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Furosemide Salf 250mg/25ml soluzione per infusione, 5 flaconcini da 25ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
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Casa produttrice:
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Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile Trattamento di tutte le forme di edemi di genesi cardiaca; ascite in seguito a cirrosi epatica, ostruzione meccanica od insufficienza cardiaca; edemi di origine renale (nella sindrome nefrosica anche in combinazione con ACTH o corticosteroidi). Trattamento degli edemi periferici. Trattamento dell’ipertensione di grado leggero o medio. Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione L’impiego di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione è indicata esclusivamente nei pazienti con: • filtrazione glomerulare molto compromessa (F.G. < 0,33 ml/s = 20 ml/min.); • insufficienza renale acuta (oligoanuria), ad esempio nella fase postoperatoria nei processi settici; • insufficienza renale cronica nello stadio predialitico e dialitico con ritenzione di liquidi, in particolare nell’edema • polmonare cronico; • sindrome nefrosica con funzionalità renale fortemente limitata, ad esempio nella glomerulonefrite cronica e nel lupus eritematoso; sindrome di Kimmelstiel–Wilson. Nella sindrome nefrosica la terapia con corticosteroidi ha importanza predominante. Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione è comunque indicata in caso di insufficiente controllo dell’edema, nei pazienti refrattari alla terapia corticosteroidea o nei casi in cui quest’ultima è controindicata; • insufficienza renale cronica senza ritenzione di liquidi. In questi pazienti è possibile il tentativo terapeutico con Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione; se la diuresi rimane insufficiente (meno di 2,5 l/die) si • deve considerare l’inserimento del paziente nel programma di dialisi; • stato di shock; prima di iniziare la terapia saluretica si devono risolvere con misure adeguate l’ipovolemia e l’ipotensione. Anche le gravi alterazioni degli elettroliti sierici e dell’equilibrio acido–base devono essere previamente corrette.
2. Posologia
Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile In presenza di disturbi dell’assorbimento intestinale o quando è richiesta la rapida rimozione del liquido edemigeno è indicato l’impiego parenterale di Furosemide S.A.L.F. alla dose di 20 mg (1 fiala) 1–2 volte al giorno, a seconda della necessità. Somministrazione Iniezione/infusione endovenosa: la somministrazione deve avvenire lentamente, senza superare la velocità di 4 mg/minuto. Nei pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (creatinina nel siero >5 mg/dl) si raccomanda di non superare una velocità di infusione di 2,5 mg/minuto. Iniezione intramuscolo: la somministrazione per via intramuscolare deve essere limitata a casi eccezionali, quando cioè non sia possibile la somministrazione del medicinale né per via endovenosa, né per via orale. Si sottolinea che l’iniezione intramuscolare non è adatta per il trattamento di situazioni acute, ad esempio edema polmonare. Insufficienza renale Aggiustamento del dosaggio è necessario quando la velocità di filtrazione glomerulare diventa inferiore a 10 ml/min. Insufficienza epatica Aggiustamento del dosaggio può essere necessario nei pazienti con la cirrosi epatica e in quelli con l’insufficienza renale e epatica concomitante. La risposta alla furosemide risulta diminuita nei pazienti con cirrosi epatica. Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione Se la dose test di 40–80 mg di furosemide, somministrata per infusione endovenosa lenta (2–5 minuti circa), non determina un significativo incremento della diuresi entro 30 minuti, può essere iniziato la somministrazione per infusione con Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione. Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione non deve essere impiegato per somministrazione endovenosa in bolo, ma soltanto per infusione venosa lenta mediante pompe per il controllo del volume o della velocità di infusione, in modo da ridurre il rischio di sovradosaggio accidentale. La velocità dell’infusione deve sempre essere regolata in modo che non siano somministrati più di 4 mg di furosemide al minuto; tenendo conto di tale velocità di infusione, la durata dell’infusione di 275 ml (ottenuti dopo la diluzione del flaconcino – vedi dopo) è di circa 1 ora. Se il paziente risponde a questa dose, si deve rilevare un aumento della diuresi già durante l’infusione. Dal punto di vista terapeutico si cercherà di ottenere un aumento della diuresi di almeno 40–50 ml/ora. Nei pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (creatinina nel siero >5 mg/dl) si raccomanda di non superare una velocità di infusione di 2,5 mg/minuto. Se non si ottiene soddisfacente aumento della diuresi con la prima dose di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione, un’ora dopo la fine della prima infusione se ne praticherà una seconda con 2 flaconcini di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione (corrispondenti a 500 mg), diluendone il contenuto con appropriata soluzione per infusione (vedi dopo) ed adeguando il volume dell’infusione allo stato di idratazione del paziente. La durata dell’infusione verrà sempre regolata dalla possibilità di infondere al massimo 4 mg/minuto di principio attivo. Nel caso in cui anche con questa dose la diuresi non fosse quella desiderata, un’ora dopo il termine della seconda infusione se ne potrà effettuare una terza con 4 flaconcini di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione (corrispondenti a 1000 mg). Per il volume totale della soluzione di infusione, nonché per la velocità di somministrazione, valgono le direttive indicate in precedenza. Se anche con questa dose non si ottiene effetto diuretico soddisfacente, si dovrà considerare la possibilità di passare alla dialisi. Nei pazienti ipervolemici è preferibile, qualora la dose test di 40–80 mg i.v. sia risultata inefficace, somministrare Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione senza diluirla od aggiungerla al volume di soluzione per infusione compatibile con lo stato di idratazione del paziente onde evitare iperidratazione. L’infusione diretta del contenuto del flaconcino può essere effettuata solo se è garantita la velocità di somministrazione non superiore a 4 mg di furosemide/minuto (= 0,4 ml/min.). Il contenuto di 1 flaconcino di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione deve essere diluito in 250 ml di una soluzione isotonica neutra od alcalina (Ringer lattato, glucosio soluzione). Il pH della soluzione per infusione pronta per l’uso non deve essere inferiore a 7, perché in soluzione acida la furosemide può precipitare. La soluzione di furosemide non deve essere infusa insieme ad altri farmaci (vedere par. 6.2). Le soluzioni diluite devono essere utilizzate immediatamente dopo la preparazione.
3. Controindicazioni
Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. I pazienti con allergia ai sulfamidici (ad es. antibiotici sulfamidici o sulfaniluree) possono manifestare sensibilità crociata alla furosemide; • ipovolemia o disidratazione; • insufficienza renale anurica che non risponde alla furosemide; • ipokaliemia; • iponatriemia; • precoma o coma, associati ad encefalopatia epatica; • iperdosaggio da digitale; • primo trimestre di gravidanza e durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6). Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione Oltre alle controindicazioni riportate per Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile, Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 soluzione per infusione è controindicata anche nei seguenti casi: • nei pazienti con grave ipotensione; • gravidanza, accertata o presunta; allattamento (vedere paragrafo 4.6).
