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Celecoxib Krka 200mg capsule rigide 20 capsule in blister pvc/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento sintomatico dell’osteoartrosi, dell’artrite reumatoide e della spondilite anchilosante. Celecoxib Krka è indicato negli adulti. La decisione di prescrivere un inibitore selettivo della COX–2 deve essere basata su una valutazione dei rischi complessivi del singolo paziente (vedere paragrafi 4.3, 4.4).
2. Posologia
Posologia Poiché i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con il dosaggio e la durata dell’esposizione, dovrebbe essere usata per una durata più breve possibile e con la più bassa dose efficace giornaliera. Le necessità del paziente per il trattamento sintomatico e la risposta alla terapia devono essere rivalutati periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.8 e 5.1). Osteoartrosi: la dose raccomandata abituale giornaliera è di 200 mg una volta al giorno o in due dosi separate. In alcuni pazienti, con insufficiente sollievo dai sintomi, un aumento della dose di 200 mg due volte al giorno può aumentare l’efficacia. In assenza di un aumento di beneficio terapeutico dopo due settimane, vanno considerate altre opzioni terapeutiche. Artrite reumatoide: la dose giornaliera iniziale raccomandata è di 200 mg in due dosi separate. La dose può, se necessario, essere successivamente aumentata a 200 mg due volte al giorno. In assenza di un aumento di beneficio terapeutico dopo due settimane, devono essere considerate altre opzioni terapeutiche. Spondilite anchilosante: la dose giornaliera raccomandata è di 200 mg una volta al giorno o in due dosi separate. In alcuni pazienti, con insufficiente miglioramento dei sintomi, un aumento della dose di 400 mg una volta al giorno o in due dosi separate può aumentare l’efficacia. In assenza di un aumento di beneficio terapeutico dopo due settimane, devono essere considerate altre opzioni terapeutiche. La dose massima giornaliera raccomandata è di 400 mg per tutte le indicazioni. Pazienti anziani (> 65 anni): come nei giovani adulti devono essere utilizzati inizialmente 200 mg al giorno. La dose può, se necessario, essere successivamente aumentata a 200 mg due volte al giorno. Particolare cautela deve essere usata nei pazienti anziani con un peso corporeo inferiore a 50 kg (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Pazienti con insufficienza epatica: nei pazienti con moderata insufficienza epatica con albumina sierica compresa tra 25–35 g /l, il trattamento deve essere iniziato con metà della dose raccomandata. L’esperienza in questi pazienti è limitata ai pazienti cirrotici (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). Pazienti con insufficienza renale: l’esperienza con celecoxib in pazienti con insufficienza renale lieve o moderata è limitata e pertanto questi pazienti devono essere trattati con cautela (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). Popolazione pediatrica: Celecoxib non è indicato per l’uso nei bambini. CYP2C9 metabolizzatori lenti: ai pazienti nei quali è noto o si sospetta siano metabolizzatori lenti CYP2C9 sulla base di genotipizzazione o precedente storia/esperienza con altri substrati del CYP2C9, celecoxib deve essere somministrato con cautela, in quanto il rischio di effetti avversi dose–dipendenti è aumentato. Si consideri di ridurre la dose a metà della dose minima raccomandata (vedere paragrafo 5.2). Modo di somministrazione Uso orale. Le capsule devono essere inghiottite intere con un bicchiere d’acqua. Celecoxib Krka può essere assunto con o senza cibo.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipersensibilità nota alle sulfonamidi. Ulcera peptica attiva o sanguinamento gastrointestinale (GI). I pazienti che hanno l’asma, rinite acuta, polipi nasali, edema angioneurotico, orticaria o altre reazioni di tipo allergico dopo l’assunzione di acido acetilsalicilico o FANS inclusi COX –2 (inibitori della cicloossigenasi–2). In gravidanza e nelle donne in età fertile a meno che non si utilizzi un metodo contraccettivo efficace (vedere paragrafo 4.5). Celecoxib ha dimostrato di provocare malformazioni nelle due specie animali studiate (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo in gravidanza è sconosciuto, ma non può essere escluso. L’allattamento al seno (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). Grave insufficienza epatica (albumina sierica < 25 g/l o punteggio Child–Pugh ≥10). Clearance stimata della creatinina renale <30 ml/min. Infiammazione cronica dell’intestino. Insufficienza cardiaca congestizia (NYHA II–IV). Cardiopatia ischemica, arteriopatia periferica e/o vasculopatia cerebrale accertate.
