1. Indicazioni terapeutiche
Riduzione della pressione intraoculare (PIO) nei pazienti con glaucoma ad angolo aperto e con ipertensione oculare che non rispondono sufficientemente ai beta–bloccanti per uso topico o agli analoghi delle prostaglandine.
2. Posologia
Posologia Adulti (inclusi pazienti anziani) La terapia raccomandata è una goccia una volta al giorno nell’occhio(i) da trattare. In caso di mancata somministrazione di una dose, il trattamento deve continuare con la dose successiva, come pianificato. La dose non deve superare una goccia al giorno nell’occhio(i) da trattare. Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di latanoprost/timololo nei bambini non sono state ancora stabilite. Modo di somministrazione Le lenti a contatto devono essere rimosse prima dell’instillazione del collirio e possono essere riapplicate dopo 15 minuti (vedere paragrafo 4.4). Se si usa più di un medicinale oftalmico per uso topico, i medicinali devono essere somministrati almeno cinque minuti l’uno dall’altro. Quando si pratica l’occlusione nasolacrimale o si chiudono le palpebre per due minuti, l’assorbimento sistemico viene ridotto. Ciò può ridurre gli effetti indesiderati sistemici e aumentare l’attività locale.
3. Controindicazioni
LATAFIX è controindicato in pazienti con: • malattia reattiva delle vie aeree, incluse asma bronchiale o anamnesi di asma bronchiale, malattia polmonare cronica ostruttiva grave • bradicardia sinusale, blocco seno–atriale sindrome del seno malato, blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado non controllato con il pace–maker, insufficienza cardiaca conclamata, shock cardiogeno • ipersensibilità ai principi attivi o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
Effetti sistemici Come altri agenti oftalmici per uso topico, LATAFIX viene assorbito per via sistemica. A causa del componente beta–adrenergico timololo si possono verificare gli stessi tipi di effetti indesiderati cardiovascolari, polmonari e altre reazioni avverse osservate con gli agenti beta–bloccanti adrenergici sistemici. L’incidenza delle reazioni avverse sistemiche dopo somministrazione oftalmica topica è più bassa rispetto alla somministrazione sistemica. Per ridurre l’assorbimento sistemico, vedere il paragrafo 4.2. Disturbi cardiaci Nei pazienti con patologie cardiovascolari (per esempio cardiopatia coronarica, angina di Prinzmetal e insufficienza cardiaca) e ipotensione la terapia con beta–bloccanti deve essere attentamente valutata e si deve considerare la terapia con altri principi attivi. I pazienti con patologie cardiovascolari devono essere tenuti in osservazione per segni di deterioramento di queste patologie e di eventi avversi. A causa del suo effetto negativo sul tempo di conduzione, i beta–bloccanti devono essere somministrati con cautela in pazienti con blocco cardiaco di primo grado. Dopo somministrazione di timololo sono state riportate reazioni avverse di natura cardiaca e, raramente, morte in associazione ad insufficienza cardiaca. Patologie vascolari I pazienti con gravi disturbi/patologie circolatorie periferiche (ad esempio gravi forme di malattia di Raynaud o di sindrome di Raynaud) devono essere trattati con cautela. Patologie respiratorie Sono state riportate reazioni respiratorie incluso il decesso per broncospasmo in pazienti con asma dopo somministrazione di alcuni beta–bloccanti oftalmici. LATAFIX deve essere usato con cautela in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) lieve/moderata e solo se il potenziale beneficio supera il rischio potenziale. Ipoglicemia/diabete I beta–bloccanti devono essere somministrati con cautela nei pazienti soggetti a ipoglicemia spontanea o nei pazienti con diabete labile, poiché i beta–bloccanti possono mascherare i segni e i sintomi di ipoglicemia acuta. I beta–bloccanti possono anche mascherare i segni dell’ipertiroidismo. Patologie della cornea I beta–bloccanti oftalmici possono provocare secchezza degli occhi. I pazienti con patologie della cornea devono essere trattati con cautela. Altri agenti beta–bloccanti L’effetto sulla pressione intra–oculare o gli effetti noti del beta–bloccaggio possono essere potenziati quando timololo viene dato a pazienti che già ricevono un agente beta–bloccante sistemico. La risposta di questi pazienti deve essere attentamente monitorata. L’uso di due agenti beta–adrenergici bloccanti topici non è raccomandato (vedere paragrafo 4.5). Reazioni anafilattiche Durante il trattamento con beta–bloccanti, pazienti con un’anamnesi di atopia o di grave reazione anafilattica causata da allergeni di varia natura possono essere più reattivi nei