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Orchidopessi

Andrologia
Orchidopessi

Orchidopessi: cos'è

L'orchidopessi è un intervento chirurgico praticato nei casi di criptorchidismo, per riportare il testicolo nella giusta sede, ossia nello scroto.

Il criptorchidismo, o testicolo ritenuto o retrattile, è quella condizione in cui uno o entrambi i testicoli non sono ancora discesi nella sacca scrotale ma sono posizionati tra l’addome e il canale inguinale, come nei primi mesi di vita del bambino.

L’intervento chirurgico per modificare la sede del testicolo è necessario in quanto, se non effettuato, può portare alla degenerazione neoplastica della gonade, l’arresto della spermatogenesi oltre a comportare un aumento del rischio (compreso tra il 10-20%) di sviluppare tumore al testicolo non disceso, rispetto al testicolo disceso.

Orchidopessi pediatrica

Il criptorchidismo rappresenta l'anomalia più frequente dell'apparato urogenitale dei neonati (le percentuali Italia oscillano dal 2 all’8% dei neonati). L'intervento per correggere questo difetto è solitamente eseguito su bambini molto piccoli, preferibilmente tra i 9 e i 15 mesi dalla nascita o comunque entro i 3 anni d’età.

Malgrado questa indicazione, esistono casi, dovuti a modificazioni anatomiche tardive dei genitali o a criptorchidismo acquisito (per lo più imputabile ad interventi chirurgici per l'ernia inguinale), per i quali l'intervento viene praticato più tardi, in adolescenza o perfino età adulta.

Intervento di orchidopessi: come si svolge

Esistono principalmente due tipi diversi di interventi chirurgici per la correzione del criptorchidismo, che differiscono per la tecnica di fissaggio del testicolo nello scroto utilizzata. La scelta dell’approccio chirurgico da praticare viene effettuata sulla base della sede del testicolo o testicoli ritenuti:

  • Criptorchidismo con sede a livello inguinale: si tratta di un approccio chirurgico tradizionale che prevede due incisioni praticate in anestesia spinale o generale, una in corrispondenza dell'inguine e un'altra dello scroto. Attraverso l'incisione inguinale, si pratica la mobilizzazione del testicolo ritenuto, mentre, attraverso l'incisione all’altezza dello scroto, si colloca il testicolo all'interno dello scroto. Al termine di questa fase, vengono applicati dei punti di sutura (riassorbibili) sulle incisioni chirurgiche, per favorire la cicatrizzazione della cute.
  • Criptorchidismo con sede addominale: questo intervento è meno invasivo del precedente, viene effettuato solitamente in laparoscopia, attraverso due o tre piccole incisioni sull'addome, in anestesia locale. Attraverso queste micro incisioni effettuate il chirurgo colloca i testicoli nella giusta sede. Essendo un intervento laparoscopico i punti di sutura e la cicatrice sono più piccoli rispetto a quelle delle normali incisioni chirurgiche ed hanno anche tempi di cicatrizzazione più brevi.
La durata dell’intervento chirurgico è variabile, per l’approccio scrotale è generalmente inferiore ai 30 minuti; più lungo è invece l’intervento nei casi in cui l'operazione è condotta per via inguinale, in quanto varia a seconda della distanza del testicolo dallo scroto.

Post-operatorio dell’orchidopessi

I pazienti operati per via scrotale, se non insorgono complicazioni, vengono dimessi nel giorno stesso dell’operazione, quelli operati per via inguinale vengono dimessi tra il 1° e il 3° giorno postoperatorio, in base al caso specifico.

Durante il ricovero post-operatorio il personale medico sanitario provvede a monitorare i parametri vitali del paziente ricoverato (quindi misurando loro la pressione e monitorando l’attività cardiaca); oltre a ciò, istruiscono i genitori del paziente (qualora sia minorenne) o il paziente stesso sul decorso post operatorio.

Possono infatti manifestarsi gonfiore o dolore nella parte interessata dall’operazione per i quali è consigliabile assumere acetaminofene o ibuprofene, secondo le indicazioni fornite dal medico in sede di dimissione ospedaliera.

L’operazione non ha conseguenze post-operatorie specifiche, ma è bene nei giorni successivi all’intervento, fare attenzione a possibili segni e sintomi di infezione, quali: 

Qualora fossero presenti uno o più di questi sintomi si consiglia di rivolgersi al proprio medico curante, per valutare lo stato di salute del paziente e l’andamento dell’operazione.

Dopo l'intervento è preferibile che il bambino (o il soggetto che è stato sottoposto alla procedura) eviti lo svolgimento di tutte quelle attività che possono causare danni all’incisione chirurgica, almeno fino al check up post-operatorio (circa sette giorni dopo l’intervento se non insorgono complicazioni). Queste attività comprendono:

  • attività energiche;
  • sport da contatto, come calcio, rugby e hockey;
  • andare in bicicletta o in motorino.
Circa due settimane dopo l’intervento, il paziente dovrebbe poter tornare a svolgere una normale attività fisica senza restrizioni, salvo altra indicazione medica.

Dr. Giuseppe Dovinola Medico Chirurgo
Dr. Giuseppe Dovinola
andrologourologo

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