4. Avvertenze
Complicazioni del tratto gastrointestinale superiore [perforazioni, ulcere o sanguinamenti (SUP)], alcune delle quali ad esito fatale, si sono verificati in pazienti trattati con celecoxib. Si consiglia cautela nel trattamento di pazienti più a rischio di sviluppare complicazioni gastrointestinali con i FANS: gli anziani, i pazienti con qualsiasi altro FANS o acido acetilsalicilico in concomitanza o pazienti con una storia di patologie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale. Vi è un ulteriore aumento del rischio di eventi avversi gastrointestinali (ulcerazione gastrointestinale o altre complicazioni gastrointestinali), quando celecoxib viene assunto insieme all’acido acetilsalicilico (anche a basse dosi). Una differenza significativa nella sicurezza gastrointestinale tra inibitori selettivi della COX–2 + acido acetilsalicilico e FANS + acido acetilsalicilico non è stata dimostrata in studi clinici a lungo termine (vedere paragrafo 5.1). L’uso concomitante di celecoxib e FANS diversi dall’aspirina deve essere evitato. Aumento del numero di eventi cardiovascolari gravi, principalmente infarto del miocardio, è stato trovato in uno studio controllato con placebo a lungo termine in soggetti con polipi adenomatosi sporadici trattati con celecoxib a dosi di 200 mg BID e 400 mg BID rispetto al placebo (vedere paragrafo 5.1). Poiché i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con il dosaggio e la durata dell’esposizione, dovrebbe essere usata la durata più breve possibile e la più bassa dose efficace giornaliera. La necessità del paziente nel trattamento sintomatico e la risposta alla terapia devono essere rivalutati periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.8 e 5.1). I pazienti con fattori di rischio significativi per eventi cardiovascolari (per esempio ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo di sigaretta) devono essere trattati con celecoxib solo dopo attenta valutazione (vedere paragrafo 5.1). Gli inibitori selettivi delle COX–2 non sono un sostituto dell’acido acetilsalicilico per la profilassi delle patologie cardiovascolari tromboemboliche a causa della loro mancanza di effetti antipiastrinici. Pertanto, la terapia antipiastrinica non deve essere interrotta (vedere paragrafo 5.1). Come per gli altri farmaci noti per inibire la sintesi delle prostaglandine, ritenzione idrica ed edema sono stati osservati in pazienti trattati con celecoxib. Pertanto, celecoxib deve essere usato con cautela nei pazienti con storia di insufficienza cardiaca, disfunzione ventricolare sinistra o ipertensione e nei pazienti con edema preesistente per qualsiasi altra ragione, dal momento che l’inibizione delle prostaglandine può determinare un deterioramento della funzionalità renale e ritenzione di liquidi. Cautela è necessaria anche nei pazienti che assumono diuretici o che sono a rischio di ipovolemia. Come con tutti i FANS, celecoxib può portare alla comparsa di nuova ipertensione o peggioramento dell’ipertensione pre–esistente, ciascuno dei quali può contribuire alla maggiore incidenza di eventi cardiovascolari. Pertanto, la pressione arteriosa deve essere attentamente monitorata durante l’inizio della terapia con celecoxib e durante tutto il corso della terapia. Funzione renale o epatica compromesse e disfunzione cardiaca sono più probabili soprattutto negli anziani e quindi dovrebbero essere mantenuta una supervisione clinicamente appropriata.I FANS, incluso celecoxib, possono causare tossicità renale. Studi clinici con celecoxib hanno dimostrato effetti renali simili a quelli osservati con i FANS di confronto. I pazienti a maggior rischio di tossicità renale sono quelli con insufficienza renale, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica, quelli che assumono diuretici, ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, e gli anziani (vedere paragrafo 4.5). Tali pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento con celecoxib. Alcuni casi di gravi reazioni epatiche, compresa l’epatite fulminante (alcuni con esito fatale), necrosi epatica e insufficienza epatica (alcuni con esito fatale o che richiedono