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Ceftriaxone Fki 2 g polvere per soluzione infusione 10 flaconcini in vetro da 2 g

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
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1. Indicazioni terapeutiche
Ceftriaxone FKI è indicato nel trattamento delle seguenti infezioni negli adulti e nei bambini, inclusi i neonati a termine (dalla nascita): – Meningite batterica – Polmonite acquisita in comunità – Polmonite acquisita in ospedale – Otite media acuta – Infezioni intraddominali – Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite) – Infezioni delle ossa e delle articolazioni – Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli – Gonorrea – Sifilide – Endocardite batterica. Ceftriaxone FKI può essere impiegato: – Nel trattamento di esacerbazioni acute della broncopneumopatia cronica ostruttiva negli adulti – Nel trattamento di Borreliosi di Lyme disseminata [precoce (stadio II) e tardiva (stadio III)] negli adulti e nei bambini inclusi i neonati da 15 giorni di vita – Nella profilassi pre–operatoria delle infezioni del sito chirurgico – Nel trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica – Nel trattamento di pazienti affetti da batteriemia che si manifesta in associazione a, o presumibilmente associata a, una qualsiasi delle infezioni sopra menzionate. Ceftriaxone FKI deve essere somministrato insieme ad altri agenti antibatterici laddove la possibile gamma di batteri causali non rientri nel suo spettro d’azione (vedere paragrafo 4.4).Fare riferimento alle linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli antibatterici.
2. Posologia
Posologia La dose varia in base alla gravità, al livello di sensibilità, al sito e al tipo di infezione, all’età e alla funzionalità epato–renale del paziente. Le dosi raccomandate nelle tabelle seguenti sono le dosi generalmente raccomandate in queste indicazioni. In casi particolarmente gravi, devono essere prese in considerazione dosi che rientrano tra i valori massimi dell’intervallo raccomandato. Adulti e bambini al di sopra dei 12 anni di età (≥ 50 kg)
Dosaggio di Ceftriaxone* Frequenza del trattamento** Indicazioni
1–2 g Una volta al giorno Polmonite acquisita in comunità
Esacerbazioni acute della broncopneumopatia cronica ostruttiva
Infezioni intraddominali
Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite)
2 g Una volta al giorno Polmonite acquisita in ospedale
Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli
Infezioni delle ossa e delle articolazioni
2–4 g Una volta al giorno Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica
Endocardite batterica
Meningite batterica
* nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell’intervallo di dose raccomandato. **Nel caso di somministrazione a dosaggi superiori a 2 g al giorno, può essere considerata la somministrazione due volte al giorno (ogni 12 ore). Indicazioni per gli adulti e bambini al di sopra di 12 anni di età (≥ 50 kg) che richiedono specifici schemi posologici: – Otite media acuta Può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Ceftriaxone FK Italia 1 g – Ceftriaxone FKI 2 g. Dati limitati suggeriscono che in caso di pazienti gravemente malati o in caso di fallimento della precedente terapia, Ceftriaxone FKI può risultare efficace quando somministrato per via intramuscolare alla dose giornaliera di 1–2 g per 3 giorni. – Profilassi pre–operatoria delle infezioni del sito chirurgico 2 g in singola somministrazione pre–operatoria. – Gonorrea 500 mg somministrati come dose singola intramuscolare. – Sifilide Le dosi generalmente raccomandate sono 500 mg–1 g una volta al giorno, da aumentare a 2 g una volta al giorno per la neurosifilide, per 10–14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati limitati. Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali. – Borreliosi di Lyme disseminata [precoce (stadio II) e tardiva (stadio III)] 2 g una volta al giorno per 14–21 giorni. La durata raccomandata del trattamento è variabile e occorre fare riferimento alle linee guida nazionali o locali. Popolazione pediatrica Neonati, lattanti e bambini da 15 giorni di vita a 12 anni di età (< 50 kg) Ai bambini di peso corporeo pari o superiore a 50 kg deve essere somministrato il dosaggio abituale degli adulti.
