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Oxaliplatino Teva 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino di vetro da 20 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
L’oxaliplatino in combinazione con 5-fluorouracile (5-FU) e acido folinico (FA) è indicato per: • la terapia adiuvante del cancro al colon di stadio III (C di Duke) dopo l’asportazione chirurgica del tumore primario; • il trattamento del cancro colorettale metastatico.
2. Posologia
Posologia USO RISERVATO AGLI ADULTI La dose di oxaliplatino raccomandata nel trattamento adiuvante è di 85 mg/m² e.v. ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi). La dose di oxaliplatino raccomandata nella cura del cancro colorettale metastatico è di 85 mg/m² e.v. ogni 2 settimane fino a che non si manifesti progressione di malattia o tossicità inaccettabile. La dose somministrata deve essere regolata in funzione della tollerabilità (vedere paragrafo 4.4). L’oxaliplatino deve essere somministrato sempre prima delle fluoropirimidine - cioè del 5-fluorouracile. L’oxaliplatino è somministrato come infusione endovenosa della durata di 2- 6-ore in 250 - 500 ml di soluzione glucosata al 5% per dare una concentrazione compresa tra 0,2 mg/ml e 0,70 mg/ml; 0,70 mg/ml è la concentrazione più elevata impiegata nella pratica clinica per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m². L’oxaliplatino è stato utilizzato principalmente in combinazione con regimi basati sull’infusione continua di 5-fluorouracile. Per la terapia bisettimanale sono stati utilizzati regimi terapeutici di 5-fluorouracile che hanno associato bolo ed infusione continua. Popolazioni particolari Danno renale L’oxaliplatino non deve essere somministrato a pazienti con grave danno renale (vedere paragrafo 4.3 e 5.2). Nei pazienti con danno renale di grado da lieve a moderato la dose raccomandata di oxaliplatino è di 85 mg/m² (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Compromissione epatica In uno studio di fase I che comprendeva pazienti che presentavano diversi livelli di compromissione epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epatobiliari sembrava essere correlata a disturbi progressivi e a esiti di compromissione epatica nei test condotti al basale. Durante lo sviluppo clinico non è stata eseguita alcuna modifica della dose nei pazienti con funzione epatica alterata. Pazienti anziani Non è stato osservato alcun aumento della tossicità grave quando l’oxaliplatino è stato utilizzato singolarmente o in combinazione con 5-fluorouracile in pazienti di età superiore ai 65 anni. Di conseguenza, non è necessario un particolare adattamento della dose per i pazienti anziani. Popolazione pediatrica Non c’è alcuna indicazione rilevante per l’uso di oxaliplatino nei bambini. L’efficacia di oxaliplatino in monoterapia nella popolazione pediatrica con tumori solidi non è stata stabilita (vedere paragrafo 5.1). Modo di somministrazione L’oxaliplatino viene somministrato per infusione endovenosa. Non è richiesta iperidratazione per la somministrazione di oxaliplatino. Dopo la ricostituzione, l’oxaliplatino diluito in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% per ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml deve essere infuso attraverso una linea venosa centrale o una vena periferica in un periodo di 2-6 ore. L’infusione di oxaliplatino deve precedere sempre la somministrazione del 5-fluorouracile. In caso di stravaso occorre interrompere immediatamente la somministrazione. Istruzioni per l’uso L’oxaliplatino deve essere ricostituito e diluito prima dell’uso. Per diluire il prodotto concentrato per soluzione per infusione deve essere utilizzata esclusivamente soluzione glucosata al 5% (vedere paragrafo 6.6).
3. Controindicazioni
L’oxaliplatino è controindicato in pazienti • con anamnesi di nota ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, • che stanno allattando, • affetti da mielosoppressione prima del ciclo iniziale, evidenziata dal valore basale di neutrofili <2x109/L e/o conta piastrinica di <100x109L, • affetti da una neuropatia sensoriale periferica con alterazione funzionale antecedente al primo ciclo; • con grave danno renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).