4. Avvertenze
È necessario assicurare il libero deflusso urinario. L’aumentata produzione di urina può provocare od aggravare i disturbi nei pazienti con ostruzione delle vie urinarie (ad esempio in pazienti con svuotamento vescicale alterato, iperplasia prostatica o stenosi dell’uretra). Pertanto, questi pazienti richiedono un monitoraggio particolarmente attento, specialmente durante le fasi iniziali del trattamento. Come per tutti i diuretici si consiglia di iniziare il trattamento della cirrosi epatica con ascite in ambiente ospedaliero, in modo da poter intervenire adeguatamente nel caso si manifesti nel corso della diuresi tendenza al coma epatico. Il trattamento con Furosemide S.A.L.F. necessita di regolari controlli medici. In particolare, è necessario un attento monitoraggio nei seguenti casi: • pazienti con ipotensione, • pazienti particolarmente a rischio in seguito ad una eccessiva caduta della pressione arteriosa, ad es. pazienti con stenosi significative delle arterie coronariche o dei vasi sanguigni che irrorano il cervello, • pazienti con diabete mellito latente o manifesto, • pazienti con gotta, • pazienti con sindrome epatorenale, ad es. con insufficienza renale funzionale associata a grave epatopatia, • pazienti con ipoproteinemia, ad es. associata a sindrome nefrosica (l’azione della furosemide può risultarne indebolita e la sua ototossicità potenziata). È richiesta particolare cautela nella determinazione del dosaggio, • neonati prematuri (per il possibile sviluppo di nefrocalcinosi/nefrolitiasi); è necessario effettuare ecografia renale e monitoraggio della funzione renale. In genere, nel corso di una terapia con furosemide si raccomanda il regolare monitoraggio di sodiemia, potassiemia e creatininemia; in particolare, un rigoroso controllo è richiesto per i pazienti ad elevato rischio di squilibrio elettrolitico o quando si verifica una ulteriore significativa eliminazione di liquidi (ad es. a seguito di vomito, diarrea od intensa sudorazione). Sebbene l’impiego di Furosemide S.A.L.F. porti solo raramente ad ipopotassiemia, si raccomanda dieta ricca di potassio (patate, banane, arance, pomodori, spinaci e frutta secca). Talvolta può essere anche necessaria adeguata correzione farmacologica. In particolare, stati predisponenti a carenza potassica quali cirrosi epatica, diarrea cronica, uso protratto di lassativi, alimentazione povera di potassio, concomitante impiego di mineralcorticoidi richiedono gli opportuni controlli ed integrazioni. Ipovolemia, disidratazione e qualsiasi alterazione significativa del bilancio elettrolitico ed acido–basico devono essere corretti. Questo può richiedere una transitoria sospensione della somministrazione di furosemide. È consigliabile effettuare anche regolari controlli della glicemia, della glicosuria e, dove necessario, del metabolismo dell’acido urico. Furosemide S.A.L.F. non modifica i valori pressori nel normoteso, mentre risulta ipotensiva nell’iperteso; nelle gravi forme di ipertensione si raccomanda il trattamento in associazione a altri presidi. Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione deve essere somministrata esclusivamente a pazienti con funzionalità renale fortemente limitata. Uso concomitante con risperidone In studi su risperidone, controllati con placebo, in pazienti anziani con demenza, è stata osservata una incidenza più alta di mortalità in pazienti trattati con furosemide più risperidone (7,3%; età media 89 anni, range 75–97 anni) rispetto a pazienti trattati con risperidone da solo (3,1%; età media 80 anni, range 70–96 anni) o furosemide da sola (4,1%; età media 80 anni, range 67–90 anni). L’uso concomitante di risperidone con altri diuretici (principalmente diuretici tiazidici a basso dosaggio) non è risultato associato ad una simile evenienza. Non è stato identificato alcun meccanismo fisiopatologico per spiegare questo dato, e non è stato osservato alcun pattern correlabile alla causa di decesso. Tuttavia, prima di decidere l’uso di tale combinazione, deve essere usata cautela e devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici di questa combinazione o della co–somministrazione con altri potenti diuretici. Non vi è stato aumento dell’incidenza di