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Gemcitabina Sun 10 mg/ml soluzione per infusione 1 sacca sterile in plastica da 220 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina è indicata nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino è indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia può essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell’epitelio dell’ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.
2. Posologia
La gemcitabina deve essere somministrata solamente sotto la supervisione di un medico qualificato per l’uso della chemioterapia antitumorale. Le sacche per infusione di Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml soluzione per infusione permettono la somministrazione di 120 ml/ 160 ml/ 170 ml/ 180 ml/200 ml/ 220 ml di soluzione (equivalente a 1200 mg/ 1600 mg/ 1700 mg/1800 mg/ 2000 mg/ 2200 mg, rispettivamente). Se la dose richiesta non può essere ottenuta con le confezioni disponibili, si raccomanda l’utilizzo di un prodotto alternativo a base di gemcitabina, tra cui gemcitabina come concentrato o gemcitabina come polvere per soluzione per infusione.Posologia Carcinoma della vescica Gemcitabina in combinazione In combinazione con cisplatino la dose di gemcitabina raccomandata è di 1.000 mg/m², da somministrare per infusione in 30 minuti nei giorni 1–8–15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose di cisplatino consigliata è di 70 mg/m², da somministrare il giorno seguente la somministrazione di gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane è quindi ripetuto. La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. Carcinoma del pancreas La dose di gemcitabina raccomandata è di 1.000 mg/m², da somministrare per infusione endovenosa in 30 minuti. Questo deve essere ripetuto una volta a settimana per 7 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive, seguite da una settimana di riposo. La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. Carcinoma del Polmone Non a Piccole Cellule Gemcitabina in monoterapia La dose di gemcitabina raccomandata è di 1.000 mg/m², da somministrare per infusione endovenosa in 30 minuti. Questo deve essere ripetuto una volta a settimana per 3 settimane consecutive, facendo poi seguire una settimana di riposo. Questo ciclo di 4 settimane può essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. Gemcitabina in combinazione La dose di gemcitabina consigliata è di 1.250 mg/m², da somministrare per via endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 del ciclo di trattamento (21 giorni). La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuatain base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. La dose di cisplatino consigliata è di 75–100 mg/m², da somministrare una volta ogni 3 settimane. Carcinoma della mammella Gemcitabina in combinazione Gemcitabina in combinazione con paclitaxel è raccomandata somministrando paclitaxel (175 mg/m²) per infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina (1.250 mg/m²) per infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco nel paziente. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 106/l) prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. Carcinoma dell’ovaio Gemcitabina in combinazione La dose di gemcitabina consigliata in combinazione con carboplatino è di 1.000 mg/m², da somministrare per infusione endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Il carboplatino verrà somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml al minuto. La riduzione del dosaggio nell’ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia può essere effettuata in base al grado di tossicità causata dal farmaco sul paziente. Monitoraggio per motivi di tossicità e variazione del dosaggio dovuta alla tossicità Variazione del dosaggio dovuta a tossicità non ematologica Una visita medica periodica e controlli della funzionalità renale ed epatica devono essere effettuati per accertare una tossicità non ematologica. In base al grado di tossicità presentato dal paziente può essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell’ambito di un solo ciclo. In generale, per una tossicità non ematologica grave (Grado 3 o 4), con eccezione per nausea/vomito, la terapia con gemcitabina deve essere sospesa o ridotta a seconda del giudizio del medico curante. Le dosi devono essere sospese fino a quando, secondo il parere del medico, la tossicità non sia risolta. Per un aggiustamento del dosaggio di cisplatino, carboplatino e paclitaxel somministrati in associazione terapeutica, si consiglia di fare riferimento al corrispondente Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. Variazione del dosaggio dovuta a tossicità ematologica Inizio di un ciclo In tutte le indicazioni, prima della somministrazione di ogni dose il paziente deve essere monitorato per quanto riguarda la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 (x 106/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 106/l) prima dell’inizio di un ciclo. Nell’ambito di un ciclo Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell’ambito di un ciclo devono essere effettuate secondo la seguente tabella:
Variazioni della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, del NSCLC e del carcinoma del pancreas, somministrata in monoterapia o in associazione con cisplatino
Valore assoluto della conta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale del dosaggio standard di Gemcitabina SUN Pharma (%)
> 1.000 e > 100.000 100
500–1.000 o 50.000–100.000 75
<500 o < 50.000 Omissione della dose*
*Nell’ambito di un ciclo l’omissione del trattamento non sarà riconsiderata prima che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga almeno 500 (x 106/l) e la conta delle piastrine torni a 50.000 (x 106/l).
