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Benilexa 20 microgrammi/24 ore sistema a rilascio intrauterino 1 sacchetto monouso con dispositivo di rilascio intrauterino in blister pe

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Contraccezione. Trattamento del sanguinamento mestruale abbondante. Benilexa può essere particolarmente utile per le donne con sanguinamento mestruale abbondante che richiedono una contraccezione (reversibile).
2. Posologia
Inizio del trattamento Nelle donne in età fertile, Benilexa è inserito nella cavità uterina entro sette giorni dall’inizio delle mestruazioni. Può essere sostituito con un nuovo sistema in qualunque momento del ciclo mestruale. Inserimento dopo il parto : per ridurre il rischio di perforazione, gli inserimenti dopo il parto devono essere rimandati fino alla completa involuzione dell’utero. Non inserire prima di 6 settimane dopo il parto. Se la paziente ha un significativo sanguinamento dopo il parto e/o dolore, prima dell’inserimento si deve escludere un’infezione o altre cause. Benilexa può anche essere inserito immediatamente dopo un aborto nel primo trimestre di gravidanza. Benilexa è efficace per cinque anni nelle indicazioni della contraccezione e abbondante menorragia. Pertanto deve essere rimosso dopo averlo utilizzato per 5 anni. Se l’utilizzatrice desidera continuare ad utilizzare lo stesso metodo, un nuovo sistema può essere inserito immediatamente, nel caso in cui non sia richiesta alcuna ulteriore protezione. Popolazione pediatrica Benilexa non è stato studiato in pazienti di età inferiore ai 16 anni. Benilexa non deve essere usato prima del menarca. Compromissione epatica Benilexa è controindicato nei pazienti con tumore epatico o altre epatopatie acute o gravi (vedere paragrafo 4.3). Istruzioni per l’uso e la manipolazione Benilexa è fornito in una confezione sterile che non deve essere aperta fino al momento dell’inserimento. Il prodotto deve essere maneggiato in condizioni di asepsi. Se la confezione sterile appare danneggiata, il prodotto deve essere gettato (vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni di smaltimento). Come inserire Benilexa È fortemente raccomandato che Benilexa venga inserito esclusivamente da medici/operatori sanitari esperti nell’inserimento di un sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel e/o che siano stati adeguatamente addestrati nella procedura di inserimento di un sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel. In caso di difficoltà all’inserimento e/o di dolore o sanguinamento inusuali durante o dopo l’inserimento, vedere il paragrafo 4.4. • Benilexa è fornito sterile dopo essere stato sterilizzato con ossido di etilene. Non risterilizzare. Esclusivamente monouso. Non utilizzare se la confezione interna è danneggiata o aperta. Non inserire dopo la data di scadenza riportata sull’etichetta. • Benilexa è inserito usando l’inseritore fornito (figura 1) nella cavità uterina facendo attenzione alle seguenti istruzioni di inserimento. Le seguenti istruzioni di inserimento saranno fornite nella scatola contenente il sistema a rilascio intrauterino. Leggere attentamente le seguenti istruzioni per l’uso poiché potrebbero esserci delle differenze nel tipo di dispositivo per l’inserimento rispetto ad altri dispositivi intrauterini usati in precedenza. Descrizione a) serbatoio contenente levonorgestrel con membrana b) bracci laterali c) fili d) protuberanze e) flangia f) scala graduata g) punto di ispessimento h) primo segno di marcatura i) secondo segno di marcatura j) occhiello Condizioni per l’uso 1. Nelle donne in età fertile, Benilexa è inserito entro 7 giorni dall’inizio delle mestruazioni. Può essere sostituito da un nuovo sistema in qualunque momento del ciclo. 