La procedura ha diverse fasi e tempi ben precisi.
Fase 1: induzione dell’ovulazione attraverso farmaci.
La paziente che decide di sottoporsi alla procedura deve assumere dei farmaci che servono per la stimolazione della produzione di più follicoli contenenti gli ovociti.( in natura in genere si produce un solo follicolo al mese) Vengono poi somministrati dei farmaci per il controllo dell’ovulazione che bloccano al momento opportuno la maturazione dei follicoli.
Fase 2: prelievo degli ovociti.
Il prelievo degli ovociti è una procedura che viene eseguita in ambulatorio sotto controllo con un’ecografia. Sulla sonda che viene utilizzata per l’ecografia viene applicato un ago che permette di aspirare i follicoli formati e contenenti gli ovociti. La procedura è molto semplice e rapida e non richiede il ricovero in ospedale.
Fase 3: inseminazione e fecondazione
Una volta che gli ovociti sono prelevati, un biologo li analizza e li deposita nel terreno di coltura. A questo punto il liquido seminale, che è stato esaminato prima, viene posto insieme agli ovociti. Una volta che è avvenuta la fecondazione l’embrione allo stadio di 4-8 cellule dopo circa 48/72 ore è pronto e può essere trasferito nell’utero.
Fase 4: trasferimento dell’embrione
La procedura di trasferimento dell’embrione avviene in ambulatorio. Gli embrioni vengono inseriti nell’utero attraverso un catetere che viene inserito nel canale cervicale. Gli embrioni vengono delicatamente spinti sul fondo dell’utero e rimane solo da aspettare che attecchiscano.
Non tutte le pazienti che si sottopongono alla terapia di stimolazione ovarica hanno dei risultati ottimali e questo comporta una sospensione per poi ripartire con dei dosaggi diversi.
Le percentuali di successo di questo metodo sono del 25-35% e l’età della donna influisce moltissimo sulle percentuali di successo in quanto sia la qualità degli ovociti che la fertilità della donna diminuisce con l’avanzare dell’età.