Riassunto del profilo di sicurezza: Le reazioni avverse più comuni comparse nei pazienti di età pari e superiore a 6 anni sono cefalea (23,9%), dolore orofaringeo (22,0%), infezione delle vie respiratorie superiori (22,0%), congestione nasale (20,2%), dolore addominale (15,6%), nasofaringite (14,7%), diarrea (12,8%), capogiro (9,2%), eruzione cutanea (12,8%) e batteri nell’espettorato (12,8%). Aumenti delle transaminasi si sono verificati nel 12,8% dei pazienti trattati con ivacaftor, rispetto all’11,5% dei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti di età compresa fra 2 e meno di 6 anni, le reazioni avverse più comuni sono state congestione nasale (26,5%), infezione delle vie respiratorie superiori (23,5%), aumenti delle transaminasi (14,7%), eruzione cutanea (11,8%) e batteri nell’espettorato (11,8%). Le reazioni avverse serie nei pazienti trattati con ivacaftor includevano dolore addominale e aumenti delle transaminasi (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse: La Tabella 2 riflette le reazioni avverse osservate con ivacaftor negli studi clinici (studi controllati verso placebo e non controllati), in cui la durata dell’esposizione a ivacaftor andava da 16 settimane a 144 settimane. La frequenza delle reazioni avverse è definita come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente.
Tabella 2: Reazioni avverse.
Classificazione per sistemi e organi | Reazioni avverse | Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Infezione delle vie respiratorie superiori | molto comune |
Nasofaringite | molto comune |
Rinite | comune |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | molto comune |
Capogiro | molto comune |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Otalgia | comune |
Fastidio auricolare | comune |
Tinnito | comune |
Iperemia della membrana timpanica | comune |
Disturbo vestibolare | comune |
Congestione auricolare | non comune |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Dolore orofaringeo | molto comune |
Congestione nasale | molto comune |
Congestione sinusale | comune |
Eritema faringeo | comune |
Patologie gastrointestinali | Dolore addominale | molto comune |
Diarrea | molto comune |
Patologie epatobiliari | Aumenti delle transaminasi | molto comune |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea | molto comune |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Massa in sede mammaria | comune |
Infiammazione mammaria | non comune |
Ginecomastia | non comune |
Patologia del capezzolo | non comune |
Dolore del capezzolo | non comune |
Esami diagnostici | Batteri nell’espettorato | molto comune |
Descrizione di reazioni avverse selezionate.
Aumento delle transaminasi: Durante gli studi 1 e 2 controllati verso placebo della durata di 48 settimane, in pazienti di età pari e superiore a 6 anni, l’incidenza dei livelli massimi di transaminasi (ALT o AST) > 8, > 5 o > 3 volte l’ULN è stata rispettivamente del 3,7%, 3,7% e 8,3% nei pazienti trattati con ivacaftor e dell’1,0%, 1,9% e 8,7% nei pazienti trattati con placebo. Due pazienti, uno trattato con placebo e uno con ivacaftor, hanno interrotto definitivamente il trattamento a causa dell’aumento delle transaminasi, in ciascun caso > 8 volte l’ULN. Nessun paziente che ha ricevuto ivacaftor ha avuto un aumento delle transaminasi > 3 volte l’ULN associato a un aumento della bilirubina totale > 1,5 volte l’ULN. Nei pazienti trattati con ivacaftor, la maggior parte degli aumenti delle transaminasi fino a 5 volte l’ULN si è risolta senza interruzione del trattamento. La somministrazione di ivacaftor è stata interrotta nella maggior parte dei pazienti con aumenti delle transaminasi > 5 volte l’ULN. In tutti i casi in cui il trattamento con ivacaftor è stato interrotto per via dell’aumento delle transaminasi e successivamente ripreso, è stato possibile proseguire con successo la somministrazione di ivacaftor (vedere paragrafo 4.4). Durante gli studi clinici di fase 3 controllati verso placebo (fino a 24 settimane) di tezacaftor/ivacaftor, l’incidenza di valori massimi di transaminasi (ALT o AST) > 8, > 5 o > 3 volte l’ULN è stata dello 0,2%, dell’1,0% e del 3,4% nei pazienti trattati con tezacaftor/ivacaftor e dello 0,4%, dell’1,0% e del 3,4% nei pazienti trattati con placebo. Un paziente (0,2%) in terapia e 2 pazienti (0,4%) nel gruppo placebo hanno interrotto definitivamente il trattamento a causa di un aumento delle transaminasi. Nessun paziente trattato con tezacaftor/ivacaftor ha manifestato un aumento delle transaminasi >3 volte l’ULN associato a un aumento della bilirubina totale >2 volte l’ULN. Durante lo studio clinico di fase 3 controllato verso placebo, della durata di 24 settimane di ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor, questi valori sono stati pari a 1,5%, 2,5% e 7,9% nei pazienti trattati con ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor e a 1,0%, 1,5% e 5,5% nei pazienti trattati con placebo. L’incidenza delle reazioni avverse di aumenti delle transaminasi è stata del 10,9% nei pazienti trattati con ivacaftor in un regime di associazione con ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor e del 4,0% nei pazienti trattati con placebo.
