Se prendiamo come riferimento il secondo uso di questo termine, l'acacia, o Robina pseudoacacia, è una pianta officinale della famiglia delle Fabaceae (leguminose). Possiede proprietà astringenti, antisettiche e antinfiammatorie.
L'albero può raggiungere i 25 metri di altezza ed è caratterizzato da una corteccia marrone chiaro molto rugosa e da foglie lunghe 30-35 centimetri, ovate, che tendono a sovrapporsi. I fiori sono lunghi circa due centimetri, crescono a grappoli e sono di colore bianco o crema. I frutti di acacia hanno una forma a baccello lunghi circa 10 centimetri, sono di un colore verde che maturando diventerà marrone.
È una pianta originaria dell'America e diffusa in tutta Europa. In Italia è possibile trovarla nei boschi piemontesi, lombardi, veneti e toscani.
Le tre proprietà principali dell'acacia, ovvero antinfiammatorie, antisettiche e astringenti, sono dovute alla presenza di principi attivi, come:
Somministrata per uso esterno, sotto forma di emulsioni, l'acacia può aiutare a curare gengiviti, stomatiti e faringiti, e a lenire le mucose infiammate, grazie alla presenza di catecolo e quercetina.
Se viene assunta oralmente come compresse per uso interno, è utile nel trattamento di dispepsie accompagnate da diarrea e di enteriti. Può anche essere usata come espettorato balsamico nelle forme catarrali a carico dell'apparato respiratorio.
Il miele di acacia è il miele che si estrae da questa pianta, grazie alla sua capacità nettarifica e all'abbondanza dei suoi fiori, che la rendono molto utile nell'apicoltura.
È un miele tra i più conosciuti ed apprezzati, anche grazie al suo sapore molto delicato e al fatto che non cristallizza se esposto a basse temperature (per via del suo alto contenuto di fruttosio).
Contiene basse quantità di enzimi e di sali minerali, ed elevate dosi di crisina, un potente flavonoide con proprietà antitumorali.
In assenza di allergie o sensibilità individuali, l'acacia non presenta effetti secondari tossici alle dosi terapeutiche. I pochi effetti collaterali, come irritazione gastrica e interazioni farmacologiche, sono dovute alla presenza dei tannini.