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Insulino resistenza

Diabetologia
Insulino resistenza

Cos’è

L’insulino-resistenza è un fattore che porta al diabete di tipo 2, al diabete gestazionale e al prediabete.

La resistenza all’insulina è strettamente associata all’obesità. Tuttavia, è possibile essere resistenti all’insulina senza essere sovrappeso o obesi.

La ricerca moderna ha dimostrato che la resistenza all’insulina può essere combattuta con trattamenti, che contribuiscono a ridurre la quantità di insulina che il corpo sta producendo, o facendo dosaggi di insulina tramite punture sotto cute.

La riduzione della resistenza all’insulina può essere ottenuta seguendo diete a basso contenuto di carboidrati o diete chetogeniche.

Cos’è l'insulina

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas. Il ruolo dell’insulina è quello di consentire alle cellule del corpo di incorporare glucosio, da utilizzare come combustibile o immagazzinato come grasso corporeo.

Quando si verifica l’insulino-resistenza il glucosio non viene incorporato correttamente e ha quindi maggiori probabilità di accumularsi nel sangue.

Questo può portare a livelli di zucchero (glicemia) nel sangue troppo elevati.

Quando il corpo diventa resistente all’insulina, cerca di far fronte al problema producendone in maggiori quantità.

Le persone con insulino-resistenza spesso producono quantità di insulina eccessivamente superiori rispetto alle persone sane. La iperproduzione di insulina è nota come iperinsulinemia.

Cause

Anche se la causa dell'insulino-resistenza non è ancora del tutto chiara, è noto quali fattori possano portare allo sviluppo di questa condizione.

I fattori di rischio per la resistenza all’insulina sono i seguenti:
Gli studiosi hanno osservato che i pazienti a rischio per l’insulino-resistenza sono quelli che presentano:
  • Alti livelli di insulina circolanti nel sangue
  • Eccessivo grasso immagazzinato nel fegato e nel pancreas
  • Elevati livelli di infiammazione.

Sintomi

Inizialmente, la resistenza all’insulina non presenta sintomi. I sintomi iniziano a comparire solo quando portano a effetti secondari come livelli più elevati di zucchero nel sangue.

Quando ciò accade, i sintomi di resistenza all'insulina possono includere:
Altri segni di insulino-resistenza che appaiono spesso includono:
Se la resistenza all’insulina si trasforma in prediabete o diabete di tipo 2, i sintomi includeranno un aumento dei livelli di glucosio nel sangue.

Diagnosi

Non esistono sintomi specifici capaci di segnalare la presenza dell’insulino-resistenza.

La diagnosi dell'insulino resistenza si basa, quindi, principalmente su una valutazione dei valori di glicemia e insulinemia nel paziente a digiuno.

Per diagnosticare l’insulino-resistenza con precisione sono necessarie quindi delle tecniche sofisticate eseguite in laboratorio, quali:
  • Test di tolleranza al glucosio (OGTT) – Questo test monitora i livelli di glicemia a intervalli regolari, dopo che il paziente ha assunto una bevanda contenente 75 g di glucosio, fino all'esaurimento del tempo del test pari a due ore. Valori entro i 140 mg/dl di glucosio nel sangue sono ritenuti normali, mentre concentrazioni maggiori a digiuno e oltre i 140 o entro i 200 mg/dl dopo due ore possono evidenziare l'insulino-resistenza, mentre oltre i 200 mg/dl sono soprattutto indice di diabete mellito. 
  • Clamp Euglicemico Iperinsulinemico – Durante questo test al paziente viene somministrata, per via endovenos, una dose di insulina in maniera continua, insieme a una soluzione di glucosio. Viene poi monitorata la glicemia ogni cinque o dieci minuti. Questo test verifica le quantità di glucosio e insulina necessari per mantenere la normoglicemia, evitando che i livelli si abbassino al di sotto di un certo valore. Se la glicemia è, infatti, inferiore ai 4 mg/min ciò è indice di insulino resistenza
  • Test di soppressione dell'insulina (IST) – Viene somministrata al paziente una soluzione a base di octreotide e somatostatina, che interrompe la secrezione di insulina. Vengono poi somministrati continuativamente glucosio e insulina esogena, monitorando la glicemia ad intervalli di mezz'ora e infine a intervalli di dieci minuti nell'ultima mezz'ora. Valori superiori ai 150 mg/dl sono considerati anormali.

