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Gentamicina B Braun 3 mg/ml soluzione per infusione 10 flaconi pe da 120 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Per il trattamento di infezioni gravi causate da batteri suscettibili a gentamicina quando non sono efficaci antimicrobici meno tossici . Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione devono essere usate per tutte le indicazioni, ad eccezione di complicate infezioni delle vie urinarie, solo in combinazione con altri antibiotici pertinenti (prevalentemente insieme a antibiotico beta-lattamico o a antibiotico efficace contro batteri anaerobi). In queste condizioni, Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione possono essere usate in: - infezioni complicate e recidivanti delle vie urinarie; - infezioni nosocomiali delle vie aeree inferiori, compresa la polmonite grave; - infezioni intraddominali, compresa la peritonite; - infezioni cutanee e dei tessuti molli, comprese ustioni gravi;- setticemia, compresa la batteriemia; - trattamento dell’endocardite batterica; - trattamento delle infezioni chirurgiche. Seguire le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli antibatterici.
2. Posologia
Modi di somministrazione Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione si somministrano per infusione endovenosa della durata di 30-60 minuti. Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione non sono adatte per iniezioni endovenose lente o intramuscolari. Solo per uso endovenoso. Posologia nei pazienti con funzione renale nella norma Adulti e adolescenti Trattamento delle infezioni batteriche A prescindere dalla funzionalità renale, la dose iniziale (di carico) raccomandata è di 1,5-2,0 mg/kg di peso corporeo se l’intervallo posologico è di 8 ore . Nei pazienti con funzione renale nella norma, la dose di mantenimento si somministra dopo 8 ore. Se l’intervallo posologico è di 24 ore, non è necessaria alcuna dose di carico. Agli adulti con funzione renale nella norma vengono somministrati 3-5 mg/kg di peso corporeo al giorno come dose di mantenimento, una volta al giorno oppure ogni 8 ore in tre dosi suddivise. Per il trattamento delle infezioni gravi e quando la suscettibilità dell’agente patogeno è relativamente scarsa, può essere necessaria una dose giornaliera massima di 6 mg/kg. Normalmente, la gentamicina viene somministrata ogni 8 ore in dosi suddivise. Tuttavia, studi sperimentali e clinici hanno dimostrato che, a confronto con dosi ripetute al giorno, una monosomministrazione giornaliera presenta vantaggi in termini di efficacia e anche di sicurezza. La gentamicina ha un effetto postantibiotico a lunga durata d’azione (vedere paragrafo 5.1). Studi recenti in vitro e in vivo dimostrano che l’assorbimento di aminoglicosidi nella corteccia renale è limitato e pertanto con concentrazioni plasmatiche massime di gentamicina più elevate (dopo la monosomministrazione giornaliera), nei reni si accumulano meno aminoglicosidi rispetto a quanto avvenga con dosi ripetute convenzionali. In caso di trattamento di associazione (ad es. con un antibiotico beta-lattamico al dosaggio normale), è inoltre possibile somministrare la dose giornaliera totale come dose singola una volta al giorno. Data la necessità di adeguamento della dose, la monosomministrazione giornaliera di gentamicina non è raccomandata nei pazienti con sistema immunitario indebolito (ad es. neutropenia), insufficienza renale grave, asciti, endocardite batterica, pazienti con ustioni estese (su oltre il 20% della cute) e in gravidanza. La durata del trattamento deve essere limitata a 7-10 giorni. Una durata più lunga di trattamento può essere necessaria per infezioni difficili e complicate (vedere paragrafo 4.4). I campioni ematici si prelevano alla fine di un intervallo posologico (livello minimo) e immediatamente dopo il termine dell’infusione (concentrazione plasmatica massima). Concentrazioni plasmatiche massime di 5-10 mcg/ml rientrano nel range terapeutico con somministrazione convenzionale. Si deve prendere in considerazione la possibilità di effetti tossici se le concentrazioni plasmatiche massime superano i 10 mcg/ml. Livelli minimi eccessivamente elevati superiori a 2 mcg/ml di gentamicina sono indice di accumulo e possono portare a nefrotossicità. In questo caso, aumentare la durata degli intervalli di