4. Avvertenze
L’oxaliplatino deve essere utilizzato solo in reparti specializzati in oncologia e somministrato sotto la supervisione di un oncologo qualificato. Danno renale I pazienti con danno renale da lieve a moderato devono essere monitorati attentamente per reazioni avverse, e il dosaggio deve essere modificato in base alla tossicità (vedere paragrafo 5.2). Reazioni di ipersensibilità Una sorveglianza particolare deve essere assicurata per i pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche ad altri prodotti contenenti platino. In caso di comparsa di manifestazioni anafilattiche, l’infusione deve essere interrotta immediatamente e deve essere istituito un appropriato trattamento sintomatico. Una eventuale nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata in tali pazienti. Con tutti i composti a base di platino sono state riportate reazioni crociate, talvolta con esito fatale. In caso di stravaso, si deve interrompere immediatamente l’infusione e adottare la consueta terapia sintomatica locale. Sintomi neurologici Occorre monitorare attentamente la tossicità neurologica di oxaliplatino, in particolare se somministrato in concomitanza con altri medicinali con una particolare tossicità neurologica. Deve essere eseguito un esame neurologico prima di ogni somministrazione e, in seguito, periodicamente. Per i pazienti che sviluppano disestesia laringofaringea acuta (vedere paragrafo 4.8) durante o nelle ore successive all’infusione da 2 ore, l’infusione successiva di oxaliplatino deve essere somministrata nell’arco di 6 ore. Neuropatia periferica Se si manifestano sintomi neurologici (parestesia, disestesia), la successiva correzione della dose raccomandata di oxaliplatino deve basarsi sulla durata e sulla gravità di tali sintomi: • Se i sintomi durano più di sette giorni e destano preoccupazione, la dose successiva di oxaliplatino deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (trattamento delle metastasi) o 75 mg/m² (trattamento adiuvante). • Se la parestesia senza compromissione funzionale persiste fino al ciclo seguente, la dose successiva di oxaliplatino deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (trattamento delle metastasi) o 75 mg/m² (trattamento adiuvante). • Se la parestesia con compromissione funzionale persiste fino al ciclo successivo, occorre interrompere la somministrazione di oxaliplatino. • Se tali sintomi migliorano in seguito all’interruzione della terapia a base di oxaliplatino, si può valutare un’eventuale ripresa della terapia. I pazienti devono essere informati della possibilità che si manifestino sintomi persistenti di neuropatia sensoriale periferica in seguito alla conclusione della terapia. Possono persistere parestesie moderate localizzate o parestesie che possono interferire con le attività funzionali anche dopo 3 anni dalla conclusione della terapia nel trattamento adiuvante. Sindrome da Leucoencefalopatia Posteriore Reversibile (RPLS) Sono stati riportati casi di Sindrome da Leucoencefalopatia Posteriore Reversibile (RPLS, nota anche come PRES, Sindrome Encefalopatica Posteriore Reversibile) in pazienti che hanno ricevuto oxaliplatino in chemioterapia combinata. La RPLS rappresenta una condizione neurologica rara, a rapida evoluzione e reversibile, che può manifestarsi con convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecità ed altre alterazioni visive e neurologiche (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS è confermata da immagini radiologiche delle strutture cerebrali, preferibilmente tramite RMN (Risonanza Magnetica Nucleare). Nausea, vomito, diarrea, disidratazione e alterazioni ematologiche La tossicità gastrointestinale, che si manifesta sotto forma di nausea e vomito, richiede una terapia o una profilassi antiemetica (vedere paragrafo 4.8). Diarrea/emesi di grado severo possono provocare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e danno renale, in particolare in caso di associazione di oxaliplatino con 5-fluorouracile. Durante il trattamento con oxaliplatino sono stati riportati casi di ischemia intestinale, inclusi esiti fatali. In caso di ischemia intestinale, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto e devono essere messe in atto misure opportune (vedere paragrafo 