Dosaggio di ceftriaxone* Frequenza del trattamento** Indicazioni
50–80 mg/kg Una volta al giorno Infezioni intraddominali
Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite)
Polmonite acquisita in comunità
Polmonite acquisita in ospedale
50–100 mg/kg (max 4 g) Una volta al giorno Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli
Infezioni delle ossa e delle articolazioni
Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica
80–100 mg/kg (max 4 g) Una volta al giorno Meningite batterica
100 mg/kg (max 4 g) Una volta al giorno Endocardite batterica
* Nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell’intervallo di dose raccomandato. ** Nel caso di somministrazione a dosaggi superiori a 2 g al giorno, può essere considerata la somministrazione due volte al giorno (ogni 12 ore). Indicazioni per i neonati, i lattanti e i bambini da 15 giorni di vita a 12 anni (< 50 kg) che richiedono specifici schemi posologici: – Otite media acuta Per il trattamento iniziale dell’otite media acuta può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Ceftriaxone FKI 50 mg/kg. Dati limitati suggeriscono che in caso di bambini gravemente malati o in caso di fallimento della terapia iniziale, Ceftriaxone FKI può risultare efficace quando somministrato per via intramuscolare alla dose giornaliera di 50 mg/kg per 3 giorni. – Profilassi pre–operatoria delle infezioni del sito chirurgico 50–80 mg/kg in singola somministrazione pre–operatoria. – Sifilide Le dosi generalmente raccomandate sono 75–100 mg/kg (max 4 g) una volta al giorno per 10–14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati molto limitati. Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali. – Borreliosi di Lyme disseminata (precoce [stadio II] e tardiva [stadio III]) 50–80 mg/kg una volta al giorno per 14–21 giorni. La durata raccomandata del trattamento è variabile e occorre fare riferimento alle linee guida nazionali o locali. Neonati da 0 a 14 giorni di vita Ceftriaxone FKI è controindicato nei neonati prematuri fino a un’età post–mestruale di 41 settimane (età gestazionale + età cronologica).
Dosaggio di ceftriaxone* Frequenza del trattamento Indicazioni
20–50 mg/kg Una volta al giorno Infezioni intraddominali
Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli
Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite)
Polmonite acquisita in comunità
Polmonite acquisita in ospedale
Infezioni delle ossa e delle articolazioni
Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica
50 mg/kg Una volta al giorno Meningite batterica
Endocardite batterica
*Nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell’intervallo di dose raccomandato. Non si deve eccedere la dose massima giornaliera di 50 mg/kg. Indicazioni per i neonati di 0–14 giorni di vita che necessitano di specifici schemi posologici: – Otite media acuta Per il trattamento iniziale dell’otite media acuta può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Ceftriaxone FKI 50 mg/kg. – Profilassi pre–operatoria delle infezioni del sito chirurgico 20–50 mg/kg in singola somministrazione pre–operatoria. – Sifilide La dose generalmente raccomandata è 50 mg/kg una volta al giorno per 10–14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati molto limitati. Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali. Durata della terapia La durata della terapia varia in relazione al decorso della malattia. Come per altre terapie antibiotiche, il trattamento con ceftriaxone deve essere continuato per 48–72 ore dopo lo sfebbramento del paziente o dopo la dimostrazione di eradicazione batterica. Pazienti anziani I dosaggi raccomandati per gli adulti non richiedono alcuna correzione nei pazienti anziani, a condizione che la funzionalità renale ed epatica sia soddisfacente. Pazienti con alterazione della funzionalità epatica Secondo i dati disponibili, in caso di alterazione della funzionalità epatica da lieve a moderata non vi è la necessità di correggere la dose, a condizione che la funzionalità renale non sia compromessa. Non vi sono dati provenienti da studi condotti su pazienti con grave alterazione della funzionalità epatica (vedere paragrafo 5.2). Pazienti con alterazione della funzionalità renale Nei pazienti con alterazione della funzionalità renale non è necessario ridurre il dosaggio di ceftriaxone qualora la funzionalità epatica non sia compromessa. Soltanto nei casi di insufficienza renale preterminale (clearance della creatinina < 10 ml/min) il dosaggio di ceftriaxone non deve superare i 2 g al giorno. Nei pazienti in dialisi non è richiesta una somministrazione supplementare dopo la dialisi. Ceftriaxone