icon/back Indietro

Benazepril Id Sand 10 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film 14 compresse

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento dei pazienti affetti da ipertensione essenziale che non hanno risposto in maniera adeguata al trattamento con benazepril in monoterapia.
2. Posologia
PosologiaLa somministrazione della combinazione fissa di benazepril e idroclorotiazide viene solitamente raccomandata in seguito al graduale aggiustamento del dosaggio con i singoli componenti. Qualora clinicamente appropriato, può essere preso in considerazione il passaggio diretto dal regime in monoterapia a quello in combinazione fissa. Nei pazienti che non rispondono a benazepril in monoterapia (10 o 20 mg una volta al giorno) la terapia deve essere convertita a metà compressa di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg. Se dopo 3–4 settimane non si riesce a controllare adeguatamente la pressione arteriosa si può effettuare un incremento di dose fino a 10 mg di benazepril cloridrato e 12,5 mg di idroclorotiazide. Se la pressione arteriosa non risulta ancora sotto controllo dopo un periodo di tempo analogo l’incremento di dose può essere portato a 20 mg di benazepril cloridrato e a 25 mg di idroclorotiazide. Nei pazienti per i quali tale schema di dosaggio non sia sufficiente e nei pazienti con grave ipertensione nota o con ipertensione difficile da controllare deve essere considerato uno schema di dosaggio che preveda l’assunzione di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 20 mg+25 mg due volte al giorno. L’assunzione contemporanea di un secondo diuretico non è raccomandata. Pretrattamento con un diuretico I pazienti già trattati con idroclorotiazide o con un diuretico tiazidico senza una risposta soddisfacente possono sperimentare una significativa riduzione ulteriore della pressione arteriosa con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg. In tali pazienti il trattamento con il diuretico deve essere interrotto almeno 3 giorni prima di iniziare la terapia con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg. I pazienti sottoposti a trattamento con idroclorotiazide 25 o 50 mg una volta al giorno devono passare a Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg. Il dosaggio deve essere aggiustato in funzione della risposta della pressione arteriosa. Terapia sostitutiva Nei pazienti già in trattamento con benazepril e idroclorotiazide separati si può utilizzare Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg in sostituzione di questi medicinali. Se con la somministrazione della combinazione libera la pressione arteriosa è sotto controllo, la terapia sostitutiva dovrà essere basata su una dose di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg equivalente alla quantità di benazepril assunta in precedenza. Compromissione renale e anziani Sulla base degli studi clinici, Benazepril Idroclorotiazide Sandoz risulta efficace e ben tollerato sia nei pazienti anziani sia in quelli giovani. Nei pazienti con clearance della creatinina superiore a 30 ml/min (creatinina sierica circa <3 mg/dl o 265 mcmol/l) si raccomanda il dosaggio normale di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg. Negli anziani e nei pazienti con disfunzioni renali di grado lieve (clearance della creatinina 30–60 ml/min) il dosaggio va determinato con cautela, sulla base della risposta clinica (vedere le proprietà farmacocinetiche di idroclorotiazide). Qualora nei pazienti con gravi disfunzioni renali (clearance della creatinina <30 ml/min) si rendesse necessaria una terapia con diuretici, si raccomanda la combinazione di benazepril con un diuretico dell’ansa e non con un diuretico tiazidico. Benazepril Idroclorotiazide Sandoz non è pertanto raccomandato nel caso di pazienti con gravi disfunzioni renali (vedere il paragrafo 4.4). Popolazione pediatricaNon sono ancora disponibili dati concernenti la somministrazione di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni). Modo di somministrazione Benazepril Idroclorotiazide Sandoz deve essere preso alla stessa ora ogni giorno, preferibilmente la mattina con un bicchiere di acqua.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • ipersensibilità nota a qualsiasi altro ACE inibitore, alle sulfonamidi o ai tiazidici (possibili reazioni crociate) • anuria, grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min) ed epatica • ipokaliemia refrattaria, iponatriemia e iperuricemia sintomatica • storia di angioedema con o senza precedente trattamento con ACE inibitore • L’uso concomitante di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). • secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)