4.8). Se si verifica tossicità ematologica (neutrofili <1,5x109/L o piastrine <50x109/L), la somministrazione del ciclo successivo di terapia deve essere ritardata fino a quando i valori ematologici non rientrano in livelli accettabili. Occorre eseguire un esame emocromocitometrico completo prima di iniziare la terapia e prima di ogni ciclo successivo. Gli effetti mielosoppressivi possono essere additivi a quelli di una concomitante chemioterapia. I pazienti con una grave e persistente mielosoppressione sono ad alto rischio di complicanze infettive. Sepsi, sepsi neutropenica e shock settico sono stati osservati in pazienti trattati con oxaliplatino, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se uno di questi eventi si verifica, oxaliplatino deve essere interrotto. I pazienti devono essere adeguatamente informati sul rischio di diarrea/emesi, mucosite/stomatite e neutropenia in seguito a somministrazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile, in modo che possano contattare con urgenza il medico curante per affrontare adeguatamente la situazione. Se si manifesta mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento successivo deve essere ritardato fino alla riduzione della mucosite/stomatite al grado 1 o inferiore e/o fino a quando la conta dei neutrofili raggiunge un valore ³1,5x109/L. Per l’oxaliplatino combinato a 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), occorre effettuare le consuete variazioni del dosaggio per la tossicità associata al 5-fluorouracile. Se, in base alla classificazione OMS, si manifesta diarrea di grado 4, neutropenia di grado 3-4 (neutrofili <1,0x109/L), neutropenia febbrile (febbre di origine sconosciuta senza un’infezione documentata clinicamente o microbiologicamente con una conta assoluta dei neutrofili <1,0x109/L, una temperatura superiore ai 38,3°C in una singola misurazione o una temperatura costante confermata superiore ai 38°C per più di un’ora), o trombocitopenia di grado 3-4 (piastrine <50x109/L), la dose di oxaliplatino deve essere ridotta da 85mg/m² a 65mg/m² (trattamento delle metastasi) o 75mg/m² (trattamento adiuvante); deve inoltre essere effettuata la opportuna riduzione della dose di 5-fluorouracile. Reazioni polmonari Nel caso di sintomi respiratori inspiegabili quali tosse non produttiva, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari radiologici, la somministrazione di oxaliplatino deve essere interrotta fino a quando altre indagini polmonari non escludano una pneumopatia interstiziale (vedere paragrafo 4.8). Patologie del sangue La sindrome emolitica-uremica (SEU) è un effetto indesiderato che può causare la morte (frequenza non nota). Il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina in concomitanza a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’urea del sangue o delle LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile con la sospensione della terapia e può essere necessaria la dialisi. In associazione al trattamento con oxaliplatino è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata (CID), inclusi esiti fatali. Nel caso in cui la CID sia stata diagnosticata, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto e deve essere instaurato un adeguato trattamento (vedere paragrafo 4.8). Si deve prestare cautela in pazienti con condizioni che sono associate a CID, come infezione, sepsi, ecc. Prolungamento del QT Il prolungamento del QT può indurre un aumentato rischio di sviluppare aritmie ventricolari, comprese le Torsioni di punta, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.8). L’intervallo QT deve essere attentamente monitorato su base regolare prima e dopo la somministrazione di oxaliplatino. Si deve prestare cautela in pazienti con storia o predisposizione per il prolungamento del QT, in quei pazienti che stanno assumendo medicinali noti per prolungare l’intervallo QT, e in quelli con alterazioni elettrolitiche come ipokalemia, ipocalcemia o ipomagnesiemia. In caso di prolungamento del QT, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.5 e 4.8) Rabdomiolisi È stata riportata rabdomiolisi, inclusi esiti fatali, in pazienti trattati con oxaliplatino. In caso di dolore muscolare e gonfiore, in associazione a debolezza, febbre o urine scure, il