2. È fortemente raccomandato che Benilexa venga inserito solo da medici/operatori sanitari che siano stati adeguatamente istruiti e che abbiano letto attentamente queste istruzioni prima di inserire Benilexa. 3. Benilexa è fornito in una confezione sterile che non deve essere aperta fino al momento dell’inserimento. Il prodotto deve essere maneggiato in condizioni di asepsi. Non usare se la confezione interna è danneggiata o aperta. 4. Con un esame ginecologico determinare la posizione (antiversione, retroversione) e le dimensioni dell’utero. Escludere gravidanza e controindicazioni. 5. Posizionare uno speculum, usare una soluzione antisettica idonea per detergere la vagina e la cervice. 6. Usare dilatatori cervicali se è stata diagnosticata stenosi cervicale. Non forzare per superare la resistenza. 7. Bloccare la cervice con una pinza tenaculum e applicare una leggera trazione così da allineare il canale cervicale e la cavità uterina. 8. Determinare la profondità della cavità uterina mediante isterometria. Se la profondità uterina è < 5,5 cm interrompere la procedura. Preparazione per l’inserimento Caricare lo stantuffo ed il dispositivo intrauterino (IUS) nel tubo di inserimento Aprire parzialmente il blister (circa 1/3 dall’estremità in basso) ed introdurre lo stantuffo nel tubo di inserimento. Liberare i fili dalla flangia. Tirare il filo per caricare il dispositivo intrauterino nel tubo. I bracci del dispositivo intrauterino devono stare in posizione orizzontale, parallelamente al lato piatto della flangia. Posizionare il margine inferiore della flangia in corrispondenza del valore misurato con la sonda Posizionare la flangia blu così che il margine inferiore della flangia corrisponda al valore determinato mediante isterometria. I lati piatti della flangia devono sempre rimanere paralleli ai bracci. Questo permetterà che i bracci si aprano correttamente nella cavità uterina. Regolare la posizione del dispositivo intrauterino nel tubo di inserimento Tenere fermo lo stantuffo mentre si tira il filo e si sposta il tubo per regolare la posizione del dispositivo intrauterino. Le protuberanze dei bracci laterali devono essere vicine, opposte l’una all’altra, leggermente al di sopra dell'estremità superiore del tubo di inserimento (vedi zoom 1) e l’estremità distale del tubo deve essere allineata con il primo segno di marcatura dello stantuffo (vedi zoom 2). Se il tubo non è allineato con il primo segno di marcatura dello stantuffo, si deve tirare il filo più saldamente. Inserimento Introdurre il dispositivo nel canale cervicale fino a che la flangia blu è a contatto con la cervice Tirare l’intero dispositivo fuori dal blister, tenendo saldamente insieme lo stantuffo ed il tubo nella posizione correttamente regolata. Introdurre l’insieme nel canale cervicale finché la flangia blu è a contatto con la cervice. Rilasciare i bracci del dispositivo intrauterino Tenendo lo stantuffo, rilasciare il filo e tirare il tubo di inserimento fino a che la sua estremità inferiore raggiunge il secondo segno di marcatura dello stantuffo. Spingere il dispositivo intrauterino verso il fondo Per posizionare il dispositivo intrauterino nella cavità uterina, spingere il tubo di inserimento simultaneamente con lo stantuffo, fino a che la flangia blu è di nuovo a contatto con la cervice. Benilexa è, quindi, correttamente posizionato nella cavità uterina. Rilasciare il dispositivo intrauterino dal tubo nella cavità uterina Senza muovere lo stantuffo, estrarre il tubo di inserimento verso l’occhiello dello stantuffo. Una leggera resistenza segna il passaggio del punto di ispessimento dello stantuffo. Nonostante ciò, tirare giù il tubo verso l’occhiello dello stantuffo. Benilexa viene quindi rilasciato completamente dal tubo di inserimento. Rimuovere in sequenza i componenti dell’inseritore e tagliare i fili Rimuovere in sequenza, prima