1. Indicazioni terapeutiche
Omeprazolo SOS 40 mg polvere per soluzione per infusione per uso endovenoso è indicato come un’alternativa alla terapia orale per le seguenti indicazioni: Adulti • Trattamento delle ulcere duodenali • Prevenzione delle recidive di ulcere duodenali • Trattamento delle ulcere gastriche • Prevenzione delle recidive di ulcere gastriche • Eradicazione di Helicobacter pylori (H. pylori) nell’ulcera peptica in associazione a terapia antibiotica appropriata • Trattamento delle ulcere gastriche e duodenali associate all’assunzione di FANS • Prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali associate all’assunzione di FANS in pazienti a rischio • Trattamento dell’esofagite da reflusso • Gestione a lungo termine di pazienti con esofagite da reflusso cicatrizzata • Trattamento della malattia sintomatica da reflusso gastro–esofageo • Trattamento della sindrome di Zollinger–Ellison
2. Posologia
Posologia Alternativa alla terapia orale Omeprazolo SOS 40 mg polvere per soluzione per infusione IV 40 mg una volta al giorno è raccomandato in pazienti per i quali l’uso di prodotti medicinali per via orale è inappropriato. In pazienti con Sindrome di Zollinger–Ellison la dose iniziale raccomandata di Omeprazolo SOS 40 mg polvere per soluzione per infusione somministrata per via endovenosa è 60 mg al giorno. Possono essere necessarie dosi giornaliere più elevate e la dose deve essere adattata individualmente. Quando il dosaggio eccede i 60 mg al giorno, la dose deve essere suddivisa e somministrata due volte al giorno. Omeprazolo SOS 40 mg polvere per soluzione per infusione deve essere somministrato attraverso un’infusione endovenosa della durata di 20–30 minuti. Per le istruzioni sulla ricostituzione del prodotto prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. Popolazioni speciali Compromissione della funzionalità renale Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti con compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2). Compromissione della funzionalità epatica Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica una dose giornaliera di 10–20 mg può essere sufficiente (vedere paragrafo 5.2). Anziani (> 65 anni) Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio negli anziani (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Esiste un’esperienza limitata con Omeprazolo SOS 40 mg polvere per soluzione per infusione per l’uso endovenoso nei bambini.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità all’omeprazolo, ai sostituiti benzimidazolici o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Omeprazolo come altri inibitori della pompa protonica (IPP) non deve essere somministrato in concomitanza a nelfinavir (vedere paragrafo 4.5).
4. Avvertenze
In presenza di alcuni sintomi d’allarme (ad es. significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di un’ulcera gastrica, la natura maligna dell’ulcera deve essere esclusa, in quanto la terapia può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi. La co–somministrazione di atazanavir e inibitori di pompa protonica non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Se l’associazione di atazanavir e inibitore di pompa protonica è giudicata inevitabile, si raccomanda uno stretto monitoraggio clinico (ad es. carica virale) in associazione a un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir; la dose di omeprazolo non deve superare i 20 mg. Omeprazolo, così come tutti i medicinali acido–soppressivi, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo– o acloridria. Questo deve essere tenuto in considerazione in pazienti con ridotte riserve o fattori di rischio per ridotto assorbimento di vitamina B12 in caso di terapie a lungo termine. Omeprazolo è un inibitore del CYP2C19. All’inizio o alla fine del trattamento con omeprazolo, deve essere considerata la potenziale interazione con farmaci metabolizzati dal CYP2C19. È stata osservata un’interazione tra clopidogrel e omeprazolo (vedere paragrafo 