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Fentanyl Ham 50 microgrammi/ml soluzione iniettabile 1 flaconcino in vetro da 50 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
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Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Il Fentanyl è un oppioide a breve durata d’azione impiegato: - per neuroleptoanalgesia e neuroleptoanestesia; - come componente analgesico in anestesia generale con intubazione e ventilazione del paziente; - per il trattamento analgesico in unità di terapia intensiva in pazienti sottoposti a ventilazione assistita.
2. Posologia
Fentanyl deve essere somministrato soltanto in un ambiente in cui le vie respiratorie possano essere controllate e deve essere somministrato da personale che possa controllarle (vedere paragrafo 4.4). Il dosaggio di fentanil deve essere adeguato individualmente in base all’età, peso corporeo, condizioni fisiche, condizione patologica sottostante, assunzione di altri medicinali, oltre che al tipo d'intervento chirurgico e al tipo di anestesia. Si raccomandano, a titolo di guida, i seguenti schemi terapeutici. Fare riferimento alla letteratura per speciali raccomandazioni di dose. Neuroleptoanalgesia e neuroleptoanestesia: Per la neuroleptoanalgesia, gli adulti richiedono di norma una dose iniziale di 50 - 100 microgrammi (0,7-1,4 microgrammi/kg) di fentanil iniettata lentamente per via endovenosa in associazione con un neurolettico (preferibilmente il droperidolo). Si può somministrare, se necessario, una seconda dose di 50 - 100 microgrammi (0,7-1,4 microgrammi/kg) di fentanil da 30 a 45 minuti dopo la somministrazione della dose iniziale. Per la neuroleptoanestesia in condizioni di ventilazione assistita, gli adulti richiedono in genere una dose iniziale di 200 - 600 microgrammi (2,8 - 8,4 microgrammi/kg) di fentanil iniettato lentamente per via endovenosa in associazione con un neurolettico (preferibilmente il droperidolo). La dose dipende dalla durata e dal livello di gravità della procedura chirurgica, oltre che dal farmaco utilizzato per indurre l’anestesia generale. Per il mantenimento dell’anestesia, si possono somministrare dosi aggiuntive di 50 - 100 microgrammi (0,7-1,4 microgrammi/kg) di fentanil ogni 30 - 45 minuti. Si devono regolare gli intervalli di tempo e le dosi delle somministrazioni aggiuntive in base all’andamento della procedura chirurgica. Componente analgesico in anestesia generale. Adulti: Per l’induzione: se il fentanil è usato come componente analgesico nell'anestesia generale con intubazione e ventilazione del paziente, negli adulti si possono somministrare dosi iniziali di fentanil di 70 - 600 microgrammi (1 - 8,4 microgrammi/kg) in aggiunta all'anestesia generale. Per il mantenimento dell’analgesia durante l’anestesia generale, si devono iniettare in seguito dosi aggiuntive di 25-100 microgrammi (0,35-1,4 microgrammi/kg) di fentanil. Si devono regolare gli intervalli di tempo e le dosi in base all’andamento della procedura chirurgica. Trattamento del dolore in unità di terapia intensiva: Per l’uso nel trattamento del dolore di pazienti ventilati in unità di terapia intensiva, la dose di fentanil deve essere adeguata individualmente, a seconda dell’andamento del dolore e dell’assunzione contemporanea di altri farmaci. Le dosi iniziali sono di norma comprese nell’ intervallo di 50 - 100 microgrammi per via endovenosa (0,7-1,4 microgrammi/kg), ma, se necessario, possono essere utilizzate dosi più elevate. La dose iniziale è di norma seguita da ripetute iniezioni, fino a un totale di 25 - 125 microgrammi di fentanil all’ora (0,35 - 1,8 microgrammi/kg/ora). Dosi nella popolazione pediatrica: Per i bambini di età compresa tra 12 e 17 anni si deve seguire lo schema posologico raccomandato per gli adulti. Per i bambini di età compresa tra 2 e 11 anni si raccomanda il seguente regime posologico abituale:
  Età in anni Dose iniziale in microgrammi/kg di peso corporeo Dose supplementare in microgrammi/kg di peso corporeo
Respirazione spontanea 2-11 1-3 1-1,25
Ventilazione assistita 2-11 1-3 1-1,25