lo stantuffo, poi il tubo di inserimento. Tagliare i fili a circa 3 cm dalla cervice. IMPORTANTE! In caso di difficoltà all’inserimento e/o di dolore o sanguinamento inusuali durante o dopo l’inserimento, devono essere immediatamente eseguite un esame medico ed un’ecografia per escludere una perforazione del corpo uterino o della cervice. Se necessario, rimuovere il sistema ed inserire un nuovo sistema sterile. Si ricorda agli operatori sanitari di segnalare tutti i casi di perforazione uterina o difficoltà di inserimento tramite il sistema nazionale di farmacovigilanza all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa. Come rimuovere Benilexa Benilexa viene rimosso tirando leggermente i fili con una pinza. Se non è possibile individuare i fili ed il dispositivo è visibile nella cavità uterina, può essere rimosso con una pinza sottile. Può essere necessaria la dilatazione del canale cervicale. Nelle donne in età fertile, se si vuole evitare una gravidanza, è necessario rimuovere il dispositivo durante la mestruazione, sempre che vi sia un ciclo mestruale. Se il dispositivo viene rimosso a metà del ciclo e la donna ha avuto rapporti sessuali durante la settimana precedente la rimozione, potrebbe instaurarsi una gravidanza, a meno che un nuovo sistema non venga inserito immediatamente dopo la rimozione. Dopo la rimozione di Benilexa, il dispositivo deve essere esaminato per assicurarsi che sia integro. In singoli casi, durante le rimozioni difficoltose, è stato riportato che il cilindro contenente l’ormone è scivolato sopra i bracci orizzontali, nascondendoli al suo interno. Una volta accertata l’integrità del dispositivo, non si richiedono ulteriori interventi. Le protuberanze dei bracci orizzontali, di solito, impediscono il distacco completo del cilindro dal corpo a T.
3. Controindicazioni
- Gravidanza accertata o presunta; - Malattia infiammatoria pelvica acuta o ricorrente; - Infezioni del tratto genitale inferiore; - Endometrite postparto; - Aborto settico negli ultimi tre mesi; - Cervicite, displasia cervicale; - Tumori maligni dell’utero o della cervice sospetti o accertati; - Tumore epatico o altre epatopatie acute o gravi; - Anomalie uterine congenite o acquisite, compresi i fibromi, se deformano la cavità uterina; - Sanguinamento uterino anormale di eziologia sconosciuta; - Condizioni associate ad un’aumentata suscettibilità alle infezioni; - Tumori ormone-dipendenti in corso o sospetti come il cancro alla mammella (vedere paragrafo 4.4); - Neoplasie acute che interessano il sangue o leucemie salvo quando in remissione; - Malattie trofloblastiche recenti anche se i livelli di hCG rimangono elevati; - Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
Esame medico Prima dell’inserimento, si deve raccogliere un’anamnesi personale e familiare completa. L’esame medico deve essere guidato da questo e dalle controindicazioni e avvertenze per l’uso. Il battito e la pressione sanguigna devono essere misurate ed un esame pelvico bimanuale eseguito per determinare la posizione dell’utero. La paziente deve essere visitata nuovamente sei settimane dopo l’inserimento e devono essere eseguiti ulteriori esami, laddove clinicamente indicato, adeguati alla singola donna piuttosto che come procedimento abituale. Prima dell’inserimento si deve escludere una gravidanza in atto e le infezioni genitali devono essere trattate con esito positivo. Le donne devono essere informate che Benilexa non protegge dalle infezioni da HIV (AIDS) e da altre malattie a trasmissione sessuale (consultare il paragrafo sotto sulle infezioni pelviche). Le donne devono essere incoraggiate a sottoporsi a screening cervicale e della mammella in modo adeguato per la loro età. Condizioni in cui Benilexa può essere utilizzato con cautela Benilexa deve essere utilizzato con cautela