confronti di un’esposizione ripetuta a questi allergeni e non rispondere alle dosi abituali di adrenalina usate per il trattamento di reazioni anafilattiche. Distacco della coroide È stato riportato distacco della coroide durante la somministrazione di una terapia di inibizione della produzione di umore acqueo (per esempio, timololo, acetazolamide) dopo procedure di filtrazione. Anestesia chirurgica Le preparazioni beta–bloccanti oftalmologiche possono bloccare gli effetti sistemici beta–agonisti per esempio dell’adrenalina. L’anestesista deve essere informato quando i pazienti stanno prendendo timololo. Terapia concomitante Timololo può interagire con altri medicinali (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione). L’uso di due beta–bloccanti locali o due prostaglandine locali non è raccomandato. Effetti oculari Latanoprost può alterare gradualmente il colore dell’occhio aumentando la quantità di pigmento marrone nell’iride. Similmente all’esperienza con latanoprost gocce oculari, nel 16–20% di tutti i pazienti trattati con latanoprost+timololo per un periodo superiore ad un anno è stata osservata una aumentata pigmentazione dell’iride (basata su fotografie). Questo effetto è stato notato soprattutto in pazienti con iridi di colore disomogeneo, per esempio verde–marrone, giallo–marrone o blu/grigio–marrone ed è dovuto ad un aumento del contenuto di melanina nei melanociti dello stroma dell’iride. Di solito la pigmentazione marrone attorno alla pupilla si diffonde concentricamente verso la zona periferica dell’occhio interessato, ma può scurirsi l’intera iride o una parte di essa. Questa alterazione si è riscontrata solo raramente in pazienti con occhi di colore omogeneo blu, grigio, verde o marrone durante studi clinici con latanoprost in due anni di trattamento. Il cambiamento nel colore dell’iride avviene lentamente e può non essere evidente per parecchi mesi o anni e non è stato associato ad alcun sintomo o alterazioni patologiche. Dopo la sospensione del trattamento non si è riscontrato un ulteriore aumento della pigmentazione dell’iride, ma il cambiamento di colore ottenuto può essere permanente. Nevi o lentiggini dell’iride non sono stati influenzati dal trattamento. Non è stato osservato accumulo di pigmento nel trabecolato sclero–corneale o in altre parti della camera anteriore, ma i pazienti devono essere controllati sistematicamente e, in base alla situazione clinica, il trattamento può essere sospeso qualora si verificasse un aumento della pigmentazione dell’iride. Prima dell’inizio del trattamento i pazienti devono essere informati della possibilità di un cambiamento del colore dell’occhio. Il trattamento unilaterale può causare un’eterocromia permanente. Non esiste esperienza documentata circa l’utilizzo di latanoprost in presenza di glaucoma infiammatorio, neovascolare, ad angolo chiuso cronico o congenito, nel glaucoma ad angolo aperto in pazienti pseudofachici e nel glaucoma pigmentario. Latanoprost ha un effetto scarso o nullo sulla pupilla, ma non vi è nessuna esperienza documentata in merito ad attacchi acuti di glaucoma ad angolo chiuso. Pertanto si raccomanda di impiegare LATAFIX con cautela in queste circostanze, finché non sarà ottenuta ulteriore esperienza. Latanoprost deve essere usato con cautela in pazienti con una storia di cheratite erpetica e deve essere evitato in caso di cheratite da herpes simplex attiva e in pazienti con anamnesi di cheratite erpetica ricorrente associata in maniera specifica agli analoghi delle prostaglandine. Durante il trattamento con latanoprost è stato riportato edema maculare, incluso edema maculare cistoide. Questi eventi si sono verificati soprattutto in pazienti afachici, in pazienti pseudofachici con la rottura della capsula posteriore del cristallino, o in pazienti con fattori di rischio accertati di edema maculare. In questi pazienti LATAFIX deve essere usato con cautela. Uso di lenti a contatto LATAFIX contiene benzalconio cloruro, che viene utilizzato comunemente come conservante nei prodotti oftalmici. È stato riportato che il benzalconio cloruro è causa di cheratopatia puntata e/o cheratopatia tossica ulcerativa, può causare irritazione oculare ed una decolorazione delle lenti a contatto morbide. Si richiede un attento monitoraggio nei pazienti affetti da secchezza oculare che utilizzano LATAFIX frequentemente o per periodi prolungati, o nei casi in cui la cornea sia compromessa. Le lenti a contatto possono assorbire il benzalconio cloruro per cui devono essere rimosse prima dell’applicazione di LATAFIX ma possono essere riapplicate dopo 15 minuti (vedere paragrafo 4.2).