mortalità in pazienti che assumevano altri diuretici in concomitanza con risperidone. Indipendentemente dal trattamento, la disidratazione è risultata un fattore di rischio globale per la mortalità e pertanto deve essere evitata in pazienti anziani con demenza (vedere paragrafo 4.5). Richiesta di particolare cautela e/o riduzione della dose Nei pazienti trattati con furosemide, particolarmente negli anziani, nei pazienti in terapia con altri medicinali in grado di indurre ipotensione e nei pazienti affetti da altre patologie cliniche che comportano rischi di ipotensione, possono verificarsi casi di ipotensione sintomatica con conseguenti capogiri, svenimenti o perdita della coscienza. Informazioni importanti su alcuni eccipienti : Il medicinale contiene sodio idrossido. 1 fiala di Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile contiene circa 0,06 mmol (1,4 mg) di sodio. 1 flaconcino di Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione contiene circa 0,75 mmol (17,3 mg) di sodio; la dose massima giornaliera (7 flaconcini) contiene circa 5,25 mmol di sodio (121,1 mg). Tenere in considerazione questi dati per la somministrazione a pazienti con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
5. Interazioni
Associazioni non raccomandate Cloralio idrato. In casi isolati la somministrazione endovenosa di furosemide entro 24 ore dall’assunzione di cloralio idrato può provocare arrossamento cutaneo, sudorazione improvvisa, agitazione, nausea, aumento della pressione arteriosa e tachicardia. Pertanto, non è raccomandata la somministrazione contemporanea di furosemide e cloralio idrato. Antibiotici aminoglicosidici. La furosemide può potenziare l’ototossicità degli antibiotici aminoglicosidici e di altri farmaci ototossici. Dato che questo può determinare l’insorgenza di danni irreversibili, i suddetti farmaci possono essere usati in associazione alla furosemide soltanto in caso di necessità cliniche evidenti. Precauzioni per l’uso Cisplatino. La contemporanea somministrazione di furosemide e cisplatino comporta il rischio di effetti ototossici. Inoltre, la nefrotossicità del cisplatino può risultare potenziata se la furosemide non viene somministrata a basse dosi (ad es. 40 mg a pazienti con funzionalità renale normale) ed in presenza di un bilancio idrico positivo, quando la furosemide viene impiegata per ottenere una diuresi forzata durante trattamento con cisplatino. Sali di litio. La furosemide riduce l’eliminazione dei sali di litio e può causarne un aumento della concentrazione sierica, con conseguente aumento del rischio di tossicità di quest’ultimo compreso un aumentato rischio di effetti cardiotossici e neurotossici da litio. Pertanto, si raccomanda l’attento monitoraggio delle concentrazioni di litio nei pazienti ai quali venga somministrata tale associazione. ACE–inibitori/antagonisti dei recettori dell’angiotensina II. I pazienti in terapia diuretica possono presentare ipotensione grave e compromissione della funzionalità renale, compresi casi di insufficienza renale, particolarmente in concomitanza con la prima somministrazione di un ACE–inibitore o di un antagonista dei recettori dell’angiotensina II o la prima volta che se ne aumentano le dosi. Si deve prendere in considerazione l’opportunità di sospendere provvisoriamente la somministrazione di furosemide o, quanto meno, di ridurne la dose 3 giorni prima dell’inizio del trattamento con un ACE–inibitore o con un antagonista dei recettori dell’angiotensina II o prima di aumentarne le dosi. Risperidone. Si deve prestare cautela e devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici della combinazione o co–trattamento con furosemide o con altri diuretici potenti, prima della decisione di utilizzare tale combinazione. Vedere paragrafo 4.4 per l’aumento di mortalità in pazienti anziani con demenza co–trattati con risperidone. Da considerare con attenzione Antinfiammatori non steroidei. La concomitante somministrazione di antinfiammatori non steroidei, incluso l’acido acetilsalicilico, può ridurre l’effetto della furosemide. Nei pazienti con disidratazione o con ipovolemia gli antinfiammatori non steroidei possono indurre insufficienza renale acuta. La furosemide può accentuare la