il trapianto di fegato), sono stati riportati con celecoxib. Tra i casi che hanno riportato il tempo di insorgenza, la maggior parte degli eventi avversi epatici gravi si sono sviluppati entro un mese dall’inizio del trattamento con celecoxib (vedere paragrafo 4.8). Se nel corso del trattamento si verifica un deterioramento delle condizioni cliniche del paziente di uno qualsiasi dei sistemi d’organo descritti sopra, devono essere adottate misure appropriate e deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con celecoxib. Celecoxib inibisce il citocromo CYP2D6. Sebbene non sia un forte inibitore di questo enzima, una riduzione della dose, su base individuale, può rendersi necessaria per i farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2D6 (vedere 4.5). I pazienti che hanno un’attività metabolica ridotta per il CYP2C9 devono essere trattati con cautela (vedere paragrafo 5.2). Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, tra cui dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state segnalate molto raramente in associazione con l’uso di celecoxib (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere maggiormente a rischio per queste reazioni avverse nelle prime fasi del ciclo di terapia: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi nelle fasi iniziali del trattamento. Gravi reazioni di ipersensibilità (inclusa anafilassi, angioedema e rash farmacologico con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS, o sindrome da ipersensibilità)) sono stati riportati in pazienti trattati con celecoxib (vedere paragrafo 4.8). I pazienti con una storia di allergia alle sulfonamidi o altre allergie da farmaci possono essere a maggior rischio di reazioni cutanee gravi o reazioni di ipersensibilità (vedere paragrafo 4.3). Celecoxib deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità. Celecoxib può mascherare la febbre ed altri segni di infiammazione. In pazienti in concomitante trattamento con warfarin, si sono verificati gravi episodi di sanguinamento. Si deve usare cautela quando si associa celecoxib e warfarin ed altri anticoagulanti orali (vedere paragrafo 4.5). Celecoxib Krka contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Interazioni farmacodinamiche L’attività anticoagulante deve essere monitorata in particolare nei primi giorni dopo l’inizio o la modifica della dose di celecoxib nei pazienti trattati con warfarin o altri anticoagulanti in quanto questi pazienti hanno un aumentato rischio di complicanze emorragiche. Pertanto, i pazienti in trattamento con anticoagulanti orali devono essere attentamente monitorati per il tempo di protrombina INR, soprattutto nei primi giorni, quando si inizia la terapia con celecoxib o quando il dosaggio di celecoxib viene modificato (vedere paragrafo 4.4). Nei pazienti trattati con celecoxib e warfarin eventi di sanguinamento in associazione al prolungamento del tempo di protrombina sono stati riferiti prevalentemente nel soggetto anziano, alcuni dei quali fatali. I FANS possono ridurre l’effetto dei diuretici e degli antipertensivi. Analogamente ai FANS, il rischio di insufficienza renale acuta, che di solito è reversibile, può aumentare in alcuni pazienti con funzione renale compromessa (come pazienti disidratati, i pazienti in trattamento con diuretici o pazienti anziani) quando gli ACE inibitori o gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II sono associati con i FANS, incluso celecoxib (vedere paragrafo 4.4). Pertanto, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere considerato il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante e quindi periodicamente. In uno studio clinico di 28 giorni effettuato su pazienti con ipertensione di stadio I e II controllata con lisinopril, la somministrazione di 200 mg BID di celecoxib non ha portato, rispetto al placebo, ad aumenti clinicamente significativi dei valori medi giornalieri della pressione arteriosa sistolica o diastolica, come risulta dal controllo pressorio ambulatoriale delle 24 ore. Tra i pazienti trattati con celecoxib 200 mg BID, 48% sono stati considerati non rispondenti al lisinopril alla visita clinica