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Carvedilolo Ari 25 mg compresse 30 compresse

Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 2019
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Ipertensione, angina pectoris, scompenso cardiaco.
2. Posologia
Carvedilolo Aristo è disponibile in 5 dosaggi: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg e 50 mg. Ipertensione Si consiglia l’assunzione di una singola dose giornaliera. Per il trattamento dell’ipertensione, il carvedilolo può essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Adulti: il dosaggio consigliato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato è di 25 mg una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio può essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata è di 50 mg al giorno, da assumersi in un’unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia è di 12,5 mg una volta al giorno; tale dosaggio può, anche, essere sufficiente per il proseguo del trattamento. Tuttavia, se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potrà essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata è di 50 mg al giorno, da assumersi in un’unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Angina pectoris Il carvedilolo è indicato per il trattamento dell’angina stabile cronica, dell’ischemia miocardica silente, dell’angina instabile e della disfunzione ventricolare sinistra associata a cardiopatia ischemica. Adulti: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato è di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose può essere aumentata gradualmente ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima giornaliera consigliata è di 100 mg da assumersi in due dosi due volte al giorno. Anziani: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato è di 25 mg due volte al giorno, che è la dose massima giornaliera consigliata. Scompenso cardiaco Il carvedilolo può essere somministrato con la terapia farmacologica convenzionale, che include diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori, ma anche nel trattamento di pazienti che non tollerano gli ACE-inibitori o che non assumono altri medicinali per l’insufficienza cardiaca. Il dosaggio deve essere personalizzato. Il trattamento deve sempre iniziare con l’assunzione di una dose bassa (3,125 mg due volte al giorno). Il dosaggio adeguato viene determinato aumentando gradualmente la dose e monitorando attentamente le condizioni del paziente. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori deve essere definito prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. La dose iniziale è di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se tale dosaggio è ben tollerato, la posologia può essere, successivamente, aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata, prima a 6,25 mg due volte al giorno, successivamente a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di aumentare la dose fino ad arrivare a quella più alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata è di 25 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg e di 50 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo superiore a 85 kg. All’inizio del trattamento è possibile riscontrare un peggioramento temporaneo dei sintomi dell’insufficienza cardiaca che, generalmente, non richiede la sospensione del trattamento. Una visita medica deve essere eseguita prima di ciascun incremento della dose per individuare possibili sintomi di aggravamento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione eccessiva (ipotensione, ritenzione di liquidi). L’aggravamento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi, sono trattati aumentando la dose del diuretico. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando le condizioni del paziente non si siano stabilizzate. Occasionalmente, può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o sospendere temporaneamente il trattamento farmacologico. Spesso, anche in questi casi, la fase di determinazione della dose di carvedilolo può essere proseguita con successo. Nell’eventualità in cui il trattamento con il carvedilolo venga interrotto per più di due settimane, la terapia dovrà essere nuovamente iniziata con l’assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e, successivamente, la posologia dovrà essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. Insufficienza renale Il dosaggio deve essere determinato, individualmente, per ciascun paziente, sebbene, in accordo con quelli che sono i parametri farmacocinetici, non vi è alcuna evidenza in merito alla necessità di procedere ad un aggiustamento della dose in presenza di insufficienza renale. Disfunzione epatica moderata Può rendersi necessario un aggiustamento della dose. Bambini e adolescenti (di età inferiore ai 18 anni) L’efficacia e la sicurezza d’impiego del carvedilolo, in questi pazienti, non sono state stabilite. Anziani I pazienti anziani devono essere monitorati molto attentamente in quanto possono essere più sensibili agli effetti del carvedilolo. Come per gli altri beta-bloccanti e soprattutto nei pazienti affetti da trombosi coronarica, la sospensione della terapia deve avvenire in maniera graduale (si veda il paragrafo 4.4. “Avvertenze speciali e precauzioni d’ impiego”) Modo di somministrazione. Non è necessario assumere le compresse in concomitanza dei pasti. Tuttavia, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, è opportuno che il carvedilolo sia somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre l’incidenza di ipotensione ortostatica.