Uso pediatrico: Analgesia durante un intervento chirurgico, potenziamento dell'anestesia con la respirazione spontanea: Le tecniche che comportano analgesia in un bambino che respira spontaneamente devono essere adottate solo nell'ambito di una tecnica anestetica o di sedazione/analgesia praticata da personale esperto in un ambiente dove sia possibile gestire un'improvvisa rigidità della parete toracica che richieda intubazione o un'apnea che richieda il supporto respiratorio (vedere paragrafo 4.4). Dosaggi in pazienti anziani e debilitati: Si dovrebbe ridurre la dose iniziale in pazienti anziani e debilitati. Si deve tenere conto degli effetti della dose iniziale per determinare le dosi supplementari. Dosaggi in pazienti in trattamento cronico con farmaci oppioidi: In pazienti trattati cronicamente con farmaci oppioidi o con precedenti noti di abuso di oppioidi, si può rendere necessaria la somministrazione di una più alta dose di fentanil.Dosi in pazienti affetti da altre malattie. In pazienti affetti da una delle seguenti malattie, si deve titolare con molta attenzione la dose: • ipotiroidismo non compensato • malattie polmonari, in particolare quelle che causano capacità vitale ridotta • abuso di alcool • funzione epatica compromessa • funzione renale compromessa Si deve fare inoltre attenzione in caso di somministrazione di fentanil a pazienti affetti da insufficienza surrenale, ipertrofia prostatica, porfiria e bradiaritmia. In tutte queste condizioni, tranne che nel caso di abuso di alcool, può essere necessario ridurre la dose. In caso di abuso di alcool, può essere necessario ridurre o aumentare la dose. Si raccomanda un lungo periodo di monitoraggio postoperatorio in questo tipo di pazienti. Metodo di somministrazione: Si deve somministrare il Fentanyl lentamente (1 - 2 minuti) per iniezione endovenosa (vedere anche "Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego"), se applicabile, in associazione con un neurolettico (preferibilmente il droperidolo). In anestesia, la durata della somministrazione dipende dalla durata dell’intervento chirurgico. Nel trattamento del dolore di pazienti in unità di terapia intensiva il medico deve definire la durata della somministrazione in base all’intensità e alla durata del dolore.
3. Controindicazioni
Non si deve somministrare il Fentanyl a pazienti affetti da: - ipersensibilità al principio attivo, ad altri morfinomimetici o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - depressione respiratoria senza ventilazione artificiale; - contemporanea assunzione di MAO-inibitori o entro due settimane dalla sospensione dell’assunzione di MAO-inibitori; - aumentata pressione intracranica e trauma cerebrale; - ipovolemia e ipotensione; - miastenia grave.
4. Avvertenze
Il Fentanyl deve essere somministrato soltanto in un ambiente in cui le vie respiratorie possano essere controllate e deve essere somministrato da personale che possa controllarle. Come nel caso di tutti gli oppioidi potenti: la depressione respiratoria è dose-dipendente è può essere invertita con un antagonista specifico dei narcotici come il naloxone, ma possono essere necessarie delle dosi aggiuntive di quest'ultimo a causa del fatto che la depressione respiratoria può durare più a lungo della durata dell’effetto dell’antagonista oppioide. L’analgesia profonda è accompagnata da una marcata depressione respiratoria che può perdurare o recidivare nel periodo postoperatorio. Per questo motivo i pazienti devono rimanere sotto adeguata sorveglianza. Gli apparecchi per rianimazione e gli antagonisti dei narcotici devono essere rapidamente disponibili. L’iperventilazione durante l’anestesia può alterare le risposte del paziente alla CO2 influenzando così la respirazione postoperatoriamente. L’effetto sulla respirazione può protrarsi in particolare negli anziani. Nei neonati, si deve sempre prevedere l’insorgenza di depressione respiratoria dopo la somministrazione di piccole dosi. In casi isolati, in pazienti epilettici, dopo la rapida somministrazione di una dose elevata di fentanil (19 - 36 microgrammi/kg) in 2 - 5 minuti, sono state registrate crisi epilettiche mediante elettrocorticografia anche in regioni cerebrali sane. Non sono note al momento conseguenze sulla localizzazione elettrocorticografica intraoperatoria dei foci dopo la somministrazione di basse dosi di fentanil. Può insorgere rigidità muscolare, che può anche comprendere i muscoli toracici, ma può essere evitata adottando le seguenti misure: iniezione per via intravenosa lenta (di norma sufficiente per dosi inferiori), premedicazione con benzodiazepine e utilizzo di rilassanti muscolari. Rischio dall’uso concomitante di medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l’uso concomitante di Fentanyl e medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante con questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali le opzioni di un trattamento alternativo