4. Avvertenze
Avvertenze Reazioni anafilattoidi e reazioni correlate Poiché presumibilmente gli ACE–inibitori influenzano il metabolismo di eicosanoidi e polipeptidi, inclusa la bradichinina endogena, i pazienti in trattamento con ACE–inibitori (incluso Benazepril Idroclorotiazide Sandoz) possono manifestare diversi effetti indesiderati, alcuni dei quali gravi. Angioedema Nei pazienti trattati con ACE–inibitori, incluso benazepril, è stato segnalato angioedema del volto, delle labbra, della lingua, della glottide e della laringe. In tali casi Benazepril Idroclorotiazide Sandoz va immediatamente interrotto e devono essere istituiti una terapia e un monitoraggio adeguati, fino alla completa e duratura risoluzione dei segni e dei sintomi. Dove il gonfiore è limitato al volto e alle labbra, di solito la condizione si risolve senza trattamento o con antistaminici. L’angioedema accompagnato da edema laringeo può risultare letale. Dove vi è un coinvolgimento della lingua, della glottide e della laringe occorre immediatamente un’appropriata terapia, per esempio un’iniezione ipodermica di adrenalina 1:1000 (0,3–0,5 ml) e/o misure per garantire la pervietà delle vie aeree. È stato segnalato che l’incidenza di angioedema durante la terapia con ACE–inibitori è più elevata nei pazienti neri di origine africana, rispetto a quelli non neri. Reazioni anafilattoidi durante desensibilizzazione Sono state segnalate reazioni anafilattoidi pericolose per la vita in due pazienti sottoposti a trattamento di desensibilizzazione con veleno di Hymenoptera (veleno di puntura di vespe) mentre stavano assumendo ACE–inibitori. Queste reazioni sono state evitate con la sospensione temporanea del trattamento con ACE–inibitori. Reazioni anafilattoidi durante esposizione a membrane Nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso mentre assumevano ACE–inibitori sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Reazioni di questo tipo sono state segnalate anche in pazienti sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità mediante assorbimento su destrano solfato. Ipotensione sintomatica Come nel caso di altri ACE–inibitori, in rari casi è stata osservata ipotensione sintomatica, tipicamente nei pazienti con deplezione idrosalina, come risultato di terapia a lungo termine con diuretici, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito. La deplezione idrosalina va risolta prima di iniziare la terapia con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz. Benazepril Idroclorotiazide Sandoz deve essere assunto con cautela dai pazienti sottoposti a terapia concomitante con altri antipertensivi. La componente tiazidica presente in Benazepril Idroclorotiazide Sandoz può potenziare l’azione degli altri medicinali antipertensivi. Se si dovesse verificare ipotensione, il paziente va collocato in posizione supina e se necessario deve essere somministrata una soluzione fisiologica salina per via endovenosa (IV). La terapia con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz può essere ripresa una volta che la pressione arteriosa e la volemia siano tornate a valori normali. Nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca la terapia con ACE–inibitori può indurre eccessiva ipotensione, che potrebbe essere associata a oliguria e/o azotemia progressiva e (raramente) a insufficienza renale acuta. In tali pazienti la terapia va iniziata sotto attento controllo medico; questi vanno accuratamente seguiti per le prime 2 settimane di trattamento e qualora venga incrementato il dosaggio di benazepril o del diuretico. Compromissione renale Benazepril Idroclorotiazide Sandoz deve essere somministrato con cautela nei pazienti con nefropatia. I tiazidici possono precipitare azotemia in tali pazienti, e gli effetti di un dosaggio ripetuto possono essere cumulativi. Quando il sistema renina–angiotensina è inibito dal