La terapia chelante è un trattamento utilizzato per trattare le intossicazioni da metalli pesanti come piombo o mercurio. Questa terapia sfrutta il principio della chelazione, una reazione chimica nella quale un atomo metallico si lega ad un reagente (agente chelante) che, dopo aver catturato il metallo, lo conduce fuori dall’organismo. Solitamente l’agente chelante utilizzato è l’EDTA (acido etilendiaminotetraacetico), una sostanza di natura acida, non dannosa e che l’organismo non assimila eliminandola attraverso le urine. Una volta legato, il metallo, viene espulso insieme all’EDTA.
La terapia chelante, va somministrata attraverso infusione endovenosa lenta di EDTA, 1 a 3 volte alla settimana per circa 6 mesi. Il dosaggio è variabile e dipende dal grado di intossicazione. Questa terapia viene sconsigliata in pazienti affetti da insufficienza renale o epatica, perché reni e fegato, sono gli organi deputati all’eliminazione del metallo chelato, e il loro lavoro non potrebbe subire sovraccarico.
Potenziali effetti collaterali della terapia chelante includono:
Dopo la terapia di chelazione si può notare un certo gonfiore intorno alle caviglie o un bisogno di urinare più del solito, entrambi derivano dalla quantità di liquido che è nella soluzione iniettata durante la terapia di chelazione.Poiché la soluzione utilizzata in terapia di chelazione si lega anche a vitamine e minerali nel sangue, è necessario assumere integratori dopo la procedura per sostituirli. Potrebbe essere necessario prendere le pillole fino a quando la serie di trattamenti di chelazione non sarà terminata.