Variazioni della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per il carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclitaxel
Valore assoluto della conta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale del dosaggio standard di Gemcitabina SUN Pharma (%)
> 1.200 e > 75.000 100
1.000–< 1.200 o 50.000–75.000 75
700– < 1.000 e ≥ 50.000 50
<700 o < 50.000 Omissione della dose*
*Nell’ambito di un ciclo l’omissione del trattamento non sarà riconsiderata. Il trattamento inizierà il giorno 1 del ciclo successivo una volta che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga almeno 1.500 (x 106/l) e la conta delle piastrine torni a 100.000 (x 106/l).
Variazioni della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per il carcinoma dell’ovaio, somministrata in associazione con carboplatino
Valore assoluto della conta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale della dose standard di Gemcitabina SUN Pharma (%)
> 1.500 e ≥100.000 100
1.000– 1.500 o 75.000–100.000 50
< 1.000 o < 75.000 Omissione della dose*
*Nell’ambito di un ciclo l’omissione del trattamento non sarà riconsiderata. Il trattamento inizierà il giorno 1 del ciclo successivo una volta che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga almeno 1.500 (x 106/l) e la conta delle piastrine torni a 100.000 (x 106/l). Variazione della dose dovuta a tossicità ematologica in cicli successivi, in tutte le indicazioni La dose di gemcitabina deve essere ridotta al 75% della dose iniziale del primo ciclo, in presenza delle seguenti tossicità ematologiche: • Valore assoluto della conta dei granulociti < 500 x 106/l per più di 5 giorni • Valore assoluto della conta dei granulociti < 100 x 106/l per più di 3 giorni • Neutropenia febbrile • Piastrine < 25.000 x 106/l • Ritardo del ciclo di oltre una settimana a causa della tossicità Modo di somministrazione Gemcitabina SUN Pharma soluzione per infusione è esclusivamente per uso endovenoso. La soluzione può essere somministrata direttamente al paziente senza ulteriore preparazione. Gemcitabina SUN Pharma soluzione per infusione è compatibile con il set di infusione EV quando somministrata per un periodo di 30 minuti. Solo per uso singolo. Gemcitabina SUN Pharma è ben tollerato durante l’infusione e può essere somministrato in ambito ambulatoriale. Se si verifica uno stravaso, generalmente l’infusione deve essere interrotta immediatamente e ricominciata in un altro vaso sanguigno. Il paziente deve essere attentamente monitorato dopo la somministrazione. Particolari categorie di pazienti Pazienti con compromissione renale o epatica La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale, in quanto le informazioni provenienti dagli studi clinici non sono sufficienti da consentire di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Anziani (> 65 anni) La gemcitabina è stata ben tollerata in pazienti sopra i 65 anni di età. Non c’è evidenza che indichi che nell’anziano siano necessari aggiustamenti della dose oltre a quelli già consigliati per tutti i pazienti (vedere paragrafo 5.2) Popolazione pediatrica (< 18 anni) L’uso di gemcitabina nei pazienti sotto i 18 anni non è raccomandato poiché i dati di sicurezza ed efficacia sono insufficienti.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
4. Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione ed un’aumentata frequenza di somministrazioni possono determinare un aumento della tossicità del farmaco. Tossicità ematologica La gemcitabina può determinare riduzione della funzionalità midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalità midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilità di modificare o interrompere la terapia (vedere paragrafo 4.2). Comunque la riduzione della funzionalità midollare è di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente può comportare interruzione del trattamento. Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalità midollare compromessa. Come per altri antitumorali, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilità di una riduzione della funzionalità midollare cumulativa. Compromissione epatica e renale La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale, in quanto le informazioni provenienti dagli studi clinici non sono sufficienti da consentire di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti (vedere paragrafo 4.2). La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica può condurre ad una esacerbazione della compromissione epatica di base. Controlli della funzionalità epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. Radioterapia concomitante Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo ≤ a 7 giorni): è stata riportata tossicità (vedere paragrafo 4.5). Vaccini vivi Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati (vedere paragrafo 4.5). Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile Segnalazioni relative alla sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) con conseguenze potenzialmente gravi sono state riportate in pazienti che avevano ricevuto gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici. Ipertensione acuta e attività convulsiva sono state riportate nella maggior parte dei pazienti che avevano avuto la PRES, ma potrebbero anche essere presenti altri sintomi quali emicrania, letargia, confusione e cecità. La diagnosi è confermata in modo ottimale dalla risonanza magnetica (MRI). La PRES era tipicamente reversibile con appropriati provvedimenti di supporto. Nel caso la PRES dovesse svilupparsi durante la terapia con gemcitabina, questa deve essere interrotta in maniera definitiva ed attuate misure di supporto, compreso il controllo della pressione arteriosa ed un trattamento anti–convulsivo. Manifestazioni cardiovascolari A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Sindrome da aumentata permeabilita capillare In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata riportata la sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.8). Questa condizione è di solito curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina una iperpermeabilità capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione renale acuta ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da aumentata permeabilità capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devono essere attuate misure di supporto. La sindrome da aumentata permeabilità capillare può verificarsi in cicli successivi ed in letteratura è stata associata con la sindrome da distress respiratorio dell’adulto. Manifestazioni polmonari Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l’edema polmonare, la polmonite interstiziale o la sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS), sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilità di interrompere il trattamento con gemcitabina. L’impiego tempestivo di misure di supporto adeguate può contribuire a migliorare il quadro clinico. Manifestazioni renali Sindrome emolitico uremica Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono stati raramente riportati risultati clinici (dati successivi alla commercializzazione) compatibili con una sindrome uremica emolitica (HUS) (vedere paragrafo 4.8). La HUS é un disturbo potenzialmente letale. Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell’uremia, o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibile anche dopo l’interruzione del trattamento ed in tali casi dovrà essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Fertilità Studi preclinici sulla fertilità hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio (vedere paragrafo 5.3). Per questo motivo agli uomini in trattamento con gemcitabina si consiglia di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilità che il trattamento con gemcitabina causi un’infertilità irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalità di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento (vedere paragrafo 4.6). Sodio Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 549,00 mg (23,88 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 120 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 732,00 mg (31,84 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 160 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 777,75 mg (33,83 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 170 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 823,50 mg (35,82 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 180 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 915,00 mg (39,80 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 200 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Gemcitabina SUN Pharma 10 mg/ml contiene 1006,50 mg (43,78 mmol) di sodio in ciascuna sacca per infusione da 220 ml. Ciò deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
5. Interazioni
Non sono stati effettuati specifici studi di interazione (vedere paragrafo 5.2) Radioterapia Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo ≤ a 7 giorni) – La tossicità associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi clinici e preclinici hanno dimostrato un’attività radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina è stata somministrata alla dose di 1.000 mg/m² per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, è stata osservata una tossicità significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi [volumi medi di trattamento 4.795 cm³]. I risultati di studi effettuati successivamente hanno suggerito che è possibile una somministrazione di gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia con tossicità prevedibile, come è risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Radioterapia al torace a dosi di 66Gy è stata somministrata in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m², quattro volte) e cisplatino (80 mg/m², due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non è stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. Radioterapia non concomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo superiore ai 7 giorni): l’analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamento della tossicità nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l’effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina può essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l’uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. Altre L’uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non è consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, in particolare nei pazienti che sono già immunodepressi.
6. Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati più comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria e ematuria osservate in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10–40% dei pazienti (l’incidenza più alta è stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a prurito nel 10% dei pazienti. La frequenza e gravità delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, velocità di infusione e intervalli tra le dosi (vedere paragrafo 4.4). Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose–limitanti (vedere paragrafo 4.2). Dati dagli studi clinici Definizione della frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 e< 1/100), raro (> 1/10.000 e < 1/1.000), molto raro (<1/10.000). La tabella sottostante fornisce la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati che sono stati riportati dagli studi clinici. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro
Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia (Neutropenia di grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%). La riduzione della funzionalità midollare varia da lieve a moderata ed è più pronunciata per la conta dei granulociti (vedere paragrafo 4.2 e 4.4) Trombocitopenia Anemia Neutropenia febbrile     Trombocitosi
Disturbi del sistema immunitario         Reazione anafilattoide
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Anoressia      
Patologie del sistema nervoso   Cefalea Insonnia Sonnolenza Accidente cerebrovascolare   Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (vedere paragrafo 4.4)
Patologie cardiache     Aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare Insufficienza cardiaca Infarto del miocardio  
Patologie vascolari       Segni clinici di vasculite periferica e cangrena Ipotensione Sindrome da perdita capillare (vedere paragrafo 4.4)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea – di solito lieve e di rapida risoluzione senza trattamento Tosse Rinite Polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.4) Broncospasmo –di solito lieve e transitorio ma che può richiedere trattamento parenterale Edema polmonare Sindrome da distress respiratorio dell’adulto (vedere paragrafo 4.4)  
Patologie gastrointestinali Vomito Nausea Diarrea Stomatite e ulcerazione della bocca Stipsi     Colite ischemica
Patologie epatobiliari Aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina Aumento della bilirubina Grave tossicità epatica, comprese insufficienza epatica e morte Aumento della gamma–glutamiltrasferasi (GGT)  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea allergica frequentemente associata a prurito Alopecia Prurito Sudorazione   Reazioni cutanee gravi, comprese desquamazione ed eruzioni cutanee bollose Ulcerazione Formazione di vescicole ed ulcere Desquamazione Necrolisi epidermica tossica Sindrome di Stevens–Johnson
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Mal di schiena Mialgia      
Patologie renali e urinarie Ematuria Lieve proteinuria     Sindrome uremica emolitica (HUS) (vedere paragrafo 4.4). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4)  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sintomi simil–influenzali – i sintomi più comuni sono febbre, cefalea, tremori, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati anche riportati tosse, rinite, malessere, sudorazione e difficoltà ad addormentarsi. Edema/edema periferico–incluso edema facciale. L’edema è di solito reversibile dopo interruzione del trattamento Febbre Astenia Tremori   Reazioni al sito di iniezione –principalmente di natura lieve  
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura       Tossicità da radiazioni (vedere paragrafo 4.5). Recall da radiazione  
Impiego in associazione nel carcinoma della mammella La frequenza di tossicità ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, aumenta quando la gemcitabina è usata in associazione con paclitaxel. Tuttavia, l’aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell’incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L’affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L’affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia.
Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel versus Gemcitabina in associazione a Paclitaxel
  Numero (%) dei pazienti
  Braccio di trattamento con Paclitaxel (N=259) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a Paclitaxel (N=262)
  Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio        
Anemia 5 (1,9) 1 (0,4) 15 (5,7) 3 (1,1)
Trombocitopenia 0 0 14 (5,3) 1 (0,4)
Neutropenia 11 (4,2) 17 (6,6)* 82 (31,3) 45 (17,2)*
Non relativi ad analisi di laboratorio        
Neutropenia febbrile 3 (1,2) 0 12 (4,6) 1 (0,4)
Affaticamento 3 (1,2) 1 (0,4) 15 (5,7) 2 (0,8)
Diarrea 5 (1,9) 0 8 (3,1) 0
Neuropatia motoria 2 (0,8) 0 6 (2,3) 1 (0,4)
Neuropatia sensoriale 9 (3,5) 0 14 (5,3) 1 (0,4)
*La neutropenia di grado 4 che persiste per più di 7 giorni si verificava nel 12,6% dei pazienti nel braccio di trattamento in associazione e nel 5% dei pazienti nel braccio di trattamento con paclitaxel. Impiego in associazione nel carcinoma della vescica
Eventi avversi di grado 3 e 4 MVAC versus Gemcitabina in associazione a Cisplatino
  Numero (%) dei pazienti
  Braccio di trattamento con MVAC (Metotrexate, Vinblastina, Doxorubicina e Cisplatino) (N=196) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a Cisplatino (N=200)
  Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio        
Anemia 30 (16) 4 (2) 47 (24) 7 (4)
Trombocitopenia 15 (8) 25 (13) 57 (29) 57 (29)
Non relativi ad analisi di laboratorio        
Nausea e vomito 37 (19) 3 (2) 44 (22) 0 (0)
Diarrea 15 (8) 1 (1) 6 (3) 0 (0)
Infezione 19 (10) 10 (5) 4 (2) 1 (1)
Stomatite 34 (18) 8 (4) 2 (1) 0 (0)
Nota: doxorubicina=adriamicina Impiego in associazione nel carcinoma dell’ovaio
Eventi avversi di grado 3 e 4 Carboplatino versus Gemcitabina in associazione a Carboplatino
  Numero (%) dei pazienti
  Braccio di trattamento con Carboplatino (N=174) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a Carboplatino (N=175)
  Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio        
Anemia 10 (5,7) 4 (2,3) 39 (22,3) 9 (5,1)
Neutropenia 19 (10,9) 2 (1,1) 73 (41,7) 50 (28,6)
Trombocitopenia 18 (10,3) 2 (1,1) 53 (30,3) 8 (4,6)
Leucopenia 11 (6,3) 1 (0,6) 84 (48,0) 9 (5,1)
Non relativi ad analisi di laboratorio        
Emorragia 0 (0,0) 0 (0,0) 3 (1,8) (0,0)
Neutropenia febbrile 0 (0,0) 0 (0,0) 2 (1.1) (0,0)
Infezione senza neutropenia 0 (0,0) 0 (0,0) 0 (0,0) 1 (0,6)
La neuropatia sensoriale è stata anche più frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non esistono dati sufficienti sull’uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziato una tossicità sull’attività riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessità. Donne in età fertile dovrebbero essere consigliate di non iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Allattamento Non è noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L’allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Fertilità La gemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi (vedere paragrafo 5.3). Per questo motivo, agli uomini sessualmente maturi si consiglia di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilità che il trattamento con gemcitabina causi un’infertilità irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalità di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Non refrigerare o congelare.
9. Principio attivo
Ogni sacca per infusione da 120 ml contiene 1200 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 120 ml contiene 549,00 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Ogni sacca per infusione da 160 ml contiene 1600 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 160 ml contiene 732,00 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Ogni sacca per infusione da 170 ml contiene 1700 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 170 ml contiene 777,75 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Ogni sacca per infusione da 180 ml contiene 1800 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 180 ml contiene 823,50 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Ogni sacca per infusione da 200 ml contiene 2000 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 200 ml contiene 915,00 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Ogni sacca per infusione da 220 ml contiene 2200 mg di gemcitabina (come cloridrato). Un ml di soluzione per infusione contiene 10 mg di gemcitabina. Eccipiente con effetti noti: Ogni sacca per infusione da 220 ml contiene 1006,50 mg di sodio. Un ml di soluzione per infusione contiene 4,575 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Sodio cloruro Sodio idrossido (per aggiustare il pH) Acido cloridrico (per aggiustare il pH) Acqua per preparazioni iniettabili
11. Sovradosaggio
Non esistono antidoti per il sovradosaggio di gemcitabina. Dosi uniche fino a 5.700 mg/m² sono state somministrate per infusione endovenosa in 30 minuti ogni 2 settimane con una tossicità clinicamente accettabile. In caso di sospetto sovradosaggio, il paziente dovrebbe essere sottoposto ad appropriati esami ematologici e ricevere, se necessario, terapia di supporto.
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