non viene rimosso durante il processo di dialisi peritoneale o emodialisi. Si consiglia un attento monitoraggio clinico della sicurezza e dell’efficacia. Pazienti con grave alterazione della funzionalità epatica e renale Nei pazienti che presentano un’alterazione sia della funzionalità renale sia della funzionalità epatica si consiglia un attento monitoraggio clinico della sicurezza e dell’efficacia. Modo di somministrazione Ceftriaxone FKI può essere somministrato mediante infusione endovenosa della durata di almeno 30 minuti (via di somministrazione preferenziale) o mediante iniezione endovenosa lenta della durata di 5 minuti o mediante iniezione intramuscolare profonda. L’iniezione endovena intermittente deve essere effettuata nell’arco di 5 minuti preferibilmente nelle grandi vene. Dosi endovena di 50 mg/kg o più negli infanti e nei bambini fino a 12 anni devono essere somministrate mediante infusione. Nei neonati, per ridurre il potenziale rischio di encefalopatia da bilirubina, le dosi endovena si devono somministrare nell’arco di 60 minuti (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Le iniezioni intramuscolari devono essere somministrate in profondità in un muscolo sufficientemente grande e non si deve iniettare più di 1 g nella stessa sede. Le iniezioni intramuscolari devono essere effettuate quando non risulti possibile praticare la via endovenosa o nel caso in cui questa fosse la meno appropriata per il paziente. Per somministrazioni a dosi superiori a 2 g deve essere utilizzata la via di somministrazione endovenosa. Se si utilizza la lidocaina come solvente, la soluzione risultante non deve in alcun caso essere somministrata per via endovenosa (vedere paragrafo 4.3). Si devono tenere in considerazione le informazioni riportate nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto della lidocaina. Ceftriaxone è controindicato nei neonati (≤ 28 giorni) che necessitano (o che presumibilmente necessiteranno) del trattamento con soluzioni endovenose contenenti calcio, incluse infusioni continue contenenti calcio, per esempio per la nutrizione parenterale, in considerazione del rischio di formazione di precipitato di calcio–ceftriaxone (vedere paragrafo 4.3). Non devono essere utilizzati diluenti contenenti calcio (ad esempio soluzione di Ringer o di Hartmann) per ricostituire i flaconcini di ceftriaxone o per diluire ulteriormente i flaconcini ricostituiti per la somministrazione e.v., dato che può formarsi un precipitato. La precipitazione del ceftriaxone con il calcio può anche avvenire quando il ceftriaxone è mescolato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione e.v.. Pertanto il ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio non devono essere mescolate insieme o somministrate contemporaneamente (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 6.2). Per la profilassi pre–operatoria delle infezioni nel sito operatorio, ceftriaxone deve essere somministrato 30–90 minuti prima dell’intervento chirurgico. Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al ceftriaxone e qualsiasi altra cefalosporina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Gravi reazioni di ipersensibilità nell’anamnesi (es. reazioni anafilattiche) a qualsiasi altro tipo di agente antibatterico beta–lattamico (penicilline, monobattamici e carbapenemi). Il ceftriaxone è controindicato in caso di: • neonati prematuri fino ad una età post–mestruale di 41 settimane (età gestazionale + età cronologica)*; • neonati a termine (fino a 28 giorni di vita): – con iperbilirubinemia, ittero oppure ipoalbuminemia o acidosi poiché in tali patologie è probabile che il legame della bilirubina venga compromesso* – se necessitano (o è verosimile che necessitino) di un trattamento con calcio per via endovenosa oppure di infusioni contenenti calcio per il rischio di precipitazione di un sale di calcio–ceftriaxone (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 6.2). * Studi condotti in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone può spiazzare la bilirubina dai suoi siti di legame con l’albumina sierica ed è possibile che in questi pazienti si sviluppi un’encefalopatia da bilirubina. Prima di somministrare un’iniezione intramuscolare di ceftriaxone con una soluzione di lidocaina come solvente, si deve escludere la presenza di controindicazioni alla lidocaina (vedere paragrafo 4.4). Vedere le informazioni contenute nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto della lidocaina, in special modo le controindicazioni. Le soluzioni di ceftriaxone contenenti lidocaina non devono mai essere somministrate per via endovenosa.