finale (pazienti che presentavano o una pressione arteriosa diastolica >90 mmHg oppure un aumento della pressione arteriosa diastolica >10% rispetto al basale), in confronto al 27% dei pazienti trattati con placebo; questa differenza è risultata statisticamente significativa. E’ ipotizzabile che la co–somministrazione di FANS e ciclosporina o tacrolimus possa aumentare l’effetto nefrotossico di ciclosporina e tacrolimus. La funzionalità renale deve essere monitorata quando il celecoxib viene somministrato insieme ad uno di questi farmaci. Celecoxib può essere utilizzato con acido acetilsalicilico a basso dosaggio, ma non è un sostituto dell’acido acetilsalicilico per la profilassi cardiovascolare. Negli studi registrativi, così come con altri FANS, la somministrazione concomitante di bassi dosaggi di acido acetilsalicilico ha evidenziato un aumento del rischio di ulcere gastrointestinali o di altre complicanze gastrointestinali se confrontato all’uso di celecoxib da solo (vedere paragrafo 5.1). Interazioni farmacocinetiche Effetti di celecoxib su altri farmaci Celecoxib è un inibitore del citocromo CYP2D6. Durante il trattamento con celecoxib, le concentrazioni plasmatiche del destrometorfano, substrato del citocromo CYP2D6, sono aumentate del 136%. Le concentrazioni plasmatiche dei farmaci che sono substrati di questo enzima possono aumentare in caso somministrazione contemporanea di celecoxib. Esempi di farmaci metabolizzati dal CYP2D6 sono gli antidepressivi (triciclici e SSRI), neurolettici, farmaci antiaritmici, ecc. La dose determinata individualmente di tali farmaci, substrati del citocromo CYP2D6, può richiedere una riduzione quando è iniziato il trattamento con celecoxib, o un aumento quando viene interrotto. Studi in vitro hanno dimostrato che celecoxib possiede un certo potenziale di inibizione nei confronti del metabolismo catalizzato dal citocromo CYP2C19. La rilevanza clinica di tale fenomeno, rilevato in vitro, non è nota. Diazepam, citalopram ed imipramina sono esempi di farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2C19. Nel corso di uno studio di interazione, celecoxib non ha evidenziato alcun effetto clinicamente significativo sulla farmacocinetica dei contraccettivi orali (1 mg noretisterone/35 mcg etinilestradiolo). Celecoxib non altera la farmacocinetica di tolbutamide (substrato del CYP2C9) o glibenclamide in misura clinicamente rilevante. Nei pazienti con artrite reumatoide celecoxib non ha avuto effetti statisticamente significativi sulla farmacocinetica (clearance plasmatica o renale) del metotressato (alle dosi utilizzate per questa patologia). Tuttavia, un adeguato monitoraggio per la tossicità da metotressato deve essere considerato quando si associano questi due farmaci. In soggetti sani la somministrazione contemporanea di celecoxib 200 mg due volte al giorno con 450 mg due volte al giorno di litio ha determinato un incremento medio della Cmax del 16% e dell’AUC del 18 % del litio. Pertanto, i pazienti in terapia con litio devono essere strettamente monitorati quando il celecoxib viene iniziato o sospeso. Effetti di altri farmaci su celecoxib In individui che sono metabolizzatori lenti del CYP2C9 e dimostrano un aumento dell’esposizione sistemica al celecoxib, il trattamento concomitante con gli inibitori del CYP2C9 può causare ulteriori aumenti dell’esposizione celecoxib. Tali associazioni devono essere evitate nei noti metabolizzatori lenti del CYP2C9 (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Poiché celecoxib viene metabolizzato principalmente dal citocromo CYP2C9 deve essere utilizzato a metà della dose raccomandata nei pazienti trattati con fluconazolo. L’uso concomitante di 200 mg in dose singola di celecoxib e 200 mg una volta al giorno di fluconazolo, un potente inibitore del CYP2C9, ha causato un aumento medio della Cmax di celecoxib del 60% e dell’AUC del 130 %. L’uso concomitante di induttori del CYP2C9 quali rifampicina, carbamazepina e barbiturici può ridurre le concentrazioni plasmatiche di celecoxib. Il ketoconazolo o gli antiacidi non hanno prodotto alcuna alterazione della farmacocinetica di celecoxib.
