Sintesi del profilo di sicurezza Avelumab è associato a reazioni avverse immuno-correlate. La maggior parte di esse, comprese le reazioni severe, si sono risolte dopo l’avvio di una terapia medica idonea o la sospensione di avelumab (vedere “Descrizione di reazioni avverse selezionate” in basso). Le reazioni avverse più comuni con avelumab sono state affaticamento (30,0%), nausea (23,6%), diarrea (18,5%), stipsi (18,1%), riduzione dell’appetito (17,6%), reazioni correlate all'infusione (15,9%), vomito (15,6%) e riduzione di peso (14,5%). Le reazioni avverse più comuni di grado ≥3 sono state anemia (5,6%), ipertensione (3,9%), iponatremia (3,6%), dispnea (3,5%) e dolore addominale (2,6%). Le reazioni avverse gravi sono state reazioni avverse immuno-correlate e reazioni correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse La sicurezza di avelumab in monoterapia è stata valutata in 2.082 pazienti con tumori solidi incluso MCC metastatico o UC localmente avanzato o metastatico che ricevevano 10 mg/kg di avelumab ogni 2 settimane in studi clinici (vedere Tabella 2). Le reazioni sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 2: Reazioni avverse in pazienti trattati con avelumab in monoterapia Frequenza | Reazioni avverse |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Molto comune | Anemia |
Comune | Linfopenia, trombocitopenia |
Non comune | Eosinofilia§ |
Disturbi del sistema immunitario |
Non comune | Ipersensibilità, ipersensibilità al farmaco |
Raro | Reazione anafilattica, ipersensibilità di tipo I |
Patologie endocrine |
Comune | Ipotiroidismo*, ipertiroidismo* |
Non comune | Insufficienza surrenalica*, tiroidite autoimmune*, tiroidite*, ipotiroidismo autoimmune* |
Raro | Insufficienza corticosurrenalica acuta*, ipopituitarismo* |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comune | Riduzione dell’appetito |
Comune | Iponatremia |
Non comune | Iperglicemia* |
Raro | Diabete mellito*, diabete mellito di tipo 1* |
Patologie del sistema nervoso |
Comune | Cefalea, vertigini, neuropatia periferica |
Non comune | Miastenia gravis†, sindrome miastenica† |
Raro | Sindrome di Guillain-Barré*, sindrome di Miller-Fisher* |
Patologie dell’occhio |
Raro | Uveite* |
Patologie cardiache |
Raro | Miocardite* |
Patologie vascolari |
Comune | Ipertensione |
Non comune | Ipotensione, arrossamento |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Molto comune | Tosse, dispnea |
Comune | Polmonite* |
Raro | Malattia polmonare interstiziale* |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune | Nausea, diarrea, stipsi, vomito, dolore addominale |
Comune | Bocca secca |
Non comune | Ileo, colite* |
Raro | Pancreatite*, colite autoimmune*, enterocolite*, pancreatite autoimmune*, enterite*, proctite* |
Patologie epatobiliari |
Non comune | Epatite autoimmune* |
Raro | Insufficienza epatica acuta*, insufficienza epatica*, epatite*, epatotossicità* |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Comune | Prurito*, rash*, secchezza cutanea, rash maculo-papulare* |
Non comune | Eczema, dermatite, rash pruriginoso*, psoriasi*, eritema*, rash eritematoso*, rash generalizzato*, rash maculare*, rash papulare* |
Raro | Eritema multiforme*, porpora*, vitiligine*, prurito generalizzato*, dermatite esfoliativa*, pemfigoide*, dermatite psoriasiforme*, eruzione da farmaco*, lichen planus* |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Molto comune | Dorsalgia, artralgia |
Comune | Mialgia |
Non comune | Miosite*, artrite reumatoide* |
Raro | Artrite*, poliartrite*, oligoartrite* |
Patologie renali e urinarie |
Non comune | Insufficienza renale*, nefrite* |
Raro | Nefrite tubulo-interstiziale* |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto comune | Affaticamento, piressia, edema periferico |
Comune | Astenia, brividi, malattia simil-influenzale |
Raro | Sindrome da risposta infiammatoria sistemica* |
Esami diagnostici |
Molto comune | Riduzione di peso |
Comune | Aumento della creatinina ematica, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento della lipasi, aumento della gamma-glutamiltransferasi, aumento dell’amilasi |
Non comune | Aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT)*, aumento dell’aspartato aminotransferasi (AST)*, aumento della creatina fosfochinasi ematica* |
Raro | Aumento delle transaminasi*, riduzione della tiroxina libera*, aumento ematico dell’ormone stimolante la tiroide* |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura |
Molto comune | Reazione correlata all’infusione |