4. Avvertenze
Reazioni di ipersensibilità Come con tutti gli agenti antibatterici beta–lattamici, sono state riferite reazioni di ipersensibilità gravi e talora fatali (vedere paragrafo 4.8). In caso di gravi reazioni di ipersensibilità, il trattamento con ceftriaxone deve essere interrotto immediatamente e si devono istituire adeguate misure di emergenza. Prima di iniziare il trattamento, si deve stabilire se il paziente presenti una storia di gravi reazioni di ipersensibilità a ceftriaxone, ad altre cefalosporine o a un qualsiasi altro tipo di agente beta–lattamico. Occorre esercitare la debita cautela nel somministrare ceftriaxone a pazienti con anamnesi di ipersensibilità non grave ad altri agenti beta–lattamici. Sono state riferite gravi reazioni avverse cutanee (sindrome di Stevens Johnson o Sindrome di Lyell/necrolisi epidermica tossica); tuttavia, la frequenza di questi eventi non è nota (vedere paragrafo 4.8). Interazioni con prodotti contenenti calcio Sono stati descritti casi di reazioni fatali con precipitati di calcio–ceftriaxone nei polmoni e nei reni nei nati prematuri e nei neonati a termine di età inferiore ad 1 mese. Almeno uno di loro aveva ricevuto ceftriaxone e calcio in tempi diversi e attraverso differenti linee di somministrazione endovenosa. Tra i dati scientifici disponibili non esistono segnalazioni di precipitazioni intravascolari confermate nei pazienti, che non fossero neonati, trattati con ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio o qualsivoglia altro prodotto contenente calcio. Gli studi in vitro hanno dimostrato che i neonati presentano un rischio aumentato di precipitazione di calcio–ceftriaxone rispetto ad altri gruppi di età. Nei pazienti di qualsiasi età ceftriaxone non deve essere miscelato o somministrato contemporaneamente con qualsiasi soluzione endovenosa contenente calcio, anche attraverso diverse linee di infusione o in differenti siti di infusione. Tuttavia nei pazienti di età superiore a 28 giorni, ceftriaxone e le soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati in sequenza, uno dopo l’altro, purché vengano utilizzate linee di infusione in siti diversi oppure se, tra una infusione e l’altra, le linee di infusione vengono sostituite o lavate a fondo con una soluzione fisiologica salina, per evitare precipitazioni. Nei pazienti che richiedono l’infusione continua con soluzioni per nutrizione parenterale totale (TPN) contenenti calcio, gli operatori sanitari possono prendere in considerazione l’uso di trattamenti antibatterici alternativi, che non comportano un simile rischio di precipitazione. Se l’uso di ceftriaxone è considerato necessario nei pazienti che necessitano di alimentazione continua, le soluzioni per TPN e ceftriaxone possono essere somministrate contemporaneamente, purché attraverso linee di infusione diverse e in siti differenti. In alternativa, è possibile interrompere l’infusione di soluzione per TPN per il periodo necessario all’infusione di ceftriaxone, lavando le linee di infusione tra la somministrazione di una soluzione e l’altra (vedere i paragrafi 4.3, 4.8, 5.2 e 6.2). Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Ceftriaxone FKI nei neonati, nei lattanti e nei bambini sono state stabilite per i dosaggi riportati nel paragrafo "Posologia e modo di somministrazione" (vedere paragrafo 4.2). Gli studi condotti hanno dimostrato che ceftriaxone, come alcune altre cefalosporine, può spiazzare la bilirubina dai suoi siti di legame con l’albumina sierica. Ceftriaxone FKI è controindicato sia nei neonati prematuri che nei neonati a termine a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina (vedere paragrafo 4.3). Anemia emolitica immuno–mediata In pazienti trattati con antibatterici della classe delle cefalosporine, incluso Ceftriaxone FKI, è stata osservata un’anemia emolitica immuno–mediata (vedere paragrafo 4.8). Durante il trattamento con Ceftriaxone FKI, sia in adulti sia in bambini, sono stati riferiti gravi casi di anemia emolitica, tra cui casi fatali. Se un paziente sviluppa un’anemia durante la terapia con ceftriaxone, deve essere presa in considerazione la diagnosi di un’anemia associata alle cefalosporine e ceftriaxone deve essere interrotto fino alla determinazione dell’eziologia. Trattamento a lungo termine Durante il trattamento prolungato si deve eseguire un esame emocromocitometrico a intervalli regolari. Colite/Crescita eccessiva dei microorganismi non sensibili Con quasi tutti gli agenti