dopo aver consultato uno specialista, o deve essere presa in considerazione la rimozione del sistema, se sussiste o se si presenta per la prima volta una delle seguenti condizioni durante il trattamento: - emicrania, emicrania focale con perdita asimmetrica della vista o altri sintomi indicativi di ischemia cerebrale transitoria - cefalea di insolita intensità o frequenza - ittero - aumento marcato della pressione arteriosa - neoplasie acute che interessano il sangue o leucemie in remissione - uso di una terapia cronica con corticosteroidi - anamnesi di cisti ovariche sintomatiche funzionali - gravi artropatie in atto o pregresse, come ictus o infarto del miocardio - fattori di rischio gravi o multipli per malattia arteriosa - arteria trombotica o qualsiasi malattia embolica in atto - tromboembolismo venoso acuto. Benilexa deve essere usato con cautela nelle donne con cardiopatia congenita o valvulopatia a rischio di endocardite infettiva. Sanguinamenti irregolari possono mascherare sintomi e segni di una poliposi o di un tumore endometriale, ed, in questi casi, sarà necessario prendere in considerazione tutte le misure atte a chiarire la diagnosi. In generale, le donne che usano Benilexa devono essere incoraggiate a smettere di fumare. Avvertenze e precauzioni per l’inserimento/rimozione Informazioni generali: L’inserimento e la rimozione possono essere associati a un certo grado di dolore e sanguinamento. In caso di difficoltà all’inserimento e/o di dolore o sanguinamento inusuali durante o dopo l’inserimento, devono essere immediatamente eseguite un esame medico ed un’ecografia per escludere una perforazione del corpo uterino o della cervice (vedere anche “Perforazione”). La procedura può scatenare svenimenti dovuti ad una reazione vasovagale oppure convulsioni in pazienti epilettiche. Nel caso di primi segni di un attacco vaso-vagale, può essere necessario interrompere l’inserimento o rimuovere il sistema. La donna deve essere mantenuta in posizione supina, la testa abbassata e le gambe sollevate in posizione verticale, se necessario, allo scopo di ristabilire il flusso sanguigno cerebrale. Una via respiratoria deve essere mantenuta pervia. Una cannula tracheale deve essere sempre a portata di mano. Una bradicardia persistente può essere controllata con atropina per via endovenosa. Se è disponibile ossigeno, può essere somministrato. Perforazione: Può verificarsi perforazione del corpo o della cervice uterina, più comunemente durante l’inserimento, sebbene possa non essere rilevata fino a qualche tempo dopo. Questo può essere associato con dolore grave e sanguinamento persistente. Se si sospetta la perforazione il sistema deve essere rimosso il più presto possibile; può essere necessario un intervento chirurgico. L’incidenza di perforazione durante o a seguito dell’inserimento di Benilexa nello studio clinico, che escludeva le donne in allattamento, è stata dello 0,1%. In un ampio studio di coorte, comparativo prospettico non interventistico, tra le utilizzatrici di IUS/IUD (N= 61.448 donne), l’incidenza di perforazione è stata di 1,3 (95% CI: 1,1-1,6) ogni 1.000 inserimenti nell’intera coorte di studio; 1,4 (95% CI: 1,1-1,8) ogni 1.000 inserimenti nella coorte di un altro LNG-IUS e 1,1 (95% CI: 0,7-1,6) ogni 1.000 inserimenti nella coorte utilizzatrice di sistema intrauterino (IUD) in rame. Lo studio ha mostrato che sia l’inserimento durante l’allattamento sia l’inserimento fino a 36 settimane dopo il parto erano associati ad un aumento del rischio di perforazione (vedere Tabella 1). Questi fattori di rischio erano indipendenti dal tipo di IUS/IUD inserito. Tabella 1: Incidenza di perforazione ogni 1.000 inserimenti sull’intera coorte di studio, stratificata per allattamento al seno e periodo intercorso dal parto all’inserimento (donne pluripare).
