2. Posologia
La dose iniziale raccomandata è di 10 mg una volta al giorno. Dopo 2 - 4 settimane di trattamento, qualora l'effetto antipertensivo fosse insufficiente, si consiglia di aumentare il dosaggio alla dose abituale di mantenimento di 20 mg una volta al giorno. Uso negli anziani. In considerazione del rallentamento dei processi metabolici nei pazienti anziani, la dose raccomandata è di 10 mg una volta al giorno. Tale dosaggio risulta adeguato nella maggior parte dei pazienti anziani. Il rapporto rischio/beneficio di ogni incremento di dose richiede una attenta valutazione su base individuale. Uso nei pazienti con compromissione della funzione renale o epatica. Nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata si deve usare cautela nell’incremento della dose da 10 mg a 20 mg una volta al giorno. Data l’ampia metabolizzazione a livello epatico della manidipina, nei pazienti con insufficienza epatica lieve non deve essere superata la dose di 10 mg una volta al giorno (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”). Le compresse devono essere ingerite al mattino dopo colazione, senza masticarle, con poco liquido. Quando la dose raccomandata è 10 mg deve essere utilizzato un medicinale alternativo a base di manidipina.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo manidipina o ad altre diidropiridine o agli eccipienti del medicinale. • Età pediatrica. • Angina pectoris instabile ed infarto miocardico da meno di 4 settimane. • Insufficienza cardiaca congestizia non trattata. • Insufficienza renale grave (clearance della creatinina <10 ml/min). • Insufficienza epatica da moderata a grave.
4. Avvertenze
Nei pazienti con compromissione epatica lieve, la somministrazione del medicinale deve avvenire con cautela poiché l'effetto antipertensivo potrebbe essere aumentato (vedere paragrafo 4.2 "Posologia e modo di somministrazione "). In considerazione del rallentamento dei processi metabolici nei pazienti anziani, è richiesta una riduzione della dose (vedere paragrafo 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”). La manidipina deve essere somministrata con cautela in pazienti con insufficienza ventricolare sinistra, in pazienti con ostruzione all’eiezione ventricolare sinistra, in pazienti con isolata insufficienza cardiaca destra o con sindrome del nodo del seno (senza un pace-maker). Poiché non sono disponibili studi su pazienti con patologia coronarica stabile, deve essere usata cautela in tali pazienti a causa della possibilità di un aumentato rischio coronarico (vedere paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”).Questo medicinale non deve essere somministrato ai pazienti con rare malattie ereditarie di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.
5. Interazioni
Come per gli altri calcio-antagonisti diidropiridinici, è probabile che il metabolismo della manidipina sia catalizzato dal citocromo P450 3A4. Si deve usare cautela quando Manidipina Zentiva viene somministrata assieme a farmaci che inibiscono l’enzima CYP 3A4, come ketoconazolo, itraconazolo o con farmaci che inducono il CYP 3A4, come fenitoina, carbamazepina, fenobarbital e rifampicina e se necessario la posologia di manidipina deve essere adattata. Altri farmaci antipertensivi. L’effetto antipertensivo della manidipina può essere potenziato dalla somministrazione concomitante di diuretici, beta-bloccanti ed in generale di ogni altro farmaco antipertensivo. Alcool. Analogamente agli altri antipertensivi vasodilatatori, l’assunzione concomitante di alcool richiede estrema cautela in quanto potrebbe potenziarne l’effetto. Succo di pompelmo. Il metabolismo delle diidropiridine può essere inibito dal succo di pompelmo, con conseguente aumento della loro biodisponibilità sistemica ed aumento del loro effetto ipotensivo. Pertanto la manidipina non deve essere assunta contemporaneamente al succo di pompelmo. Ipoglicemizzanti orali. Non sono stati identificati fenomeni di interazione con gli ipoglicemizzanti orali. Amifostina. Aumentato rischio dell'effetto antipertensivo. Antidepressivi triciclici/antipsicotici Aumentato effetto antipertensivo ed aumentato rischio di ipotensione ortostatica. Baclofene Potenziamento dell’effetto antipertensivo. Se necessario monitoraggio della pressione sanguigna e della funzionalità renale ed adattamento della dose di antipertensivo. Corticosteroidi, tetracosactide Riduzione dell’effetto antipertensivo (ritenzione di sali e liquidi causata dai corticosteroidi). Alfa bloccanti (prazosina, alfusozina, doxazosina, tamsulosina, terazosina). Aumentato effetto antipertensivo ed aumentato rischio di ipotensione ortostatica.
