Cos'è un assorbente
L’
assorbente è un dispositivo medico per l’igiene intima, che consiste in un
tampone di ovatta o di altro materiale, da applicare sugli slip, utilizzato per
assorbire le perdite ematiche durante il
flusso mestruale o dopo la nascita del bambino, con gli
assorbenti post parto.
La maggior parte degli assorbenti sul mercato sono usa e getta. Inoltre, esistono anche gli assorbenti per uomo, da utilizzare in caso di perdite di urina.
Storia dell'assorbente
Sebbene al giorno d’oggi ne esistano dei tipi più disparati e l’argomento non sia più considerato un tabù,
in antichità non esistevano gli assorbenti come li conosciamo oggi, tantomeno esisteva il concetto di usa e getta né era presente la reperibilità dei tempi moderni.
Per esempio, nell’antico Egitto le donne utilizzavano un panno di papiro ammorbidito per creare una sorta di assorbente interno, da lavare, asciugare e riutilizzare. Anche nell’antica Grecia era diffuso l’uso degli assorbenti interni, creati con piccoli pezzi di legno avvolti in un tessuto di garza.
Solo con gli antichi romani si giunse al concetto di assorbente esterno, adoperando dei tessuti di morbida lana. In sostanza, durante il ciclo mestruale, le donne utilizzavano i materiali più diffusi nella zona, come:
- carta
- muschio
- pelli di animali
- erba
- spugne di mare
- foglie e vegetali
Solo con il passare del tempo, le donne più facoltose e più ricche potevano permettersi di utilizzare degli avanzi di tessuto e di stracci legati intorno alla vita e sotto le gonne, in genere utilizzati per i pannolini lavabili dei bambini.
L’idea dell’usa e getta è arrivata con l’Ottocento prima in Europa, e in particolar modo in Germania, per poi svilupparsi negli Stati Uniti, attraverso la diffusione di alcuni
asciugamani, ideati da
Joseph Lister, uno dei primi medici a comprendere l’importanza di ambiente e strumenti sterili per
evitare la diffusione di batteri e di conseguenza la
cancrena, in ambito ospedaliero. In particolar modo si deve a
Lister l’invenzione di un nebulizzatore spray che sanificava non solo la strumentazione prima delle operazioni, ma anche la stessa camera operatoria: una grande invenzione se si pensa che a quel tempo gli interventi chirurgici venivano eseguiti in grandi teatri pieni di gente per permettere agli studenti di osservare le pratiche.
Durante la Prima Guerra Mondiale, furono delle infermiere a ideare gli assorbenti in cotone molto simili a quelli odierni, che portarono poi all’ideazione di quelli interni, ad opera di un medico che aveva per moglie una ballerina. Solo in seguito, nel 1920, l’azienda Kotex scoprì che la cellulosa era cinque volte più assorbente del cotone e molto meno ingombrante.
Fu Leona Chalmers, invece, la prima a brevettare la coppetta mestruale riutilizzabile, nel 1937.
Tipi di assorbente
Una delle
tipologie più diffuse per l’igiene intima è l’
assorbente esterno, da applicare sulle mutande tramite uno strato simile al nastro adesivo per mantenerlo fermo. Inoltre, sono ampiamente diffusi:
-
tamponi, cioè gli assorbenti interni;
-
salvaslip, per mestruazioni scarse o perdite esigue;
-
assorbenti post parto, per il periodo successivo al parto e anche per mestruazioni abbondanti.
Alternative all'assorbente
Nonostante il
brevetto di Chalmers fu lanciato negli anni '30, solo di recente si stanno diffondendo delle
alternative al comune assorbente usa e getta. Questa tendenza sta prendendo piede nel tentativo di
ridurre gli sprechi e l’inquinamento dettato dagli assorbenti più diffusi e monouso. Infatti, coppette mestruali, come per esempio la
mooncup e gli
assorbenti di tessuto lavabile sembrano essere delle
alternative eco-friendly e a basso tasso di inquinamento.
In particolar modo, la
coppetta vaginale detta anche
coppetta mestruale, in silicone, permette il
riutilizzo fino a 8 anni, avendo cura di rilavarla e sterilizzarla dopo ogni utilizzo. Il suo impiego è molto semplice e consiste nell’inserimento della coppetta all’interno della vagina, con uno svuotamento che varia dalle otto alle quattro ore, in base al flusso mestruale.
Come mettere un assorbente interno
Anche l’
utilizzo dell’assorbente interno è molto semplice. È sufficiente
rilassare i muscoli pelvici, trovare una posizione comoda per favorire l’inserimento, specie durante le prime applicazioni, e inserire il tampone nella vagina. Alcuni tamponi interni utilizzano un comodo
applicatore, che permette l’inserimento facilitato spingendo lo stantuffo dopo aver inserito il tubino nella vagina.
Per rimuoverlo bisogna ancora una volta rilassare i muscoli e tirare la cordicella posta alla base del tampone. Se la rimozione risulta difficoltosa, è sufficiente spingere come se si stesse defecando e il tampone uscirà senza problemi.
Citazione a parte meritano i vari assorbenti o
mutandine contenitive che vengono usati in caso di
incontinenza urinaria. Sono molto più diffusi, perchè il problema della incontinenza è diffuso, anche se "tenuto nascosto" per falso senso di pudore.
Una chirurgia mininvasiva, quale quella odierna, permetterebbe di risolvere la maggior parte dei problemi di incontinenza urinaria che, invece, comporta spreco economico per gli assorbenti e pericolo di infezioni urinarie per la donna.
Rischi degli assorbenti
Per quanto riguarda gli
assorbenti interni, è necessario prendere alcune precauzioni in più rispetto a quelli esterni. Innanzitutto, è necessario
inserirlo sempre e solo dopo aver lavato le mani accuratamente, per evitare le infezioni, rimuoverlo e sostituirlo spesso sempre con mani pulite. In secondo luogo si consiglia di
cambiare l’assorbente interno dopo non più di sei ore, nonostante sarebbe meglio non utilizzarlo per più di quattro. Infine, assicurarsi di utilizzarlo solo quando è presente il ciclo mestruale, per
evitare di seccare il cavo vaginale e quindi di irritarlo. Da tenere presente che una scarsa igiene nell'usare un assorbente interno può portare a grave
shock anafilattico.
Con gli assorbenti esterni, il rischio maggiore può esser quello dell'irritazione da assorbente, che può avvenire nel momento in cui si utilizzano gli assorbenti per molti giorni consecutivi o nel caso in cui non lo si cambi abbastanza spesso. In questi casi si consiglia di optare per degli assorbenti in cotone, meno irritanti, e di applicare una crema a base di zinco per lenire l'infiammazione. Per i lavaggi intimi, evitare i detergenti, che potrebbero peggiorare l'irritazione, e utilizzare invece del bicarbonato.