  Allattamento al momento dell’inserimento Non allattamento al momento dell’inserimento
Inserimento ≤36 settimane dopo il parto 5,6 (95% CI 3,9-7,9; n=6.047 inserimenti) 1,7 (95% CI 0,8-3,1; n=5.927 inserimenti)
Inserimento >36 settimane dopo il parto 1,6 (95% CI 0,0-9,1; n=608 inserimenti) 0,7 (95% CI 0,5-1,1; n=41.910 inserimenti)
Il rischio di perforazione può essere aumentato in caso di inserimento post-partum (vedere paragrafo 4.2), durante l’allattamento e nelle donne con utero retroverso fisso. Deve essere effettuata un’ulteriore visita medica dopo l'inserimento seguendo la guida di cui sopra alla voce “Esame medico”, che può essere adattata, come clinicamente indicato, a donne con fattori di rischio per la perforazione. Infezione pelvica: Nelle utilizzatrici di dispositivi intrauterini in rame, la frequenza di infezioni pelviche è più elevata nel primo mese dopo l'inserimento, per diminuire successivamente. Fattori di rischio noti per la malattia infiammatoria pelvica sono partner sessuali multipli, rapporti frequenti e giovane età. L’infezione pelvica può avere gravi conseguenze in quanto può compromettere la fertilità ed aumentare il rischio di gravidanza ectopica. Come con altre procedure ginecologiche o chirurgiche, a seguito dell’inserimento del sistema a rilascio intrauterino si può verificare una grave infezione o sepsi (inclusa la sepsi streptococcica di gruppo A), sebbene sia estremamente raro. Per le donne che usano Benilexa con sintomi e segni indicativi di infezioni pelviche, sono consigliati esami batteriologici ed un attento monitoraggio anche con sintomi moderati, e si consiglia di iniziare un’appropriata terapia antibiotica. Non vi è necessità di rimuovere Benilexa a meno che i sintomi non si risolvano entro le successive 72 ore o le donne non desiderino che Benilexa sia rimosso. Benilexa deve essere rimosso se le donne riscontrano ricorrenti endometriti o infezioni pelviche, o nel caso di una grave infezione acuta. Complicanze che portano al fallimento Espulsione: I sintomi dell’espulsione parziale o completa di un sistema a rilascio intrauterino possono comprendere sanguinamento o dolore. Tuttavia, il sistema può essere espulso dalla cavità uterina senza che la donna se ne accorga con conseguente perdita della protezione contraccettiva. Un’espulsione parziale può diminuire l'efficacia di Benilexa. Poiché il dispositivo induce una diminuzione del flusso mestruale, l’aumento del flusso mestruale può essere indicativo di un’espulsione. Se Benilexa non è in posizione corretta, deve essere rimosso e ne può essere inserito uno nuovo. La donna deve essere istruita in merito alle modalità di controllo dei fili di Benilexa e sollecitata a rivolgersi immediatamente al medico se non riesce a tastare i fili. Perdita dei fili: Se i fili di rimozione non sono visibili in corrispondenza della cervice alle visite di controllo, deve essere prima esclusa una gravidanza in atto. I fili possono essersi ritirati nell’utero o nel canale cervicale e possono riapparire nel ciclo mestruale successivo. Se i fili non sono individuabili, essi possono essersi rotti, il sistema può essere stato espulso, o raramente il dispositivo può essere in posizione extra-uterina, dopo aver perforato l’utero. Deve essere condotta un’ecografia per localizzare il dispositivo e nel frattempo deve essere consigliata una contraccezione alternativa. Se l’ecografia non riesce a localizzare il dispositivo oppure se non c’è prova di espulsione, deve essere effettuata una radiografia addominale per escludere un dispositivo extra-uterino. Sanguinamenti vaginali irregolari Sanguinamenti irregolari: Benilexa di solito induce una significativa diminuzione del flusso mestruale entro 3-6 mesi dall’inizio del trattamento. L’aumento del flusso mestruale o un sanguinamento inaspettato possono essere indicativi di un’espulsione. Se la menorragia persiste, allora la donna deve essere nuovamente visitata. Deve essere eseguita una valutazione della cavità uterina attraverso un’ecografia. Deve essere considerata anche una biopsia endometriale. Rischio in donne in pre-menopausa A causa del sanguinamento irregolare o spotting durante i primi mesi di terapia nelle donne in pre-menopausa, prima dell’inserimento di Benilexa deve essere esclusa la presenza di qualunque patologia endometriale. Quando verificare la gravidanza nelle donne in età fertile: Deve essere presa in considerazione l’eventualità di una gravidanza se le mestruazioni non si presentano entro sei settimane dall’inizio delle mestruazioni precedenti e deve essere esclusa un’espulsione. Non è necessario ripetere il test di gravidanza nelle donne amenorroiche, a meno che non siano presenti altri segni di gravidanza. Nelle donne in età fertile, si sviluppa gradualmente oligomenorrea e/o amenorrea in circa il 20% delle utilizzatrici. Trattamento della menorragia: Benilexa di solito induce una significativa diminuzione del flusso mestruale entro 3-6 mesi