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Cytomegatect 100 u/ml soluzione per infusione 1 flaconcino da 50 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Profilassi delle manifestazioni cliniche dell’infezione da citomegalovirus in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva, in particolar modo nei pazienti sottoposti a trapianto. Per la profilassi anti-CMV deve essere preso in considerazione l’uso concomitante di idonei agenti virostatici.
2. Posologia
Posologia. La dose singola è 1 ml per kg di peso corporeo. La somministrazione deve iniziare il giorno del trapianto. In caso di trapianto di midollo osseo, la profilassi può iniziare fino a 10 giorni prima del trapianto, in particolare nei pazienti sieropositivi per il CMV. Complessivamente devono essere somministrate almeno 6 dosi a intervalli di 2-3 settimane una dall’altra. Popolazione pediatrica: La posologia nei bambini e negli adolescenti (0-18 anni) non differisce da quella utilizzata negli adulti, poiché i dati posologici per ogni indicazione si riferiscono al peso corporeo e sono adattati in base all’esito clinico delle condizioni summenzionate. Insufficienza epatica: Non è disponibile evidenza delle necessità di un aggiustamento della dose. Insufficienza renale: Senza aggiustamento della dose, a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4. Anziani: Senza aggiustamento della dose, a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4. Modo di somministrazione: Uso endovenoso. Cytomegatect deve essere infuso per via endovenosa con una velocità di infusione iniziale di 0,08 ml/kg p.c./h per 10 minuti. Vedere paragrafo 4.4. In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Se il preparato è ben tollerato, la velocità di infusione può essere progressivamente aumentata fino a un massimo di 0,8 ml/kg p.c./h per la durata rimanente dell’infusione.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane anticitomegalovirus) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Pazienti con deficit selettivo IgA che hanno sviluppato anticorpi anti IgA, in quanto la somministrazione di un prodotto contenente IgA può causare anafilassi.
4. Avvertenze
Tracciabilità. Per migliorare la tracciabilità dei farmaci biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati. Precauzioni d'uso. Spesso è possibile evitare potenziali complicanze verificando che i pazienti: • non siano sensibili all’immunoglobulina umana eseguendo una lenta infusione iniziale del medicinale (0,08 ml/kg p.c./h), • vengano monitorati attentamente per rilevare eventuali sintomi durante il periodo di infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana, i pazienti precedentemente trattati con un’altra immunoglobulina endovena (IVIg) o per i quali è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e durante la prima ora successiva al termine della stessa per rilevare potenziali segni avversi. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione. Per tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede: • adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg, • monitoraggio dell’escrezione urinaria, • monitoraggio dei livelli di creatinina sierica, • di evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa (vedere paragrafo 4.5). In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla severità della reazione avversa. Reazione all’infusione. Determinate reazioni avverse (es. cefalea, vampate, brividi, mialgia, respiro sibilante, tachicardia, lombalgia, nausea, e ipotensione arteriosa) possono essere correlate alla velocità di infusione. Osservare strettamente la velocità di infusione raccomandata, riportata al paragrafo 4.2. I pazienti devono essere strettamente monitorati e attentamente osservati, alla ricerca di qualsiasi sintomo durante il periodo dell’infusione. Le reazioni avverse possono comparire più frequentemente.• nei pazienti che ricevono immunoglobulina umana per la prima volta o, in rari casi, se il prodotto a base di immunoglobulina umana viene cambiato oppure se c’è stato un lungo intervallo dalla precedente infusione • nei pazienti con un’infezione non trattata o un’infiammazione cronica di base Ipersensibilità. Le reazioni di ipersensibilità sono rare. Si può sviluppare un’anafilassi nei pazienti • con IgA non rilevabili che hanno anticorpi anti-IgA • che hanno tollerato un precedente trattamento con immunoglobulina umana In caso di shock, attuare il trattamento medico standard per lo shock. Tromboembolia. Vi è evidenza clinica di una correlazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici quali infarto miocardico, accidente cerebrovascolare (incluso ictus), embolia polmonare e trombosi venosa profonda. Si ritiene che, nei pazienti a rischio, questi eventi siano correlati all’elevato afflusso di immunoglobuline, che comporta un aumento relativo della viscosità ematica. Occorre procedere con cautela nella prescrizione e nell’infusione di IVIg nelle seguenti categorie di soggetti: pazienti in sovrappeso e pazienti con fattori di rischio preesistenti per eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito, anamnesi positiva per patologia vascolare o episodi trombotici, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti sottoposti a immobilizzazione prolungata, pazienti con ipovolemia severa e pazienti affetti da malattie che aumentano la viscosità ematica). Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili. Insufficienza renale acuta. Nei pazienti sottoposti a terapia con IVIg sono stati descritti casi di insufficienza renale acuta. Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, trattamento nefrotossico concomitante o età superiore a 65 anni. Controllare i parametri renali prima dell’infusione di IVIg, in particolare nei pazienti giudicati a rischio potenzialmente aumentato di sviluppo di insufficienza renale acuta, ripetendo il controllo a intervalli appropriati. Nei pazienti a rischio di insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità di infusione e alla dose minima praticabili. In presenza di disfunzione renale deve essere considerata l’interruzione della terapia con IVIg. Benché i casi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati correlati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati contenenti vari eccipienti, quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante sono stati correlati ad una percentuale inusualmente elevata dei casi totali. Nei pazienti a rischio può essere considerato l’uso di prodotti IVIg privi di saccarosio. Cytomegatect non contiene saccarosio, glucosio e maltosio. Sindrome da meningite asettica (aseptic meningitis syndrome, AMS). È stata riportata la sindrome da meningite asettica in associazione al trattamento con IVIg. La sindrome in genere inizia dopo un periodo che varia da diverse ore a 2 giorni dal trattamento con IVIg. Gli esami sul liquido cerebrospinale spesso sono positivi per pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm³, soprattutto granulociti, e livelli di proteine elevati, fino a diverse centinaia di mg/dl. L’AMS può verificarsi più frequentemente in combinazione con un trattamento con IVIg ad alto dosaggio (2 g/kg). I pazienti che presentano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un approfondito esame neurologico, che comprenda l’analisi del CSF, per escludere altre cause di meningite. La sospensione del trattamento con IVIg ha portato alla remissione dell’AMS entro alcuni giorni senza sequele. Anemia emolitica. I prodotti IVIg possono contenere anticorpi gruppo sanguigno-specifici che possono agire come emolisine e indurre il rivestimento in vivo degli eritrociti con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e raramente emolisi. L’anemia emolitica può svilupparsi in seguito alla terapia con IVIg a causa del maggior sequestro di eritrociti. I pazienti riceventi IVIg devono essere monitorati per la presenza di segni e sintomi clinici di emolisi (vedere paragrafo 4.8). Neutropenia/Leucopenia. Dopo il trattamento con IVIg, è stata riportata una riduzione transitoria del numero dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, a volte severi. Ciò compare, di solito, entro ore o giorni dalla somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7 - 14 giorni. Lesione polmonare acuta correlata alla trasfusione (TRALI). Nei pazienti che ricevono IVIg, sono stati descritti alcuni casi di edema polmonare acuto non cardiogeno [Lesione polmonare acuta correlata alla trasfusione (TRALI)]. La TRALI è caratterizzata da severa ipossia, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione arteriosa. I sintomi di TRALI si sviluppano di solito durante o entro 6 ore dalla trasfusione, spesso entro 1-2 ore. Perciò, i riceventi di IVIg devono essere monitorati e l’infusione di IVIg deve essere immediatamente interrotta in caso di reazioni avverse polmonari. La TRALI è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, che richiede un’immediata gestione in unità di terapia intensiva. Interferenza con test sierologici. Dopo la somministrazione di immunoglobulina, l’incremento transitorio dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può portare a risultati falsi positivi dei test sierologici. La trasmissione passiva di anticorpi diretti contro antigeni eritrocitari, ad esempio A, B e D, può interferire con alcuni test sierologici per gli anticorpi anti-eritrocitari, come il test dell’antiglobulina diretto (TAD, test di Coombs diretto). Agenti trasmissibili. Le misure standard per la prevenzione delle infezioni dovute alla somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, l’analisi delle singole donazioni e dei pool plasmatici riguardo ai marcatori di infezione specifici e l’introduzione di procedure efficaci per l’inattivazione/eliminazione dei virus nelle fasi di produzione. Nonostante tali misure, in caso di somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano, il rischio di trasmissione di agenti infettivi non può essere totalmente escluso. Ciò vale anche per virus o altri agenti infettivi non conosciuti o di nuova comparsa. Le misure adottate sono considerate efficaci nei confronti di virus capsulati come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV) e per il virus non capsulato dell’epatite A (HAV). Le misure intraprese possono essere di efficacia limitata nel caso di virus non capsulati come il parvovirus B19. Esistono esperienze cliniche confortanti riguardo alla mancata trasmissione del virus dell’epatite A o del parvovirus B19 con le immunoglobuline; si presume anche che il contenuto in anticorpi apporti un contributo di rilievo alla sicurezza nei confronti dei virus. Popolazione pediatrica. Per la popolazione pediatrica si raccomanda di osservare le stesse avvertenze speciali e precauzioni per l’uso menzionate per i pazienti adulti.