non sono possibili. Se si decide di prescrivere Fentanyl in concomitanza a medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace più bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile. I pazienti devono essere attentamente valutati per i segni e i sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, è fortemente raccomandato di informare i pazienti e le persone che se ne prendono cura (dove applicabile) di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5). Possono insorgere movimenti (mio)clonici non epilettici. Come nel caso di altri oppioidi, a causa degli effetti anticolinergici, la somministrazione di fentanil può condurre a un aumento della pressione del dotto biliare e, in casi isolati, si potrebbe verificare uno spasmo dello sfintere di Oddi. Si deve tenere conto di queste possibili conseguenze durante le procedure diagnostiche intraoperatorie di interventi chirurgici effettuati sul dotto biliare e nel trattamento del dolore di pazienti in unità di terapia intensiva. Il fentanil, come tutti gli altri oppioidi, può avere un effetto inibitorio sulla motilità intestinale. Si deve tenere conto di questo fattore nel trattamento del dolore di pazienti in unità di terapia intensiva affetti da malattie intestinali infiammatorie od ostruttive. Possono insorgere bradicardia e possibilmente arresto cardiaco se il paziente ha ricevuto una quantità insufficiente di un anticolinergico o quando il fentanil viene somministrato in associazione a rilassanti muscolari non vagolitici. La bradicardia può essere trattata con atropina. Gli oppioidi possono indurre ipotensione, specialmente in pazienti ipovolemici e in quelli con insufficienza cardiaca scompensata. Le dosi d'induzione devono essere adattate e somministrate lentamente per prevenire la depressione cardiovascolare. Si devono adottare misure idonee per mantenere stabile la pressione arteriosa. Bisogna evitare l’utilizzo d’iniezioni rapide in bolo di fentanil in pazienti con compliance intracerebrale compromessa; in tali pazienti, infatti, la diminuzione transitoria nella pressione arteriosa media viene occasionalmente accompagnata da una riduzione di breve durata della pressione di perfusione cerebrale. I pazienti in terapia cronica con oppioidi o con storia di abuso da oppioidi possono richiedere dosi più elevati. Si raccomanda di ridurre il dosaggio negli anziani e nei pazienti debilitati. Gli oppioidi devo-no essere titolati con cautela nei pazienti con: ipotiroidismo non controllato, malattie polmo-nari, ridotta capacità respiratoria, etilismo, compromessa funzionalità epatica o renale. Tali pazienti richiedono anche un prolungato monitoraggio postoperatorio. Porre attenzione alla dose in pazienti con insufficienza epatica in quanto è probabile che il metabolismo sia alterato. Controllare con attenzione i sintomi di tossicità da fentanil in pazienti con insufficienza renale. Il volume di distribuzione del fentanil può essere alterato dalla dialisi, che può incidere sulle concentrazioni sieriche. Se il fentanil viene somministrato con un neurolettico [come il droperidolo], l’utilizzatore deve essere familiare con le caratteristiche specifiche di tale farmaco, in particolar modo della differenza nella durata dell’azione. Quando viene utilizzata tale combinazione si verifica una maggiore incidenza dell’ipotensione. I neurolettici possono indurre sintomi extrapiramidali che possono essere controllati con agenti anti Parkinson. Sindrome serotoninergica: Si raccomanda cautela quando fentanil viene somministrato in concomitanza con i farmaci che hanno effetti sul sistema dei neurotrasmettitori serotoninergici. Lo sviluppo di una sindrome serotoninergica potenzialmente letale può verificarsi con l'utilizzo concomitante di farmaci serotoninergici come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (SNRI), e con farmaci che causano disfunzioni del metabolismo della serotonina (inclusi gli inibitori delle monoamino ossidasi [IMAO]). Questo fatto può verificarsi utilizzando la dose raccomandata. La sindrome serotoninergica può includere variazioni dello stato mentale (per es., agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (per es., tachicardia, pressione sanguigna labile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (per es., iperreflessia, mancanza di coordinazione, rigidità), e/o sintomi gastrointestinali (per es. nausea, vomito, diarrea). Se si sospetta una sindrome serotoninergica è necessario considerare una rapida interruzione del trattamento con