tossicità dei salicilati. Fenitoina. La riduzione dell’effetto della furosemide può presentarsi in caso di somministrazione concomitante di fenitoina. Gli effetti dannosi dei farmaci nefrotossici possono essere aumentati. La somministrazione di corticosteroidi, carbenoxolone e dosi elevate di liquirizia, nonché l’uso prolungato di lassativi può aumentare il rischio di ipopotassiemia. Talune alterazioni elettrolitiche (ad es. ipopotassiemia, ipomagnesiemia) possono incrementare la tossicità di alcuni farmaci (ad es. farmaci contenenti digitale e farmaci che inducono la sindrome del QT lungo). In caso di concomitante somministrazione di furosemide e farmaci antiipertensivi, diuretici o altri farmaci ad azione potenzialmente antiipertensiva, ci si deve aspettare una più accentuata caduta pressoria. Probenecid, metotrexato e altri farmaci che, come la furosemide, sono escreti prevalentemente per via renale, possono ridurre l’effetto della furosemide. Al contrario, la furosemide può ridurre l’eliminazione renale di queste sostanze. In caso di trattamento con alte dosi (sia di furosemide che di altri farmaci) può verificarsi un aumento delle concentrazioni sieriche dell’una e degli altri. Di conseguenza aumenta il rischio di eventi avversi dovuti alla furosemide od alle altre terapie concomitanti. Gli effetti dei farmaci antidiabetici e simpaticomimetici (ad es. adrenalina, noradrenalina) possono essere diminuiti. Gli effetti dei miorilassanti curaro–simili o della teofillina possono essere aumentati. Nei pazienti in terapia concomitante con furosemide e alte dosi di talune cefalosporine si può sviluppare compromissione della funzionalità renale. L’utilizzo concomitante di ciclosporina A e furosemide è associata ad un aumentato rischio di artrite gottosa secondaria ad iperuricemia da furosemide e a riduzione dell’escrezione degli urati indotta da ciclosporina. I pazienti ad elevato rischio di nefropatia da radiocontrasto trattati con furosemide hanno avuto una maggior incidenza di deterioramento della funzionalità renale in seguito alla somministrazione dei mezzi di contrasto, rispetto ai pazienti ad alto rischio che hanno ricevuto idratazione endovenosa solamente prima della somministrazione del mezzo di contrasto.
6. Effetti indesiderati
Nella tabella sottostante sono riportati gli effetti indesiderati della furosemide. La frequenza degli effetti indesiderati è riportata secondo la seguente convenzione: Molto comune: ≥ 1/10; Comune: ≥1/100 e < 1/10; Non comune: ≥ 1/1.000 e < 1/100; Rara: ≥ 1/10.000 e < 1/1.000; Molto rara: < 1/10.000; Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetti indesiderati
Patologie cardiache non comuni Aritmie cardiache
Patologie del sistema emolinfopoietico comuni Emoconcentrazione
non comuni Trombocitopenia
rari Leucopenia, eosinofilia
molto rari Anemia aplastica, agranulocitosi, anemia emolitica
Patologie del sistema nervoso comuni Encefalopatia epatica in pazienti con insufficienza epatocellulare
non comuni Sonnolenza, cefalea, vertigini, stato confusionale
rari Parestesie
non nota Capogiri, svenimenti e perdita della coscienza (dovuti a ipotensione sintomatica)
Patologie dell’ occhio non comuni Alterazioni visive
Patologie dell’orecchio e del labirinto non comuni Disturbi dell’udito solitamente transitori, specialmente in pazienti con insufficienza renale, ipoproteinemia (per es. nella sindrome nefrotica) e/o in caso di somministrazione endovenosa troppo rapida. Sordità (talvolta irreversibile)
molto rari Tinnito
Patologie gastrointestinali non comuni Secchezza delle fauci, nausea, disturbi della motilità intestinale
non comuni Vomito, diarrea
molto rari Pancreatite acuta
Patologie renali e urinarie comuni Poliuria
rari Nefrite interstiziale
non nota Aumento di sodio nell’urina, aumento di cloro nell’urina, ritenzione urinaria (in pazienti con ipertrofia prostatica, stenosi dell’uretra o difficoltà di svuotamento vescicale), efrocalcinosi/nefrolitiasi (in neonati pre–termine trattati con furosemide); insufficienza renale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo rari o molto rari Orticaria, prurito, rash, porpora, dermatite bollosa, eritema multiforme, pemfigoide, dermatite esfoliativa, reazioni di fotosensibilità
