1. Indicazioni terapeutiche
Profilassi delle manifestazioni cliniche dell’infezione da cytomegalovirus, in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva, in particolar modo nei pazienti sottoposti a trapianto.
2. Posologia
Posologia Dose giornaliera: 50 Unità (PEI) per kg di peso corporeo. (0,5 ml/kg) La somministrazione deve iniziare il giorno del trapianto. In caso di trapianto di midollo osseo, la profilassi può iniziare fino a 10 giorni prima del trapianto, in particolare nei pazienti sieropositivi per il CMV. Complessivamente devono essere somministrate almeno 6 dosi a distanza di 2–3 settimane. Popolazione pediatrica La posologia nei bambini e negli adolescenti (0–18 anni) non differisce da quella utilizzata negli adulti, poiché i dati posologici per ogni indicazione si riferiscono al peso corporeo e sono adattati in base all’outcome clinico delle condizioni summenzionate. Modo di somministrazione Megalotect viene infuso per via endovenosa con una velocità di infusione iniziale di 0,08 ml/kg p.c./h nell’arco di 10 minuti. Se il preparato è ben tollerato, la velocità di infusione può essere progressivamente aumentata fino a un massimo di 0,8 ml/kg p.c./h e mantenuta tale per la durata rimanente dell’infusione.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Ipersensibilità alle immunoglobuline umane, in particolare nei pazienti che presentano anticorpi anti–IgA.
4. Avvertenze
Determinati effetti indesiderati gravi possono essere correlati alla velocità di infusione. La velocità di infusione consigliata riportata nel paragrafo 4.2 deve essere rigorosamente rispettata e i pazienti devono essere posti sotto controllo e osservazione in merito alla comparsa di effetti indesiderati per l’intera durata dell’infusione. Determinati effetti indesiderati possono manifestarsi con maggiore frequenza in caso di • velocità di infusione elevata, • pazienti che ricevono immunoglobulina umana per la prima volta o, in casi rari, in caso di passaggio a un preparato di immunoglobulina umana diverso o dopo un lungo intervallo dalla precedente infusione. Spesso è possibile evitare potenziali complicanze verificando che i pazienti: • non siano sensibili all’immunoglobulina umana eseguendo una lenta infusione iniziale del medicinale (0,08 ml/kg p.c./h), • vengano monitorati attentamente per rilevare eventuali sintomi durante il periodo di infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana, i pazienti precedentemente trattati con un altro prodotto IVIg o per i quali è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione devono essere monitorati durante la prima infusione e durante la prima ora dal termine della stessa per rilevare potenziali segni avversi. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dalla somministrazione. In caso di reazioni avverse occorre ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravità della reazione avversa. In caso di shock deve essere attuato il trattamento medico standard per lo shock. Per tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede: • adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg, • monitoraggio delle urine, • monitoraggio dei livelli di creatinina sierica, • non utilizzo concomitante di diuretici dell’ansa. Ipersensibilità Le vere reazioni di ipersensibilità sono rare e possono manifestarsi in pazienti che presentano anticorpi anti–IgA.Le IVIg non sono indicate nei pazienti con deficit selettivo di IgA se il deficit di IgA costituisce l’unica anomalia di rilievo. Raramente, la somministrazione di immunoglobulina umana può indurre un calo della pressione arteriosa con reazioni anafilattiche, anche nei pazienti che hanno tollerato trattamenti precedenti con immunoglobulina umana. Tromboembolia Esistono indizi clinici riguardo a una correlazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici quali infarto miocardico, accidente cerebrovascolare (incluso ictus), embolia polmonare e trombosi venosa profonda. Si ritiene che, nei pazienti a rischio, questi eventi siano correlati all’elevato afflusso di immunoglobuline, che comporta un aumento relativo della viscosità ematica. Occorre procedere con cautela nella prescrizione e nell’infusione di IVIg nelle seguenti categorie di soggetti: pazienti in sovrappeso e pazienti con fattori di rischio preesistenti per eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito, patologia vascolare nota o episodi trombotici, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti sottoposti a immobilizzazione prolungata, pazienti con ipovolemia grave e pazienti affetti da malattie che aumentano la viscosità ematica). Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili. Insufficienza renale acuta Nei pazienti sottoposti a terapia con IVIg sono stati descritti casi di insufficienza renale acuta. Sono stati osservati aumenti della creatinina sierica e di conseguenza si rende necessario controllare la concentrazione di creatinina per i tre giorni successivi all’infusione delle immunoglobuline. Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, trattamento nefrotossico concomitante o età superiore a 65 anni. In presenza di disfunzione renale deve essere considerata l’interruzione della terapia con IVIg. Benché questi casi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati correlati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati contenenti vari eccipienti, quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante sono stati correlati ad una percentuale inusualmente elevata dei casi totali. Nei pazienti a rischio deve essere considerata la possibilità di utilizzare prodotti IVIg privi di saccarosio. Megalotect non contiene saccarosio, glucosio e maltosio. I prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili nei pazienti che presentano un rischio di insufficienza renale acuta. Sindrome da meningite asettica (AMS) È stata riportata sindrome da meningite asettica (Aseptic Meningitis Syndrome, AMS) in concomitanza con il trattamento con IVIg. L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato alla remissione dell’AMS entro alcuni giorni senza complicanze. La sindrome in genere inizia dopo un periodo che varia da diverse ore a 2 giorni dal trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebrospinale spesso sono positivi per pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm³, soprattutto granulociti, e livelli di proteine elevati, fino a diverse centinaia di mg/dl. L’AMS può verificarsi più frequentemente in combinazione con trattamento con IVIg ad alto dosaggio (2 g/kg). Anemia emolitica I prodotti IVIg possono contenere anticorpi gruppo sanguigno–specifici che possono agire come emolisine e indurre il rivestimento in vivo degli eritrociti con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e raramente emolisi. L’anemia emolitica può svilupparsi secondariamente alla terapia con IVIg a causa del maggior sequestro di eritrociti. I pazienti riceventi IVIg devono essere monitorati per la presenza di segni e sintomi clinici di emolisi (vedere paragrafo 4.8). Interferenza con test sierologici Dopo l’infusione di immunoglobulina, l’incremento transitorio dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può portare a risultati falsi positivi nei test sierologici. La trasmissione passiva di anticorpi diretti contro antigeni eritrocitari, ad esempio A, B e D, può interferire con alcuni test sierologici per gli alloanticorpi eritrocitari (es. test di Coombs), la conta reticolocitaria e l’aptoglobina. Agenti trasmissibili Le misure standard per la prevenzione delle infezioni dovute alla somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, l’analisi delle singole donazioni e dei pool plasmatici riguardo ai marcatori di infezione specifici e l’introduzione di procedure efficaci per l’inattivazione/eliminazione dei virus nelle fasi di produzione. Nonostante tali misure, in caso di somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano, il rischio di trasmissione di agenti infettivi non può essere totalmente escluso. Ciò vale anche per virus o altri agenti infettivi non conosciuti o di nuova comparsa. Le misure adottate sono considerate efficaci nei confronti di virus capsulati come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV) e per il virus non capsulato dell’epatite A (HAV). Le misure intraprese possono essere di efficacia limitata nel caso di virus non capsulati come il parvovirus B19. La somministrazione di immunoglobuline non è stata associata con l’infezione da epatite A o da Parvovirus B19, forse grazie ad un effetto protettivo di anticorpi contro queste infezioni, contenuti nel prodotto. E’ fortemente raccomandato, ogni qualvolta viene somministrata una dose di Megalotect, di registrare il nome e il numero di lotto del prodotto, per mantenere una correlazione tra paziente e numero di lotto. Popolazione pediatrica Per la popolazione pediatrica si raccomanda di osservare le stesse avvertenze speciali e precauzioni per l’uso menzionate per i pazienti adulti.