fentanil. Popolazione pediatrica: Le tecniche che comportano analgesia in un bambino che respira spontaneamente devono essere adottate solo nell'ambito di una tecnica anestetica o di sedazione/analgesia praticata da personale esperto in un ambiente dove sia possibile gestire un'improvvisa rigidità della parete toracica che richieda intubazione o un'apnea che richieda il supporto respiratorio. Quando si somministra il fentanyl in associazione al droperidolo, il medico deve essere a conoscenza delle caratteristiche specifiche e degli effetti indesiderati di entrambi i farmaci. Questo medicinale contiene 3,5 mg di sodio per millilitro di soluzione equivalente a 0,2% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
5. Interazioni
Effetto di altri farmaci sul Fentanyl. Medicinali sedativi quali benzodiazepine o medicinali correlati ad esse: l’uso concomitante di oppiodi con medicinali sedativi quali le benzodiazepine o correlati ad esse aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo aggiuntivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento combinato devono essere limitate (vedere paragrafo 4.4). Farmaci come barbiturici, neurolettici, gas alogeni e altri medicinali a effetto depressivo non selettivo sul (ad esempio, alcool) possono potenziare la depressione respiratoria dei narcotici. Quando i pazienti hanno ricevuto tali medicinali, la dose richiesta di fentanil deve essere inferiore a quella normale. Si deve comunque diminuire anche la dose di altri medicinali che esercitano un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale, quando tali agenti vengono somministrati dopo il fentanil. Esperimenti su animali (topi) hanno mostrato che fentanil non modifica la dose ipnotica mediana effettiva del tiopental, ma ne riduce la dose letale mediana. Pertanto il tipo di interazione fra tiopental e fentanil è più forte nell'effetto letale rispetto all'effetto ipnotico. Questo può essere importante nelle situazioni cliniche in cui vengono utilizzate dosi elevate di tiopental nell' uomo. Il fentanil, un medicinale con elevata clearance, viene metabolizzato rapidamente e ampliamente principalmente dal CYP3A4. L’itraconazolo (un potente inibitore del CYP3A4) a 200mg/giorno somministrato per via orale per 4 giorni non presenta un effetto significativo sulla farmacocinetica del fentanil per via intravenosa. La somministrazione concomitante di fluconazolo o di voriconazolo e di fentanil può provocare un aumento dell'esposizione al fentanil. Il ritonavir orale (uno degli inibitori di CYP3A4 più potenti) ha ridotto la clearence del fentanil per via intravenosa di due terzi; ciò nonostante le concentrazioni plasmatiche di picco dopo una singola dose di fentanil per via intravenosa non ne hanno risentito. Quando il fentanil viene utilizzato in una singola dose, l’uso concomitante dei potenti inibitori di CYP3A4, come il ritonavir, richiede una particolare cura e osservazione del paziente.Nel caso di trattamento continuo, può essere necessaria una riduzione della dose del fentanil per evitare l’accumulo del fentanil che potrebbe aumentare il rischio di depressione respiratoria prolungata o ritardata. In pazienti sottoposti a un precedente trattamento con MAO-inibitori negli ultimi 14 giorni prima della somministrazione di oppioidi, si sono osservate interazioni pericolose per la vita con petidina che riguardano il sistema nervoso centrale (come, ad esempio, agitazione, rigidità muscolare, iperpiressia, convulsioni) e il sistema respiratorio e circolatorio (come, ad esempio, depressione circolatoria, ipotensione, instabilità emodinamica e coma), che non possono essere eliminate con il fentanil. I MAO-inibitori bloccano anche gli enzimi che metabolizzano le sostanze ad attività centrale (sedativi, antistaminici, oppioidi, ecc.). Di conseguenza il fentanil può produrre un effetto intenso e prolungato, inclusa la depressione respiratoria. Solitamente si consiglia d’interrompere i MAO-inibitori nelle 2 settimane precedenti qualsiasi intervento chirurgico o procedura anestetica. Tuttavia relazioni diversi rapporti descrivono un utilizzo del fentanil senza incidenti durante interventi chirurgici e procedure anestetiche in pazienti con MAO-inibitori. La precedente somministrazione di cimetidina può determinare più alti livelli plasmatici di fentanil. La concomitante somministrazione di clonidina può potenziare gli effetti del fentanil, prolungando in particolare la depressione respiratoria indotta dal fentanil. Il vecuronio può causare depressione