La dattilofasia è la tecnica usata dai sordomuti per esprimere, attraverso segni convenzionali delle dita, delle mani o delle braccia, lettere o sillabe. Essa è più comunemente conosciuta come alfabeto muto.
Importante è dunque anche sapere cos'è l'ipoacusia (ovvero la perdita dell'udito).
L’ipoacusia consiste nella parziale o totale compromissione dell’udito che può essere classificata come ipoacusia lieve, moderata o profonda e può essere congenita o secondaria ad invecchiamento, malattie infettive, assunzione di farmaci ototossici, traumi fisici od acustici.
Le condizioni che compromettono l canale uditivo, la membrana timpanica o le strutture dell’orecchio medio determinano ipoacusia trasmissiva, mentre i processi che interessano la coclea e le vie nervose che trasducono la sensazione uditiva provocano ipoacusia neurosensoriale.
Il primo approccio diagnostico è l’anamnesi, indagando anche i comportamenti che possono aver provocato la perdita dell’udito.
Il medico, poi, esamina l’orecchio ed esegue alcuni semplici test per valutare:
L’esame più caratteristico è quello otoscopico: l’otoscopio indirizza una luce nell’orecchio permettendo di esaminare la membrana timpanica ed il canale uditivo esterno alla ricerca di alterazioni come:
Se l’udito è compromesso sono disponibili diverse opzioni di trattamento, che dipendono dalla causa sottostante e dalla gravità dell’ipoacusia.
Se la perdita è causata da un danno dell’orecchio interno, un apparecchio acustico può migliorare la capacità uditiva amplificando il suono percepito.
Gli apparecchi acustici moderni sono molto piccoli e possono essere indossati all’interno dell’orecchio: essi distinguono il rumore di fondo (come il traffico) dal rumore di primo piano (conversazione).
Tuttavia tali apparecchi non sono adatti a tutti i pazienti e non sempre sono in grado di ripristinare la normale capacità uditiva: ad esempio non possono essere efficaci per pazienti affetti da insufficienza uditiva profonda.
Se si dispone di una grave perdita di udito in una o entrambe le orecchie, un impianto cocleare, può rappresentare un’opzione.
Esso compensa artificialmente le parti danneggiate o non funzionali dall’orecchio interno, inviando direttamente al nervo cocleare linguaggio e rumori ambientali.
Nei pazienti sordomuti, l’insegnamento della lettura labiale è un’adeguata educazione foniatrica che consente un buon recupero sociale dei sordomuti senza ricorrere alla dattilofasia.
Viene, infatti usata la lingua dei segni, che veicola i propri significati attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo.
Si tratta di una comunicazione che contiene aspetti verbali (segni) e aspetti non verbali.
La comunicazione avviene producendo gesti che hanno uno specifico significato, come avviene per le parole.
Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo – gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.
La lingua dei segni italiana (varia infatti a seconda della nazionalità) è una vera lingua con struttura e sintassi: questa è spesso differente dall’italiano ma può avere similitudini con altre lingue orali.
I verbi, ad esempio non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare sia con il soggetto sia con l’oggetto dell’azione.
Esistono forme numeriche per indicare "noi due, voi due" e addirittura "noi cinque, voi quattro, loro tre".
La concordanza di verbi, aggettivi e nomi non è basata sul genere (maschile e femminile come in italiano) ma sulla posizione nello spazio in cui il segno viene realizzato.
Il tono della voce è sostituito dall’espressione del viso.
Il segno di ogni lingua dei segni può essere scomposto in 4 componenti essenziali:
e 3 componenti non manuali:
Un altro evidente sintomo della ricerca dell’ "integrazione" è la pseudo – lingua detta Italiano Segnato, ovvero l’uso dei segni con il ricorso dell’alfabeto manuale (dattilologia).
Alcune funzioni grammaticali vengono espletate dalle espressioni facciali come ad esempio la forma interrogativa.
E’ importante non far confusione tra termini apparentemente equivalenti come la "lingua dei segni" e il "linguaggio dei segni".
Questo perché il termine "linguaggio" indica genericamente la capacità innata degli esseri umani di comunicare tra loro in una o più di una lingua, indipendentemente dal fatto che si usi la voce o il corpo per veicolare tale lingua.