimanale, a meno che il paziente non sia contemporaneamente in trattamento con altri farmaci epatotossici, nel qual caso effettuare il controllo ogni 3-5 giorni; 5) calcemia ogni settimana; magnesemia due volte alla settimana; 6) analisi delle urine e degli elettroliti sierici quotidianamente in corso di terapia; 7) elettrocardiogramma a intervalli regolari. Soluzione da nebulizzare Il beneficio della terapia con pentamidina per via inalatoria nei pazienti ad elevato rischio di pneumotorace deve essere valutato considerando le conseguenze cliniche di tale evento. I pazienti sottoposti a profilassi con Pentacarinat possono comunque sviluppare episodi acuti di PCP. Pertanto pazienti che presentino sintomi di infezione polmonare come dispnea, febbre, tosse ed altri, dovrebbero essere sottoposti ad accurata visita medica ed a idonei test diagnostici per la conferma della possibile PCP in fase acuta o la presenza di altri agenti patogeni opportunisti e non. L’uso di Pentacarinat può alterare il quadro clinico e radiografico della PCP presentando un quadro atipico che può far pensare ad una malattia lieve o ad un’infezione focale. Prima di iniziare la profilassi con Pentacarinat occorre accertare che i pazienti non siano affetti da PCP. Infatti la dose raccomandata di Pentacarinat per la prevenzione della PCP è insufficiente per il suo trattamento in fase acuta. L’inalazione di pentamidina isetionato può provocare tosse e/o broncospasmo, soprattutto nei pazienti asmatici o fumatori. In questo caso é necessario interrompere momentaneamente la aerosolizzazione e somministrare un broncodilatatore spray. Dopo 10 minuti l’inalazione può essere ripresa. È opportuno che in questi pazienti le successive sedute d’aerosolterapia vengano sistematicamente precedute, 10 minuti prima del loro inizio, dalla premedicazione con un broncodilatatore. Non è ancora noto se vi siano, e quali possano essere le conseguenze di un accumulo di pentamidina a seguito di una prolungata somministrazione per via topica bronchiale. Pertanto occorre usare cautela in pazienti con disfunzioni respiratorie, con tendenza alla broncocostrizione, ipo- o iperglicemia, disfunzioni renali o epatiche, leucopenia, trombocitopenia o anemia. Tali pazienti in particolare, ed in genere tutti quelli in trattamento, andranno tenuti sotto stretto controllo medico al fine di rilevare tempestivamente un eventuale peggioramento delle suddette preesistenti patologie o l’insorgenza di altri rilevanti effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione parenterale di pentamidina. Infezioni extrapolmonari da Pneumocystis carinii sono state segnalate raramente e quasi sempre riferite a pazienti che avevano una storia di PCP. Quando si visitano pazienti che presentano segni e sintomi non spiegabili dovrebbe essere considerata la possibilità di pneumocistosi extrapolmonare. Rischi ambientali ed occupazionali: occorre usare cautela per evitare la dispersione di pentamidina nell’ambiente. Un’adeguata ventilazione ambientale può aiutare nel ridurre i rischi di sensibilizzazione da parte del personale sanitario. Il nebulizzatore dovrebbe essere spento quando la mascherina viene allontanata dal viso durante il trattamento. Inoltre è bene aerare abbondantemente l’ambiente di terapia per minimizzare il rischio di trasmissione di altri agenti patogeni respiratori, quali il Mycobacterium tubercolosis ed il Mycobacterium avium-intracellulare, che possono essere emessi da casuali colpi di tosse durante il trattamento. La pentamidina isetionato può indurre il prolungamento dell’intervallo QT e sono stati osservati rari casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie cardiache comprendenti la torsione di punta. Quindi, la pentamidina isetionato deve essere usata con cautela in pazienti con cardiopatie coronariche, anamnesi di aritmie ventricolari, ipopotassiemia non trattata e/o ipomagnesemia, bradicardia (frequenza <50 bpm) e durante il trattamento concomitante con farmaci che possono aumentare l’intervallo QT.
