1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento delle fratture tibiali conseguenti a trauma che non si siano consolidate a distanza di almeno 9 mesi, in pazienti dallo scheletro formato, nei casi in cui il trattamento con innesto autologo non abbia funzionato o non sia stato possibile.
2. Posologia
Posologia L’uso di Osigraft deve essere riservato ad un chirurgo adeguatamente preparato al suo utilizzo. La dose raccomandata è un’unica somministrazione in pazienti adulti. A seconda delle dimensioni del difetto osseo potrà essere necessaria più di una fiala da 1 g di Osigraft. La dose massima raccomandata non deve superare le 2 fiale, dato che non è ancora stata stabilita l’efficacia del trattamento delle mancate consolidazioni che richiedano dosi più elevate. Popolazione pediatrica Osigraft è controindicato nei bambini e negli adolescenti (di età inferiore a 18 anni) e nelle persone con struttura ossea non completamente sviluppata (vedere paragrafo 4.3). Modo di somministrazione: Uso intraosseo Il prodotto ricostituito è somministrato tramite posizionamento chirurgico diretto presso il sito non consolidato in contatto con la superficie ossea preparata. I tessuti molli circostanti vengono quindi chiusi attorno all’impianto. L’esperienza di trial clinici controllati è limitata alla stabilizzazione della frattura tramite inchiodamento intramidollare. 1. Usando una tecnica sterile, togliere la fiala dalla confezione. 2. Sollevare il coperchio in plastica e togliere la protezione dalla fiala. Maneggiare con cura la protezione della fiala, i cui bordi sono affilati e possono tagliare o danneggiare i guanti. 3. Fare leva col pollice sul bordo del tappo per sollevarlo. Una volta eliminato il sottovuoto, togliere il tappo della fiala tenendo quest’ultima diritta, per evitare perdite della polvere. Non inserire un ago attraverso il tappo. Perforando il tappo si rischia la contaminazione della polvere con le particelle del materiale del tappo. 4. Per istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. 5. Sbrigliare il tessuto fibroso, necrotico o sclerotico e decorticare i frammenti ossei in maniera appropriata affinché Osigraft, ricostituito, si trovi a diretto contatto con l’osso sanguinante e con tessuto osseo vitale. 6. Accertarsi che vi sia adeguata emostasi affinché il materiale impiantato non si distacchi dalla sede chirurgica. Irrigare secondo necessità prima di impiantare Osigraft. Se possibile, completare tutte le manipolazioni chirurgiche della sede prima di impiantare il prodotto. 7. Applicare il prodotto ricostituito al sito osseo debitamente preparato utilizzando uno strumento sterile come una spatola o una curette. La quantità di Osigraft usata deve approssimarsi alle dimensioni del difetto osseo. 8. Non ricorrere ad aspirazione od irrigazione diretta presso la sede dell’impianto, altrimenti si rischia il distacco delle particelle di Osigraft. Asportare il fluido in eccesso, se necessario, aspirando accanto alla sede dell’impianto, oppure tamponando con attenzione l’area interessata con l’ausilio di una spugna sterile. 9. Richiudere i tessuti molli che circondano il difetto ora contenente il prodotto, usando il materiale di sutura di preferenza. La chiusura si rivela critica per l’ottimale contenimento dell’impianto entro l’area del difetto osseo. 10. Dopo aver richiuso i tessuti molli attorno al difetto osseo, irrigare il campo se ciò risulta necessario per asportare eventuali residui del prodotto che possono essersi staccati nel corso della chiusura dei tessuti molli. 11. Non collocare alcun drenaggio presso la sede dell’impianto. Se si rende necessario il drenaggio, applicarlo in sede sottocutanea.
3. Controindicazioni
Osigraft non deve essere usato nei pazienti: – con nota ipersensibilità al principio attivo o al collagene; – dallo scheletro non ancora completamente formato; – con disordini autoimmuni accertati, compresi l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, la sindrome di Sjögren e la dermatomiosite/polimiosite; – con infezione in corso presso la sede di mancata consolidazione o infezione sistemica in corso; – con insufficiente copertura cutanea e vascolarizzazione della sede di mancata consolidazione; – che presentano fratture della colonna vertebrale; – con mancata consolidazione dovuta a fratture patologiche, osteopatia metabolica o tumori; – con un tumore in prossimità della sede di mancata consolidazione; – sottoposti a chemioterapia, radioterapia o immunosoppressione. Osigraft è controindicato nei bambini e negli adolescenti (di età inferiore a 18 anni) e nelle persone con struttura ossea non completamente sviluppata (vedere paragrafo 4.2).