benazepril, in pazienti sensibili possono verificarsi alterazioni della funzionalità renale. Nei pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia, nei quali la funzionalità renale potrebbe dipendere dall’attività del sistema renina–angiotensina, il trattamento con ACE–inibitori (incluso benazepril) può provocare disfunzioni renali, oliguria e/o azotemia progressiva e raramente insufficienza renale acuta. In un piccolo studio su pazienti ipertesi con stenosi dell’arteria renale in uno o entrambi i reni, il trattamento con benazepril può portare a disfunzione renale, oliguria, aumento dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica; queste alterazioni erano reversibili con l’interruzione o la riduzione del dosaggio di benazepril o della terapia diuretica, o di entrambi. Se questi pazienti vengono trattati con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz, la funzionalità renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia. Alcuni pazienti ipertesi trattati con benazepril senza apparente preesistente malattia renale vascolare hanno sviluppato elevati livelli di azoto ureico nel sangue e di creatinina sierica (generalmente lievi e transitori), soprattutto quando benazepril è stato somministrato con un diuretico. Può essere necessaria una riduzione della posologia o la sospensione di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz. È necessario monitorare la funzionalità renale al momento di valutare i pazienti ipertesi (vedere paragrafi 4.3 e 4.2). Agranulocitosi/neutropenia Un altro ACE–inibitore, captopril, è stato dimostrato causare agranulocitosi e depressione del midollo osseo; tali effetti si verificano più frequentemente in pazienti con compromissione della funzionalità renale, soprattutto se hanno anche una malattia collageno–vascolare come il lupus eritematoso sistemico o sclerodermia. Non sono disponibili dati sufficienti da studi clinici su benazepril per mostrare se causa o meno una simile incidenza di agranulocitosi. Deve essere considerato un monitoraggio della conta leucocitaria in pazienti con malattia collagenovasculare, soprattutto se la malattia è associata a compromissione della funzionalità renale. Epatite e insufficienza epatica Nei pazienti che utilizzano ACE–inibitori sono stati segnalati raramente prevalentemente epatite colestatica e casi isolati di insufficienza epatica acuta, alcuni dei quali con esito fatale. Il meccanismo non è noto. I pazienti che ricevono ACE inibitori che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici, devono interrompere il trattamento con ACE–inibitori e devono essere tenuti sotto controllo medico. Compromissione epatica Benazepril Idroclorotiazide Sandoz deve essere usato con cautela nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o con malattia epatica progressiva, poiché alterazioni minori nell’equilibrio idrico ed elettrolitico potrebbero precipitare il coma epatico (vedere "Insufficienza epatica"). Lupus eritematoso sistemico È stato segnalato che i diuretici tiazidici possono provocare l’esacerbazione o l’attivazione del lupus eritematoso sistemico. Miopatia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario L’idroclorotiazide, una sulfonamide, è stata associata a reazioni idiosincratiche che portano a miopatia acuta transitoria e a glaucoma ad angolo chiuso. I sintomi includono una rapida diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e tipicamente si manifestano entro ore o settimane dall’inizio del trattamento con il medicinale. Il glaucoma ad angolo acuto non trattato può portare alla perdita della vista permanente. Il trattamento primario è l’interruzione dell’idroclorotiazide il prima possibile. Deve essere considerato un pronto intervento medico o un intervento chirurgico qualora la pressione intraoculare resti non controllata. I fattori di rischio di sviluppare un glaucoma ad angolo acuto includono una storia di allergia alle sulfonamidi e alle penicilline. Precauzioni Alterazioni negli elettroliti sierici In corso di trattamento con ACE–inibitori, incluso benazepril, è stato osservato in rari casi un incremento del potassio sierico. La terapia a base di diuretici tiazidici è stata associata a ipokaliemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica. Questi disturbi possono