emodinamica in associazione con fentanil. Possono verificarsi riduzioni significative, non dipendenti dalla dose di vecuronio, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa media e della gittata cardiaca. Durante la somministrazione combinata di atracurio e fentanil possono verificarsi episodi di bradicardia. Gli effetti del fentanil sono potenziati e prolungati se somministrato in associazione con baclofene. Gli anticonvulsivanti, quali la carbamazepina, la fenitoina e il primidone, sono agenti potenti di induzione enzimatica che aumentano il metabolismo del fentanil nel fegato, per cui il fentanil è eliminato più rapidamente dall'organismo. Si deve quindi prevedere un netto incremento del fabbisogno di fentanil nei pazienti in trattamento per lungo tempo con tali anticonvulsivanti, con l'eccezione del valproato sodico. Farmaci serotoninergici: La somministrazione concomitante di fentanil e di un agente serotoninergico, come un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) o un inibitore della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (SNRI), o un inibitore delle monoamino ossidasi (IMAO) può aumentare il rischio della sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente letale. Effetto del Fentanil su altri medicinali: In seguito alla somministrazione di fentanil, deve essere ridotta la dose degli altri medicinali soppressori del sistema nervoso centrale (vedi sopra). Le concentrazioni plasmatiche di etomidato sono aumentate considerevolmente (per un fattore di 2-3) quando in associazione con il fentanil. La clearance plasmatica complessiva e il volume di distribuzione dell'etomidato sono diminuiti di un fattore di 2 a 3 senza un cambio nell’emivita quando somministrato con il fentanil. La somministrazione concomitante di fentanil e midazolam può causare una diminuzione della pressione sanguigna. La somministrazione simultanea di fentanil e di midazolam per via intravenosa può causare un aumento dell’emivita plasmatica terminale e una diminuzione della clearance plasmatica del midazolam. Se questi medicinali vengono somministrati in modo concomitante con il fentanil, potrebbe essere necessario ridurre la loro dose.
6. Effetti indesiderati
La sicurezza di fentanil per via intravenosa è stata valutata su 376 soggetti che hanno partecipato in 20 studi clinici che hanno esaminato il fentanil per via intravenosa come anestetico. Questi soggetti hanno assunto almeno 1 dose di fentanil per via intravenosa e fornito i dati di sicurezza. Sulla base dei dati di sicurezza ottenuti dai suddetti studi clinici, le reazioni avverse a farmaci frequenza più comunemente riportate (incidenza ≥ 5%) sono state (con incidenza%): nausea (26,1), vomito (18,6), rigidità muscolare (10,4), ipotensione (8,8) ipertensione (8,8) bradicardia (6,1) e sedazione (5,3). Includendo le reazioni avverse a farmaci sopramenzionate, le seguenti tabelle illustrano le reazioni avverse a farmaci che sono state riscontrate con l’uso di fentanil per via intravenose in studi clinici o in esperienze post-commercializzazione. Le categorie di frequenza indicate utilizzano la seguente convenzione: Molto comune: ≥1/10; Comune: ≥1/100 e <1/10; Non comune: ≥1/1000 e <1/100; Raro: ≥1/10.000 e <1/1000; Molto raro: <1/10.000; Non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Classificazione sistemica organica Molto comune Comune Non comune Non nota
Disturbi del sistema immunitario       Ipersensibilità (come shock anafilattico, reazione anafilattica, orticaria)
Disturbi psichiatrici     Umore euforico  
Patologie del sistema nervoso   Discinesia Sedazione Capogiri Mal di testa Convulsioni Perdita di conoscenza Mioclono
Patologie dell'occhio   Disturbi della vista    
Patologie cardiache   Bradicardia Tachicardia Aritmia   Arresto cardiaco
Patologie vascolari   Ipotensione Ipertensione Dolore venoso Flebite Fluttuazione della pressione sanguigna  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Laringospasmo Broncospasmo Apnea Iperventilazione Singhiozzo Depressione respiratoria
Patologie gastrointestinali Nausea Vomito      
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Dermatite allergica   Prurito
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Rigidità muscolare inclusi muscoli toracici      
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione     Brividi Ipotermia  
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni procedurali   Confusione postoperatoria Complicazione vie respiratorie dell'anestesia Agitazione postoperatoria  
 