4. Avvertenze
Precauzioni per l’uso Osigraft non fornisce alcuna resistenza biomeccanica e pertanto deve essere usato insieme a dispositivi per la fissazione interna od esterna, ove si richieda un iniziale meccanismo di stabilizzazione. Tuttavia, la fissazione esterna può non fornire immobilizzazione sufficiente. Il movimento nella sede della mancata consolidazione può interrompere la guarigione. L’esperienza tratta da studi clinici controllati è limitata alla stabilizzazione della frattura tibiale non consolidata mediante concomitante osteosintesi endomidollare. Nella maggior parte dei casi, sono stati utilizzati chiodi endomidollari bloccati. L’uso di Osigraft non garantisce il risanamento né esclude la possibilità di ulteriore intervento chirurgico. Il materiale impiantato dislocatosi dal sito di mancata consolidazione può causare l’ossificazione ectopica nei tessuti circostanti, con possibili complicanze. Pertanto, Osigraft può solo essere somministrato nella sede del difetto sotto adeguato controllo visivo e prestando la massima attenzione. Si deve prestare particolare attenzione ad evitare qualsiasi tipo di spandimento di Osigraft dovuto ad irrigazione della ferita, chiusura inadeguata dei tessuti circostanti o emostasi insufficiente. Anticorpi Nello studio sulla non–unione (pseudoartrosi) tibiale, effettuato dopo la somministrazione di eptotermin alfa, sono stati evidenziati anticorpi contro la proteina OP–1 nel 66% dei pazienti. L’analisi di questi anticorpi ha mostrato che il 9% aveva proprietà neutralizzanti. Negli studi clinici non si è osservata alcuna associazione con gli esiti clinici o con gli eventi avversi. Qualora si sospettasse un effetto indesiderato di origine immunologica o l’impianto risultasse inefficace, verificare l’eventuale presenza di una reazione immunitaria verso il prodotto effettuando le analisi atte ad evidenziare la presenza di anticorpi nel siero. Uso ripetuto Si sconsiglia l’uso ripetuto del prodotto. Gli studi effettuati con gli anticorpi anti–OP–1 hanno dimostrato un certo grado di reattività crociata con le proteine BMP strettamente correlate BMP–5 e BMP–6. Gli anticorpi anti –OP–1 hanno la capacità di neutralizzare l’attività biologica in vitro almeno di BMP–6. Quindi, la ripetuta somministrazione di eptotermin alfa potrebbe comportare il rischio di sviluppare un’autoimmunità nei confronti delle proteine BMP endogene. Interazioni con altri medicinali L’impiego di Osigraft con un riempitivo osseo sintetico potrebbe provocare un aumento del rischio di infiammazione e infezione locale e, occasionalmente, migrazione dei materiali impiantati, pertanto è sconsigliabile (vedere paragrafo 4.5).
5. Interazioni
Lo studio clinico che ha portato all’approvazione di Osigraft non includeva l’impiego di riempitivi ossei sintetici. I risultati di farmacovigilanza postmarketing hanno indicato che l’uso combinato del prodotto con un riempitivo osseo sintetico potrebbe provocare un aumento del rischio di infiammazione,infezione locale e, occasionalmente, migrazione dei materiali impiantati, e non è quindi raccomandato.
6. Effetti indesiderati
La tabella seguente riportante le reazioni avverse è stata redatta sulla base delle reazioni osservate e registrate durante studi clinici. Una tipologia simile di reazioni avverse è stata registrata dalle segnalazioni spontanee, con un’incidenza significativamente minore rispetto a quella rilevata negli studi clinici. Alcuni pazienti trattati con questo prodotto hanno inoltre riportato di aver riscontrato diversi effetti indesiderati associati al recente intervento di chirurgia ortopedica. Le categorie seguenti sono usate per classificare le reazioni avverse per frequenza: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); rara (da ≥1/10.000 a <1/1.000) e molto rara (<1/10.000), non nota (non è possibile determinarla sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi ed organi | Reazioni avverse Comuni |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Maggiore formazione ossea (Ossificazione eterotopica/Miosite ossificante) |
Esami diagnostici | Positivo al test degli anticorpi (Formazione di anticorpi) |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni della procedura | Eritema postoperatorio nella zona della ferita (Eritema) |
Dolorabilità post–procedurale (Dolorabilità) |
Gonfiore post–procedurale (Gonfiore) |
7. Gravidanza e allattamento
Donne in età fertile Le donne in età fertile devono informare il chirurgo della possibilità di una gravidanza prima di sottoporsi al trattamento con il medicinale. Contraccezione negli uomini e nelle donne Alle donne in età fertile deve essere consigliato l’utilizzo di metodi contraccettivi efficaci per almeno 12 mesi dalla fine del trattamento. Gravidanza Sono stati condotti studi sugli animali che non possono escludere un’influenza degli anticorpi anti–OP–1 sullo sviluppo dell’embrione e del feto (vedere paragrafo 5.3). In assenza di dati sui rischi a carico del feto associati allo sviluppo potenziale di anticorpi ad azione neutralizzante nei confronti della proteina OP–1, Osigraft non deve essere utilizzato in gravidanza ad eccezione dei casi in cui il potenziale beneficio giustifichi i rischi potenziali per il feto (vedere i paragrafi 4.4 e 5.3). Allattamento al seno Gli studi effettuati sugli animali hanno dimostrato l’escrezione nel latte di anticorpi anti–OP–1 di classe IgG. Dal momento che l’IgG umana viene escreta nel latte materno e il rischio potenziale per il nascituro non è noto, l’allattamento deve essere sospeso durante il trattamento con Osigraft (vedere paragrafo 5.3). Non esistono dati sull’escrezione dell’eptotermin alfa nel latte materno. Di conseguenza, Osigraft andrà somministrato in fase di allattamento solo se secondo il medico curante i benefici giustificano i rischi. Si consiglia di sospendere l’allattamento dopo il trattamento. Fertilità Non esiste alcuna prova indicante che l’eptotermin alfa altera la fertilità.
9. Principio attivo
Ciascuna fiala contiene 3,3 mg di eptotermin alfa* * Prodotta nelle cellule ovariche di Criceto Cinese (CHO) mediante tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.