PRP capelli: in cosa consiste questo trattamento?

Elena Turrini

Ultimo aggiornamento – 10 Agosto, 2023

prp-capelli

Nel corso degli ultimi anni, il Plasma Ricco di Piastrine, altrimenti detto PRP, è un trattamento che viene impiegato in diversi ambiti della medicina, dall’ortopedia (per trattare lesioni cartilaginee, muscolari o ai tendini), alla medicina estetica (per stimolare la rigenerazione cutanea ed eliminare le rughe), alla chirurgia plastica, fino all’odontoiatria.

In questo articolo però ci concentreremo sull’impiego di questo metodo in tricologia, e quindi sull’effetto del PRP nelle calvizie. Vediamo quindi cos’è la terapia PRP per capelli, come vengono fatte le iniezioni di plasma per capelli e secondo quale meccanismo viene promossa la ricrescita dei capelli con il trattamento PRP.

Tecnica PRP capelli: cos'è

Il PRP, dall’inglese "platelet rich plasma", che tradotto in italiano significa letteralmente "plasma ricco di piastrine", è un derivato del sangue che si ottiene centrifugando una piccola quantità di sangue prelevata direttamente dal paziente.

Viene definito “ricco di piastrine” proprio perché il numero di queste cellule ematiche risulta essere da tre a sette volte maggiore rispetto al normale sangue circolante.

Proprio per le sue caratteristiche, il plasma ricco di piastrine, viene impiegato in molti campi della medicina, tra cui la tricologia, la branca che si occupa della salute del capello e del cuoio capelluto.

In tricologia, appunto, rappresenta una terapia innovativa in grado di contrastare  e alopecia in fase iniziale.

Il meccanismo su cui si basa il trattamento PRP capelli, è il seguente.

Nei follicoli piliferi si trovano una grande quantità di cellule staminali, ossia cellule indifferenziate che, tramite opportuni stimoli possono evolvere in un determinato tessuto o organo.

Queste cellule staminali possiedono dei recettori che, se stimolati, possono promuovere la ricrescita del capello.

Ma perché viene usato proprio il PRP per le calvizie? Questa sostanza ematica contiene importanti fattori di crescita, che sono in grado di stimolare i recettori delle cellule presenti nei bulbi piliferi, e far loro produrre nuovi capelli.

Si tratta quindi di un approccio mini-invasivo che mira a stimolare il metabolismo dei follicoli piliferi e promuovere la rigenerazione cellulare mediante l'introduzione di plasma ricco di piastrine nella zona affetta dal diradamento dei capelli.

PRP capelli: come agisce

Come anticipato, il trattamento PRP per capelli, sfrutta le potenzialità del Plasma ricco di Piastrine per stimolare i follicoli piliferi dormienti a fare crescere nuovi capelli.

Tuttavia, per comprendere bene il meccanismo d’azione, è bene fare un piccolo ripasso sul concetto generale di piastrine.

Le piastrine, sono cellule del sangue prodotte dal midollo osseo, che in genere si attivano quando ci sono delle ferite o delle lesioni per promuovere il processo di guarigione e coagulativo.

Per riassumere, le funzioni espletate dalle piastrine sono:

  • Stimolano la proliferazione e la maturazione cellulare, un processo necessario alla guarigione della lesione.
  • Modulano la risposta infiammatoria.
  • Stimolano la produzione di nuovi vasi sanguigni (un processo in medicina noto come angiogenesi). Ovviamente più vasi sanguigni ci sono, più il tessuto riceve nutrimento e può crescere.

Tutto questo è possibile grazie alla presenza dei fattori di crescita, che, giusto per citarli, sono: PDGF, TGF β, VEGF, IGF-1, l’FGF e EGF.

Ecco quindi, come ora risulta immediatamente più comprensibile il ruolo del PRP per la ricrescita dei capelli: i fattori di crescita agiscono stimolando i follicoli addormentati (non atrofici e quindi inattivi permanentemente) a far crescere nuovi capelli.

Quindi, attraverso le iniezioni di plasma per i capelli, possono essere tratte:

  • Calvizie.
  • Diradamento
  • Alopecia androgenetica.
  • Alopecia areata in alcune fasi.

Va comunque precisato che il trattamento PRP capelli, funziona solo se viene fatto nelle fasi inziali del processo di diradamento, quando i follicoli non sono ancora inattivi al 100%, ma presentano ancora vasi sanguigni al loro interno.