* Reazione avversa immuno-correlata in base al giudizio del medico
† Reazioni avverse verificatesi in un numero stimato di 4.000 pazienti esposti ad avelumab in monoterapia oltre l’analisi aggregata
§ Reazione osservata solo nello studio EMR100070-003 (Parte B) dopo il cut-off dei dati dell’analisi aggregata; ne è stata pertanto stimata la frequenza
Carcinoma a cellule renali Sintesi del profilo di sicurezza La sicurezza di avelumab in associazione con axitinib è stata valutata in 489 pazienti con RCC avanzato trattati in due studi clinici con 10 mg/kg di avelumab ogni 2 settimane e axitinib 5 mg per via orale due volte al giorno. In questa popolazione di pazienti, le reazioni avverse più comuni sono state diarrea (62,8%), ipertensione (49,3%), affaticamento (42,9%), nausea (33,5%), disfonia (32,7%), riduzione dell’appetito (26,0%), ipotiroidismo (25,2%), tosse (23,7%), cefalea (21,3%), dispnea (20,9%) e artralgia (20,9%).
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse segnalate in 489 pazienti con RCC avanzato trattati in due studi clinici con avelumab in associazione con axitinib sono riportate nella Tabella 3. Le reazioni sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 3: Reazioni avverse in pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib negli studi clinici B9991002 e B9991003 Frequenza | Reazioni avverse |
Infezioni ed infestazioni |
Non comune | Rash pustoloso |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Comune | Anemia, trombocitopenia |
Non comune | Linfopenia, eosinofilia |
Disturbi del sistema immunitario |
Comune | Ipersensibilità |
Patologie endocrine |
Molto comune | Ipotiroidismo |
Comune | Ipertiroidismo, insufficienza surrenalica, tiroidite |
Non comune | Tiroidite autoimmune, ipofisite |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comune | Riduzione dell’appetito |
Comune | Iperglicemia |
Non comune | Diabete mellito, diabete mellito di tipo 1 |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune | Cefalea, vertigini |
Comune | Neuropatia periferica |
Non comune | Miastenia gravis, sindrome miastenica |
Patologie cardiache |
Non comune | Miocardite |
Patologie vascolari |
Molto comune | Ipertensione |
Comune | Ipotensione, arrossamento |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Molto comune | Disfonia, tosse, dispnea |
Comune | Polmonite |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune | Diarrea, nausea, stipsi, vomito, dolore addominale |
Comune | Bocca secca, colite |
Non comune | Colite autoimmune, pancreatite autoimmune, enterocolite, ileo, pancreatite necrotizzante |
Patologie epatobiliari |
Comune | Funzione epatica anomala |
Non comune | Epatite, epatotossicità, epatite immunomediata, malattia epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Molto comune | Rash, prurito |
Comune | Rash pruriginoso, rash maculo-papulare, prurito generalizzato, dermatite acneiforme, eritema, rash maculare, rash papulare, rash eritematoso, dermatite, eczema, rash generalizzato |
Non comune | Eruzione da farmaco, eritema multiforme, psoriasi |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Molto comune | Artralgia, dorsalgia, mialgia |
Patologie renali e urinarie |
Comune | Insufficienza renale acuta |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto comune | Affaticamento, brividi, astenia, piressia |
Comune | Edema periferico, malattia simil-influenzale |
Esami diagnostici |
Molto comune | Riduzione di peso, aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT), aumento dell’aspartato aminotransferasi (AST) |
Comune | Aumento della creatinina ematica, aumento dell’amilasi, aumento della lipasi, aumento della gamma-glutamiltransferasi, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento della creatina fosfochinasi ematica, riduzione dell’ormone stimolante la tiroide ematico, aumento delle transaminasi |
Non comune | Aumento dei test della funzione epatica |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura |
Molto comune | Reazione correlata all’infusione |
Descrizione di reazioni avverse selezionate I dati delle reazioni avverse immuno-correlate per avelumab in monoterapia si basano su 2.082 pazienti, inclusi 1.650 pazienti dello studio di fase I EMR100070-001 su tumori solidi, 88 pazienti dello studio EMR100070-003 sul MCC e 344 pazienti dello studio B9991001 sull’UC, e per avelumab in associazione con axitinib si basano su 489 pazienti degli studi B9991002 e B9991003 sul RCC (vedere paragrafo 5.1). Le linee guida per il trattamento di queste reazioni avverse sono descritte nel paragrafo 4.4.