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti del farmaco. Scompenso cardiaco instabile. Anamnesi di broncospasmo o asma. Broncopneumopatia cronica ostruttiva con componente broncospastica (vedere il paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’ impiego”). Alterazioni della funzionalità epatica clinicamente rilevanti. Blocco atrio-ventricolare di 2° e di 3° grado. Bradicardia di grado severo (<50 bpm). Sindrome del seno malato (compreso il blocco seno-atriale). Shock cardiogeno. Ipotensione di grado severo (pressione sistolica inferiore a 85 mmHg). Acidosi metabolica. Trattamento concomitante con verapamil o diltiazem per via endovenosa (si veda il paragrafo 4.5. “ Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
4. Avvertenze
Avvertenze da considerare soprattutto in pazienti con scompenso cardiaco. Il carvedilolo può essere somministrato come terapia aggiuntiva a diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori, deve essere definito per almeno 4 settimane prima di iniziare la terapia con carvedilolo. I pazienti affetti da scompenso cardiaco devono essere preliminarmente portati ad una situazione di stabilità delle loro condizioni cliniche. I pazienti con grave scompenso cardiaco, con deplezione dei sali e del volume, i pazienti anziani ed i pazienti con ipotensione, devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 2 ore dopo la somministrazione della prima dose e dopo ogni aumento del dosaggio in quanto si potrebbe verificare ipotensione. L’ipotensione indotta da un’eccessiva vasodilatazione può essere inizialmente trattata con la riduzione del dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono, la dose di ACE-inibitore può essere ridotta o temporaneamente sospesa. Se necessario, si potrà successivamente effettuare una riduzione del dosaggio del carvedilolo. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando i sintomi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non siano sotto controllo. Un peggioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con scompenso cardiaco e con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica < 100 mmHg), nei pazienti con cardiopatia ischemica, aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale pre-esistente. In pazienti affetti da scompenso cardiaco che presentino tali fattori di rischio, la funzionalità renale deve essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di carvedilolo. Sarà necessario ridurre la dose o interrompere il trattamento, nel caso in cui si verifichi un peggioramento significativo della funzionalità renale. In caso di somministrazione contemporanea di carvedilolo e digitale, si deve tener presente che entrambe le sostanze rallentano la conduzione atrio-ventricolare (si veda il paragrafo 4.5. “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”) Altre avvertenze riguardanti il carvedilolo ed i beta-bloccanti in generale In presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva con componente broncospastica, il carvedilolo deve essere utilizzato solo se i pazienti non sono in trattamento con terapia specifica per via orale o inalatoria e se i benefici attesi superano i potenziali rischi. Se il carvedilolo è somministrato a questi pazienti, essi devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del dosaggio del carvedilolo. La dose di carvedilolo deve essere ridotta se, durante il trattamento, il paziente manifesta segni di ostruzione bronchiale. Nei pazienti con tendenza al broncospasmo, può manifestarsi la sindrome da distress respiratorio, derivante da un possibile aumento della resistenza delle vie aeree. Se i pazienti manifestano sintomi di broncospasmo, dovrebbero essere costantemente monitorati durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del trattamento e la dose di carvedilolo deve essere ridotta. Il carvedilolo può mascherare i segni e i sintomi di un’ipoglicemia acuta. In pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco, l’uso del carvedilolo può accompagnarsi ad un peggioramento del controllo della glicemia. Pertanto, è necessario procedere ad un attento monitoraggio dei pazienti diabetici, in corso di trattamento con carvedilolo, tramite regolare misurazione dei livelli glicemici nel sangue e tramite aggiustamento della terapia con ipoglicemizzanti, se ritenuto necessario (si veda il paragrafo 4.5. “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”). Il carvedilolo può mascherare i segni e i sintomi della tireotossicosi. Il carvedilolo può indurre bradicardia. Il dosaggio del carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza cardiaca scenda al di sotto dei 55 battiti per minuto e in presenza di sintomi associati alla bradicardia. Qualora il carvedilolo sia somministrato in associazione a calcio-antagonisti quali verapamil o diltiazem, o ad altri farmaci antiaritmici, in particolare