dall’inizio del trattamento. Se non si realizza una significativa diminuzione del sanguinamento in questo lasso di tempo, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi. Altri rischi durante l’uso Gravidanza ectopica: Il rischio assoluto di gravidanza ectopica nelle utilizzatrici di sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel è basso. Tuttavia, se si instaura una gravidanza in una donna con Benilexa in situ, la probabilità relativa che questa sia una gravidanza ectopica è aumentata. La possibilità di una gravidanza ectopica deve essere presa in considerazione in caso di dolori al basso ventre, soprattutto se associati a mestruazioni assenti o se si manifesta un’emorragia in una donna amenorroica. Nello studio clinico condotto, l’incidenza globale di gravidanza ectopica con Benilexa è stata di circa 0,13 per 100 donne anno. Le donne che prendono in considerazione Benilexa devono essere avvertite relativamente ai segni, sintomi e rischi di gravidanza ectopica. Per le donne che entrano in gravidanza durante l’uso di Benilexa, deve essere considerata e valutata la possibilità di una gravidanza ectopica. Le donne con anamnesi di gravidanza ectopica, interventi chirurgici alle tube o infezione pelvica sono a rischio aumentato di gravidanza ectopica. Il rischio di gravidanza ectopica nelle donne con anamnesi di gravidanza ectopica e uso di Benilexa non è noto. La possibilità di gravidanza ectopica deve essere considerata in caso di dolore addominale basso, soprattutto in relazione con cicli mestruali mancati o in caso di sanguinamento in donne amenorroiche. La gravidanza ectopica può necessitare chirurgia e può causare perdita di fertilità. Cisti ovariche: Nelle donne in età fertile si hanno generalmente cicli ovulatori con rottura del follicolo. Talvolta l’atresia follicolare è ritardata e l’accrescimento del follicolo continua. Questi follicoli di volume aumentato non sono distinguibili clinicamente dalle cisti ovariche. Nella maggior parte dei casi questi follicoli sono asintomatici, sebbene in qualche caso possano essere associati a dolore pelvico o dispareunia. In uno studio clinico di Benilexa che ha arruolato 280 donne che presentavano sanguinamento mestruale abbondante, 141 delle quali trattate con Benilexa, sono state segnalate cisti ovariche (sintomatiche e asintomatiche) nel 9,9% delle pazienti entro 12 mesi dall’inserimento. In uno studio clinico di Benilexa che ha arruolato 1.751 soggetti, si sono verificate cisti ovariche sintomatiche in circa il 4,5% dei soggetti che utilizzavano Benilexa e lo 0,3% dei soggetti ha interrotto l’uso di Benilexa a causa di una cisti ovarica. Nella maggior parte dei casi, le cisti ovariche si risolvono spontaneamente nell’arco di due-tre mesi di osservazione. Se questo non dovesse verificarsi, si raccomanda un monitoraggio ecografico ed eventuali altre misure diagnostiche o terapeutiche. Raramente è necessario un intervento chirurgico. L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati ben noti dell’uso di contraccettivi ormonali (vedere paragrafo 4.8). La depressione può essere grave ed è un fattore di rischio ben noto per il comportamento suicidario e il suicidio. Alle donne va consigliato di contattare il medico in caso di cambiamenti d’umore e sintomi depressivi, anche se insorti poco dopo l’inizio del trattamento. Cancro alla mammella Rischio in donne in pre-menopausa Una meta-analisi che ha considerato i dati di 54 studi epidemiologici ha dimostrato un lieve aumento del rischio relativo (RR=1,24) di cancro al seno diagnosticato in donne in corso di trattamento con contraccettivi orali combinati, principalmente per le donne che utilizzano preparati estroprogestinici. L’eccesso di rischio scompare gradualmente nel corso dei 10 anni successivi all’interruzione dei contraccettivi orali combinati. Poiché il cancro della mammella è raro nelle donne al di sotto dei 40 anni, il numero di casi in più di cancro della mammella diagnosticati in donne che usano o che hanno usato recentemente contraccettivi orali combinati è modesto in rapporto al rischio complessivo di cancro della mammella. Il rischio di cancro alla mammella nelle donne che utilizzano contraccettivi contenenti solo progestinico (POP, impianti ed iniettabili), tra cui Benilexa, è probabilmente simile a quello associato ai contraccettivi orali combinati. Tuttavia, per i preparati contenenti solo progestinico, l’evidenza si basa su una popolazione di utilizzatrici molto più piccola e pertanto è meno conclusiva di quella relativa ai contraccettivi orali combinati. Informazioni generali Tolleranza al glucosio: Basse dosi di levonorgestrel possono alterare la tolleranza al glucosio ed è opportuno monitorare la glicemia in pazienti diabetiche che utilizzano Benilexa. Contraccezione post-coitale: Benilexa non è idoneo ad essere impiegato come metodo contraccettivo post- coitale. Il corpo a T di Benilexa contiene bario solfato per renderlo visibile ai raggi X.