antibatterici, incluso ceftriaxone, sono state riferite colite associata ad agenti antibatterici e colite pseudomembranosa; la gravità di tali affezioni può variare da lieve a potenzialmente letale. È pertanto importante prendere in considerazione questa diagnosi nei pazienti che presentano diarrea durante o dopo la somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8). Si devono valutare l’interruzione della terapia con ceftriaxone e la somministrazione di un trattamento specifico per il Clostridium difficile. Non devono essere somministrati medicinali che inibiscono la peristalsi. Come con altri agenti antibatterici, possono verificarsi superinfezioni causate da microorganismi non sensibili. Grave insufficienza renale ed epatica In caso di grave insufficienza renale ed epatica, si raccomanda un attento monitoraggio della sicurezza e dell’efficacia (vedere paragrafo 4.2). Interferenze con le analisi sierologiche Poiché Ceftriaxone FKI può determinare risultati falsi positivi, può verificarsi una interferenza con il test di Coombs. Ceftriaxone FKI può determinare anche risultati falsi positivi nei test della galattosemia (vedere paragrafo 4.8). I metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono dare risultati falsi positivi. La determinazione del livello di glucosio nell’urina durante la terapia con Ceftriaxone FKI deve essere eseguita con metodica enzimatica (vedere paragrafo 4.8). La presenza di ceftriaxone può falsamente sottostimare i valori glicemici rilevati con alcuni sistemi di monitoraggio della glicemia. Si prega di fare riferimento alle istruzioni per l’uso per ogni sistema. Se necessario devono essere utilizzati metodi di analisi alternativi. Sodio Ogni grammo di Ceftriaxone FKI contiene 3,6 mmol di sodio. Ciò deve essere tenuto in considerazione in pazienti che seguono un regime dietetico ad apporto di sodio controllato. Spettro antibatterico Ceftriaxone ha uno spettro di attività antibatterica limitato e può non essere adatto all’uso in monoterapia per il trattamento di alcuni tipi di infezioni, a meno che il patogeno sia già stato confermato (vedere paragrafo 4.2). In caso di infezioni polimicrobiche in cui tra i patogeni sospetti vi siano organismi resistenti a ceftriaxone, si deve valutare la somministrazione di un antibiotico aggiuntivo. Uso della lidocaina Se si utilizza la lidocaina come solvente, le soluzioni di ceftriaxone devono essere somministrate esclusivamente mediante iniezione intramuscolare. Prima dell’uso devono essere prese in considerazione le controindicazioni alla lidocaina, le precauzioni e altre informazioni rilevanti illustrate nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto della lidocaina (vedere paragrafo 4.3). La soluzione di lidocaina non deve mai essere somministrata per via endovenosa. Litiasi biliare Quando si osservano ombre nelle ecografie, si deve valutare la possibilità di precipitati di calcio–ceftriaxone. Nel corso di ecografie della colecisti sono state rilevate delle ombre, scambiate per calcoli biliari; tale fenomeno si osserva con maggior frequenza a dosi di ceftriaxone pari e superiori a 1 g/die. Nella popolazione pediatrica occorre prestare particolare cautela. Tali precipitati scompaiono una volta interrotta la terapia con ceftriaxone. Raramente i precipitati di calcio–ceftriaxone si associano a sintomi. Nei casi sintomatici, si raccomanda una gestione conservativa non chirurgica e il medico deve valutare la possibilità di interrompere il trattamento con ceftriaxone sulla base di una specifica valutazione del rapporto beneficio/rischio (vedere paragrafo 4.8). Stasi biliare In pazienti trattati con ceftriaxone, sono stati riferiti casi di pancreatite, forse dovuta all’eziologia dell’ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.8). La maggior parte dei pazienti presentava fattori di rischio per stasi biliare e fango biliare, per es. precedente terapia maggiore, patologia grave e nutrizione parenterale totale. Non può essere escluso un ruolo di Ceftriaxone FKI quale agente o cofattore scatenante della precipitazione biliare. Litiasi renale Sono stati riferiti casi di litiasi renale reversibile con l’interruzione della somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8). Nei casi sintomatici, occorre eseguire un’ecografia. Il medico deve prendere in considerazione l’uso nei pazienti con un’anamnesi di litiasi renale o con ipercalciuria sulla base di una specifica valutazione del rapporto beneficio/rischio.