trattamento con oxaliplatino deve essere interrotto. Se viene confermata la diagnosi di rabdomiolisi, devono essere messe in atto misure opportune. Si raccomanda cautela se medicinali associati a rabdomiolisi sono somministrati in concomitanza con l’oxaliplatino (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Ulcera gastrointestinale/ulcera gastrointestinale con emorragia e con perforazione Il trattamento con oxaliplatino può causare ulcera gastrointestinale e potenziali complicanze, come emorragia e perforazione gastrointestinali, che possono essere fatali. In caso di ulcera gastrointestinale il trattamento con oxaliplatino deve essere sospeso e devono essere messe in atto opportune misure (vedere paragrafo 4.8). Alterazioni epatiche In caso di risultati anomali dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale non chiaramente indotta da metastasi epatiche, deve essere presa in considerazione la possibilità che si tratti di un caso molto raro di disturbo vascolare epatico indotto dal farmaco. Gravidanza Per l’uso in donne in gravidanza, vedere paragrafo 4.6. Fertilità Negli studi preclinici con oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici. Quindi, si devono informare i pazienti maschi trattati con oxaliplatino di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine del trattamento e di chiedere un parere riguardo alla conservazione di liquido seminale prima del trattamento poiché oxaliplatino può portare a sterilità che può essere irreversibile. Le donne devono evitare la gravidanza durante il trattamento con oxaliplatino e devono usare un efficace metodo contraccettivo (vedere paragrafo 4.6). Quando oxaliplatino è somministrato per via intraperitoneale (via di somministrazione off label) può verificarsi emorragia peritoneale.
5. Interazioni
Nei pazienti che hanno ricevuto una dose singola di 85mg/m² di oxaliplatino, immediatamente prima della somministrazione di 5-fluorouracile, non sono state osservate alterazioni nel livello di esposizione al 5-fluorouracile. In vitro, con i seguenti principi attivi, non è stato osservato nessuno spiazzamento del legame dell’oxaliplatino dalle proteine plasmatiche: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e sodio valproato. Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino viene somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per causare il prolungamento dell’intervallo QT. In caso di associazione con questi medicinali, l’intervallo QT deve essere attentamente monitorato (vedere paragrafo 4.4). Si raccomanda cautela quando il trattamento con oxaliplatino è somministrato in concomitanza con altri medicinali noti per essere associati a rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.4).
6. Effetti indesiderati
Sintesi del profilo di sicurezza Gli effetti indesiderati più frequenti di oxaliplatino in combinazione con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/FA) sono stati di natura gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucosite), ematologica (neutropenia, trombocitopenia) e neurologica (neuropatia sensoriale periferica acuta e dovuta a dose cumulativa). In generale, questi eventi avversi sono stati più frequenti e gravi con la combinazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/FA) che non con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/FA) in monoterapia. Tabelle delle reazioni avverse Le frequenze indicate di seguito nella tabella sono desunte dagli studi clinici nel trattamento di metastasi e nel trattamento adiuvante [dove sono stati inclusi rispettivamente 416 e 1108 pazienti nei bracci di trattamento di oxaliplatino +5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/FA)] e dall’esperienza successiva alla commercializzazione. In questa tabella le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (>1/1000, <1/100), raro (≥1/10000, <1/1000), molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Ulteriori dettagli sono riportati dopo la tabella.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune Comune Non comune Raro
Infezioni ed infestazioni - Infezione - Rinite - Infezione delle vie respiratorie superiori - Sepsi neutropenica - Sepsi  
Patologie del sistema emolinfopoietico* - Anemia - Neutropenia - Trombocitopenia - Leucopenia - Linfopenia - Neutropenia febbrile   - Trombocitopenia immuno-allergica - Anemia emolitica