6. Effetti indesiderati
Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione sistemica organica, e suddivise per frequenza nella Tabella, in base ai dati emersi dalle fonti seguenti: – Reazioni avverse riportate in pazienti con osteoartrosi e pazienti affetti da artrite reumatoide con incidenza superiore al 0,01 % e maggiori di quelle riportate per il placebo nel corso di 12 studi clinici vs placebo e/o altro controllo attivo della durata massima di 12 settimane a dosi giornaliere di 100 mg di celecoxib fino a 800 mg. In altri studi condotti con FANS non selettivi come farmaci di confronto, circa 7400 pazienti affetti da artrite sono stati trattati con celecoxib a dosi giornaliere fino a 800 mg, di cui circa 2.300 pazienti trattati per 1 anno o più. Le reazioni avverse osservate con celecoxib in questi ulteriori studi sono stati in linea con quelli di pazienti con osteoartrosi e artrite reumatoide elencate nella Tabella. – Reazioni avverse riportate con incidenza superiore al placebo per i soggetti trattati con dosi giornaliere di celecoxib 400 mg di celecoxib negli studi a lungo termine della durata di 3 anni sulla prevenzione della poliposi (studi APC e PreSAP; vedere paragrafo 5.1, Proprietà farmacodinamiche: sicurezza cardiovascolare. Studi a lungo termine su pazienti con polipi adenomatosi sporadici). – Reazioni avverse risultanti dalla farmacovigilanza post–marketing segnalate spontaneamente in un arco di tempo in cui si stima siano stati trattati con celecoxib (con diverse dosi, durate e indicazioni) oltre 70 milioni di pazienti. Poiché non tutte le reazioni avverse da farmaco vengono segnalate al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio e incluse nel database di farmacovigilanza, non è possibile determinare con attendibilità le frequenze di queste reazioni. La seguente tabella riassume le reazioni avverse al farmaco di celecoxib divisi in gruppi secondo la terminologia MedDRA insieme con la loro frequenza: – Molto comune (≥ 1/10) – Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10) – Non comune (da ≥ 1/1000 a <1/ 100) – Raro (da ≥ 1/10000 a <1 /1000) – Molto rari (<1/10000) – Non nota (non può essere stimata dai dati disponibili). Tabella 1. Reazioni avverse negli Studi clinici con Celecoxib e nella Farmacovigilanza post–marketing (Terminologia MedDRA)¹,²
  Molto Comune Comune Non Comune Raro Frequenza non nota (Esperienza post–marketing)≥
Infezioni ed infestazioni   Sinusite, infezioni delle alte vie respiratorie, infezioni delle vie urinarie      
Patologie del sistema emolinfopoietico     Anemia Leucopenia, trombocitopenia Pancitopenia
Disturbi del sistema immunitario   Peggioramento delle allergie     Reazioni allergiche gravi, shock anafilattico, anafilassi
Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Iperkaliemia    
Disturbi psichiatrici   Insonnia Ansia, depressione, stanchezza Confusione Allucinazioni
Patologie del sistema nervoso   Capogiri, ipertonia Parestesia, sonnolenza, infarto cerebrale¹ Atassia, alterazioni del gusto Cefalea, epilessia aggravata, meningite asettica, ageusia, anosmia, emorragia intracranica fatale
Patologie dell’occhio   Visione offuscata     Congiuntivite, emorragia oculare, occlusione delle arterie o delle vene della retina
Patologie dell’orecchio e del labirinto     Tinnito, ipoacusia¹    
Patologie cardiache   Infarto del miocardio¹ Scompenso cardiaco, palpitazioni, tachicardia   Aritmia
Patologie vascolari Ipertensione¹   Ipertensione aggravata   Vampate, vasculite, embolia polmonare
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Faringite, rinite, tosse, dispnea¹     Broncospasmo
Patologie gastrointestinali   Dolore addominale, diarrea, dispepsia, flatulenza, vomito¹ disfagia¹ Stipsi, eruttazione, gastrite, stomatite, peggioramento delle infiammazioni gastrointestinali Ulcerazioni duodenali, gastriche, esofagee, intestinali e del colon; perforazione intestinale; esofagite, melena; pancreatite Nausea, emorragia gastrointestinale, colite/colite aggravata
Patologie epatobiliari     Alterata funzionalità epatica, aumento di SGOT e SGPT Aumento degli enzimi epatici Insufficienza epatica (talvolta fatale o che ha richiesto trapianto del fegato), epatite fulminante (talvolta con esito fatale), necrosi epatica, epatite, ittero
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Rash, prurito Orticaria Alopecia, fotosensibilità Ecchimosi, eruzioni bollose, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson,, rash farmacologico con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) o sindrome da ipersensibilità, necrolisi epidermica tossica, angioedema, pustolosi esantematosa generalizzata acuta
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo     Crampi agli arti inferiori   Artralgia, miosite
Patologie renali e urinarie     Aumento della creatinina, aumento dell’azotemia   Insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, iponatriemia
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella         Disturbi mestruali (non altrimenti definiti)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Sintomi influenzali, edema periferico/ ritenzione di liquidi     Dolore toracico
¹ Le reazioni avverse che si sono verificate negli studi sulla prevenzione della poliposi, con soggetti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib in 2 studi clinici della durata massima di 3 anni (studi APC e PreSAP). Le reazioni avverse sopra elencate per gli studi sulla prevenzione della poliposi sono soltanto quelle che erano state precedentemente identificate nella farmacovigilanza post–marketing, o che si sono verificate con maggior frequenza rispetto agli studi su artrite.