5. Interazioni
I diluenti contenenti calcio, quali soluzione di Ringer o di Hartmann, non devono essere utilizzati per ricostituire i flaconcini di Ceftriaxone FKI o per diluire ulteriormente un flaconcino ricostituito per la somministrazione endovenosa poiché può formarsi del precipitato. La precipitazione di calcio–ceftriaxone può verificarsi anche quando ceftriaxone viene miscelato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione endovenosa. Ceftriaxone non deve essere somministrato simultaneamente a soluzioni endovenose contenenti calcio, ivi comprese le infusioni continue contenenti calcio, quale la nutrizione parenterale mediante raccordo a Y. In pazienti non neonati, tuttavia, ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati sequenzialmente a condizione che le linee di infusione siano lavate accuratamente con un liquido compatibile tra le due infusioni. Studi in vitro su plasma adulto e neonatale estratto dal sangue del cordone ombelicale hanno dimostrato che nei neonati il rischio di precipitazione di calcio–ceftriaxone è maggiore (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.4, 4.8 e 6.2). La somministrazione concomitante di anticoagulanti orali può aumentare l’effetto anticoagulante degli inibitori della vitamina K e il rischio di sanguinamento. Si raccomanda di monitorare frequentemente l’International Normalised Ratio (INR) e di aggiustare la posologia del farmaco inibitore della vitamina K sia durante che dopo il trattamento con ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8). Vi sono evidenze contrastanti sul potenziale incremento della tossicità renale degli aminoglicosidi utilizzati con le cefalosporine. In questi casi, nella prassi clinica ci si deve attenere scrupolosamente al monitoraggio raccomandato dei livelli degli aminoglicosidi (e della funzionalità renale). In uno studio in vitro sono stati osservati effetti antagonistici con la associazione di cloramfenicolo e ceftriaxone. La rilevanza clinica di questo effetto non è nota. Non sono state riferite interazioni tra ceftriaxone e prodotti contenenti calcio somministrati per via orale, né interazioni tra ceftriaxone per via intramuscolare e prodotti contenenti calcio (per via endovenosa o orale). Nei pazienti trattati con ceftriaxone, il test di Coombs può comportare risultati falsi positivi. Ceftriaxone, come altri antibiotici, può dare risultati falsi positivi nei test per la galattosemia. Analogamente, i metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono dare risultati falsi positivi. Per questa ragione, la determinazione del livello di glucosio nelle urine durante la terapia con ceftriaxone deve essere eseguita con metodi enzimatici. Non è stata osservata una compromissione della funzionalità renale dopo la somministrazione concomitante di dosi elevate di ceftriaxone e potenti diuretici (quali la furosemide).La somministrazione concomitante di probenecid non riduce l’eliminazione di ceftriaxone.
6. Effetti indesiderati
Le reazioni avverse riferite con maggior frequenza con ceftriaxone sono eosinofilia, leucopenia, trombocitopenia, diarrea, rash e aumento degli enzimi epatici. I dati utilizzati per determinare la frequenza delle reazioni avverse associate a ceftriaxone sono stati tratti dagli studi clinici. Le frequenze utilizzate nella tabella sotto sono: Molto comune (≥ 1/10), Comune (≥ 1/100 – < 1/10), Non comune (≥ 1/1.000 – < 1/100), Raro (≥ 1/10.000 – < 1/1.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Comune Non comune Raro Non notaa
Infezioni ed infestazioni   Infezione fungina ai genitali Colite pseudomembranosab Superinfezionib
Patologie del Sistema emolinfopoietico Eosinofilia, Leucopenia, Trombocitopenia Granulocitopenia, Anemia, Coagulopatia   Anemia emoliticab, Agranulocitosi
Patologie del Sistema immunitario       Shock anafilattico, Reazione anafilattica, Reazione anafilattoide, Ipersensibilitàb
Patologie del Sistema nervoso   Cefalea, Capogiri   Convulsioni
Patologie dell’orecchio e del labirinto       Vertigini
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche     Broncospasmo  
Patologie gastrointestinali Diarreab, Feci molli Nausea, Vomito   Pancreatiteb, Stomatite, Glossite
Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici     Formazione di precipitato nella colecistib, Kernittero
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash Prurito Orticaria Sindrome di Stevens Johnsonb, Necrolisi epidermica tossicab, Eritema multiforme, Pustolosi esantemica acuta generalizzata
Patologie renali e urinarie     Ematuria, Glicosuria Oliguria, Formazione di precipitato nei reni (reversibile)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Flebite, Dolore nel sito di Iniezione, Piressia Edema Brividi  