PRP capelli: come funziona il trattamento

Va innanzitutto precisato che la terapia PRP capelli, non si può fare in casa e neanche in un salone hairstyle, ma deve necessariamente essere effettuato presso un ambulatorio medico. Nessuna figura professionale al di fuori del personale sanitario può effettuare iniezioni o prelievi.

La seduta del trattamento PRP capelli dura una mezz’ora/un’ora in tutto.

Inizialmente il paziente viene fatto stendere sul lettino e viene eseguito un prelievo di sangue (dalla vena del braccio, come un normalissimo prelievo destinato agli esami del sangue). Il sangue prelevato però è minimo, circa 20 cc.

Il processo viene infatti definito autologo proprio perché la stimolazione avviene partendo da materiale prelevato dal paziente stesso.

Il laboratorio provvederà poi a centrifugare il sangue per separare la parte corpuscolare (contenente i globuli rossi), dal plasma (la frazione liquida del sangue). Il plasma ottenuto sarà di due tipologie: plasma povero di piastrine (PPP) e plasma ricco di piastrine (PRP), che vengono ulteriormente separati per ottenere solo quello desiderato, ovvero il PRP.

Una volta ottenuto il plasma ricco di piastrine, il medico procede ad iniettarlo nella cute del paziente (previa disinfezione della zona), nel punto interessato dal diradamento, talvolta supportato da un’anestesia locale per minimizzare il dolore.

A questo punto, sul cuoio cappelluto del paziente inizia tutto il processo menzionato sopra: i fattori di crescita presenti nel PRP, reagiscono con le cellule staminali presenti nei follicoli.

PRP capelli: i risultati in quante sedute si vedono

In genere difficilmente il trattamento prevede una sola seduta. Infatti, a seconda dei casi, viene suggerito un ciclo di iniezioni di pappa piastrinica per promuovere la crescita del capello.

In media si può parlare di tre sedute a cadenza mensile.

I risultati ovviamente non sono immediati, perché il corpo ha bisogno di un fisiologico periodo per mettere a punto tutte le reazioni necessarie per far ricrescere i capelli.

In genere con il PRP capelli i risultati potranno essere apprezzati nel corso dei 3-6 mesi successivi alla prima iniezione di gel piastrinico per capelli.

PRP: funziona o no?

Il metodo PRP capelli viene messo a punto per trattare calvizie, diradamento e alopecia, purché questi siano negli stadi inziali.

Infatti, il PRP funziona soltanto se il follicolo non è ancora completamente inattivo, ovvero presenta ancora una quantità di vasi sanguigni al suo interno. Per questo motivo viene detto addormentato, o dormiente.

Ma come capire se si soffre di calvizie o se si tratta semplicemente di una cospicua caduta transitoria?

Cominciamo con il dire che perdere i capelli è normale. Il numero di capelli che ogni giorno vengono persi in maniera del tutto fisiologica, è da 50 a 100, in base alla predisposizione.

Nei cambi stagione, nei periodi di maggiore stress o se si abita in città ad alto tasso di inquinamento, questo numero può crescere.

Tuttavia, quando si è in presenza delle seguenti situazioni, si può cominciare a pensare che si tratti di alopecia (o diradamento):

  • La quantità di capelli persi supera abbondantemente i 100 al giorno.
  • Il fenomeno dura in maniera continuativa da più di un anno.
  • Comincia ad intravedersi il cuoio capelluto in alcune zone (tempie, sommità del capo, riga dei capelli).

In questi casi, si può contattare un tricologo che indirizzerà o meno verso questo tipo di terapia

PRP: vantaggi

Il PRP capelli è una tecnica che offre numerosi vantaggi:

  • Il processo è autologo, ovvero non prevede il coinvolgimento di tessuti estranei al paziente. Questo fa sì che sia annullato il rischio di rigetto e allergie.
  • Non avviene alcun innesto.
  • Può essere abbinato ad altre terapie farmacologiche o trattamenti.
  • Si tratta di un intervento mininvasivo.
  • I tempi di esecuzione sono rapidi e non prevedono convalescenza
  • I costi sono più ridotti rispetto ad un trapianto.
  • Non presenta effetti collaterali conclamati, se non in una possibile reazione inseguito alla somministrazione dell’anestesia locale ed un potenziale rischio infettivo all’iniezione.
Elena Turrini
Scritto da Elena Turrini

Web Content Editor e SEO Copywriter, laureata in Economia e specializzata in Neurocopywriting e Storytelling aziendale. Negli anni ha coltivato la sua passione nei confronti della salute e della scienza frequentando vari corsi.

a cura di Dr. Stefano Messori
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