somministrazione o eventualmente diminuire la dose ( vedere paragrafo 4.4 ). Pazienti pediatrici Nei bambini la dose è di 4,5 -7,5 mg/kg/die (da 1,5 a 2,5 mg/kg ogni 8 ore). Pertanto, l’uso di Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione non è raccomandato nei bambini con un peso corporeo inferiore ai 18 kg (monosomministrazione giornaliera) e 55 kg (più somministrazioni [tre] al giorno). Posologia nei pazienti con compromissione renale I pazienti con compromissione renale devono essere monitorati per adeguare le concentrazioni terapeutiche nel plasma, diminuendo la dose o aumentando l’intervallo posologico (vedere paragrafo 4.4). La diminuzione della dose e il prolungamento dell’intervallo sono soluzioni equivalenti in termini di adeguatezza. Tuttavia, occorre tener presente che le dosi stabilite nel modo descritto di seguito sono solo indicative e che la stessa dose può comportare concentrazioni diverse nell’organismo dei pazienti. Questo è il motivo per il quale è necessario stabilire le concentrazioni sieriche di gentamicina sulla base delle quali adeguare la posologia di un determinato paziente. 1) Prolungamento dell’intervallo posologico con dose normale Poiché la clearance di gentamicina è direttamente proporzionale alla clearance della creatinina, è possibile utilizzare la seguente equazione approssimativa: intervallo posologico normale x clearance creatinina normale/clearance creatinina del paziente = intervallo posologico successivo. Ipotizzando una clearance della creatinina normale di 100 ml/min e una clearance della creatinina di 30 ml/min nel paziente, l’intervallo di somministrazione con una dose costante in questo caso sarebbe di 26 ore (8 x 100/30 [h]). 2) Diminuzione della dose con intervallo posologico normale Dopo la dose iniziale abituale, la suddivisione della dose normale raccomandata per la creatinina sierica può essere utilizzata come valore indicativo per la misurazione della dose ridotta da somministrare ogni 8 ore. Pertanto, a un paziente con peso di 60 kg con un livello di creatinina sierica di 2,0 mg/100 ml possono essere somministrati 30 mg ogni 8 ore dopo una dose iniziale di 60 mg (1 mg/kg; 60:2). In alternativa, dopo la dose iniziale abituale, è possibile calcolare dosi successive da somministrare ogni 8 ore secondo la formula: dose normale Ãù clearance creatinina del paziente/clearance creatinina normale (100 ml/min) = dose successiva. Dose ridotta con intervallo posologico normale (di 8 ore)
Creatinina sierica (mg/100 ml) Velocità approssimativa di clearance della creatinina Percentuale della dose normale
≤ 1,0 > 100 100
1,1-1,3 70-100 80
1,4-1,6 55-70 65
1,7-1,9 45-55 55
2,0-2,2 40-45 50
2,3-2,5 35-40 40
2,6-3,0 30-35 35
3,1-3,5 25-30 30
3,6-4,0 20-25 25
4,1-5,1 15-20 20
5,2-6,6 10-15 15
6,7-8,0 < 10 10
Dose normale (80 mg) con intervallo posologico prolungato:
Urea nel sangue (mmol/L) Clearance creatinina (mL/s) Dose e intervallo di somministrazione
< 6,7 > 1,2 80* mg ogni 8 ore
6,7-16,7 0,5-1,2 80* mg ogni 12 ore
16,7-33,3 0,2-0,5 80* mg ogni 24 ore
> 33,3 0,1-0,2 80* mg ogni 48 ore
* nel caso di peso corporeo del paziente inferiore ai 60 kg la dose deve essere ridotta a 60 mg.
La clearance della creatinina è da preferirsi come parametro soprattutto nei pazienti anziani e con concentrazioni oscillanti di creatinina sierica , come accade nel caso delle infezioni gravi (ad es. sepsi). È necessario sottolineare il fatto che la funzionalità renale può variare nel corso della terapia con gentamicina. Posologia nei pazienti che si sottopongono a emodialisi La gentamicina è dializzabile. In caso di emodialisi della durata di 4-5 ore, occorre prevedere una diminuzione della concentrazione pari al 50-60%, e in caso di emodialisi di 8-12 ore - è prevedibile una diminuzione della concentrazione del 70-80%. La posologia deve essere adeguata dopo ogni dialisi sulla base della concentrazione momentanea di gentamicina nel siero.La dose normale raccomandata dopo la dialisi è di 1-1,7 mg/kg di peso corporeo. I pazienti anziani possono necessitare di dosi di mantenimento inferiori rispetto agli adulti più giovani a causa della funzione renale compromessa. . Nei pazienti obesi, la dose iniziale deve basarsi sul peso corporeo ideale più il 40% del peso in eccesso. Nei pazienti con funzione epatica compromessa non è necessario alcun adeguamento posologico.