4.5). La rilevanza clinica di questa interazione è incerta. A titolo precauzionale, deve essere evitato l’uso concomitante di omeprazolo e clopidogrel. Il trattamento con inibitori di pompa protonica può causare un leggero aumento del rischio di infezioni gastrointestinali da Salmonella e Campylobacter (vedere paragrafo 5.1). E’ stato osservata grave ipomagnesiemia in pazienti trattati con gli inibitori di pompa protonica (PPI) come omeprazolo per almeno tre mesi e in molti casi per un anno. Possono verificarsi gravi sintomi di ipomagnesiemia quali stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare ma essisi possono manifestare inizialmente in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti è migliorata dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con IPP e periodicamente nei pazienti in terapia per un periodo presumibilmente prolungato o che assumono IPP con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici). Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), possono causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica possono aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento può essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio. Interferenza con test di laboratorio Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Omeprazolo SOS deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica. Come in tutti i trattamenti a lungo termine, specialmente se la durata del trattamento è superiore a 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare controllo. Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS) Gli inibitori della pompa protonica sono associati con casi molto rari di LECS. Se le lesioni si verificano, soprattutto nelle zone della pelle esposte al sole, e se sono accompagnate da artralgia, il paziente deve prontamente chiedere aiuto al medico il quale dovrebbe prendere in considerazione l’interruzione della somministrazione di Omeprazolo SOS. Il LECS dopo un precedente trattamento con un inibitore della pompa protonica può aumentare il rischio di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
5. Interazioni
Influenza di omeprazolo sulla farmacocinetica di altri principi attivi Principi attivi con assorbimento dipendente dal pH L’assorbimento di principi attivi dipendente dal pH gastrico può essere aumentato o ridotto dalla diminuita acidità intragastrica durante il trattamento con omeprazolo. Nelfinavir, atazanavir I livelli plasmatici di nelfinavir e atazanavir diminuiscono in caso di co–somministrazione di omeprazolo. La somministrazione concomitante di omeprazolo e nelfinavir è controindicata (vedere paragrafo 4.3). La co–somministrazione di omeprazolo (40 mg una volta al giorno) ha ridotto l’esposizione media di nelfinavir di circa il 40% e ha ridotto l’esposizione media del metabolita farmacologicamente attivo M8 di circa il 75–90%. L’interazione può anche coinvolgere l’inibizione del CYP2C19. La somministrazione concomitante di omeprazolo e atazanavir non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4). La somministrazione concomitante di omeprazolo (40 mg una volta al giorno) e atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg in volontari sani ha determinato una riduzione del 75% dell’esposizione di atazanavir. L’aumento della dose di atazanavir a 400 mg non ha compensato l’impatto di omeprazolo sull’esposizione di atazanavir. La co–somministrazione di omeprazolo (20 mg una volta al giorno) e atazanavir 400 mg/ritonavir 100 mg in volontari sani ha determinato una riduzione di circa il 30% dell’esposizione di atazanavir rispetto ad atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg una volta al giorno. Digossina Il trattamento concomitante con omeprazolo (20 mg/die) e digossina in soggetti sani ha portato ad un aumento del 10% della biodisponibilità della digossina. La tossicità della digossina è stata raramente riportata. Tuttavia si raccomanda cautela nell’utilizzo di alti dosaggi di omeprazolo in pazienti anziani. Pertanto