amiodarone, è necessario provvedere ad un attento monitoraggio dell’ECG e della pressione arteriosa. La somministrazione concomitante per via endovenosa deve essere evitata (si veda il paragrafo 4.5. “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”). Durante il trattamento con carvedilolo la cimetidina deve essere somministrata con cautela in quanto potrebbe potenziare gli effetti del carvedilolo (si veda il paragrafo 4.5. “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”). Prima di assumere beta-bloccanti, i pazienti affetti da feocromocitoma devono essere sottoposti ad un primo trattamento con alfa-bloccanti. Sebbene il carvedilolo eserciti alfa- e beta-bloccaggio, non c’è abbastanza esperienza su questa patologia, quindi si consiglia cautela per questi pazienti. Gli agenti con attività beta-bloccante non selettiva possono provocare dolore al torace nei pazienti affetti da angina variante di Prinzmetal. Non c’è esperienza clinica con il carvedilolo su questi pazienti, sebbene la sua attività alfa-bloccante potrebbe prevenire i sintomi. Tuttavia è necessario somministrare con cautela il carvedilolo ai pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l’eventualità di una ridotta lacrimazione. Il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilità e nei pazienti in corso di trattamento con desensibilizzanti in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità agli allergeni sia la gravità di una reazione anafilattica. Prestare cautela nel prescrivere i beta-bloccanti a pazienti con psoriasi a causa del possibile aggravamento delle reazioni cutanee. Poiché il carvedilolo è un beta-bloccante vasodilatatore, l’aggravamento della vasculopatia periferica è meno probabile che con i beta-bloccanti tradizionali. Tuttavia, esistono ancora poche esperienze cliniche in questo gruppo di pazienti. Lo stesso vale per i pazienti con sindrome di Raynaud, ma ci potrebbe essere una esacerbazione dei sintomi. I pazienti noti per metabolizzare scarsamente la debrisochina, devono essere strettamente monitorati all’inizio della terapia (si veda il paragrafo 5.2. ”Proprietà farmacocinetiche”). Poichè l’esperienza clinica è limitata, il carvedilolo non deve essere somministrato nei pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, malattia infiammatoria acuta del cuore, ostruzione emodinamica rilevante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso, arteriopatia periferica allo stadio terminale, o nei pazienti in corso di trattamento con antagonisti dei recettori a1 o agonisti dei recettori a2. A causa del suo effetto dromotropico negativo, il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado. I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l’anestesia, tuttavia il rischio di ipotensione può risultare aumentato. Inoltre è richiesta particolare cautela quando vengono somministrati alcuni farmaci anestetici. Studi più recenti tuttavia, evidenziano il beneficio dei beta-bloccanti nel prevenire la morbilità cardiaca durante gli interventi chirurgici ed una riduzione nell’incidenza delle complicazioni cardiovascolari. Come per altri beta-bloccanti, il trattamento con il carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso gradualmente e deve avvenire nell’arco di due settimane, ad esempio dimezzando la dose giornaliera ogni tre giorni. Se necessario, deve essere iniziata una terapia sostitutiva al fine di prevenire un’eventuale peggioramento dell’angina pectoris. Le compresse contengono lattosio. Pertanto, pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficienza di Lapp-lattasi o di malassorbimento di glucosio e galattosio, non devono assumere questo farmaco.
5. Interazioni
Antiaritmici: in casi isolati sono stati osservati disturbi della conduzione, raramente con compromissioni emodinamiche, a seguito della somministrazione del carvedilolo e diltiazem (orale) in associazione, di verapamil e/o amiodarone. Pertanto, come per gli altri farmaci beta-bloccanti, deve essere considerato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e dell’ECG, nei casi di somministrazione contemporanea di carvedilolo con calcio antagonisti come verapamil o diltiazem, in quanto esiste il rischio che si possano verificare disturbi di conduzione atrio-ventricolare o scompenso cardiaco (effetto sinergico). Uno stretto monitoraggio deve essere effettuato anche nel caso di somministrazione di carvedilolo in associazione ad antiaritmici di classe I o ad amiodarone (per via orale). In pazienti in corso di trattamento con amiodarone, sono stati segnalati, subito dopo l’inizio della terapia con un beta-bloccante, casi di bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare. Esiste il rischio che si verifichi scompenso cardiaco in caso di terapia endovenosa concomitante con antiaritmici di classe Ia o Ic. La somministrazione contemporanea di carvedilolo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamino-ossidasi (ad eccezione dei MAO-B-inibitori), può provocare un’ulteriore diminuzione della frequenza cardiaca; si consiglia quindi di monitorare i parametri vitali. Diidropiridine: la somministrazione concomitante di diidropiridine e di carvedilolo deve avvenire sotto stretto controllo medico in quanto possono