3. Controindicazioni
- Ipersensibilità alla gentamicina o ad altri aminoglicosidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. - Miastenia grave.
4. Avvertenze
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressa sordità dell’orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solo se il suo uso è considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2). Poiché la gentamicina ha proprietà di blocco neuromuscolare, deve essere usata particolare cautela nei pazienti con pregresse patologie neuromuscolari (ad es. morbo di Parkinson). Questo vale anche per i pazienti che ricevono in concomitanza miorilassanti (ad es. nella somministrazione perioperatoria di gentamicina). Con l’uso di gentamicina sono state segnalate diarrea associata agli antibiotici e colite pseudomembranosa. Queste diagnosi devono essere prese in considerazione in tutti i pazienti che sviluppano diarrea durante o poco dopo il trattamento. L’uso di gentamicina deve essere interrotto in caso di diarrea grave e/o con sangue durante il trattamento e occorre istituire una terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi (vedere paragrafo 4.8). Monosomministrazione giornaliera di gentamicina nei pazienti anziani: l’esperienza relativa alla somministrazione di una dose singola giornaliera di gentamicina in pazienti anziani è limitata. La somministrazione di dose singola giornaliera di gentamicina può non essere adatta quindi deve essere garantito un monitoraggio serrato di questi pazienti. Questo prodotto medicinale contiene 283 mg di sodio per flacone di soluzione per infusione. Questo deve essere preso in considerazione dai pazienti che seguono una dieta iposodica. Questo prodotto medicinale contiene 283mg/425 mg di sodio per flacone da 80 ml/120 ml di soluzione per infusione. Questo deve essere preso in considerazione dai pazienti che seguono una dieta iposodica. Possono verificarsi resistenza crociata e ipersensibilità agli aminoglicosidi. Per diminuire il rischio di nefrotossicità e ototossicità , devono essere prese in considerazione le istruzioni seguenti: - la valutazione regolare della funzione uditiva, vestibolare e renale è particolarmente necessaria nei pazienti con fattori di rischio supplementari. È stato segnalato che compromissione della funzione epatica o uditiva, batteriemia e febbre aumentano il rischio di ototossicità. Deplezione di volumi o ipotensione ed epatopatia sono stati segnalati come ulteriori fattori di rischio per la nefrotossicità; - monitoraggio della funzione renale prima, durante e dopo il trattamento; - dosaggio strettamente dipendente dalla clearance della creatinina (o dalla concentrazione sierica della creatinina); nei pazienti con funzione renale compromessa, la dose deve essere adeguata in base alla funzionalità dei reni (vedere paragrafo 4.2); - nei pazienti con funzione renale compromessa, la quantità di gentamicina assorbita dopo la somministrazione locale deve essere presa in considerazione anche per l’adeguamento posologico del trattamento sistemico; - monitoraggio delle concentrazioni sieriche di gentamicina durante la terapia per evitare che le concentrazioni plasmatiche massime superino 10-12 mcg/ml (soglia tossica per il sistema cocleo-vestibolare) con la somministrazione convenzionale a dosi ripetute giornaliere o che i livelli minimi salgano oltre 2 mcg/ml (vedere paragrafo 4.2); - nei pazienti con pregresso danno dell’orecchio interno (compromissione dell’udito o dell’equilibrio) o laddove si prevede un trattamento a lungo termine, è necessario il monitoraggio supplementare dell’equilibrio e dell’udito; - evitare il trattamento prolungato. Se possibile, la durata della terapia deve essere limitata a 7-10 giorni (vedere paragrafo 4.2) ; - evitare terapie con aminoglicosidi immediatamente dopo un precedente trattamento a base di aminoglicosidi; se possibile, ci deve essere un intervallo di 7-14 giorni tra i trattamenti; - se possibile, evitare la somministrazione concomitante di altre sostanze potenzialmente ototossiche e nefrotossiche; se questo è inevitabile, si consiglia un monitoraggio particolarmente attento della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.5) ; - assicurare un’adeguata idratazione e produzione di urine.