Disturbi del sistema immunitario* - Allergia/ reazione allergica++      
Disturbi del metabolismo e della nutrizione - Anoressia - Iperglicemia - Ipopotassemia - Ipernatremia - Disidratazione - Ipocalcemia - Acidosi metabolica  
Disturbi psichiatrici   - Depressione - Insonnia - Nervosismo  
Patologie del sistema nervoso* - Neuropatia sensoriale periferica - Disturbo sensoriale - Disgeusia - Cefalea - Capogiro - Neurite motoria - Meningismo   - Disartria - Sindrome da leucoencefalo-patia posteriore reversibile (RPLS) (vedere paragrafo 4.4)***
Patologie dell’occhio   - Congiuntivite - Disturbo visivo   - Acuità visiva ridotta transitoriamente - Alterazioni del campo visivo - Neurite ottica - Perdita temporanea della vista reversibile con l’interruzione della terapia
Patologie dell’orecchio e del labirinto     - Ototossicità - Sordità
Patologie vascolari   - Emorragia - Rossore - Trombosi venosa profonda - Ipertensione    
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche - Dispnea - Tosse - Epistassi - Singhiozzo - Embolia polmonare   - Malattia polmonare interstiziale, talvolta con esito fatale - Fibrosi polmonare**
Patologie gastro-intestinali* - Nausea - Diarrea - Vomito - Stomatite/ Mucosite - Dolore addominale - Stipsi - Dispepsia - Reflusso gastro-esofageo - Emorragia gastro-intestinale - Emorragia rettale - Ileo - Ostruzione intestinale - Colite inclusa diarrea da Clostridium difficile - Pancreatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo - Patologia della cute - Alopecia - Esfoliazione della cute (ovvero sindrome Mani e Piedi) - Esantema eritematoso - Eruzione cutanea - Iperidrosi - Patologia delle unghie    
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo - Dolore dorsale - Artralgia - Dolore osseo    
Patologie renali e urinarie   - Ematuria - Disuria - Anomala frequenza della minzione    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministra-zione - Stanchezza - Febbre+++- Astenia - Dolore - Reazione in sede di iniezione++++      
Esami diagnostici - Aumento degli enzimi epatici - Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue - Aumento della bilirubina sierica - Aumento della lattato deidrogenasi (LDH) nel sangue - Aumento di peso corporeo (nel trattamento adiuvante) - Aumento dei livelli di creatinina sierica - Diminuzione del peso corporeo (nel trattamento delle metastasi)    
* Vedere il capitolo dettagliato sotto riportato. **** Vedere paragrafo 4.4. + Inclusi esiti fatali ++ Allergie/reazioni allergiche molto comuni, che si verificano principalmente durante l’infusione, talvolta fatali. Le reazioni allergiche comuni comprendono esantema della cute, in particolare orticaria, congiuntivite e rinite. Le reazioni anafilattiche o anafilattoidi comuni includono broncospasmo, angioedema, ipotensione, sensazione di dolore toracico e shock anafilattico. Con oxaliplatino è stata inoltre segnalata ipersensibilità ritardata che insorge ore o addirittura giorni dopo l’infusione. +++ Molto comuni: febbre, brividi (tremori), dovuti all’infezione (con o senza neutropenia febbrile) o probabilmente indotti da un meccanismo immunologico. ++++ Sono state segnalate reazioni in sede di iniezione, inclusi dolore localizzato, arrossamento, gonfiore e trombosi. Similmente, lo stravaso può determinare dolore localizzato ed infiammazione che possono essere gravi e indurre complicanze, inclusa necrosi, in particolare se l’oxaliplatino viene infuso attraverso una vena periferica (vedere paragrafo 4.4). Descrizione di reazioni avverse selezionate Patologie del sistema emolinfopoietico Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino 85 mg/m2 e 5-FU/FA ogni 2 settimane Trattamento delle Metastasi Trattamento Adiuvante
Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4
Anemia 82,2 3 < 1 75,6 0,7 0,1
Neutropenia 71,4 28 14 78,9 28,8 12,3
Trombocitopenia 71,6 4 < 1 77,4 1,5 0,2
Neutropenia febbrile 5,0 3,6 1,4 0,7 0,7 0,0
Raro (>1/10,000, <1/1,000) Coagulazione intravascolare disseminata (CID), inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4). Esperienza post-marketing con frequenza non nota Sindrome uremica emolitica Pancitopenia autoimmune Infezione e infestazioni Incidenza per paziente (%)