il monitoraggio terapeutico della digossina dovrebbe essere aumentato. Clopidogrel Studi in soggetti sani hanno mostrato un’interazione farmacocinetica (PK/farmacodinamica (PD) tra clopidogrel (330 mg dose di carico/75 mg dose di mantenimento) e omeprazolo (80 mg p.o. al giorno) con una conseguente ridotta esposizione al metabolita attivo di clopidogrel in media del 46% e una riduzione massima dell’ inibizione (ADP indotta) dell’aggregazione piastrinica in media del 16%. Sono stati riportati dati inconsistenti provenienti da studi osservazionali e clinici sulle implicazioni cliniche di questa interazione farmacocinetica/farmacodinamica dell’omeprazolo in termini di eventi cardiovascolari maggiori. A scopo precauzionale, deve essere scoraggiato l’uso concomitante di omeprazolo e clopidogrel. (vedere paragrafo 4.4). Altri principi attivi L’assorbimento di posaconazolo, erlotinib, ketoconazolo e itraconazolo è significativamente ridotto e pertanto l’efficacia clinica può essere compromessa. L’uso concomitante di posaconazolo ed erlotinib deve essere evitato. Principi attivi metabolizzati dal CYP2C19 Omeprazolo è un moderato inibitore del suo principale enzima metabolizzante, il CYP2C19. Pertanto, il metabolismo di principi attivi concomitanti metabolizzati anch’essi dal CYP2C19 può essere diminuito e l’esposizione a queste sostanze a livello sistemico aumentata. Esempi di tali farmaci sono R–warfarin e altri antagonisti della vitamina K, cilostazolo, diazepam e fenitoina. Cilostazolo Omeprazolo, somministrato alla dose di 40 mg in soggetti sani in uno studio cross–over, ha aumentato la Cmax e l’AUC di cilostazolo rispettivamente del 18% e del 26% e di uno dei suoi metaboliti attivi rispettivamente del 29% e del 69%. Fenitoina Si raccomanda un monitoraggio della concentrazione plasmatica di fenitoina durante le prime due settimane dopo l’inizio del trattamento con omeprazolo e, se si effettua un aggiustamento della dose di fenitoina, si raccomanda il monitoraggio e un ulteriore aggiustamento della dose quando si termina il trattamento con omeprazolo. Meccanismo sconosciuto Saquinavir La somministrazione concomitante di omeprazolo e saquinavir/ritonavir ha determinato un aumento dei livelli plasmatici di saquinavir fino a circa il 70% associato a una buona tollerabilità in pazienti HIV–positivi. Tacrolimus E’ stato riportato che la somministrazione concomitante di omeprazolo aumenta i livelli sierici di tacrolimus. E’ necessario aumentare il monitoraggio delle concentrazioni di tacrolimus e della funzionalità renale (clearance della creatinina) e, se necessario, il dosaggio di tacrolimus deve essere aggiustato. Metotrexato Se somministrato insieme ad inibitori di pompa protonica, in alcuni pazienti è stato riscontrato un aumento dei livelli di metotrexato. Quando il metotrexato viene somministrato ad alte dosi si deve considerare una temporanea sospensione dell’omeprazolo. Effetti degli altri principi attivi sulla farmacocinetica di omeprazolo Inibitori del CYP2C19 e/o CYP3A4 Poichè omeprazolo è metabolizzato dal CYP2C19 e dal CYP3A4, i principi attivi noti come inibitori del CYP2C19 o del CYP3A4 (come claritromicina e voriconazolo) possono aumentare i livelli sierici di omeprazolo, diminuendone la velocità di metabolizzazione. La co–somministrazione di voriconazolo determina un’esposizione più che raddoppiata a omeprazolo. Poiché la somministrazione di dosi elevate di omeprazolo è stata ben tollerata non è generalmente necessario alcun aggiustamento della dose di omeprazolo. Tuttavia, l’aggiustamento della dose deve essere preso in considerazione nei pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica e nel caso di trattamento a lungo termine. Induttori del CYP2C19 e/o CYP3A4 Principi attivi noti come induttori del CYP2C19 o del CYP3A4 o di entrambi (come rifampicina ed erba di S. Giovanni, iperico) possono determinare una diminuzione dei livelli sierici di omeprazolo, aumentandone la velocità di metabolizzazione.