causare occasionalmente uno o più dei seguenti sintomi: bocca secca, sete, debolezza, sopore, irrequietezza, dolori o crampi muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e nausea, xerostomia, astenia, sonnolenza, miospasmo. L’ipokaliemia può sensibilizzare o intensificare la risposta del cuore agli effetti tossici della digitale. Il rischio di ipokaliemia risulta più elevato nei pazienti con epatocirrosi, nei pazienti con diuresi rapida, nei pazienti con un apporto orale inadeguato di elettroliti o nei pazienti contemporaneamente trattati con corticosteroidi o ACTH. Gli elettroliti sierici devono essere monitorati all’inizio del trattamento e poi periodicamente, a intervalli adeguati, per identificare eventuali disturbi nell’equilibrio elettrolitico sierico. Il trattamento con sali di potassio o con un diuretico risparmiatore di potassio deve essere evitato – a parte i casi di necessità – nei pazienti trattati con un ACE–inibitore e un diuretico tiazidico, incluso Benazepril Idroclorotiazide Sandoz (vedere il paragrafo 4.5). A causa dei diuretici tiazidici l’escrezione di calcio risulta ridotta. In casi isolati nei pazienti trattati con tiazidi a lungo termine si sono verificate alterazioni della paratiroide, accompagnate da ipercalcemia e ipofosfatemia. Se viene diagnosticata ipercalcemia si rende necessaria un’ulteriore valutazione della diagnosi. Non sono state riscontrate complicazioni generali da iperparatiroidismo, quali calcoli renali, assorbimento osseo e ulcera peptica. I tiazidici incrementano l’escrezione urinaria di magnesio, con possibile ipomagnesemia. Altri disturbi metabolici I diuretici tiazidici possono ridurre la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici può essere necessario un adattamento delle dosi di insulina o di ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con tiazidici un diabete mellito latente può diventare manifesto. Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia con diuretici tiazidici; tuttavia alla dose di 12,5 mg presente in Benazepril Idroclorotiazide Sandoz sono stati segnalati effetti minimi o meno. In alcuni pazienti trattati con tiazidici si può verificare iperuricemia o può precipitare la gotta. Tosse Con ACE–inibitori è stata segnalata tosse persistente e non produttiva, presumibilmente quale conseguenza dell’inibita degradazione della bradichinina endogena. La tosse si risolve sempre all’atto della sospensione della terapia. La tosse indotta dagli ACE–inibitori deve essere considerata nella diagnosi differenziale della tosse. Intervento chirurgico/anestesia Prima di un intervento chirurgico l’anestesista deve essere informato sull’utilizzo di un ACE–inibitore da parte del paziente. Durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, gli ACE–inibitori possono bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla secrezione compensatoria di renina. L’ipotensione che deriva da tale meccanismo deve essere corretta mediante espansione del volume. Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Stenosi aortica o mitralica Come tutti gli altri vasodilatatori, inclusi gli ACE–inibitori, particolare cautela è indicata nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica. Gravidanza La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Lattosio Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi o da malassorbimento di glucosio/galattosio, non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Diuretici risparmiatori di potassio L’impiego concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene, amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio non è raccomandato, poiché può aumentare il rischio di iperkaliemia. Se, nonostante ciò, tale co–somministrazione venisse giudicata necessaria, si consiglia di monitorare il potassio sierico. Litio Nei pazienti che ricevono ACE inibitori (incluso benazepril) durante la terapia con litio sono stati segnalati un aumento dei livelli sierici di litio e sintomi di intossicazione da litio. Poiché la clearance renale di litio viene ridotta dall’azione dei tiazidici, il rischio di tossicità da litio risulta presumibilmente ulteriormente incrementato quando– come nel caso di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz –viene impiegato un diuretico tiazidico