5. Interazioni
Miorilassanti ed etere L’attività di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti. Qualora la gentamicina venga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare può essere amplificato e prolungato se si utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. In considerazione dell’aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione. L’iniezione con cloruro di calcio può invertire il blocco neuromuscolare dovuto agli aminoglicosidi. Anestesia con metossiflurano Gli aminoglicosidi possono aumentare l’effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato in concomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L’anestesista deve essere messo a conoscenza dell’uso di aminoglicosidi prima di un intervento chirurgico. Farmaci potenzialmente nefrotossici od ototossici In considerazione dell’aumentato rischio di effetti indesiderati, è necessario un attento monitoraggio dei pazienti trattati in concomitanza o immediatamente dopo con farmaci potenzialmente nefrotossici od ototossici come ad es. amfotericina B, colistina, ciclosporina, cisplatino, vancomicina, streptomicina, viomicina, aminoglicosidi, alcune cefalosporine e diuretici dell’ansa come acido etacrinico e furosemide. In caso di farmaci contenenti cisplatino, si tenga presente che la nefrotossicità di gentamicina può aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazione di queste sostanze. Altri antibiotici Per i pazienti con compromissione renale grave che hanno ricevuto carbenicillina in concomitanza a gentamicina è stata segnalata una diminuzione dell’emivita sierica di gentamicina.
6. Effetti indesiderati
In determinate condizioni, la gentamicina presenta effetti ototossici e/o nefrotossici. La compromissione renale si osserva comunemente nei pazienti trattati con la gentamicina ed è solitamente reversibile con la sospensione del farmaco. Nella maggior parte dei casi, la nefrotossicità è associata a una dose eccessivamente elevata o al trattamento prolungato, ad anomalie renali pregresse o ad altre sostanze segnalate come nefrotossiche. Le reazioni avverse considerate almeno potenzialmente correlate al trattamento sono elencate di seguito per classificazione sistemica organica e frequenza assoluta. Le frequenze sono definite come molto comune (≥ 1/10); comune (> 1/100 to < 1/10); non comune (> 1/1000 to ≤ 1/100); raro (> 1/10.000 to ≤ 1/1000); molto raro (≤ 1/10.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Esami diagnostici:
Raro Aspartato aminotransferasi (AST) aumentata, alanina aminotransferasi (ALT) aumentata, fosfatasi alcalina (ALP) aumentata, azotemia aumentata (tutti valori reversibili), perdita di peso
Patologie cardiache:
Molto raro Ipotensione, ipertensione
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non comune Discrasia
Molto raro Trombocitopenia, reticulocitopenia, leucopenia, eosinofilia, granulocitopenia, anemia
Patologie del sistema nervoso:
Raro Polineuropatie, parestesie periferiche
Molto raro Encefalopatia, convulsioni, blocco neuromuscolare¹, capogiri¹, vertigini², disturbi dell’equilibrio³, cefalea
Patologie dell’occhio:
Molto raro Disturbi visivi
Patologie dell’orecchio e del labirinto:
Molto raro Danno vestibolare, perdita dell’udito, malattia di Ménière, tinnito³
Patologie gastrointestinali:
Raro Vomito, nausea, ipersalivazione, stomatite, colite pseudomembranosa4
Patologie renali e urinarie:
Comune Compromissione della funzione renale5
Molto raro Insufficienza renale acuta,5 iperfosfaturia6, aminoaciduria6
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comune Esantema cutaneo allergico
Raro Arrossamento cutaneo
Molto raro Alopecia, eritema multiforme7, sindrome di Stevens-Johnson7
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Raro Dolore muscolare (mialgia)
Molto raro Amiostasia
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Raro Ipokaliemia, ipocalcemia, ipomagnesiemia³, inappetenza
Molto raro Ipofosfatemia6
Infezioni ed infestazioni:
Molto raro Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Raro Aumento della temperatura corporea
Molto raro Dolore nel sito di iniezione
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro Reazioni di ipersensibilità7
Disturbi psichiatrici:
Molto raro Stato confusionale, allucinazioni, depressione mentale
¹ Poiché la gentamicina ha proprietà di blocco neuromuscolare, i pazienti con disturbi muscolari (ad es. miastenia grave o morbo di Parkinson) e che ricevono in concomitanza miorilassanti devono essere monitorati con grande cautela. Sono stati segnalati blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria con la somministrazione di aminoglicosidi ai pazienti che hanno ricevuto miorilassanti curaro-simili durante l’anestesia.
