Le terapie anti-stress possono essere di vario tipo: alcune si occupano del controllo degli stressors, cercando di intervenire direttamente sugli stimoli stressanti (affettivi, lavorativi, ecc.), ma questa strada non è sempre praticabile; altre si occupano soprattutto della modificazione delle strategie di pensiero alla base della sofferenza psicologica (psicoterapia cognitivo-comportamentale); ulteriori interventi consistono nell'apprendimento di tecniche di rilassamento psicofisico, ad esempio il training autogeno e il biofeedback.
Il biofeedback è un metodo terapeutico che riguarda la psicoterapia. Esso è basato sulla teoria comportamentista e aiuta il paziente a prendere controllo del suo comportamento.
Ogni terapia anti-stress presenta vantaggi e svantaggi.
Il ricorso a una psicoterapia breve (cognitivo-comportamentale) può rappresentare una soluzione ben accettabile dalla persona, definitiva e dai costi contenuti. Richiede un coinvolgimento attivo del paziente e una chiara volontà di risolvere le situazioni problematiche.
L'uso dei farmaci è utile nei casi di sofferenza acuta, quando si richiede un intervento veloce ed efficace.Gli svantaggi derivanti dall'assunzione delle medicine sono:
I training di rilassamento rappresentano tecniche efficaci per la gestione dello stress. Non comportano rischi, ma richiedono un certo periodo di tempo per l'apprendimento e l'applicazione pratica.
Alcune tecniche sono quindi più adatte per trattare crisi acute e a breve termine, mentre altre sono più utili per il trattamento di reazioni di stress destinate a perdurare nel tempo.
Nella terapia anti-stress sono di primaria importanza le preferenze personali: uno strumento terapeutico ottimale per un paziente può non essere accettato da un altro, quindi ogni scelta terapeutica va concordata con la persona.