Polmonite immuno-correlata Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, l’1,3% (28/2.082) ha manifestato una polmonite immuno-correlata. Tra questi, 1 paziente (meno dello 0,1%) ha avuto un esito letale, 1 paziente (meno dello 0,1%) ha presentato una polmonite immuno-correlata di grado 4, e 6 pazienti (0,3%) di grado 3. Il tempo mediano all’esordio della polmonite immuno-correlata è stato di 2,5 mesi (intervallo: da 3 giorni a 13,8 mesi). La durata mediana è stata di 8,1 settimane (intervallo: da 4 giorni a oltre 4,9 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,4% dei pazienti (9/2.082) a causa di una polmonite immuno-correlata. I 28 pazienti con polmonite immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi e 21 (75%) dei 28 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 9 giorni (intervallo: da 1 giorno a 2,3 mesi). La polmonite immuno-correlata si è risolta in 18 (64,3%) dei 28 pazienti al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, lo 0,6% (3/489) ha manifestato una polmonite immuno-correlata. Tra questi, nessuno ha presentato una polmonite immuno-correlata di grado ≥ 3. Il tempo mediano all’esordio della polmonite immuno-correlata è stato di 3,7 mesi (intervallo: da 2,7 mesi a 8,6 mesi). La durata mediana è stata di 2,6 mesi (intervallo: da 3,3 settimane a oltre 7,9 mesi). La polmonite immuno-correlata non ha portato all’interruzione definitiva di avelumab in nessun paziente. I 3 pazienti con polmonite immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 3,3 mesi (intervallo: da 3 settimane a 22,3 mesi). La polmonite immuno-correlata si è risolta in 2 (66,7%) dei 3 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Epatite immuno-correlata Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, l’1,0% (21/2.082) ha manifestato un’epatite immuno-correlata. Tra questi, 2 pazienti (0,1%) hanno avuto un esito letale e 16 pazienti (0,8%) hanno presentato un’epatite immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio dell’epatite immuno-correlata è stato di 3,3 mesi (intervallo: da 9 giorni a 14,8 mesi). La durata mediana è stata di 2,5 settimane (intervallo: da 1 giorno a oltre 7,4 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,6% dei pazienti (13/2.082) a causa di un’epatite immuno-correlata. I 21 pazienti con epatite immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi e 20 (95,2%) dei 21 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 17 giorni (intervallo: da 1 giorno a 4,1 mesi). L’epatite immuno-correlata si è risolta in 12 (57,1%) dei 21 pazienti al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, il 6,3% (31/489) ha manifestato un’epatite immuno-correlata. Tra questi, 18 pazienti (3,7%) hanno presentato un’epatite immuno-correlata di grado 3 e 3 pazienti (0,6%) hanno presentato un’epatite immuno-correlata di grado 4. Il tempo mediano all’esordio dell’epatite immuno-correlata è stato di 2,3 mesi (intervallo: da 2,1 settimane a 14,5 mesi). La durata mediana è stata di 2,1 settimane (intervallo: da 2 giorni a 8,9 mesi). Avelumab è stato interrotto nel 4,7% dei pazienti (23/489) a causa di un’epatite immuno-correlata. I 31 pazienti con epatite immuno-correlata sono stati tutti trattati per l’epatite, inclusi 30 pazienti (96,8%) trattati con corticosteroidi e 1 paziente trattato con un immunosoppressore non steroideo. Ventotto (90,3%) dei 31 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 2,4 settimane (intervallo: da 1 giorno a 10,2 mesi). L’epatite immuno-correlata si è risolta in 27 (87,1%) dei 31 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Colite immuno-correlata Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, l’1,5% (31/2.082) ha