5. Interazioni
Vaccini con virus vivi attenuati La somministrazione di immunoglobuline può ridurre l’efficacia dei vaccini con virus vivi attenuati, quali i vaccini anti–morbillo, anti–rosolia, anti–parotite e anti–varicella, per un periodo compreso tra almeno 6 settimane e 3 mesi. Dopo la somministrazione di Megalotect deve trascorrere un intervallo di 3 mesi prima che si possa effettuare una vaccinazione con vaccini a base di virus vivi attenuati. Nel caso della vaccinazione anti–morbillo, l’efficacia può essere ridotta anche fino ad un anno. Nei pazienti vaccinati contro il morbillo deve quindi essere determinato lo status anticorpale. Popolazione pediatrica Si prevede che nella popolazione pediatrica possano verificarsi le stesse interazioni menzionate per gli adulti.
6. Effetti indesiderati
La frequenza delle reazioni avverse viene classificata sulla base delle seguenti convenzioni: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Effetti indesiderati | Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | meningite asettica reversibile | non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | anemia emolitica/emolisi reversibile | non nota |
Disturbi del sistema immunitario | reazioni allergiche | non comune |
reazioni di ipersensibilità con calo improvviso della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche in assenza di reazioni di ipersensibilità in somministrazioni precedenti. | raro |
Patologie del sistema nervoso | cefalea, vertigini | non comune |
Patologie vascolari | ipotensione | non comune |
eventi tromboembolici come infarto miocardico, ictus, embolia polmonare e trombosi venosa profonda | molto raro |
Patologie gastrointestinali | vomito, nausea | non comune |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | reazioni cutanee transitorie | raro |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | artralgia, lieve lombalgia | non comune |
Patologie renali e urinarie | insufficienza renale acuta | non nota |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | brividi, febbre | non comune |
Per informazioni sulla sicurezza in relazione agli agenti trasmissibili, vedere paragrafo 4.4.
Popolazione pediatrica Si prevede che frequenza, tipologia e gravità delle reazioni avverse nella popolazione pediatrica siano le stesse menzionate per gli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza La sicurezza dell’uso di questo medicinale durante la gravidanza non è stata esaminata in studi clinici controllati; il medicinale deve quindi essere utilizzato nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio–beneficio. È stato dimostrato che i prodotti IVIg attraversano la placenta, soprattutto nel terzo trimestre. L’ esperienza clinica con le immunoglobuline indica che non si prevedono effetti nocivi sul decorso della gravidanza, sul feto o sul neonato. Allattamento Le immunoglobuline passano nel latte materno e possono contribuire a proteggere il neonato dai patogeni che hanno una porta di accesso a livello della mucosa. Fertilità L’esperienza clinica con le immunoglobuline indica che non si prevedono effetti dannosi sulla fertilità.
8. Conservazione
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C). Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Non congelare.
9. Principio attivo
Immunoglobulina umana anti–cytomegalovirus 50 mg/ml di proteine plasmatiche umane (di cui almeno 96 % immunoglobulina G), con un contenuto di anticorpi anti–cytomegalovirus di 100 U*/ml * unità del preparato di riferimento del Paul–Ehrlich–Institut Distribuzione delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi): IgG1 65% IgG2 30% IgG3 3% IgG4 2% Il contenuto massimo in immunoglobulina A (IgA) è ≤ 2.000 mcg /ml. Prodotto dal plasma di donatori umani. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
11. Sovradosaggio
Un sovradosaggio può indurre un sovraccarico di liquidi e iperviscosità, in particolare nei pazienti a rischio, compresi gli anziani, i pazienti con alterata funzionalità renale, i pazienti diabetici a rischio di insufficienza renale..Popolazione pediatrica Nella popolazione pediatrica a rischio, ad esempio con alterata funzionalità cardiaca o renale, il sovradosaggio può causare sovraccarico idrico e iperviscosità come con qualsiasi altra immunoglobulina somministrata per via endovenosa.