5. Interazioni
Vaccini con virus vivi attenuati. La somministrazione di immunoglobuline può ridurre l’efficacia dei vaccini con virus vivi attenuati, quali i vaccini anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella, per un periodo compreso tra almeno 6 settimane e 3 mesi. Dopo la somministrazione di Cytomegatect deve trascorrere un intervallo di 3 mesi prima che si possa effettuare una vaccinazione con vaccini a base di virus vivi attenuati. Nel caso della vaccinazione anti-morbillo, l’efficacia può essere ridotta anche fino ad un anno. Nei pazienti vaccinati contro il morbillo deve quindi essere determinato lo status anticorpale. Diuretici dell’ansa. L’uso concomitante di diuretici dell’ansa deve essere evitato. Popolazione pediatrica. Si prevede che nella popolazione pediatrica possano verificarsi le stesse interazioni menzionate per gli adulti.
6. Effetti indesiderati
Sommario del profilo di sicurezza. Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine decrescente di frequenza) comprendono (vedere anche il paragrafo 4.4): • brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, bassa pressione arteriosa e moderata lombalgia • reazioni emolitiche reversibili; specialmente nei pazienti di gruppo sanguigno A, B e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede la trasfusione • (raramente) improvvisa caduta della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche se il paziente non ha presentato ipersensibilità alla precedente somministrazione • (raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota) • (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa profonda • casi di meningite asettica reversibile • casi di aumentati livelli di creatinina sierica e/o comparsa di insufficienza renale acuta • casi di lesione polmonare acuta correlata alla trasfusione (TRALI) Per informazioni relative alla sicurezza riguardante gli agenti trasmissibili, vedere paragrafo 4.4. Tabella delle reazioni avverse. La tabella riportata in basso è conforme alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC) e al livello di termini preferiti (PT). Le frequenze sono state valutate sulla base delle seguenti convenzioni: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente. Reazioni avverse osservate negli studi clinici: Nel programma di studi clinici (3 studi clinici, dose singola), condotto con preparati CMVIG Biotest su 33 pazienti in totale, non sono state riscontrate reazioni avverse al farmaco correlate ai prodotti CMVIG Biotest. Reazioni avverse osservate nell’esperienza post-commercializzazione (frequenza non nota - la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili):
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazioni avverse
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia emolitica
Disturbi del sistema immunitario Shock anafilattico, reazione anafilattica, reazione anafilattoide, ipersensibilità
Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiro
Patologie gastrointestinali Vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash, eritema, eruzione da farmaci, prurito
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale acuta
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Brividi, piressia, affaticamento
Esami diagnostici Aumento della creatinina nel sangue
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza: La sicurezza dell’uso di questo medicinale durante la gravidanza umana non è stata stabilita in studi clinici controllati; il medicinale deve quindi essere utilizzato soltanto con prudenza nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento. È stato dimostrato che i prodotti IVIg attraversano la placenta, soprattutto nel terzo trimestre. L’esperienza clinica con le immunoglobuline suggerisce che non debbano essere attesi effetti nocivi sul decorso della gravidanza, sul feto o sul neonato. Allattamento: Le immunoglobuline sono escrete nel latte umano. Non si prevedono effetti negativi sui neonati e i bambini piccoli allattati al seno. Fertilità. L’esperienza clinica con le immunoglobuline suggerisce che non debbano essere attesi effetti dannosi sulla fertilità.
8. Conservazione
Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C). Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Non congelare.
9. Principio attivo
Immunoglobulina umana anti-citomegalovirus (CMVIG) Un ml contiene: Proteine plasmatiche umane 50 mg (di cui almeno 96% immunoglobulina G), con un contenuto di anticorpi anti-citomegalovirus (CMV) di 100 U* * unità del preparato di riferimento del Paul-Ehrlich-Institut Ogni flaconcino da 10 ml contiene: 500 mg di proteine plasmatiche umane (di cui almeno 96% immunoglobulina G), con un contenuto di anticorpi anti-CMV di 1.000 U. Ogni flaconcino da 50 ml contiene: 2.500 mg di proteine plasmatiche umane (di cui almeno 96% immunoglobulina G), con un contenuto di anticorpi anti-CMV di 5.000 U. Distribuzione delle sottoclassi di IgG (valori approssimativi): IgG1 65% IgG2 30% IgG3 3% IgG4 2% Il contenuto massimo in immunoglobulina A (IgA) è 2.000 microgrammi/ml. Prodotto dal plasma di donatori umani. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Glicina, acqua per preparazioni iniettabili.
11. Sovradosaggio
Un sovradosaggio può indurre un sovraccarico di liquidi e iperviscosità, in particolare nei pazienti a rischio, compresi gli anziani o i pazienti con alterata funzionalità cardiaca o renale (vedere paragrafo 4.4).
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).