Indice HOMA

Per rendere più semplice la sua determinazione sono stati realizzati dei modelli che mettono in relazione glicemia e insulinemia in stato di digiuno: è il caso dell’indice HOMA (Homeostatic Model Assesment).

Tale parametro si utilizza per valutare il grado di resistenza all’insulina, che può trasformarsi in diabete di tipo 2.

Non si tratta di un indice standardizzato, ma è un dato in più che aiuta a valutare il rischio di incorrere alla malattia del diabete.

La diagnosi del prediabete può avvenire quindi, in maniera generale, calcolando le concetrazioni di glucosio e insulina a digiuno secondo la seguente formula: (glicemia x insulinemia) / 22,5.

Valori superiori a 5,5 indicano la presenza di insulino-resistenza, mentre valori inferiori a 2,2 sono ritenuti nella norma.

La resistenza all’insulina si può valutare includendo inoltre altri parametri o studiando i diversi fattori di rischio tra cui l’eventuale predisposizione familiare.

Qualunque sia la diagnosi, la cosa più importante sarà quella di tenere sotto controllo la propria dieta (eliminando per esempio i carboidrati semplici), facendo attività fisica in modo da mantenere questi livelli stabili o migliorarli per evitare l’evoluzione del diabete.

Insulino-resistenza e obesità

La resistenza all'insulina può verificarsi a causa di una combinazione di genetica e stile di vita, che portano a un processo infiammatorio nel corpo. Esistono molti fattori di stress biologico che possono innescare la resistenza all'insulina, inclusa l'alimentazione eccessiva. Di qui la correlazione tra insulino resistenza e obesità.

Quando un paziente è sovrappeso o soffre di obesità, il corpo lotta per mantenere lo zucchero nel sangue al livello corretto. Nel tentativo di mantenere lo zucchero nel sangue a livelli normali, viene prodotta più insulina dalle cellule beta del pancreas.

L'insulino-resistenza si verifica quando l'organismo tenta di proteggersi dall’insorgere dell'obesità. Essa infatti neutralizza l’azione dell’insulina, che sappiamo essere responsabile dell’accumulo energetico eccessivo in forma di adipe.

Tuttavia col tempo, se l'apporto calorico non diminuisce, il pancreas tende a produrre maggiori quantità di insulina fino a vincere tale resistenza.

In sintesi: l’obesità conduce a una sovrapproduzione di insulina e questo determina un ulteriore aumento del peso, in circolo vizioso.

Cura

È certamente possibile ridurre gli effetti dell’insulino-resistenza e ci sono diversi modi efficaci per farlo.

Per prevenire il pre-diabete o il diabete di tipo 2, connessi con una condizione di insulino-resistenza, è possibile adottare scelte di vita sane, dunque seguire una dieta bilanciata e praticare esercizio fisico in modo regolare.

I metodi sotto illustrati costituiscono un valido supporto per ridurre il bisogno di insulina del corpo, dato il legame esistenza tra insulino-resistenza e obesità. Questo si può ottenere grazie a una specifica dieta e a un esercizio fisico mirato.

Esercizio fisico per l'insulino-resistenza

Praticare regolarmente esercizio fisico può aiutare a prevenire il diabete abbassando la percentuale di zucchero nel sangue e riducendo il grasso corporeo e in generale il peso. Nuotare, ballare, correre sono ottime scelte sportive.

Tuttavia non è necessario praticare sport faticosi: qualsiasi cosa mantenga il corpo in movimento, e quindi anche la camminata, risulta benefico per l’organismo.

Anche optare per scelte più dinamiche nella vita di tutti i giorni, come usare le scale anziché l’ascensore o fare una passeggiata in pausa pranzo o parcheggiare lontano dalla destinazione per poi raggiungerla a piedi. 

Dieta

Dieta per l'insulino-resistenza

È fondamentale sapere cosa mangiare con l'insulino-resistenza.

È quindi generalmente meglio scegliere cibi integrali e non processati ed evitare cibi pronti o altamente processati come pane bianco e riso che vengono digeriti molto in fretta e innalzano i livelli di zucchero nel sangue.