5. Interazioni
Non sono stati effettuati specifici studi di interazione di altri farmaci con Pentacarinat utilizzato in aerosolterapia. La somministrazione contemporanea con ACE-inibitori e beta-bloccanti può aumentare l’incidenza della tosse e della broncocostrizione, soprattutto in soggetti asmatici. La pentamidina isetionato deve essere somministrata con cautela in caso di associazione a: • farmaci che possono allungare l’intervallo QT quali fenotiazine, antidepressivi triciclici, terfenadina e astemizolo, eritromicina per via endovenosa, alofantrina e antibiotici chinolonici (vedere anche paragrafo 4.4); • foscarnet: rischio di ipocalcemia.
6. Effetti indesiderati
La frequenza delle reazioni avverse è definita secondo la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Uso parenterale Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: leucopenia, trombocitopenia, anemia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune: iperazotemia Comune: ipoglicemia, iperglicemia, iperkaliemia, ipocalcemia, ipomagnesemia. Patologie del sistema nervoso Comune: sincope, capogiri. Patologie cardiache Raro: prolungamento dell’intervallo QT, aritmia cardiaca Frequenza non nota: torsioni di punta. Patologie vascolari Comune: ipotensione, flushing. Patologie gastrointestinali Comune: nausea e vomito, alterazione del gusto. Raro: pancreatite. Patologie epatobiliari Comune: alterazione dei test di funzionalità epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: rash. Frequenza non nota: sindrome di Stevens-Johnson. Patologie renali e urinarie Molto comune: insufficienza renale acuta, ematuria macroscopica.Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune: reazioni locali con gravità variabile da fastidio e dolore a indurimento, formazione di ascessi e necrosi muscolare. Frequenza non nota: in seguito a somministrazione intramuscolare è stata riportata rabdomiolisi. Sono stati osservati anche aumenti della creatininfosfochinasi (CPK) e della lattico deidrogenasi (LDH) sieriche. Uso inalatorio Disturbi del metabolismo e della nutrizione Frequenza non nota: ipoglicemia. Patologie del sistema nervoso Frequenza non nota: lieve vertigine. Patologie cardiache Raro: prolungamento dell’intervallo QT, aritmia cardiaca. Frequenza non nota: torsioni di punta. Patologie vascolari Frequenza non nota: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: reazioni locali di gravità variabile da tosse, respiro corto, dispnea, broncospasmo, particolarmente in pazienti con anamnesi di asma o fumatori, che solitamente può essere controllato da un pretrattamento con broncodilatatori. Raro: polmonite eosinofila. Frequenza non nota: pneumotorace in pazienti con anamnesi di polmonite da Pneumocystis carinii. Patologie gastrointestinali Comune: alterazione del gusto, nausea e vomito. Frequenza non nota: pancreatite acuta. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Frequenza non nota: rash. Patologie renali e urinarie Frequenza non nota: insufficienza renale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Frequenza non nota: febbre, riduzione dell’appetito, affaticamento.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non esistono dati sull’innocuità della pentamidina isetionato in gravidanza. È stato segnalato un caso di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza in seguito alla somministrazione inalatoria a scopo profilattico. Il farmaco non deve essere somministrato in corso di gravidanza se non in caso di assoluta necessità. Allattamento L’uso della pentamidina isetionato è controindicato nelle donne che allattano al seno a meno che il medico non lo giudichi di assoluta necessità.
8. Conservazione
Conservare a temperatura non superiore ai 30°C. La soluzione ricostituita va conservata fra +2 e +8°C.
9. Principio attivo
Un flacone di polvere contiene: Principio attivo: pentamidina isetionato 300 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
11. Sovradosaggio
Il trattamento è sintomatico. In seguito a sovradosaggio di pentamidina isetionato sono stati osservati casi di aritmie cardiache comprendenti torsioni di punta.