Oxaliplatino 85 mg/m2 e 5-FU/FA ogni 2 settimane Trattamento delle Metastasi Trattamento Adiuvante
Tutti i gradi Tutti i gradi
Sepsi (inclusa sepsi e sepsi neutropenica) 1.5 1.7
Esperienza post-marketing con frequenza non nota Shock settico, incluso esito fatale. Patologie del sistema immunitario Incidenza delle reazioni allergiche per paziente (%), per grado
Oxaliplatino 85 mg/m2 e 5-FU/FA ogni 2 settimane Trattamento delle Metastasi Trattamento Adiuvante
Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4
Reazione allergica/allergia 9,1 1 < 1 10,3 2,3 0,6
Patologie del sistema nervoso La tossicità dose limitante di oxaliplatino è di natura neurologica. Essa comprende una neuropatia periferica sensoriale caratterizzata da disestesia e/o parestesia delle estremità con o senza crampi, spesso scatenata dal freddo. Tali sintomi si manifestano nei pazienti trattati in una percentuale che raggiunge il 95%. La durata di questi sintomi, che normalmente regrediscono tra un ciclo e l’altro di trattamento, aumenta con l’aumentare dei cicli di trattamento. A seconda della durata dei sintomi, l’insorgenza del dolore e/o di un disturbo funzionale rappresentano indicazioni per modificare la dose o persino per interrompere la terapia (vedere paragrafo 4.4). Questi disturbi funzionali includono difficoltà nell’esecuzione di movimenti fini e sono una conseguenza possibile della compromissione sensoriale. Il rischio che si manifestino sintomi persistenti dovuti a una dose cumulativa di 850 mg/m² (10 cicli) è approssimativamente del 10%, mentre per una dose cumulativa di 1020 mg/m² (12 cicli) è del 20%. Nella maggior parte dei casi, i segni e sintomi neurologici migliorano o regrediscono completamente con l’interruzione del trattamento. Nel trattamento adiuvante del cancro al colon, a 6 mesi dalla fine del trattamento, l’87% dei pazienti non riportava più alcuna sintomatologia o riportava solo sintomi lievi. Dopo 3 anni di follow-up, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di modesta intensità (2,3%) o parestesie con possibile compromissione delle attività funzionali (0,5%). Sono state segnalate manifestazioni neurosensoriali acute (vedere paragrafo 5.3) che insorgono qualche ora dopo la somministrazione e spesso si manifestano in caso di esposizione al freddo. Si presentano solitamente in forma di parestesia, disestesia e ipoestesia transitorie. Una sindrome acuta di disestesia faringolaringea si manifesta nell’1%-2% dei pazienti, ed è caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/sensazione di soffocamento, senza alcuna evidenza oggettiva di sofferenza respiratoria (assenza di cianosi o ipossia) o laringospasmo o broncospasmo (nessuno stridore o sibilo). Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche in assenza di trattamenti. Il prolungamento dell’infusione contribuisce a ridurre l’incidenza di questa sindrome (vedere paragrafo 4.4). Altri sintomi osservati occasionalmente includono spasmi mandibolari/spasmi muscolari /contrazioni muscolari involontari/torsioni muscolari/mioclono, anomalia della coordinazione/andatura anomala/atassia/disturbi dell’equilibrio, senso di costrizione/ pressione/ disturbo/dolore alla gola o al torace. Inoltre, possono essere associate disfunzioni concomitanti del nervo craniale agli eventi sopra menzionati, che possono insorgere anche come evento isolato, quale ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, a volte descritte come paralisi delle corde vocali, sensazione anomala a livello della lingua o disartria, a volte descritta come afasia, nevralgia del trigemino/dolore facciale/dolore oculare, riduzione dell’acuità visiva, disturbi a livello del campo visivo. Durante il trattamento a base di oxaliplatino sono stati riferiti altri sintomi neurologici quali disartria, perdita del riflesso tendineo profondo e segno di Lhermitte. Sono stati segnalati anche casi isolati di neurite ottica. Esperienza post-marketing con frequenza non nota Convulsioni Patologie cardiache Esperienza post-marketing con frequenza non nota Prolungamento del QT, che può portare ad aritmia ventricolare, incluse Torsioni di punta che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Esperienza post-marketing con frequenza non nota Laringospasmo Patologie gastrointestinali Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino 85 mg/m2 e 5-FU/FA ogni 2 settimane Trattamento delle Metastasi Trattamento Adiuvante