manifestato una colite immuno-correlata. Tra questi, 10 pazienti (0,5%) hanno presentato una colite immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio della colite immuno-correlata è stato di 2,0 mesi (intervallo: da 2 giorni a 11,5 mesi). La durata mediana è stata di 5,9 settimane (intervallo: da 1 giorno a oltre 14 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,5% dei pazienti (11/2.082) a causa di una colite immuno-correlata. I 31 pazienti con colite immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi e 19 (61,3%) dei 31 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 19 giorni (intervallo: da 1 giorno a 2,3 mesi). La colite immuno-correlata si è risolta in 22 (71%) dei 31 pazienti al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, il 2,7% (13/489) ha presentato una colite immuno-correlata. Tra questi, 9 pazienti (1,8%) hanno presentato una colite immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio della colite immuno-correlata è stato di 5,1 mesi (intervallo: da 2,3 settimane a 14 mesi). La durata mediana è stata di 1,6 settimane (intervallo: da 1 giorno a oltre 9 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,4% dei pazienti (2/489) a causa di una colite immuno-correlata. I 13 pazienti con colite immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi e 12 (92,3%) dei 13 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 2,3 settimane (intervallo: da 5 giorni a 4,6 mesi). La colite immuno-correlata si è risolta in 10 (76,9%) dei 13 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Pancreatite immuno-correlata Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, meno dell’1% (1/4.000) ha manifestato pancreatite immuno-correlata nel quadro di studi clinici su molteplici tipi di tumore, mentre lo 0,6% dei pazienti (3/489) trattati con avelumab in associazione con axitinib ha manifestato pancreatite immuno-correlata, inclusi 2 pazienti (0,4%) con esito letale.
Miocardite immuno-correlata Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, meno dell’1% (5/4.000) ha manifestato miocardite immuno-correlata nel quadro di studi clinici su molteplici tipi di tumore, mentre lo 0,6% dei pazienti (3/489) trattati con avelumab in associazione con axitinib ha manifestato miocardite immuno-correlata, inclusi 2 pazienti (0,4%) con esito letale.
Endocrinopatie immuno-correlate Disturbi della tiroide Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, il 6,7% (140/2.082) ha manifestato disturbi della tiroide immuno-correlati, inclusi 127 pazienti (6,1%) che presentavano ipotiroidismo, 23 (1,1%) che presentavano ipertiroidismo e 7 (0,3%) che presentavano una tiroidite. Tra questi, 4 pazienti (0,2%) hanno presentato disturbi della tiroide immuno-correlati di grado 3. Il tempo mediano all’esordio dei disturbi della tiroide è stato di 2,8 mesi (intervallo: da 2 settimane a 12,8 mesi). La durata mediana non è stata valutabile (intervallo: da 3 giorni a oltre 27,6 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,2% dei pazienti (4/2.082) a causa di disturbi della tiroide immuno-correlati. I disturbi della tiroide si sono risolti in 14 (10%) dei 140 pazienti al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, il 24,7% (121/489) ha manifestato disturbi della tiroide immuno-correlati, inclusi 111 pazienti (22,7%) che presentavano ipotiroidismo, 17 (3,5%) che presentavano ipertiroidismo e 7 (1,4%) che presentavano una tiroidite. Tra questi, 2 pazienti (0,4%) hanno presentato disturbi della tiroide immuno-correlati di grado 3.Il tempo mediano all’esordio dei disturbi della tiroide è stato di 2,8 mesi (intervallo: da 