6. Effetti indesiderati
Numerosi effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con Manidipina Zentiva ed altre diidropiridine, con le seguenti frequenze: Molto comuni ≥1/10; Comuni ≥1/100 e <1/10; Non comuni ≥1/1.000 e <1/100; Rari ≥1/10.000 e <1/1.000; Molto rari <1/10.000, inclusi casi isolati. Gli effetti indesiderati comuni sono dose-dipendenti e di solito scompaiono successivamente durante il trattamento. Esami diagnostici. • Non comuni: aumenti reversibili di SGPT, SGOT, LDH, gamma-GT, fosfatasi alcalina, azotemia (BUN) e creatinina sierica. Patologie cardiache. • Comuni: palpitazioni, edema; • Non comuni: tachicardia; • Rari: dolore toracico, angina; • Molto rari: infarto del miocardio e in casi isolati, in pazienti con angina pectoris pre-esistente, può verificarsi un aumento della frequenza, della durata e dell’intensità di questi attacchi. Patologie del sistema nervoso. • Comuni: cefalea, capogiri e vertigini; • Non comuni: parestesia; • Rari: sonnolenza e torpore; • Frequenza non nota: sindrome extrapiramidale è stata riportata con alcuni calcio-antagonisti. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. • Non comune: dispnea. Patologie gastrointestinali. • Non comuni: nausea, vomito, stipsi, secchezza delle fauci, disordini digestivi; • Rari: gastralgia, dolori addominali; • Molto rari: gengiviti ed iperplasia gengivale che generalmente cessano all’interruzione della terapia ma richiedono attente cure odontoiatriche. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. • Non comuni: eruzione cutanea, eczema; • Rari: eritema, prurito. Patologie vascolari. • Comuni: vampate di calore; • Non comuni: ipotensione; • Rari: ipertensione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. • Non comuni: astenia; • Rari: irritabilità.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza: Non risultano disponibili dati clinici sull’uso di questo medicinale in donne in gravidanza. Gli studi effettuati con la manidipina nell’animale non hanno fornito informazioni sufficienti sullo sviluppo fetale (vedere paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”). Poiché altri medicinali diidropiridinici sono risultati teratogeni nell’animale ed il rischio clinico potenziale non è noto, la manidipina non deve essere somministrata in gravidanza. Allattamento: La manidipina ed i suoi metaboliti sono escreti in elevate quantità nel latte di femmina di ratto. Poiché non è noto se la manidipina è escreta nel latte umano, l’uso della manidipina deve essere evitato durante l’allattamento. Se il trattamento con la manidipina fosse necessario, l’allattamento al seno deve essere interrotto. Fertilità: In alcuni pazienti trattati con calcio-antagonisti, sono state riportate alterazioni biochimiche reversibili della testa degli spermatozoi che possono alterare la fecondazione.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
9. Principio attivo
Eccipienti: lattosio monoidrato 132,80 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio monoidrato, amido di mais, idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione, idrossipropilcellulosa, magnesio stearato, riboflavina.
11. Sovradosaggio
Non sono noti casi di sovradosaggio. Analogamente alle altre diidropiridine, si presume che un sovradosaggio possa provocare una eccessiva vasodilatazione periferica accompagnata da grave ipotensione e tachicardia riflessa. In tal caso si deve instaurare tempestivamente un trattamento sintomatico e si devono adottare opportune misure di supporto alla funzione cardiocircolatoria. A causa della durata prolungata degli effetti farmacologici della manidipina, la funzione cardiocircolatoria deve essere monitorata per almeno 24 ore.