non nota Sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), rash farmacologico con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome di DRESS)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione molto comuni Disturbi elettrolitici (compresi quelli sintomatici); disidratazione e ipovolemia specialmente in pazienti anziani, aumento della creatinina e dei trigliceridi nel sangue
comuni Iponatrinemia, ipocloremia, ipokaliemia, aumento del colesterolo, iperuricemia e gotta
non comuni Alterata tolleranza al glucosio. Manifestazione clinica di un diabete mellito latente
non nota Ipocalcemia, ipomagnesiemia, alcalosi metabolica, aumento di urea. Pseudo–sindrome di Bartter nel contesto di un abuso e/o di un uso a lungo termine di furosemide
Patologie vascolari molto comuni (per infusione endovenosa) Riduzione pressione arteriosa compresa ipotensione ortostatica
rari Vasculiti
non nota Ipovolemia, trombosi
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo non comuni Crampi muscolari, tetania, miastenia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione non comuni Stanchezza
rari Febbre
non nota Reazioni di tipo locale
Patologie epatobiliari molto rari Colestasi intraepatica, aumento transaminasi epatiche
Patologie congenite, familiari e genetiche non nota Aumento del rischio di persistenza del dotto arterioso pervio quando la furosemide viene somministrata a neonati prematuri durante le prime settimane di vita
Disturbi del sistema immunitario rari Gravi reazioni anafilattiche o anafilattoidi (per es. con shock)
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza La furosemide attraversa la barriera placentare. Furosemide S.A.L.F 20 mg/2 ml soluzione iniettabile Nel primo trimestre di gravidanza Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile non deve essere somministrata. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile può essere utilizzata, ma solo nei casi di impellente necessità clinica. Un trattamento durante gli ultimi due trimestri di gravidanza richiede il monitoraggio della crescita fetale. Furosemide S.A.L.F 250 mg/25 ml soluzione per infusione Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 soluzione per infusione non deve essere somministrata nei casi di gravidanza presunta od accertata. Allattamento La furosemide passa nel latte materno e può inibire la lattazione, pertanto durante il trattamento con furosemide occorre interrompere l’allattamento al seno.
8. Conservazione
Conservare nella confezione originale ben chiusa per riparare il medicinale dalla luce.
9. Principio attivo
Furosemide S.A.L.F. 20 mg/2 ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: Principio attivo: Furosemide 20 mg Furosemide S.A.L.F. 250 mg/25 ml soluzione per infusione Un flaconcino contiene: Principio attivo: Furosemide 250 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.
11. Sovradosaggio
Il quadro clinico in seguito a sovradosaggio acuto o cronico dipende, in primo luogo, dall’entità e dalle conseguenze della perdita idroelettrolitica, ad es. ipovolemia, disidratazione, emoconcentrazione, aritmie cardiache (comprendendo blocco A–V e fibrillazione ventricolare). I sintomi di questi disturbi sono costituiti da ipotensione grave (fino allo shock), insufficienza renale acuta, trombosi, stati di delirio, paralisi flaccida, apatia e stato confusionale. Non è noto alcun antidoto specifico per la furosemide. Se l’assunzione del farmaco ha appena avuto luogo, si può tentare di limitare l’assorbimento sistemico del principio attivo mediante provvedimenti come la lavanda gastrica o tali da ridurre l’assorbimento (ad es. carbone attivo). Devono essere corretti gli squilibri clinicamente rilevanti del bilancio idroelettrolitico. Congiuntamente alla prevenzione ed al trattamento sia delle gravi complicanze derivanti da tali squilibri sia di altri effetti sull’organismo, l’azione correttiva può richiedere un monitoraggio intensivo delle condizioni cliniche, nonché adeguate misure terapeutiche. Nel caso di pazienti con disturbi della minzione, come nel caso di ipertrofia prostatica o stato di incoscienza, è necessario provvedere al ripristino del libero deflusso urinario.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).