² Inoltre, le seguenti reazioni avverse precedentemente non note si sono verificate negli studi sulla prevenzione della poliposi, con soggetti trattati con 400 mg di celecoxib in 2 studi clinici della durata massima di 3 anni (studi APC ePreSAP): Comuni: angina pectoris, sindrome del colon irritabile, nefrolitiasi, aumento della creatininemia, ipertrofia prostatica benigna, incremento ponderale. Non comuni: infezione da helicobacter, herpes zoster, erisipela, broncopolmonite, labirintite, infezione gengivale, lipoma, mosche volanti, emorragia congiuntivale, trombosi venosa profonda, disfonia, emorragia emorroidale, movimenti intestinali frequenti, ulcere della bocca, dermatite allergica, ganglio, nocturia, emorragia vaginale, sensibilità al seno, frattura degli arti inferiori, incremento del sodio ematico.
≥ Reazioni avverse segnalate spontaneamente al database di farmacovigilanza in un arco di tempo in cui sono stati trattati con celecoxib (con diverse dosi, durate e indicazioni) oltre 70 milioni di pazienti. Pertanto le frequenze di queste reazioni avverse non possono essere determinate con attendibilità. Le reazioni avverse elencate per la popolazione post–marketing sono soltanto quelle che non sono già elencate per gli studi su artrite o sulla prevenzione della poliposi.
Nei dati finali (aggiudicati) risultanti dagli studi APC e PreSAP nei pazienti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib per un periodo massimo di 3 anni (dati combinati di entrambi gli studi – vedere paragrafo 5.1 per i risultati dei singoli studi), l’incidenza maggiore dell’infarto miocardico rispetto al placebo era pari a 7,6 eventi per 1.000 pazienti (non comune), e non è stata riscontrata un’incidenza maggiore rispetto al placebo per quanto riguarda l’ictus (tipologie non differenziate). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agezia Italiana del Farmaco. Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili dati clinici relativi all’impiego di celecoxib in gravidanza. Studi negli animali (ratto e coniglio) hanno evidenziato una tossicità sulla funzione riproduttiva, incluse malformazioni (vedere paragrafi 4.3 e 5.3). Il rischio potenziale derivante dalla somministrazione durante la gravidanza non è noto, ma non può essere escluso. Analogamente ad altri farmaci inibitori della sintesi delle prostaglandine, celecoxib può causare inerzia uterina e chiusura prematura del dotto arterioso durante il terzo trimestre di gravidanza. Celecoxib è controindicato in caso di gravidanza accertata o possibile (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). In caso di gravidanza nel corso del trattamento, celecoxib deve essere sospeso. Allattamento Celecoxib viene escreto nel latte di ratto in fase di allattamento in concentrazioni simili a quelle riscontrabili nel plasma. La somministrazione di celecoxib a un numero ristretto di donne in allattamento ha dimostrato un’escrezione molto bassa di celecoxib nel latte materno. Le donne in trattamento con celecoxib non devono allattare.
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.
9. Principio attivo
Ogni capsula rigida contiene 100 mg di Celecoxib Ogni capsula rigida contiene 100 mg di Celecoxib Eccipiente con effetto noto:
  100 mg capsule rigide 200 mg capsule rigide
lattosio (anidro) 24 mg 47 mg
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
100 mg capsule rigide Contenuto della capsula: lattosio monoidrato, povidone K30, croscarmellosa sodica, sodio laurilsolfato, magnesio stearato (E572). Involucro della capsula: gelatina, titanio biossido (E171). 200 mg capsule rigide Contenuto della capsula: lattosio monoidrato, povidone K30, croscarmellosa sodica, sodio laurilsolfato, magnesio stearato (E572). Involucro della capsula: gelatina, titanio biossido (E171), ferro ossido, giallo (E172).
11. Sovradosaggio
Non sono stati evidenziati casi di sovradosaggio. Dosi singole fino a 1200 mg e dosi multiple fino a 1200 mg due volte al giorno sono state somministrate in volontari sani per 9 giorni senza che si siano verificati eventi avversi clinicamente significativi. Gestione In caso di sospetto sovradosaggio occorre fornire assistenza medica appropriata, ad esempio lavanda gastrica, supervisione medica e, se necessario, l’istituzione di un trattamento sintomatico. Non si ritiene che la dialisi possa essere un metodo efficace per l’eliminazione del farmaco dato il suo elevato legame con le proteine plasmatiche.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).