Popolazione pediatrica: I dati di sicurezza di ivacaftor sono stati valutati in 6 pazienti di età compresa fra 4 mesi e meno di 6 mesi, 11 pazienti di età compresa fra 6 mesi e meno di 12 mesi, 19 pazienti di età compresa fra 12 mesi e meno di 24 mesi, 34 pazienti di età compresa fra 2 e meno di 6 anni, 61 pazienti di età compresa fra 6 e meno di 12 anni e 94 pazienti di età compresa fra 12 e meno di 18 anni. Generalmente, il profilo di sicurezza è coerente fra pazienti pediatrici di 4 mesi di età e oltre ed è coerente anche con quello dei pazienti adulti. L’incidenza di aumenti delle transaminasi (ALT o AST) osservata negli studi 2, 5 e 6 (pazienti di età compresa fra 6 e meno di 12 anni), nello studio 7 (pazienti di età compresa fra 2 e meno di 6 anni) e nello studio 8 (pazienti di età compresa fra 6 e meno di 24 mesi) è descritta nella Tabella 3. Negli studi controllati verso placebo, l’incidenza di aumenti delle transaminasi è stata simile fra il trattamento con ivacaftor (15,0%) e il placebo (14,6%). Gli aumenti massimi nei test di funzionalità epatica (LFT) sono stati in genere più elevati nei pazienti pediatrici rispetto ai pazienti di età superiore. In tutte le popolazioni, gli aumenti massimi negli LFT sono tornati ai livelli del basale dopo l’interruzione e in quasi tutti i casi di interruzione del trattamento a causa degli aumenti delle transaminasi e successiva ripresa, è stato possibile riprendere la somministrazione di ivacaftor con successo (vedere paragrafo 4.4). Sono stati osservati casi indicativi di
rechallenge positivo. Nello studio 7 ivacaftor è stato interrotto definitivamente in un paziente. Nello studio 8 nessun paziente ha registrato un aumento della bilirubina totale o ha interrotto il trattamento con ivacaftor a causa di un aumento delle transaminasi in alcuna delle coorti di età (vedere paragrafo 4.4 per la gestione dell’aumento delle transaminasi).
Tabella 3: Aumenti delle transaminasi nei pazienti da 4 mesi a < 12 anni di età trattati con ivacaftor in monoterapia | n | % di pazienti > 3 volte l’ULN | % di pazienti > 5 volte l’ULN | % di pazienti > 8 volte l’ULN |
Da 6 a < 12 anni | 40 | 15,0% (6) | 2,5% (1) | 2,5% (1) |
Da 2 a < 6 anni | 34 | 14,7% (5) | 14,7% (5) | 14,7% (5) |
Da 12 a < 24 mesi | 18 | 27,8% (5) | 11,1% (2) | 11,1% (2) |
Da 6 a < 12 mesi | 11 | 9,1% (1) | 0,0% (0) | 0,0% (0) |
Da 4 a < 6 mesi | 6 | 0,0% (0) | 0,0% (0) | 0,0% (0) |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.