5. Interazioni
Non sono stati effettuati studi specifici di interazione farmacologica con latanoprost+timololo. Sono stati riportati casi di aumenti paradossali della pressione intraoculare in seguito alla somministrazione concomitante oftalmica di due analoghi delle prostaglandine. Pertanto non si raccomanda la somministrazione di due o più prostaglandine, analoghi delle prostaglandine o derivati delle prostaglandine. Esiste la possibilità di effetti additivi con conseguente ipotensione e/o bradicardia marcata quando una soluzione di beta–bloccanti oftalmici viene somministrata in concomitanza a calcio–antagonisti orali, agenti beta–bloccanti adrenergici, antiaritmici (incluso l’amiodarone), glicosidi digitalici, parasimpaticomimetici, guanetidina. Durante il trattamento combinato con inibitori del CYP2D6 (per esempio chinidina, fluoxetina, paroxetina) e timololo è stato riportato un potenziamento del beta–bloccaggio sistemico (per esempio riduzione della frequenza cardiaca, depressione). L’effetto sulla pressione intraoculare o gli effetti conosciuti dei beta–bloccanti sistemici possono essere potenziati quando LATAFIX viene somministrato a pazienti che già assumono un agente beta–bloccante orale, e non è raccomandato l’uso topico di due o più beta–bloccanti. Occasionalmente è stata riportata midriasi derivante dall’uso concomitante di beta–bloccanti oftalmici e adrenalina (epinefrina). La reazione ipertensiva all’improvvisa eliminazione della clonidina può essere potenziata quando si assumono beta–bloccanti. I beta–bloccanti possono potenziare l’effetto ipoglicemico dei farmaci antidiabetici. I beta–bloccanti possono mascherare segni e sintomi di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4).
6. Effetti indesiderati
Per quanto concerne il latanoprost, la maggioranza degli eventi avversi riguarda il sistema oculare. Nei dati derivanti dalla fase di estensione degli studi clinici pivotali su latanoprost/timololo, nel 16–20% dei pazienti si è sviluppato un aumento della pigmentazione dell’iride, che può essere permanente. In uno studio in aperto di 5 anni sulla sicurezza di latanoprost è stato riscontrato uno sviluppo della pigmentazione dell’iride nel 33% dei pazienti (vedere paragrafo 4.4). Gli altri eventi avversi oculari sono in genere transitori e si manifestano alla somministrazione della dose. Per il timololo, gli effetti indesiderati più gravi sono di tipo sistemico e includono bradicardia, aritmia, insufficienza cardiaca congestizia, broncospasmo e reazioni allergiche. Come altri medicinali oftalmici per uso topico, il timololo è assorbito nel circolo sistemico. Questo può causare effetti indesiderati simili a quelli osservati mediante somministrazione sistemica di agenti beta–bloccanti. L’incidenza delle reazioni avverse sistemiche dopo somministrazione topica è più bassa rispetto alla somministrazione sistemica. Le reazioni avverse elencate includono reazioni viste all’interno della classe dei beta–bloccanti oftalmici.Gli effetti indesiderati correlati al trattamento e riportati negli studi clinici con latanoprost e timololo sono elencati di seguito. Gli effetti indesiderati sono classificati secondo le seguenti categorie di frequenza: Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Molto raro (<1/10.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Patologie del sistema nervoso Non comune: cefalea Patologie dell’occhio Molto comune: aumentata pigmentazione dell’iride Comune: irritazione oculare (incluso irritazione, bruciore e prurito), dolore oculare Non comune: iperemia oculare, congiuntivite, visione offuscata, aumento della lacrimazione, blefarite, patologie della cornea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: eruzione cutanea, prurito Sono stati riportati ulteriori eventi avversi legati all’uso dei singoli componenti del medicinale sia negli studi clinici, sia nelle segnalazioni spontanee, sia nella letteratura disponibile. Per latanoprost, sono: Infezioni e infestazioni Cheratite erpetica Patologie del sistema nervoso Capogiri Patologie dell’occhio Cambiamenti delle ciglia e della peluria (aumento di lunghezza, spessore, pigmentazione e numero). Erosione epiteliale puntata, edema periorbitale, iriti/uveiti, edema maculare (in pazienti afachici, pseudofachici con lacerazione della capsula posteriore del cristallino o in pazienti con fattori di rischio noti per edema maculare), secchezza oculare, cheratite, edema corneale e erosioni, alterato orientamento delle ciglia talvolta risultante in irritazione oculare e cisti dell’iride, fotofobia, alterazioni palpebrali e periorbitali che portano a scurimento del solco palpebrale Patologie cardiache Aggravamento dell’angina in pazienti con patologia preesistente, palpitazioni Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Asma, peggioramento dell’asma, dispnea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Scurimento della cute palpebrale Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore articolare, dolore muscolare Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore toracico Per il timololo sono: Disturbi del sistema immunitario Reazioni