5. Interazioni
Il metabolismo dei progestinici può essere aumentato dall’uso concomitante di sostanze in grado di indurre gli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci, in particolare gli enzimi del citocromo P450, come gli anticonvulsivanti (ad es. fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e gli antinfettivi (ad es. griseofulvina, rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz). D’altro canto, sostanze in grado di inibire gli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci (ad es. itraconazolo, ketoconazolo) possono aumentare le concentrazioni sieriche di levonorgestrel. L’effetto di questi medicinali sull’efficacia contraccettiva di Benilexa non è noto, ma non si ritiene essere di particolare rilievo in considerazione del meccanismo d’azione locale.
6. Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati sono più comuni durante i primi mesi dopo l’inserimento, e diminuiscono con l’uso prolungato. Effetti indesiderati molto comuni (che si verificano in più del 10% delle utilizzatrici) includono sanguinamento uterino/vaginale compresi spotting, oligomenorrea, amenorrea (vedere paragrafo 5.1) e cisti ovariche benigne. La frequenza di cisti ovariche benigne dipende dal metodo diagnostico utilizzato, e negli studi clinici sono stati diagnosticati follicoli ingrossati nel 12% dei soggetti che usano un sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel. La maggior parte dei follicoli sono asintomatici e si risolvono entro tre mesi. La tabella sotto riporta le reazioni avverse, classificate per sistemi e organi secondo MedDRA (MedDRA SOCs). Le frequenze sono basate su dati provenienti da studi clinici.
Classificazione per sistemi e organi Effetti indesiderati
Molto comune: ≥ 1/10 Comune: ≥ 1/100, < 1/10 Non comune: ≥ 1/1.000, < 1/100 Raro: ≥ 1/10.000, < 1/1.000
Infezioni e infestazioni Infezioni batteriche vaginali, infezioni micotiche vulvovaginali      
Disturbi del sistema immunitario       Ipersensibilità, comprese eruzione cutanea, orticaria ed angioedema
Disturbi psichiatrici   Umore, Depresso, Nervosismo, Diminuzione della libido    
Patologie del sistema nervoso   Cefalea, Emicrania, Presincope Sincope  
Patologie gastrointestinali   Dolore/disagio Addominale, Nausea, Distensione addominale, Vomito    
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Acne   Alopecia, Irsutismo, Prurito, Eczema, Cloasma/iperpigmentazione della cute Eruzione cutanea, Orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Dolore lombare    
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Sanguinamento uterino/vaginale compresi spotting, oligomenorrea, amenorrea, cisti ovariche benigne Dolore pelvico, Dismenorrea, Perdite vaginali, Vulvovaginiti, Dolore/fastidio mammario, Dispareunia, Spasmo dell’utero Malattia infiammatoria, Pelvica, Endometrite, Cervicite, Striscio del Pap Test normale, classe II Perforazione uterina*
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali     Gravidanza ectopica  
Patologie sistemiche e condizioni del sito di somministrazione Dolore procedurale, Sanguinamento procedurale Espulsione del dispositivo contraccettivo intrauterino Edema  
Esami diagnostici   Aumento di peso    