3,6 settimane a 19,3 mesi). La durata mediana non è stata valutabile (intervallo: da 8 giorni a oltre 23,9 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,2% dei pazienti (1/489) a causa di disturbi della tiroide immuno-correlati. I disturbi della tiroide si sono risolti in 15 (12,4%) dei 121 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Insufficienza surrenalica Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, lo 0,5% (11/2.082) ha manifestato un’insufficienza surrenalica immuno-correlata. Tra questi, 1 paziente (meno dello 0,1%) ha presentato un’insufficienza surrenalica immuno-correlata di grado 3.Il tempo mediano all’esordio dell’insufficienza surrenalica immuno-correlata è stato di 3,3 mesi (intervallo: da 1 giorno a 7,6 mesi). La durata mediana non è stata valutabile (intervallo: da 2 giorni a oltre 10,4 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,1% dei pazienti (2/2.082) a causa di un’insufficienza surrenalica immuno-correlata. Gli 11 pazienti con insufficienza surrenalica immuno-correlata sono tutti stati trattati con corticosteroidi e 5 (45,5%) degli 11 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi sistemici a dosi elevate (≥40 mg di prednisone o equivalente) per un tempo mediano di 2 giorni (intervallo: da 1 giorno a 24 giorni). L’insufficienza surrenalica si è risolta in 3 pazienti (27,3%) al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, l’1,8% (9/489) ha manifestato un’insufficienza surrenalica immuno-correlata. Tra questi, 2 pazienti (0,4%) hanno presentato un’insufficienza surrenalica immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio dell’insufficienza surrenalica immuno-correlata è stato di 5,5 mesi (intervallo: da 3,6 settimane a 8,7 mesi). La durata mediana è stata di 2,8 mesi (intervallo: da 3 giorni a oltre 15,5 mesi). L’insufficienza surrenalica immuno-correlata non ha portato all’interruzione definitiva di avelumab in nessun paziente. Otto pazienti (88,9%) con insufficienza surrenalica immuno-correlata sono stati trattati con corticosteroidi e 2 (25%) degli 8 pazienti sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate (≥ 40 mg di prednisone o equivalente) per un tempo mediano di 8 giorni (intervallo: da 5 giorni a 11 giorni). L’insufficienza surrenalica si è risolta in 4 (44,4%) dei 9 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Diabete mellito di tipo 1 Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, il diabete mellito di tipo 1 senza eziologia alternativa si è manifestato nello 0,2% dei pazienti (5/2.082). Tutti i 5 pazienti hanno manifestato diabete mellito di tipo 1 di grado 3. Il tempo mediano all’esordio del diabete mellito di tipo 1 è stato di 3,3 mesi (intervallo: da 1 giorno a 18,7 mesi). La durata mediana non è stata valutabile (intervallo: da 14 giorni a oltre 4,8 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,1% dei pazienti (2/2.082) a causa di un diabete mellito di tipo 1. Il diabete mellito di tipo 1 si è risolto in 2 pazienti (40%) al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, il diabete mellito di tipo 1 senza eziologia alternativa si è manifestato nell’1,0% dei pazienti (5/489). Tra questi, 1 paziente (0,2%) ha presentato diabete mellito di tipo 1 di grado 3. Il tempo mediano all’esordio del diabete mellito di tipo 1 è stato di 1,9 mesi (intervallo: da 1,1 mesi a 7,3 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,2% dei pazienti (1/489) a causa di un diabete mellito di tipo 1. I 5 pazienti con diabete mellito di tipo 1 sono stati tutti trattati con insulina. Il diabete mellito di tipo 1 non si è risolto in nessuno dei pazienti al momento del cut-off dei dati.