verificarsi scompenso cardiaco e ipotensione di grado severo. Nitrati: potenziano gli effetti ipotensivi. Glicosidi cardiaci: a seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario (“steady state”) sono risultate aumentate di circa il 16%, quelle di digitossina di circa il 13%. Si raccomanda un attento controllo della concentrazione plasmatica di digossina, ogni qual volta venga iniziato, modificato o interrotto il trattamento con il carvedilolo. Altri farmaci antiipertensivi: il carvedilolo può potenziare gli effetti di altri farmaci antiipertensivi (ad esempio antagonisti dei recettori a1) e di farmaci i cui effetti indesiderati includono un effetto antiipertensivo (come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcool). Ciclosporina: i livelli plasmatici di ciclosporina risultano aumentati quando viene somministrata in concomitanza con il carvedilolo. Si raccomanda di monitorare molto attentamente le concentrazioni di ciclosporina. Antidiabetici, inclusa l’insulina: l’effetto antidiabetico dell’insulina e degli ipoglicemizzanti orali può risultare potenziato. I sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati. Per i pazienti diabetici è pertanto necessario un regolare controllo della glicemia. Clonidina:nel caso si renda necessario interrompere il trattamento di carvedilolo e clonidina, utilizzati in associazione, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire gradualmente il dosaggio di clonidina. Anestetici per via inalatoria: particolare attenzione deve essere prestata durante l’anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo del carvedilolo e degli anestetici. Antiinfiammatori non steroidei (FANS), estrogeni e corticosteroidi: a causa della ritenzione idrica e di sodio, l'effetto antiipertensivo del carvedilolo risulta diminuito. Farmaci induttori o inibitori degli enzimi della Citocromo P450: un attento monitoraggio va effettuato sia nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, rifampicina e barbiturici), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire aumentati. Simpatomimetici con effetti alfa-mimetici e beta-mimetici: rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia. Ergotamina: aumenta la vasocostrizione Agenti bloccanti neuromuscolari: aumentano il blocco neuromuscolare
6. Effetti indesiderati
(a) Riassunto del profilo di sicurezza La frequenza degli effetti indesiderati non dipende dalle dosi, ad eccezione dei casi di vertigini, disturbi della vista e bradicardia. (b) Tabella degli effetti indesiderati Il rischio della maggior parte degli effetti indesiderati associati al trattamento con carvedilolo è simile con tutte le indicazioni. Le eccezioni sono descritte nella sottosezione (c).
  Molto comuni (≥1/10) Comuni (≥1/100 a <1/10) Non comuni (≥1/1.000 a <1/100) Rari (≥1/10.000 a <1/1.000) Molto rari (<1/10.000)
Infezioni ed infestazioni   Bronchite, polmonite, infezioni del tratto respiratorio superiore, infezioni del tratto urinario      
Disturbi del sangue e del sistema linfatico   Anemia   Trombocitopenia Leucopenia
Disturbi del sistema immunitario         Ipersensibilità (reazioni allergiche)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Aumento di peso, ipercolesterolemia, riduzione del controllo del glucosio nel sangue (iperglicemia, ipoglicemia) in pazienti affetti da diabete preesistente      
Disturbi psichiatrici   Depressione, umore depresso Disturbi del sonno    
Patologie del sistema nervoso Vertigini, mal di testa   Pre-sincope, sincope, parestesia    
Patologie dell’occhio   Alterazioni del visus, ridotta lacrimazione (occhi secchi), irritazione oculare      
Patologie cardiache Scompenso cardiaco Bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico idrico Blocco atrio-ventricolare, angina pectoris    
Patologie vascolari Ipotensione Ipotensione ortostatica, alterazione della circolazione periferica (estremità fredde, vasculopatia periferica, aggravamento della claudicazione intermittente e fenomeno di Reynaud)      
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dispnea, edema polmonare, asma in pazienti predisposti   Congestione nasale  
Patologie gastrointestinali   Nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale      
Disturbi epatobiliari         Aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT), dell’aspartato aminotransferasi (AST) e della gamma-glutamil transferasi (GGT)
Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo     Reazioni cutanee (ad esempio, esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, lesioni della pelle come psoriasi e lichen planus), alopecia    
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Dolore alle estremità      
Patologie renali e urinarie   Insufficienza renale e anomalie della funzionalità renale in pazienti affetti da aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale, disturbi della minzione preesistenti     Incontinenza urinaria nelle donne
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Disfunzione erettile    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia (stanchezza) Dolore      