² È possibile un danno a carico del nervo vestibulococleare (ottavo nervo cranico), che può interessare sia l’equilibrio, sia l’udito. Il danno vestibolare è la reazione ototossica più comune. La perdita dell’udito si manifesta inizialmente con la diminuzione dell’acuità dei toni alti ed è solitamente irreversibile. Importanti fattori di rischio sono compromissione renale pregressa o un’anamnesi di danno a carico dell’ottavo nervo cranico; inoltre, il rischio aumenta in proporzione al livello della dose totale e giornaliera o in associazione a sostanze potenzialmente ototossiche. Sintomi di effetti ototossici sono: capogiri, fischio/ronzio nelle orecchie (tinnito), vertigini e meno comune perdita dell’udito. Con la gentamicina il meccanismo vestibolare può essere danneggiato se i livelli minimi di 2 mcg/ml vengono superati. Questo danno è solitamente reversibile se riconosciuto tempestivamente e se la dose viene adeguata.
³ In casi rari può svilupparsi una sindrome simil-Bartter con ipokaliemia, ipocalcemia e ipomagnesiemia nei pazienti trattati con dosi elevate per un lungo periodo di tempo (più di 4 settimane).
4 Normalmente, in questi casi sono coinvolti anche altri antibiotici.
5 La compromissione renale sotto forma di limitazione della filtrazione glomerulare si osserva in circa il 10% dei pazienti trattati con la gentamicina e normalmente è reversibile. I fattori di rischio più importanti sono dose totale elevata, lunga durata di terapia, concentrazione sierica aumentata (livello minimo elevato); inoltre, altri potenziali fattori di rischio sono età, ipovolemia e shock. Segni clinici di danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, concentrazioni sieriche di creatinina e urea aumentate. In casi isolati, può verificarsi un’insufficienza renale acuta.
6 In casi isolati, i pazienti trattati con un ciclo prolungato a dose elevata possono sviluppare una sindrome simil-Fanconi con ipofosfatemia, iperfosfaturia, ipocalcemia e aminoaciduria.
7 Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità di vario grado di gravità, che vanno da eruzione cutanea, prurito e febbre da farmaci a gravi reazioni di ipersensibilità acuta (anafilassi).
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di gentamicina nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere 5.3). La gentamicina attraversa la placenta. Dato il potenziale rischio di danno a carico dell’orecchio interno e dei reni nel feto, la gentamicina non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità e se non sono disponibili altre opzioni di trattamento. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva dei neonati. Allattamento La gentamicina viene escreta nel latte materno umano ed è stata rilevata a basse concentrazioni nel siero dei bambini allattati al seno. Occorre decidere se interrompere l’allattamento o sospendere/astenersi dalla terapia con la gentamicina. Il neonato allattato al seno può sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l’interruzione dell’allattamento al seno. Tenere presente la possibilità di sensibilizzazione.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
9. Principio attivo
1 mg/ml di soluzione per infusione: 1 ml di soluzione per infusione contiene gentamicina solfato equivalente a 1 mg di gentamicina . 1 flacone da 80 ml contiene 80 mg di gentamicina. Eccipiente: 283 mg (12 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 80 ml 3 mg/ml di soluzione per infusione: 1 ml di soluzione per infusione contiene gentamicina solfato equivalente a 3 mg di gentamicina. 1 flacone da 80 ml contiene 240 mg di gentamicina. 1 flacone da 120 ml contiene 360 mg di gentamicina. Eccipiente: 283 mg (12 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 80 ml 425 mg (18 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 120 ml Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione Sodio cloruro Acqua per preparazioni iniettabili Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione Edetato disodico Sodio cloruro Acqua per preparazioni iniettabili
11. Sovradosaggio
La gentamicina presenta una stretta finestra terapeutica. In caso di accumulo (ad esempio come conseguenza di una compromissione della funzione renale), sono possibili danni a carico dei reni e del nervo vestibulococleare. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere l’uso del farmaco. Non esiste alcun antidoto specifico. La gentamicina può essere eliminata dal sangue mediante emodialisi (l’eliminazione è più lenta e discontinua in caso di dialisi peritoneale). Trattamento del blocco neuromuscolare: In caso di blocco neuromuscolare (normalmente causato da interazioni, vedere paragrafo 4.5), è consigliabile somministrare cloruro di calcio e, se necessario, ricorrere alla respirazione artificiale.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).