Anche i grassi saturi sono stati associate all’insulino resistenza. 

I grassi sani e insaturi costituiscono invece una scelta migliore. Mangiare cibi ad alto contenuto di fibre e scegliere tipologie diverse di alimenti per i propri pasti e non solo carboidrati può aiutare a ridurre la digestione. 

Ecco una lista di cibi che costituiscono una buona dieta per l'insulino-resistenza, dunque per non innalzare eccessivamente i livelli di glucosio nel sangue:
  • Verdura – Le verdure sono ipocaloriche e ricche di fibre: per questo costituiscono il cibo ideale per le persone che cercano di gestire il livello di insulina nel sangue. Le opzioni migliori sono le verdure fresche quali pomodori, spinaci, peperoni, cavoli, broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles. Invece i centrifugati di verdura, anche se possono sembrare un’opzione salutare, non saziano come le verdure non centrifugate e contengono molte meno fibre, eliminate nel processo di centrifugazione. 
  • Frutta – Optate per la frutta che contiene molte fibre alimentari come mele, frutti di bosco, banane, pere, prugne e pesche. Anche in questo caso è meglio evitare i succhi, perché contengono moltissimi zuccheri e possono quindi alzare il livello glicemico del sangue. 
  • Latticini –  I latticini contengono calcio, che aiuta a rendere più forti i denti e le ossa. Optate per latte e yogurt parzialmente o completamente scremato e senza zuccheri aggiunti. Il latte e lo yogurt interi e con zuccheri aggiunti infatti sono ricchi di grassi saturi, il cui consumo conduce a sua volta all’insulino-resistenza. Se si è intolleranti al lattosio, si possono provare le alternative vegetali a base di riso, soia, mandorle e riso. 
  • Cereali integrali – I cereali integrali sono ricchi di vitamine, fibre e minerali e perfetti per pazienti con insulino-resistenza. Alcuni pensano che evitare carboidrati sia importante per prevenire il diabete ma in realtà i carboidrati integrali e non processati sono una buona fonte di energia per il corpo. È importante scegliere cereali integrali e non processati e unirli ad altri cibi sani durante i pasti, come grassi insaturi e verdure. Esempi di cereali “sani” sono il bulgur, i fiocchi di avena, il mais integrale e il riso integrale, l’avena e la quinoa. 
  • Fagioli e legumi – I fagioli sono un’ottima fonte di fibre e quindi innalzano i livelli di glucosio nel sangue in maniera molto lenta. Alcune opzioni salutare sono i fagioli borlotti, i fagioli di Lima e neri.  
  • Pesce – Il pesce è ricco di Omega-3 e di grassi buoni che contribuiscono a abbassare il rischio di patologie cardiache, molto comuni in persona che soffrono di diabete. Il pesce ricco di Omega-3 include salmone, sgombro, aringhe, sardine e trote. Anche il merluzzo e la platessa sono opzioni salutari ma contengono meno Omega-3 perché contengono meno grassi. Gli amanti di frutti di mare possono consumare aragoste, scampi, ostriche e molluschi ma si tratta di cibi ricchi di colesterolo. In ogni caso è meglio evitare impanature e fritture di questi pesci oppure, se si sceglie di optare per il fritto, che sia almeno cotto con olio d’oliva. 
  • Pollo – Per consumare una variante sana del pollo è bene consumarlo senza pelle, che contiene infatti più grassi della carne stessa.
  • Proteine magre – Tra le proteine di origine animale sono soprattutto consigliate il filetto o costine di maiale oppure di angnello. Tra le proteine vegetali sono una opzione validissima soia, tempeh, fagioli e legumi: costituiscono infatti ottime scelte alimentari. 
  • Grassi insaturi – I grassi insaturi rallentano la digestione e sono contenuti in frutta secca e semi, poveri di carboidrati. Comunque è bene controllare la preparazione delle confezioni di frutta secca, perché in alcuni casi contengono molto sodio o zuccheri aggiunti, che aumentano le calorie e diminuiscono il loro valore nutrizionale. Anche l’avocado e le olive potrebbero essere una scelta ottimale. 
Dr. Salvatore Pacenza Medico Chirurgo
Dr. Salvatore Pacenza
diabetologoendocrinologo

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