insieme a un ACE–inibitore. Si richiede cautela se Benazepril Idroclorotiazide Sandoz viene impiegato contemporaneamente al litio e si raccomanda un monitoraggio frequente dei livelli sierici di quest’ultimo. Agenti antidiabetici In rari casi, i pazienti diabetici che assumono un ACE–inibitore (incluso benazepril) in associazione con insulina o antidiabetici orali possono sviluppare ipoglicemia. Potrebbe essere necessario modificare la dose di insulina o di antidiabetici orali, quando Benazepril Idroclorotiazide Sandoz è somministrato in concomitanza. Questi pazienti devono pertanto essere avvisati della possibilità di reazioni ipoglicemiche, e devono essere monitorati di conseguenza. I diuretici tiazidici (incluso l’idroclorotiazide) possono alterare la tolleranza al glucosio. Può essere necessario regolare nuovamente il dosaggio di insulina e di antidiabetici orali. Oro Reazioni nitritoidi (i sintomi includono arrossamento del volto, nausea, vomito e ipotensione) sono state segnalate raramente in pazienti in terapia con oro iniettabile (aurotiomalato di sodio) e terapia concomitante con ACE inibitori. Altri medicinali antiipertensivi I tiazidici potenziano l’azione dei derivati del curaro. I tiazidici (incluso l’idroclorotiazide) potenziano l’azione dei medicinali antipertensivi (per esempio guanetidina, metildopa, beta–bloccanti, vasodilatatori, calcio antagonisti, ACE–inibitori). Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS) con ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Medicinali che influenzano i livelli sierici di potassio L’ipopotassiemia indotta dai diuretici (compresi idroclorotiazide) può essere aumentata dai corticosteroidi, ACTH, amfotericina e carbenoxolone (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.8) Glicosidi digitalici Ipopotassiemia o ipomagnesiemia indotte dai tiazidici possono verificarsi come effetti indesiderati, favorendo l’insorgenza di aritmie cardiache indotte da digitale (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.8). FANS L’effetto diuretico, natriuretico ed antipertensivo dei diuretici tiazidici può risultare ridotto a causa dell’uso contemporaneo di farmaci antinfiammatori non steroidei. In alcuni pazienti, una riduzione nell’effetto ipotensivo degli ACE–inibitori è stata descritta nel caso di utilizzo contemporaneo di indometacina. In uno studio clinico controllato, l’indometacina non ha interferito con l’effetto antipertensivo del benazepril. Resine a scambio ionico L’assorbimento di idroclorotiazide è alterato in presenza di resine a scambio anionico. Resine che legano gli acidi biliari Singole dosi di resine di colestiramina o colestipolo si legano all’idroclorotiazide e riducono l’assorbimento da parte del tratto gastrointestinale fino all’85% e al 43%, rispettivamente. Allopurinolo e agenti antineoplastici La somministrazione concomitante di diuretici tiazidici può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo, e può ridurre l’escrezione renale dei medicinali citotossici (es. ciclofosfamide, metotressato) e potenziare i loro effetti mielosoppressivi. Amantadina e diazossido La somministrazione concomitante di diuretici tiazidici (incluso l’idroclorotiazide) può aumentare il rischio di effetti avversi causati da amantadina, e può aumentare l’effetto iperglicemico del diazossido. Agenti anticolinergici La biodisponibilità dei diuretici tiazidici può essere incrementata dall’assunzione contemporanea di agenti anticolinergici (come atropina, biperiden), apparentemente a causa di una riduzione della motilità gastrointestinale e del tempo di svuotamento gastrico. Calcio/vitamina D La somministrazione concomitante di diuretici tiazidici e vitamina D o sali di calcio può potenziare l’incremento del calcio sierico. Ciclosporina Il trattamento concomitante con ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e di complicazioni di tipo gottoso.Metildopa In letteratura è stata descritta anemia emolitica nei casi in cui idroclorotiazide è stato utilizzato insieme a metildopa. Carbamazepina I pazienti che ricevono in concomitanza idroclorotiazide e carbamazepina possono sviluppare iponatriemia. Tali pazienti devono pertanto essere avvisati della possibilità di reazioni da iponatriemia, e devono essere monitorati di conseguenza.
6. Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati che si verificano con benazepril+idroclorotiazide sono stati gli stessi che sono stati segnalati con benazepril o idroclorotiazide, e sono stati generalmente lievi e transitori. Le reazioni avverse segnalate con benazepril+idroclorotiazide sono elencate di seguito. Molto comune: ≥1/10 Comune: ≥1/100, <1/10 Non comune: ≥1/1000, <1/100 Raro: ≥1/10.000, <1/1000 Molto raro: <1/10.000 Non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili Disturbi del sistema immunitario Raro: angioedema, edema delle labbra e/o facciale (vedere il paragrafo 4.4, reazioni anafilattoidi e reazioni correlate). Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro: ipokaliemia. Molto raro: iponatriemia Disturbi psichiatrici Raro: nervosismo, ansia Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea, capogiri. Raro: insonnia, vertigini, parestesia, sonnolenza. Molto raro: tinnito Non nota: sincope Patologie cardiache Comune: palpitazioni. Raro: dolore al petto Patologie vascolari Comune: ipotensione ortostatica Raro: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: tosse, sintomi delle vie respiratorie. Patologie gastrointestinali Comune: disturbi addominali. Raro: diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolore addominale. Molto raro: disgeusia Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: eruzione cutanea, vampate, prurito, fotosensibilità. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Raro: artralgia, artrite, mialgia, dolore muscoloscheletrico. Patologie renali e urinarie Comune: pollachiuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: affaticamento. Esami diagnostici Raro: aumento dell’acido urico nel sangue, di urea sierica, di creatinina sierica possono essere reversibili alla sospensione della terapia. Tali cambiamenti è più probabile che si verifichino in pazienti con stenosi dell’arteria renale (vedere il paragrafo 4.4). Aumenti minori dell’azoto ureico nel sangue (BUN) e della creatinina sierica, che erano reversibili dopo interruzione della terapia, sono stati osservati nei pazienti trattati con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 20 mg+25 mg o dosi più elevate (vedere paragrafo 4.4). In studi clinici isolati è stata osservata una leggera riduzione dei valori medi di potassio sierico e solo lo 0,2 % dei pazienti trattati con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz ha sviluppato ipokaliemia (oltre lo 0,5 mmol/l sotto l’intervallo normale). Nei pazienti che usavano Benazepril Idroclorotiazide Sandoz si sono verificati iponatriemia, aumento di acido urico e anche diminuzione di emoglobina. Benazepril La maggior parte dell’esperienza post–marketing riguarda la somministrazione di benazepril in monoterapia e/o altri ACE–inibitori e sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: Patologie del sistema emolinfopoietico Molto raro: trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4, Agranulocitosi, neutropenia), anemia emolitica Non nota: agranulocitosi, neutropenia Disturbi del sistema immunitario Non nota: reazioni anafilattoidi Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non nota: iperkaliemia Patologie cardiache Raro: angina pectoris, aritmia Molto raro: infarto del miocardio Patologie gastrointestinali Molto raro: pancreatite Non nota: angioedema del piccolo intestino Patologie epatobiliari Molto raro: epatite (soprattutto colestatica), ittero colestatico (vedere il paragrafo 4.4, Epatite e insufficienza epatica) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Raro: pemfigo Molto raro: sindrome di Stevens–Johnson Patologie renali e urinarie Molto raro: compromissione renale Idroclorotiazide Idroclorotiazide è stata prescritta ampiamente per diversi anni, a volte a dosaggi più elevati di quelli contenuti in Benazepril Idroclorotiazide Sandoz. Nei pazienti trattati con un diuretico tiazidico in monoterapia (incluso idroclorotiazide) sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati: Disturbi elettrolitici e metabolici Vedere il paragrafo 4.4. Altri Patologie del sistema emolinfopoietico Raro. trombocitopenia accompagnata da occasionale porpora Molto raro: leucopenia, agranulocitosi, mielosoppressione, anemia emolitica Non nota: anemia aplastica Disturbi del sistema immunitario Molto raro: ipersensibilità Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: perdita dell’appetito Disturbi psichiatrici Raro: disturbi del sonno, depressione Patologie del sistema nervoso Raro. cefalea, capogiri, parestesia Patologie dell’occhio Raro: disturbi visivi, soprattutto nelle prime settimane di trattamento Non nota: miopatia acuta e glaucoma ad angolo acuto secondario Patologie cardiache Raro: aritmia Patologie vascolari Comune: ipotensione