(c) Descrizione di alcuni effetti indesiderati selezionati Vertigini, sincope, mal di testa ed astenia sono generalmente lievi e tendono a manifestarsi nella fase iniziale del trattamento. Durante l’aggiustamento della dose di carvedilolo, i pazienti affetti da scompenso cardiaco congestizio possono manifestare un peggioramento dello scompenso cardiaco e ritenzione idrica (vedere il paragrafo 4.4). Lo scompenso cardiaco è un effetto collaterale manifestato comunemente sia nei pazienti trattati con placebo sia in quelli trattati con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra a seguito di infarto miocardico acuto). Un peggioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con scompenso cardiaco e con bassa pressione arteriosa, in pazienti con cardiopatia ischemica, aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale pre-esistente (vedere il paragrafo 4.4).A causa degli effetti beta-bloccanti del carvedilolo, è possibile che un diabete mellito latente diventi manifesto, che un diabete manifesto si aggravi e che la controregolazione glicemica sia inibita. Il carvedilolo può causare incontinenza urinaria nelle donne: questo disturbo si risolve sospendendo l’assunzione del medicinale. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
La somministrazione del carvedilolo non è raccomandata durante la gravidanza e l’allattamento. Il carvedilolo non ha mostrato alcuna attività teratogena nel corso di studi di riproduzione condotti su animali; tuttavia, i dati clinici di sicurezza d’impiego durante la gravidanza sono insufficienti (si veda il paragrafo 5.3. “Dati preclinici di sicurezza”). I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, che può avere come effetto la morte fetale, aborti o parti prematuri. Inoltre i beta-bloccanti possono causare effetti indesiderati (in particolare, ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) nel feto o nel neonato. Esiste anche la possibilità di un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale. Il Carvedilolo deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi per il feto/neonato. La terapia deve comunque essere interrotta 2-3 giorni prima della data presunta del parto. Se ciò non è possibile, il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita. Il carvedilolo è una sostanza lipofila e, in accordo con quanto emerso dai risultati degli studi condotti su animali in allattamento, sia il carvedilolo sia i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Pertanto, l’allattamento al seno non è consigliato durante l’assunzione del carvedilolo.
8. Conservazione
Contenitori e chiusure in polietilene (PE-HD): conservare nel contenitore originale. Blister (Al/PVC): conservare nella confezione originale.
9. Principio attivo
Una compressa contiene: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg o 50 mg di carvedilolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Lattosio monoidrato cellulosa microcristallina crospovidone povidone K30 silice colloidale anidra magnesio stearato. Coloranti: Compresse da 3,125 mg: con ferro ossido rosso (E172) Compresse da 6,25 mg: con ferro ossido giallo (E172) Compresse da 12,5 mg: con ferro ossido rosso(E172) e ferro ossido giallo (E172).
11. Sovradosaggio
Sintomi. In caso di sovradosaggio si possono verificare grave ipotensione, bradicardia, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno ed arresto cardiaco. Si possono, inoltre, manifestare difficoltà e problemi respiratori, broncospasmo, vomito, alterazione della coscienza e convulsioni generalizzate. Trattamento. In aggiunta ai normali protocolli di intervento, i parametri vitali devono essere monitorati e riportati nella norma, se necessario, in condizioni di terapia intensiva. Possono essere utilizzate le seguenti terapie di supporto: Atropina: 0,5-2 mg e.v. (in caso di eccessiva bradicardia). Glucagone: inizialmente 1 - 10 mg e.v., seguiti successivamente da 2 - 5 mg/h per infusione lenta (per sostenere la funzionalità cardiovascolare). Farmaci simpaticomimetici da somministrare in funzione del peso corporeo e dell’effetto ottenuto: dobutamina, isoprenalina o adrenalina. Per il broncospasmo, somministrare β-simpaticomimetici (aerosol o e.v.), oppure aminofillina e.v. con iniezione o infusione lenta. In caso di convulsioni, si raccomanda l’iniezione e.v. di diazepam o clonazepam. Nel caso in cui le manifestazioni prevalenti del sovradosaggio siano rappresentate da una vasodilatazione periferica si deve somministrare noradrenalina o etilefrina. La circolazione sanguigna del paziente deve essere strettamente monitorata. In caso di bradicardia resistente alla terapia farmacologica, deve essere iniziato un trattamento con pace-maker. Il carvedilolo si lega fortemente alle proteine plasmatiche e, pertanto, non può essere eliminato con la dialisi. Importante! In caso di grave intossicazione con sintomi da shock, il trattamento di supporto con gli antidoti deve essere continuato per un periodo di tempo sufficientemente lungo, poiché l’eliminazione e la ridistribuzione del carvedilolo possono avvenire più lentamente rispetto al normale. La durata della terapia con antidoti è correlata all’entità del sovradosaggio; la terapia e le misure di sostegno dovrebbero essere continuate fino a quando il paziente non si sia stabilizzato.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).