allergiche sistemiche incluso angioedema, orticaria, eruzione cutanea localizzata e generalizzata, prurito, reazione anafilattica Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipoglicemia Disturbi psichiatrici Insonnia, depressione, incubi, perdita di memoria Patologie del sistema nervoso Sincope, accidente cerebrovascolare, ischemia cerebrale, aumento dei segni e dei sintomi di miastenia grave, capogiri, parestesia e cefalea Patologie dell’occhio Segni e sintomi di irritazione oculare (per esempio bruciore, irritazione, prurito, lacrimazione, rossore), blefarite, cheratite, visione offuscata e distacco della coroide a seguito di chirurgia filtrante (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego), diminuzione della sensibilità corneale, secchezza oculare, erosione corneale, ptosi, diplopia. Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito Patologie cardiache Bradicardia, dolore toracico, palpitazioni, edema, aritmia, insufficienza cardiaca congestizia, blocco atrioventricolare, arresto cardiaco, insufficienza cardiaca. Patologie vascolari Ipotensione, fenomeno di Raynaud, mani e piedi freddi Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Broncospasmo (principalmente in pazienti con patologia broncospastica pre–esistente), dispnea, tosse Patologie gastrointestinali Disgeusia, nausea, dispepsia, diarrea, bocca secca, dolore addominale, vomito Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia, eruzione cutanea psoriasiforme o esacerbazione della psoriasi, eruzione cutanea Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Mialgia Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione sessuale, diminuzione della libido Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia/affaticamento In alcuni pazienti con danni significativi alla cornea sono stati riportati molto raramente casi di calcificazione della cornea in associazione all’uso di colliri contenenti fosfato. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Latanoprost Non ci sono dati sufficienti relativi all’uso di latanoprost in donne in gravidanza. Studi nell’animale hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo non è conosciuto. Timololo Non ci sono dati adeguati relativi all’uso di timololo nelle donne in gravidanza. Timololo non deve essere usato in gravidanza a meno che non sia strettamente necessario. Per ridurre l’assorbimento sistemico, vedere paragrafo 4.2. Studi epidemiologici non hanno rivelato effetti di malformazione, ma hanno mostrato rischio di ritardo nella crescita intra–uterina quando i beta–bloccanti vengono somministrati per via orale. Inoltre, i segni e i sintomi di beta–bloccaggio sono stati osservati nei neonati quando somministrati fino al parto (per esempio, bradicardia, ipotensione, distress respiratorio e ipoglicemia). Se LATAFIX viene somministrato fino al parto, si deve monitorare attentamente il neonato durante i primi giorni di vita. Di conseguenza, LATAFIX non deve essere usato durante la gravidanza (vedere paragrafo 5.3). Allattamento I beta–bloccanti sono escreti nel latte materno. Tuttavia, alle dosi terapeutiche di timololo collirio non sembrano esserci quantità sufficienti nel latte materno per produrre sintomi clinici di beta–bloccaggio nel bambino. Per ridurre l’assorbimento sistemico, vedere paragrafo 4.2. Latanoprost e i suoi metaboliti possono passare nel latte materno. LATAFIX non deve quindi essere usato nelle donne che allattano.
8. Conservazione
Conservare in frigorifero (2° C – 8° C) Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
Ogni ml di soluzione contiene 50 mcg di latanoprost e 6,8 mg di timololo maleato equivalente a 5 mg di timololo. Eccipiente con effetto noto: benzalconio cloruro 0,2 mg/ml. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Cloruro di sodio Benzalconio cloruro Sodio fosfato monobasico diidrato Sodio fosfato dibasico dodecaidrato Acqua purificata Idrossido di sodio per aggiustare il pH Acido cloridrico per aggiustare il pH
11. Sovradosaggio
Non sono disponibili dati riguardanti il sovradosaggio con latanoprost/timololo nell’uomo. I sintomi da sovradosaggio di timololo per via sistemica sono: bradicardia, ipotensione, broncospasmo e arresto cardiaco. Se si verificano tali sintomi, il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. Gli studi hanno evidenziato che il timololo non viene dializzato rapidamente. A parte irritazione oculare e iperemia congiuntivale non si conoscono altri effetti indesiderati oculari o sistemici in caso di sovradosaggio di latanoprost. In caso di ingestione accidentale per via orale di latanoprost possono essere utili le seguenti informazioni: Trattamento: Lavanda gastrica se necessario. Trattamento sintomatico. Latanoprost è ampiamente metabolizzato durante il primo passaggio nel fegato. L’infusione endovenosa di 3 mcg/kg in volontari sani non ha indotto sintomi, ma un dosaggio di 5,5–10 mcg/kg ha causato nausea, dolore addominale, capogiri, affaticamento, vampate di calore e sudorazione. Questi eventi sono stati di gravità da lieve a moderata e si sono risolti senza alcun trattamento, entro 4 ore dal termine dell’infusione.