1. Indicazioni terapeutiche
Fenofibrato EG è indicato in aggiunta alla dieta e ad altri trattamenti non farmacologici (ad es. esercizio fisico, riduzione ponderale) per: – Trattamento dell’ipertrigliceridemia grave con o senza bassi livelli di colesterolo HDL. – Iperlipidemia mista quando una statina è controindicata o non tollerata. – Iperlipidemia mista nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, in aggiunta a una statina, quando i livelli di trigliceridi e di colesterolo HDL non sono adeguatamente controllati.
2. Posologia
Le misure dietetiche iniziate prima della terapia devono essere continuate. La risposta alla terapia deve essere monitorata determinando i livelli sierici dei lipidi. Se non è stata raggiunta una risposta adeguata dopo diversi mesi (es. 3 mesi), devono essere prese in considerazione misure terapeutiche complementari o differenti. Posologia Adulti La dose raccomandata è di una compressa da 145 mg di fenofibrato una volta al giorno. I pazienti già in terapia con una capsula da 200 mg di fenofibrato o una compressa da 160 mg di fenofibrato possono passare ad una compressa di fenofibrato da 145 mg senza ulteriori aggiustamenti della dose. Popolazioni speciali Pazienti anziani Nei pazienti anziani, senza compromissione renale, è raccomandata la dose prevista per i pazienti adulti. Compromissione renale È richiesta la riduzione del dosaggio nei pazienti con compromissione renale. Nelle malattie croniche renali da lievi a moderate, utilizzare medicinali contenenti dosi più basse di fenofibrato (100 mg o 67 mg una volta al giorno). L’uso dei fenofibrato è controindicato nei pazienti con una malattia cronica renale grave (insufficienza renale – vedere paragrafo 4.3). Compromissione epatica L’uso di Fenofibrato non è raccomandato in pazienti con compromissione epatica a causa di mancanza di dati disponibili. Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di fenofibrato in bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. Pertanto, l’uso di fenofibrato non è raccomandato in questi soggetti. Modo di somministrazione Le compresse possono essere assunte in qualsiasi momento della giornata, sia ai pasti che lontano dai pasti (vedere paragrafo 5.2). Le compresse devono essere deglutite intere con un bicchiere d’acqua.
3. Controindicazioni
Insufficienza epatica (compresa la cirrosi biliare e persistenti anomalie della funzione epatica di natura non chiara, come ad esempio aumento persistente delle transaminasi sieriche); malattia della colecisti; insufficienza renale; pancreatite acuta o cronica ad eccezione della pancreatite acuta dovuta a grave ipertrigliceridemia; nota fotoallergia o reazione di fototossicità durante il trattamento con fibrati o ketoprofene; ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1
4. Avvertenze
Cause secondarie dell’iperlipidemia Cause secondarie dell’ipercolesterolemia, quali diabete mellito di tipo 2 non controllato, ipotiroidismo, sindrome nefrotica, disproteinemia, malattia epatica ostruttiva, trattamento farmacologico (sospetto di iatrogenesi, ad esempio da diuretici, β–bloccanti, estrogeni, progestinici e contraccettivi orali combinati, agenti immunosoppressori e inibitori delle proteasi) o alcolismo, devono essere trattati adeguatamente prima di iniziare la terapia con fenofibrato. In questi casi si deve accertare se l’iperlipidemia è di natura primaria o secondaria (possibile aumento dei valori lipidici causato dalle patologie e dagli agenti terapeutici elencati sopra). Funzione epatica Come per altri agenti ipolipemizzanti, sono stati segnalati, in alcuni pazienti, aumenti dei livelli delle transaminasi. Nella maggioranza dei casi questi aumenti sono stati di carattere transitorio, lieve e asintomatico. Si raccomanda di monitorare i livelli di transaminasi ogni 3 mesi durante i primi 12 mesi di trattamento e, successivamente, periodicamente. Deve essere posta attenzione ai pazienti che sviluppano un aumento dei livelli di transaminasi e il trattamento deve essere interrotto se i livelli di AST (SGOT) e ALT (SGPT) aumentano più di tre volte rispetto al limite superiore del normale intervallo. In presenza di sintomi indicativi di un’epatite (ad es. ittero, prurito) e la diagnosi è confermata da esami di laboratorio, il trattamento con fenofibrato deve essere interrotto. Pancreas è stata segnalata pancreatite in pazienti che assumono fenofibrato (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). Ciò