Cos’è la trombolisi
La
trombolisi, nota anche come terapia trombolitica, è un trattamento utilizzato per dissolvere coaguli nei vasi sanguigni, migliorare il flusso sanguigno e prevenire danni a tessuti e organi. La trombolisi può comportare l'
iniezione di farmaci anticoagulanti attraverso linea endovenosa o tramite un lungo catetere che rilascia i farmaci direttamente nel sito interessato dal blocco, a cui viene associato un dispositivo meccanico attaccato alla punta che rimuove il coagulo o lo spezza fisicamente.
La trombolisi è spesso utilizzata come trattamento di emergenza per
dissolvere i coaguli di sangue che si formano nelle arterie che alimentano il
cuore e il
cervello - la causa principale di infarti e ictus ischemici - e nelle arterie polmonari (
embolia polmonare acuta). La trombolisi è anche usata per
trattare i coaguli di sangue in:
- vene che causano trombosi venosa profonda (TVP) o coaguli nelle gambe, area pelvica e arti superiori: se non trattati, i frammenti del coagulo possono staccarsi e viaggiare verso un'arteria nei polmoni, con conseguente embolia polmonare acuta.
- innesti di bypass
- cateteri per dialisi.
Se un coagulo di sangue è considerato pericoloso per le condizioni di salute generali del soggetto, la trombolisi costituisce una valida opzione, a patto che venga iniziata il prima possibile - idealmente entro una o due ore - dopo l'insorgenza dei sintomi di infarto, ictus o embolia polmonare (una volta accertata la diagnosi).
Ictus e trombolisi: il legame
In medicina, il termine
ictus - e i suoi sinonimi "
colpo apoplettico", "
infarto cerebrale" e "
stroke" - indicano la morte (o necrosi), per mancanza di apporto sanguigno, di un'area più o meno estesa dell'encefalo. L'
ictus ischemico è un particolare tipo di ictus, in cui il mancato apporto di sangue all'encefalo è frutto del restringimento severo o dell'occlusione totale di un'arteria del sistema circolatorio encefalico.
L’ictus di tipo ischemico rappresenta ben l’
85% dei casi di ictus totali nella popolazione e viene classificato come: trombotico oppure embolico:
-
ictus trombotico - è trombotico, quando il restringimento o l’occlusione del vaso sanguigno dipende dalla precedente formazione di un trombo
-
ictus embolico - mentre è embolico, quando il restringimento o l’occlusione vasale dipende da un embolo.
Il trattamento di trombolisi risulta perciò particolarmente efficace nella prevenzione di molti casi di ictus ischemico, in quanto, rimuovendo il trombo che impedisce il corretto flusso sanguigno, ristabilisce un normale apporto di nutrienti, ossigeno e altri fattori fondamentali presenti nel sangue verso l’encefalo.
Controindicazioni della trombolisi
La trombolisi è un trattamento medico che verte attorno alla
somministrazione di particolari farmaci e che prevede l'utilizzo di tecniche radiologiche di imaging (strumenti a raggi X) per avere conferma della dissoluzione del trombo o dell'embolo bersaglio. Sebbene la trombolisi costituisca un valido ed efficace trattamento per
migliorare il flusso sanguigno e alleviare o eliminare i sintomi in molti pazienti, senza la necessità di un intervento chirurgico più invasivo, non è raccomandato a tutti.
In particolare, questa terapia
non è consigliata per i pazienti che usano farmaci per fluidificare il sangue, ma anche erbe o integratori alimentari deputati allo stesso scopo o per persone con determinate condizioni associate ad un aumentato rischio di sanguinamento. Queste condizioni includono:
- alta pressione sanguigna
- sanguinamento attivo o grave perdita di sangue
- ictus emorragico da sanguinamento nel cervello
- grave malattia renale
- interventi chirurgici recenti
La trombolisi può anche essere associata a un aumentato rischio di complicanze in pazienti in gravidanza o in età avanzata. I pazienti sottoposti a trombolisi presentano un trascurabile rischio di infezione (meno di uno su 1.000) e un leggero rischio di reazione allergica al colorante di contrasto che potrebbe essere necessario per l'imaging.
Farmaci utilizzati nella trombolisi
La trombolisi prevede l'uso di farmaci fibrinolitici (o agenti trombolitici). I fibrinolitici usati più di frequente in occasione di una terapia trombolitica sono:
- Anestreplasi
- Reteplasi
- Streptochinasi
- Urochinasi
- Tenecteplasi
- Attivatori tissutali ricombinanti del plasminogeno
Trombolisi e fibrinolisi
Il processo della coagulazione del sangue, che si innesca per esempio in occasione di una ferita della cute, coinvolge numerose proteine. Tra queste, spicca la
fibrina, la quale, formando una sorta di rete, ha il compito di intrappolare le piastrine e generare il coagulo che andrà a bloccare la fuoriuscita di sangue.
Durante la normale coagulazione, l’
azione della fibrina è finemente controllata: una volta che si è formato il coagulo, interviene un sistema che ne blocca la produzione. Se così non fosse, si assisterebbe alla formazione di coaguli sanguigni anomali, ossia alla generazione di trombi.
I farmaci fibrinolitici agiscono attraverso l'
attivazione del plasminogeno, che viene convertito in plasmina, la proteina deputata specificatamente a degradare la fibrina, quando quest'ultima non è più necessaria. Dunque, i
farmaci per la trombolisi agiscono attivando la proteina del corpo umano che interviene quando bisogna interrompere la coagulazione del sangue.