*Questa frequenza si basa su studi clinici che hanno escluso donne in allattamento. In un ampio studio di coorte prospettico comparativo non interventistico nelle utilizzatrici di IUS/IUD, la frequenza di perforazione nelle donne in allattamento o con inserimento fino a 36 settimane dopo il parto era “non comune” (vedere paragrafo 4.4). Infezioni ed infestazioni Casi di sepsi (inclusa la sepsi streptococcica di gruppo A) sono stati riportati a seguito dell’inserimento di sistemi a rilascio intrauterini (vedere paragrafo 4.4). Gravidanza, puerperio e condizioni perinatali Quando si instaura una gravidanza in una donna con Benilexa in situ, il rischio relativo di gravidanza ectopica è aumentato (vedere “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego” e “Fertilità, gravidanza e allattamento”). Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Sono stati segnalati casi di cancro alla mammella nelle utilizzatrici di sistemi a rilascio intrauterini di levonorgestrel (frequenza non nota, vedere paragrafo 4.4). In associazione con la procedura di inserimento o di rimozione di Benilexa sono state segnalate le seguenti reazioni avverse: dolore, sanguinamento, reazione vaso-vagale correlata all’inserimento con capogiro o sincope (vedere paragrafo 4.4). La procedura può anche scatenare una crisi convulsiva in pazienti epilettiche. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza : L’uso di Benilexa è controindicato in caso di gravidanza accertata o presunta. Se si instaura una gravidanza in una donna con Benilexa in situ (vedere paragrafo 5), si deve escludere una gravidanza ectopica (vedere paragrafo 4.4), il sistema deve essere rimosso e bisogna prendere in considerazione l’interruzione della gravidanza in quanto c’è un alto rischio di complicazioni per la gravidanza (aborto, infezioni e sepsi). La rimozione di Benilexa o l’esplorazione uterina possono indurre un aborto spontaneo. Se queste procedure non sono possibili o se la donna desidera proseguire la gravidanza, la donna deve essere informata dei rischi e, di conseguenza, queste gravidanze devono essere strettamente monitorate. La donna deve essere istruita in merito alla necessità di riferire tutti i sintomi indicativi di complicanze gravidiche, come dolori addominali crampiformi con febbre. Esposizione locale a levonorgestrel Devono essere tenuti in considerazione i possibili effetti virilizzanti sul feto a causa della somministrazione intrauterina e dell’esposizione locale all’ormone. L’esperienza clinica circa l’esito di gravidanze con sistemi a rilascio intrauterini di levonorgestrel i n situ è limitata a causa della sua elevata efficacia contraccettiva, ma la donna deve essere informata che, ad oggi, non vi sono evidenze di anomalie congenite causate dall’uso locale di sistemi a rilascio intrauterini di levonorgestrel nei casi in cui la gravidanza è stata portata a termine con il sistema di rilascio intrauterino in situ. Allattamento Levonorgestrel viene escreto in piccole quantità nel latte materno dopo l’uso di sistemi a rilascio intrauterini di levonorgestrel. Dal momento che non vi è nessun rischio per il bambino, l’allattamento può essere continuato durante l’uso di Benilexa. È stato riportato raramente sanguinamento uterino in donne che utilizzano un sistema di rilascio intrauterino di levonorgestrel durante l’allattamento. Fertilità L’uso del sistema a rilascio intrauterino di levonorgestrel non compromette la fertilità futura della donna, dopo la rimozione del sistema intrauterino.
8. Conservazione
Conservare nella confezione originale. Tenere il sacchetto nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
9. Principio attivo
Il principio attivo è il levonorgestrel. Il sistema a rilascio intrauterino contiene 52 mg di levonorgestrel. Il rilascio iniziale di levonorgestrel è di circa 20 microgrammi al giorno e si riduce progressivamente di circa il 50% dopo 5 anni. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Serbatoio in polidimetilsilossano (PDMS) Membrana in polidimetilsilossano (PDMS) Corpo a T in polietilene a bassa densità con 20-24% di bario solfato Filo in polipropilene Ftalocianina di rame blu.
11. Sovradosaggio
Non pertinente.
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