può rappresentare una mancata efficacia in pazienti con ipertrigliceridemia grave o un effetto diretto del farmaco o un fenomeno secondario mediato dalla presenza di calcoli biliari o dalla formazione di masse dense con ostruzione del dotto biliare comune. Muscolo A seguito di somministrazione di fibrati e di altri agenti ipolipemizzanti è stata segnalata tossicità muscolare compresi casi rari di rabdomiolisi. L’incidenza di miotossicità aumenta in caso di ipoalbuminemia e insufficienza renale pregressa. La tossicità muscolare deve essere sospettata in pazienti che presentano mialgia diffusa, miosite, crampi muscolari e debolezza e/o aumenti marcati della CPK (livelli superiori di 5 volte il limite superiore dell’intervallo normale). In questi casi il trattamento con fenofibrato deve essere interrotto. Pazienti con fattori predisponenti a miopatia e/o rabdomiolisi, inclusi età superiore a 70 anni, anamnesi personale o familiare di patologie muscolari ereditarie, compromissione renale, ipotiroidismo e alto consumo di alcool, possono essere soggetti ad un maggior rischio di sviluppare rabdomiolisi. Per questi pazienti devono essere valutati attentamente i potenziali benefici e rischi della terapia con fenofibrato. Il rischio di tossicità muscolare può essere aumentato se il farmaco viene somministrato con un altro fibrato o un inibitore della HMG–CoA reduttasi (statina), particolarmente nei casi di preesistente malattia muscolare. Conseguentemente, la concomitante prescrizione di fenofibrato con un inibitore della HMG– CoA reduttasi o un altro fibrato deve essere riservata a pazienti con dislipidemia combinata severa ed elevato rischio cardiovascolare, senza anamnesi di malattia muscolare e monitorando attentamente la potenziale tossicità muscolare. Funzione renale Il trattamento deve essere interrotto in caso di aumento dei livelli di creatinina maggiori del 50% e del limite superiore di normalità (ULN). Si raccomanda di controllare la creatinina nei primi tre mesi dall’inizio del trattamento e, successivamente, periodicamente (per raccomandazioni sulla dose vedere paragrafo 4.2). Eccipienti Questo medicinale contiene lattosio, perciò i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi o da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Anticoagulanti orali Il fenofibrato aumenta l’effetto degli anticoagulanti orali e può aumentare il rischio di sanguinamento. L’assunzione contemporanea di fenofibrato e anticoagulanti orali non è raccomandata; se questa è assolutamente necessaria, si raccomanda di ridurre la dose di anticoagulanti di circa un terzo all’inizio del trattamento e successivamente di aggiustarla gradualmente se necessario, in base al monitoraggio dell’INR (International Normalised Ratio). Ciclosporina Alcuni casi gravi di compromissione reversibile della funzione renale sono stati segnalati durante l’assunzione concomitante di fenofibrato e ciclosporina. La funzione renale di questi pazienti deve perciò essere strettamente monitorata e il trattamento con fenofibrato deve essere interrotto in caso di gravi alterazioni dei parametri di laboratorio. Inibitori della HMG–CoA reduttasi e altri fibrati Il rischio di grave tossicità muscolare è aumentato se un fibrato è impiegato in combinazione con gli inibitori della HMG–CoA riduttasi o con altri fibrati. Tale terapia combinata deve essere adottata con cautela e i pazienti devono essere strettamente monitorati riguardo a segni di tossicità muscolare (vedere paragrafo 4.4). Glitazoni Alcuni casi di paradossale riduzione reversibile di colesterolo HDL sono stati segnalati durante l’assunzione concomitante di fenofibrato e glitazoni. Pertanto, in questi casi si raccomanda di monitorare i livelli di colesterolo HDL e di interrompere entrambe le terapie se i livelli di colesterolo HDL sono troppo bassi. Enzimi del citocromo P450 Studi in vitro con microsomi epatici umani, indicano che fenofibrato e acido fenofibrico non sono inibitori delle isoforme CYP3A4, CYP2D6, CYP2E1 o CYP1A2 del citocromo (CYP)P450. Essi sono deboli inibitori dell’isoforma CYP2C19 e CYP2A6 e inibitori lievi–moderati dell’isoforma CYP2C9 alle concentrazioni terapeutiche. I pazienti che assumono contemporaneamente fenofibrato e farmaci metabolizzati dal CYP2C19, CYP2A6 e specialmente dal CYP2C9 e che hanno un ristretto indice terapeutico devono essere attentamente monitorati e, se necessario, si raccomanda di aggiustare la dose di questi farmaci.