Esami diagnostici   Aumento della creatinemia   Risultati falsi positivi al test di Coombsb, Risultati falsi positivi al test della galattosemiab, Risultati falsi positivi nei metodi non enzimatici per la determinazione del glucosiob
a Sulla base delle segnalazioni post–commercializzazione. Poiché tali reazioni sono riferite volontariamente da una popolazione di entità incerta, non è possibile stimarne in modo affidabile la frequenza, che viene pertanto definita "Non nota". b Vedere paragrafo 4.4 Descrizione di una selezione di reazioni avverse Infezioni ed infestazioni Le segnalazioni di diarrea successiva all’uso di ceftriaxone potrebbero essere associate a Clostridium difficile. In questi casi è necessario somministrare un’adeguata terapia a base di liquidi ed elettroliti (vedere paragrafo 4.4). Precipitazione del sale di calcio–ceftriaxone Raramente sono state riferite reazioni avverse gravi, e in alcuni casi fatali, in neonati pretermine e in nati a termine (di età < 28 giorni) che erano stati trattati con ceftriaxone e calcio per via endovenosa. La presenza di precipitati del sale di calcio– ceftriaxone è stata rilevata post–mortem nei polmoni e nei reni. L’elevato rischio di precipitazione nei neonati è una conseguenza del loro basso volume ematico e della maggiore emivita di ceftriaxone rispetto agli adulti (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). Sono stati riferiti casi di precipitazione di ceftriaxone nel tratto urinario, principalmente in bambini trattati con dosi elevate (es. ≥ 80 mg/kg/die o con dosi totali superiori ai 10 grammi) e in pazienti con altri fattori di rischio (es. disidratazione, pazienti costretti a letto). Questo evento può essere sintomatico o asintomatico e può portare a ostruzione ureterale e insufficienza renale acuta post renale ma solitamente reversibili dopo interruzione del ceftriaxone (vedere paragrafo 4.4). È stata osservata precipitazione del sale di calcio–ceftriaxone nella colecisti, principalmente in pazienti trattati con dosi superiori alla dose standard raccomandata. Nei bambini, studi prospettici hanno dimostrato un’incidenza variabile di precipitazione con la somministrazione per via endovenosa; in alcuni studi l’incidenza è risultata superiore al 30%. Tale incidenza sembra essere inferiore somministrando le infusioni lentamente (20–30 minuti). Questo effetto è generalmente asintomatico, ma in casi rari le precipitazioni sono state accompagnate da sintomi clinici, quali dolore, nausea e vomito. In questi casi è raccomandato il trattamento sintomatico. La precipitazione è generalmente reversibile con l’interruzione della somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.4). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Ceftriaxone attraversa la barriera placentare. I dati sull’uso di ceftriaxone nelle donne in gravidanza sono limitati. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sullo sviluppo embrionale/fetale, perinatale e postnatale (vedere paragrafo 5.3). Ceftriaxone deve essere somministrato durante la gravidanza, e in particolare durante il primo trimestre, soltanto se il beneficio supera il rischio. Allattamento Ceftriaxone viene escreto nel latte materno a basse concentrazioni, ma alle dosi terapeutiche di ceftriaxone non si prevedono effetti sui bambini allattati al seno. Il rischio di diarrea e di infezione fungina delle mucose non può tuttavia essere escluso. Deve essere presa in considerazione la possibilità di sensibilizzazione. Occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno o se interrompere la terapia con ceftriaxone considerando il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino ed il beneficio della terapia per la madre. Fertilità Dagli studi di riproduzione non sono emersi effetti avversi sulla fertilità maschile o femminile.
8. Conservazione
Tenere il flaconcino nel contenitore esterno per tenerlo al riparo dalla luce. Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
Ogni flaconcino di polvere per soluzione per infusione contiene ceftriaxone sodico equivalente a 2 g di ceftriaxone. Contenuto di sodio: 166 mg (equivalente a 7,2 mmol). Il prodotto non contiene eccipienti o conservanti.
10. Eccipienti
Nessuno.
11. Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio possono manifestarsi i sintomi di nausea, vomito e diarrea. Le concentrazioni di ceftriaxone non possono essere ridotte mediante emodialisi o dialisi peritoneale. Non esiste un antidoto specifico. Il trattamento del sovradosaggio deve essere sintomatico.
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