ortostatica che potrebbe essere esacerbata dal consumo di alcool o dall’assunzione di anestetici o sedativi Molto raro: vasculite necrotizzante Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto raro: distress respiratorio inclusi polmonite e edema polmonare Patologie gastrointestinali Comune: leggera nausea e vomito Raro: disturbi addominali, costipazione, diarrea Molto raro: pancreatite Patologie epatobiliari Raro: colestasi, ittero Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: orticaria e altre forme di eruzioni cutanee Raro: reazioni di fotosensibilità Molto raro: necrolisi epidermica tossica, reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo Non nota: eritema multiforme Patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo Non nota: spasmi muscolari Patologie renali e urinarie Non comune: danno renale acuto Non nota: danno e compromissione renale Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune: disfunzione erettile Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione Non nota: piressia, astenia Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Ace inibitori: l’uso di ACE–inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L’uso di ACE–inibitori è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4). L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Idroclorotiazide: C’è limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti. Idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al suo meccanismo d’azione l’uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento potrebbe essere usato. Allattamento Benazepril: Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrino essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non c’è abbastanza esperienza clinica. Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, Benazepril Idroclorotiazide Sandoz può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi. Idroclorotiazide: Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L’uso di Benazepril Idroclorotiazide Sandoz durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Se Benazepril Idroclorotiazide Sandoz viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.
9. Principio attivo
Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg compresse rivestite con film Una compressa rivestita con film contiene 10 mg di benazepril cloridrato e 12,5 mg di idroclorotiazide. Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 20 mg+25 mg compresse rivestite con film Una compressa rivestita con film contiene 20 mg di benazepril cloridrato e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipiente(i) con effetto noto: lattosio 106,9 mg Per il dosaggio 20 mg+25 mg: lattosio 213,6 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, crospovidone, olio di ricino idrogenato, cellulosa microcristallina, amido pregelatinizzato (mais), silice colloidale anidra. Rivestimento: lattosio monoidrato, ipromellosa, macrogol 4000, titanio diossido (E171). In aggiunta per Benazepril Idroclorotiazide Sandoz 10 mg+12,5 mg: ferro ossido giallo (E 172), ferro ossido rosso (E 172).
11. Sovradosaggio
Segni e sintomi Non sono disponibili informazioni sul trattamento del sovradosaggio con Benazepril Idroclorotiazide Sandoz. Nell’avvelenamento a causa di sovradosaggio da idroclorotiazide possono manifestarsi i seguenti segni e sintomi: capogiri, nausea, sonnolenza, ipovolemia, ipotensione e disturbi dell’equilibrio elettrolitico associati a disritmia cardiaca e miospasmo. Non vi è esperienza di sovradosaggio con benazepril. Il segno principale di un sovradosaggio sarebbe l’ipotensione marcata. Trattamento Non sono disponibili specifici antidoti per idroclorotiazide o benazepril. Il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. Se l’ingestione è recente si possono tentare l’induzione del vomito o la lavanda gastrica. Per ridurre l’assorbimento si può somministrare carbone attivo. Il paziente va adagiato con le gambe sollevate e i liquidi e gli elettroliti persi devono essere reintegrati. La funzionalità renale deve essere monitorata finché le condizioni del paziente non si sono normalizzate. Anche se il metabolita attivo benazeprilato è solo di poco dializzabile, la dialisi può essere considerata a sostegno dell’eliminazione normale nell’overdose di pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.3). Nel caso di marcata ipotensione, somministrare la terapia appropriata. Dopo assunzione di una dose eccessiva di farmaco è consigliabile il ricovero presso un’unità di terapia intensiva per correggere l’ipotensione – che potrebbe protrarsi a lungo – attraverso la somministrazione per via endovenosa di sostituti plasmatici o – in caso di risposta insoddisfacente – di catecolamine.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).