6. Effetti indesiderati
Le reazioni avverse più comunemente segnalate durante il trattamento con fenofibrato sono disturbi digestivi, gastrici o intestinali. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante studi clinici controllati verso placebo (n=2344) e studi post–marketinga alle frequenze sotto riportate:
Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) | Comuni >1/100, < 1/10 | Non comuni >1/1000, < 1/100 | Rari > 1/10.000, < 1/1000 | Molto rari <1/10.000 incluse segnalazioni isolate | Frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | | Riduzione dell’emoglobin a Riduzione della conta leucocitaria | | |
Disturbi del sistema immunitario | | | Ipersensibilità | | |
Patologie del sistema nervoso | | Cefalea | | | |
Patologie vascolari | | Tromboembolismo (embolia polmonare, trombosi venosa profonda)* | | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | | | | Pneumopatie interstizialia |
Patologie Gastrointestinali | Segni e sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, flatulenza) | Pancreatite* | | | |
Patologie epatobiliari | Aumento delle transaminasi (vedere paragrafo 4.4) | Colelitiasi | Epatite (vedere paragrafo 4.4) | | Ittero, complicanze della colelitiasi a (ad esempio colecisti, colangite colica biliare) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Ipersensibilità cutanea (ad esempio, eruzione cutanea, prurito, orticaria) | Alopecia Reazioni di fotosensibilità | | Reazioni cutanee gravia (ad esempio, eritema multiforme, sindrome di Stevens– Johnson, necrolisi epidermica tossica) |
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | | Disturbi muscolari (ad esempio, mialgia, miosite, spasmi muscolari e debolezza) | | | Rabdomiolisia |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | Disfunzione sessuale | | | |
Esami diagnostici | | Aumento della creatinina nel sangue | Aumento dell’urea nel sangue | | |
Nello studio FIELD, uno studio randomizzato controllato con placebo, eseguito su 9795 pazienti con diabete mellito di tipo 2, un aumento statisticamente significativo dei casi di pancreatite è stato osservato in pazienti che ricevevano fenofibrato rispetto a coloro che ricevevano il placebo (0,8% contro 0,5 %; p=0,031). Nello stesso studio, è stato segnalato un aumento statisticamente significativo dell’aumento di incidenza di embolia polmonare (0,7% nel gruppo trattato con placebo contro 1,1% nel gruppo trattato con fenofibrato; p=0,022) e un aumento statisticamente non significativo delle trombosi venose profonde (placebo: 1,0% [48/4900 pazienti] contro fenofibrato 1,4% [67/4895 pazienti]; p=0,074). a Oltre agli eventi segnalati negli studi clinici, i seguenti effetti indesiderati sono stati segnalati spontaneamente durante la commercializzazione di FENOFIBRATO 145 mg. Dai dati disponibili non si può stimare una frequenza precisa che perciò è da considerarsi "non nota"; Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Malattia polmonare interstiziale; Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e osseo: Rabdomiolisi
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili dati adeguati relativi all’impiego del fenofibrato nelle donne in gravidanza. Studi sull’animale non hanno mostrato alcun effetto teratogeno. Sono stati riscontrati effetti embriotossici alle dosi che hanno provocato tossicità nelle madri (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo è sconosciuto. Pertanto Fenofibrato EG 145 mg deve essere usato in gravidanza solamente dopo un’accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio. Allattamento Non è noto se fenofibrato e/o i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Il rischio per i lattanti non può essere escluso, pertanto, fenofibrato non deve essere utilizzato durante l’allattamento.
8. Conservazione
Conservare nella confezione originale. Questo medicinale non necessita di alcuna particolare condizione di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene 145,0 mg di fenofibrato (nanoparticelle). Eccipiente con effetti noti: ogni compressa contiene: 444 mg di Lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio anidro, ipromellosa, croscarmellosa sodica sodio laurilsolfato, simeticone, magnesio stearato
11. Sovradosaggio
Sono stati segnalati solo casi aneddotici di sovradosaggio con fenofibrato. Nella maggior parte dei casi non sono stati segnalati sintomi da sovradosaggio. Non è conosciuto uno specifico antidoto. Se si sospetta un sovradosaggio si deve ricorrere al trattamento sintomatico e istituire appropriate misure di supporto. Il fenofibrato non può essere eliminato con l’emodialisi.