Classificazione sistemica organica Frequenza non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Metaemoglobinemia
Disturbi psichiatrici Delirio La somministrazione di fentanil per un lungo periodo può indurre lo sviluppo d’intolleranza. Non si può evitare l’insorgere della dipendenza farmacologica
Patologie del sistema nervoso Vertigini Sindrome di Horner Perdita del riflesso faringeo e della capacità di deglutire
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Edema polmonare
Patologie epatobiliari Spasmo dello sfintere di Oddi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Iperidrosi
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Aumento del tono muscolare dell’uretere Ritenzione urinaria, soprattutto in pazienti con ipertrofia prostatica
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sintomi di astinenza da oppioidi
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
Non sono disponibili dati clinici adeguati inerenti all’uso di fentanil in donne in gravidanza. Il fentanil può attraversare la placenta all’inizio della gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno mostrato una certa tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3, Dati preclinici di sicurezza). Il potenziale rischio per gli esseri umani è sconosciuto. Si sconsiglia l’uso di fentanil (per via intramuscolare o intravenosa) durante il parto, in quanto il fentanil attraversa la placenta e perché il centro respiratori fetale è particolarmente sensibile agli oppiacei. Se ciò nonostante viene somministrato il fentanyl, deve essere sempre a portata di mano un antidoto per il neonato. Il fentanil viene escreto nel latte materno. Per questo motivo si raccomanda d non allattare per almeno 24 ore dopo la somministrazione di questo medicinale. Il rischio/benefico dell’allattamento in seguito a somministrazione di fentanil deve essere preso in considerazione.
8. Conservazione
Tenere le fiale/flaconcini nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
1 ml di soluzione iniettabile contiene: Fentanil citrato 0,0785 mg; equivalente a fentanil 0,050 mg. 1 fiala da 2 ml di soluzione iniettabile contiene: Fentanil citrato 0,157 mg; equivalente a fentanil 0,10 mg. 1 fiala da 10 ml di soluzione iniettabile contiene: Fentanil citrato 0,785 mg; equivalente a fentanil 0,50 mg. 1 flaconcino da 50 ml di soluzione iniettabile contiene: Fentanil citrato 3,925 mg; equivalente a fentanil 2,5 mg. Eccipiente con effetti noti: Fentanyl-hameln soluzione iniettabile contiene 3,5 mg di sodio per ogni millilitro di soluzione. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Sodio cloruro, Acqua per preparazioni iniettabili, Acido cloridrico o sodio idrossido per la regolazione del pH.
11. Sovradosaggio
Segni e sintomi Un sovradosaggio di fentanil si manifesta con un protrarsi delle sue azioni farmacologiche. A seconda della sensibilità individuale, il quadro clinico è determinato soprattutto dal grado di depressione respiratoria che varia dalla bradipnea all’apnea, bradicardia fino all’asistolia, calo della pressione sanguigna, insufficienza circolatoria, coma, attività simili all’epilessia, rigidità muscolare della parete toracica, del tronco e delle estremità, edema polmonare. Trattamento Nel caso d’ipoventilazione o apnea bisogna somministrare ossigeno e la respirazione deve essere assistita o controllata come indicato. Uno specifico narcotico antagonista come il naloxone deve essere utilizzato come indicato per controllare la depressione respiratoria. Ciò non preclude l’uso di contromisure più immediate. La normale dose iniziale di naloxone va da 0,4 a 2 mg. Nel caso in cui non si rilevino effetti negativi, si può ripetere tale dose ogni 2 - 3 minuti fino all’annullamento della depressione respiratoria o al risveglio. La depressione respiratoria può durare più a lungo dell’effetto dell’antagonista e per questo motivo potrebbe essere necessario somministrare delle dosi aggiuntive di quest’ultimo. Se la respirazione depressa è associata con la rigidità muscolare, potrebbe essere necessario un agente bloccante neuromuscolare intravenoso per agevolare la respirazione assistita o controllata. Si deve osservare con attenzione il paziente. Si deve mantenere il calore corporeo e l’adeguato apporto idrico. Se l’ipotensione è grave o persistente, deve essere presa in considerazione la possibilità d’ipovolemia che, se presente, può essere controllata mediante adeguata somministrazione idrica parenterale.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).