Tutti i gradi Grado 3 Grado 4 Tutti i gradi Grado 3 Grado 4
Nausea 69,9 8 <1 73,7 4,8 0,3
Diarrea 60,8 9 2 56,3 8,3 2,5
Vomito 49,0 6 1 47,2 5,3 0,5
Mucosite/Stomatite 39,9 4 <1 42,1 2,8 0,1
La profilassi e il trattamento con antiemetici potenti sono fortemente raccomandati. Diarrea/emesi di grado severo possono provocare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e compromissione della funzionalità renale, in particolare in caso di associazione di oxaliplatino con 5-fluorouracile (5-FU) (vedere paragrafo 4.4). Esperienza post-marketing con frequenza non nota Ischemia intestinale, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4). Ulcere e perforazioni gastrointestinali che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4). Patologie epatobiliari Molto raro (< 1/10000) : Sindrome di ostruzione sinusoidale epatica, nota anche come disturbo epatico veno-occlusivo, o manifestazioni patologiche correlate a tale disturbo epatico, incluse peliosi epatica, iperplasia rigenerativa nodulare, fibrosi perisinusoidale. Le manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o aumento delle transaminasi. Patologie del sistema muscoloschelettrico e del tessuto connettivo Esperienza post-marketing con frequenza non nota Rabdomiolisi, inclusi esiti fatali (vedere paragrafo 4.4). Patologie renali ed urinarie Molto raro (< 1/10000) : Necrosi tubulare acuta, nefrite interstiziale acuta e insufficienza renale acuta. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Esperienza post-marketing con frequenza non nota Vasculite da ipersensibilità Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Al momento, non sono disponibili dati relativi alla sicurezza dell’uso di oxaliplatino nelle donne in gravidanza. In studi sugli animali si è osservata tossicità riproduttiva. Di conseguenza oxaliplatino non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in età fertile che non utilizzano metodi contraccettivi. L’uso di oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo dopo aver adeguatamente informato il paziente dei rischi per il feto e con il consenso del paziente stesso. Devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, per le donne fino a 4 mesi dopo la fine della terapia. Allattamento Non è stata studiata l’escrezione nel latte materno. L’allattamento al seno con latte materno è controindicato durante la terapia con oxaliplatino. Fertilità Oxaliplatino può avere un effetto anti-fertilità (vedere paragrafo 4.4). A causa dei potenziali effetti genotossici dell’oxaliplatino devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, fino a 4 mesi per le donne e fino a 6 mesi per gli uomini.
8. Conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Conservare il flaconcino nella confezione esterna per tenerlo al riparo dalla luce. Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 5 mg di oxaliplatino. 4 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 20 mg di oxaliplatino. 10 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 50 mg di oxaliplatino. 20 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 100 mg di oxaliplatino. 40 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 200 mg di oxaliplatino. Eccipiente: lattosio monoidrato. 1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 45 mg di lattosio monoidrato. 4 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 180 mg di lattosio monoidrato. 10 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 450 mg di lattosio monoidrato. 20 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 900 mg di lattosio monoidrato. 40 ml di concentrato per soluzione per infusione contengono 1800 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio monoidrato (45 mg/ml) Acqua per preparazioni iniettabili
11. Sovradosaggio
Sintomi Non esiste un antidoto specifico contro l’oxaliplatino. In caso di sovradosaggio, si può verificare l’esacerbazione degli eventi avversi. Gestione Occorre iniziare il monitoraggio dei parametri ematologici e somministrare la terapia sintomatica.
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