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Gli effetti indesiderati più comuni (1–10% dei pazienti) sono cefalea, dolore addominale, costipazione, diarrea, flatulenza e nausea/vomito. Tabella delle reazioni avverse Le seguenti reazioni avverse sono state identificate o sospettate durante il programma di sperimentazioni cliniche per omeprazolo e dopo la commercializzazione. In nessuno caso è stata stabilita una correlazione con la dose di farmaco somministrata. Gli effetti indesiderati sotto riportati sono classificati in base alla frequenza e al Sistema di Classificazione per organo (SOC). Le classi di frequenza sono definite in base alla seguente convenzione: Molto comune (≥ 1/10), Comune (≥ 1/100, < 1/10), Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), Molto raro (<1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
SOC/frequenza | Reazione avversa |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Raro: | Leucopenia, trombocitopenia |
Molto raro: | Agranulocitosi, pancitopenia |
Disturbi del sistema immunitario |
Raro: | Reazioni di ipersensibilità ad es. febbre, angioedema e reazione /shock anafilattico |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Raro: | Iponatremia |
Non nota: | Ipomagnesiemia; una grave ipomagnesiemia può indurre ipocalcemia. L’ipomagnesiemia può anche essere associata con ipocalcemia. |
Disturbi psichiatrici |
Non comune: | Insonnia |
Raro: | Agitazione, confusione, depressione |
Molto raro: | Aggressività, allucinazioni |
Patologie del sistema nervoso |
Comune: | Cefalea |
Non comune: | Capogiri, parestesia, sonnolenza |
Raro: | Alterazione del gusto |
Patologie dell’occhio |
Raro: | Visione offuscata |
Patologie dell’orecchio e del labirinto |
Non comune: | Vertigini |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Raro: | Broncospasmo |
Patologie gastrointestinali |
Comune: | Dolore addominale, costipazione, diarrea, flatulenza, nausea/vomito |
Raro: | Secchezza delle fauci, stomatite, candidiasi gastrointestinale |
Non nota: | Colite microscopica |
Patologie epatobiliari |
Non comune: | Aumento degli enzimi epatici |
Raro: | Epatite con o senza ittero |
Molto raro: | Insufficienza epatica, encefalopatia nei pazienti con epatopatia pre–esistente |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comune: | Dermatite, prurito, eruzione cutanea, orticaria |
Raro: | Alopecia, fotosensibilità |
Molto raro: | Eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica (TEN) |
Non Nota | Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere sezione 4.4) |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Non comune: | Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale |
Raro: | Artralgia, mialgia |
Molto raro: | Debolezza muscolare |
Patologie renali e urinarie |
Raro: | Nefrite interstiziale |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Molto raro: | Ginecomastia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Non comune: | Malessere, edema periferico |
Raro: | Aumento della sudorazione |
Compromissione visiva irreversibile è stata riportata in alcuni casi isolati riguardanti pazienti gravemente malati trattati con omeprazolo per iniezione endovenosa, specialmente a dosi elevate, tuttavia non è stata stabilita una relazione causale. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’ Agenzia Italiana del Farmaco, Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza I risultati di tre studi epidemiologici prospettici (più di 1000 esiti di pazienti esposti) indicano assenza di effetti indesiderati di omeprazolo sulla gravidanza o sulla salute del feto/neonato. Omeprazolo può essere usato durante la gravidanza. Allattamento Omeprazolo è escreto nel latte materno ma è improbabile che abbia effetti sul lattante quando somministrato in dosi terapeutiche. Fertilità Studi sugli animali trattati con la miscela racemica di omeprazolo, somministrata per via orale, non hanno indicato effetti sulla fertilità.
8. Conservazione
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce. I flaconcini possono comunque essere conservati fuori dalla scatola in condizioni di normale luminosità ambientale interna fino a 24 ore. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
Ogni flaconcino contiene 42.6 mg di omeprazolo sodico equivalente a 40 mg di omeprazolo. Dopo ricostituzione e diluizione, 1 ml di soluzione contiene 0.426 mg di omeprazolo sodico equivalente a 0.4 mg di omeprazolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Disodio edetato, Sodio idrossido (per la regolazione del pH)
11. Sovradosaggio
Sono disponibili informazioni limitate sugli effetti del sovradosaggio di omeprazolo nell’uomo. In letteratura vengono riportate dosi sino a 560 mg e sono stati occasionalmente segnalati casi di dosi orali singole sino a 2.400 mg di omeprazolo (120 volte la dose clinica abitualmente raccomandata). Sono stati segnalati nausea, vomito, capogiri, dolori addominali, diarrea e cefalea. In casi singoli sono stati osservati anche apatia, depressione e confusione. I sintomi descritti sono stati transitori e non è stata riportata alcuna grave conseguenza. Con l’aumentare delle dosi la velocità di eliminazione non è cambiata (cinetica di primo ordine). Il trattamento, se necessario, è sintomatico. Dosi endovenose fino a 270 mg in un singolo giorno e fino a 650 mg in un periodo di tre giorni sono state somministrate durante studi clinici senza reazioni avverse dose–correlate.