1. Indicazioni terapeutiche
<Paracetamolo Sandoz 500 mg compresse> Dolore da lieve a moderato e febbre. <Paracetamolo Sandoz 1000 mg compresse> Dolore da lieve a moderato associato a osteoartrite dell’anca e del ginocchio.
2. Posologia
<Paracetamolo Sandoz 500 mg compresse> Adulti e bambini sopra i 15 anni 1–2 compresse alla volta, fino a un massimo di 6 compresse nelle 24 ore. Bambini tra i 12 e i 15 anni (40–55 kg di peso corporeo) 1 compressa alla volta, 4–6 compresse nelle 24 ore. Bambini tra i 9 e i 12 anni (33–40 kg di peso corporeo) 1 compressa alla volta, 3–4 compresse nelle 24 ore. L’intervallo di dosaggio minimo deve essere di 4 ore. Pertanto, quando i sintomi del dolore si ripresentano, la somministrazione non può essere ripetuta prima che siano trascorse 4 ore. Pazienti alcolisti Non deve essere superato il dosaggio massimo di 4 compresse nelle 24 ore. Modo di somministrazione Deglutire le compresse con una quantità sufficiente di acqua, oppure scioglierle in una quantità adeguata di acqua, mescolare bene e bere. La somministrazione ripetuta è permessa, in funzione dei sintomi ricorrenti (dolore). <Paracetamolo Sandoz 1000 mg compresse> Iniziare con mezza compressa (500 mg) e, se necessario, assumere 1 compressa (1000 mg); la dose massima giornaliera è di 4 compresse (4000 mg). L’intervallo di dosaggio minimo deve essere di 4 ore. Pertanto, quando i sintomi del dolore si ripresentano, la somministrazione non può essere ripetuta prima che siano trascorse 4 ore. Da non usare nei bambini sotto i 15 anni. Pazienti alcolisti Non deve essere superato il dosaggio massimo di 2 compresse nelle 24 ore. Modo di somministrazione Deglutire le compresse con una quantità sufficiente di acqua, oppure scioglierle in una quantità adeguata di acqua, mescolare bene e bere. La somministrazione ripetuta è permessa, in funzione dei sintomi ricorrenti (dolore).
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
L’uso prolungato o frequente non è raccomandato. Si consiglia cautela in caso di compromissione della funzionalità epatica e renale e di alcolismo cronico; in questi casi la dose giornaliera non deve superare i 2 g. La singola somministrazione per diverse volte di una dose superiore alla massima dose giornaliera può nuocere gravemente al fegato. Sebbene non si verifichi alcuno stato di incoscienza, si deve tuttavia consultare immediatamente un medico.
5. Interazioni
Paracetamolo può aumentare in modo considerevole l’emivita di eliminazione di cloramfenicolo. L’uso simultaneo cronico di paracetamolo e zidovudina aumenta la frequenza della neutropenia, probabilmente a causa di una riduzione del metabolismo di zidovudina. L’abuso cronico di alcolici e l’uso di induttori di enzimi epatici, come i barbiturici, provoca un incremento della gravità del sovradosaggio di paracetamolo, dovuto all’aumento e all’accelerazione della formazione di metaboliti tossici.
6. Effetti indesiderati
Con i dosaggi terapeutici si verificano pochi effetti avversi. Gli eventi avversi sono elencati di seguito, suddivisi per classe sistemico–organica e per frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), rara (≥1/10.000, <1/1000), molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico Rara: agranulocitosi (dopo un uso prolungato), porpora trombocitopenica e anemia emolitica Disturbi del sistema immunitario Non comune: reazioni allergiche, in particolare eruzione cutanea, orticaria e febbre Patologie epatobiliari Dosaggi di paracetamolo fino a 7,5 g (nei bambini dosi superiori a 140 mg/kg) possono causare danni al fegato; quantità maggiori provocano una necrosi irreversibile del fegato. Patologie renali e urinarie Molto rara: in un singolo caso, dopo un utilizzo a lunghissimo termine e a dosi elevate, è stata riportata nefrite interstiziale.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Gli studi epidemiologici sull’uso orale di dosaggi terapeutici di paracetamolo non hanno mostrato effetti nocivi sulla gravidanza né sulla salute del feto/neonato. A dosaggi terapeutici, paracetamolo può essere usato durante la gravidanza. Allattamento Paracetamolo viene escreto in piccole quantità nel latte materno. Nei neonati allattati al seno non è stato dimostrato alcun effetto. Paracetamolo può essere usato per breve tempo durante l’allattamento, purché non vengano superati i dosaggi raccomandati. Nell’uso a più lungo termine deve essere raccomandata cautela.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene 500 mg di paracetamolo Ogni compressa contiene 1000 mg di paracetamolo Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Povidone K–30 (E1201) Amido pre–gelatinizzato (di mais) Sodio amido glicolato (tipo A) Acido stearico (E570)
11. Sovradosaggio
Paracetamolo può causare tossicità, in particolare nei pazienti anziani, nei bambini piccoli, nei pazienti con malattia epatica, in caso di alcolismo cronico, nei pazienti affetti da malnutrizione cronica e nei pazienti in trattamento con induttori enzimatici. Il sovradosaggio può essere fatale. Sintomi I sintomi di sovradosaggio di paracetamolo sono nausea, vomito, anoressia, pallore e dolore addominale e in genere si verificano entro le 24 ore successive all’ingestione. Una singola ingestione di 7,5 g o più di paracetamolo negli adulti, o di 140 mg/kg di peso corporeo nei bambini, provoca citolisi epatica, la quale probabilmente causa a sua volta una necrosi completa e irreversibile, con conseguente insufficienza epatocellulare, acidosi metabolica ed encefalopatia, che possono portare al coma e alla morte. Allo stesso tempo, insieme alla diminuzione dei livelli di protrombina sono stati riportati aumenti dei livelli delle transaminasi epatiche (AST, ALT), della lattato deidrogenasi e della bilirubina, che possono manifestarsi da 12 a 48 ore dopo l’ingestione. I sintomi clinici di danno epatico in genere si manifestano dopo 2 giorni e raggiungono un massimo dopo 4–6 giorni. Gestione – Ricovero immediato. – Prima del trattamento del sovradosaggio prelevare immediatamente un campione di sangue, per misurare la concentrazione plasmatica di paracetamolo. – Rimozione rapida del prodotto ingerito mediante lavanda gastrica, seguita dalla somministrazione di carbone attivo (adsorbente) e solfato di sodio (lassativo). – Il trattamento comprende la somministrazione dell’antidoto N–acetilcisteina (NAC), per via endovenosa o per via orale, se possibile prima che siano trascorse 10 ore dall’ingestione. NAC può fornire un certo effetto protettivo anche dopo 10 ore, ma in questi casi va effettuato un trattamento prolungato. – Trattamento sintomatico. All’inizio del trattamento devono essere effettuate analisi della funzionalità epatica, che vanno poi ripetute ogni 24 ore. Nella maggior parte dei casi i livelli delle transaminasi epatiche torneranno alla normalità entro 1 o 2 settimane, con pieno recupero della funzionalità epatica. In casi molto rari sarà necessario il trapianto del fegato.