Nefrite immuno-correlata e disfunzione renale Nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia, una nefrite immuno-correlata si è manifestata nello 0,3% dei pazienti (7/2.082) trattati. Un paziente (meno dello 0,1%) ha manifestato nefrite immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio della nefrite immuno-correlata è stato di 2,4 mesi (intervallo: da 7,1 settimane a 21,9 mesi). La durata mediana è stata di 6,1 mesi (intervallo: da 9 giorni a 6,1 mesi). Avelumab è stato interrotto nello 0,2% dei pazienti (4/2.082) a causa di nefrite immuno-correlata. I 7 pazienti con nefrite immuno-correlata sono stati tutti trattati con corticosteroidi. 6 di questi 7 pazienti (85,7%) con nefrite immuno-correlata sono stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 2,5 settimane (intervallo: da 6 giorni a 2,8 mesi). La nefrite immuno-correlata si è risolta in 4 pazienti (57,1%) al momento del cut-off dei dati. Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, una nefrite immuno-correlata si è manifestata nello 0,4% dei pazienti (2/489). Tra questi, 2 pazienti (0,4%) hanno presentato una nefrite immuno-correlata di grado 3. Il tempo mediano all’esordio della nefrite immuno-correlata è stato di 1,2 mesi (intervallo: da 2,9 settimane a 1,8 mesi). La durata mediana è stata di 1,3 settimane (intervallo: da oltre 4 giorni a 1,3 settimane). La nefrite immuno-correlata non ha portato all'interruzione definitiva di avelumab in nessun paziente. I 2 pazienti con nefrite immuno-correlata sono entrambi stati trattati con corticosteroidi a dosi elevate per un tempo mediano di 1,1 settimane (intervallo: da 3 giorni a 1,9 settimane). La nefrite immuno-correlata si è risolta in 1 (50%) dei 2 pazienti al momento del cut-off dei dati.
Epatotossicità (in associazione con axitinib) Nei pazienti trattati con avelumab in associazione con axitinib, sono stati segnalati aumenti di ALT di grado 3 e 4 e aumenti di AST rispettivamente nel 9% e nel 7% dei pazienti. Nei pazienti con ALT ≥ 3 volte il LSN (gradi 2-4, n=82), la ALT è regredita al grado 0-1 nel 92% dei casi. Dei 73 pazienti ritrattati con avelumab (59%) o axitinib (85%) in monoterapia o con entrambi (55%), il 66% non ha ripresentato livelli di ALT ≥ 3 volte il LSN.
Immunogenicità Dei 1.738 pazienti trattati con avelumab 10 mg/kg tramite infusione endovenosa ogni 2 settimane, 1.627 erano valutabili per gli anticorpi antifarmaco (
anti-drug antibodies, ADA) emergenti in seguito al trattamento e 96 (5,9%) sono risultati positivi. Per i pazienti positivi ad ADA può esserci un aumento del rischio per le reazioni correlate all’infusione (circa il 40% e il 25% per i pazienti ADA sempre positivi e per i pazienti ADA mai positivi, rispettivamente). Un’analisi più sensibile per la valutazione degli ADA emergenti in seguito al trattamento nei pazienti trattati con avelumab in monoterapia è stata usata per lo studio B9991001 nella popolazione UC. Dei 344 pazienti trattati con avelumab 10 mg/kg con infusione endovenosa ogni 2 settimane più BSC, 325 erano valutabili per gli ADA emergenti in seguito al trattamento e 62 (19,1%) sono risultati positivi. L’analisi più sensibile degli ADA è stata usata anche per lo studio B9991002 e per lo studio B9991003 nella popolazione RCC. Dei 480 pazienti con almeno un risultato ADA valido a qualsiasi intervallo temporale, trattati con avelumab 10 mg/kg tramite infusione endovenosa ogni 2 settimane in associazione con axitinib 5 mg due volte al giorno, 453 erano valutabili per gli ADA emergenti in seguito al trattamento e 66 (14,6%) sono risultati positivi. Complessivamente, a seguito dello sviluppo di anticorpi anti-avelumab, non vi è stata alcuna evidenza di alterazione del profilo farmacocinetico, aumentata incidenza di reazioni all’infusione o effetti sull’efficacia. L’impatto degli anticorpi neutralizzanti (nAb) non è noto.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.