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Doglie

Ginecologia
Doglie

Cosa sono le doglie

Per prima cosa, occorre capire cosa sono doglie e contrazioni. Succede abbastanza spesso, in tutte le fasi della gravidanza, che l’utero si contragga. Lo si sente diventare improvvisamente duro, si prova una sensazione di peso al basso ventre e, a volte, un indolenzimento molto simile ai doloretti che accompagnano normalmente le mestruazioni.

Il meccanismo delle contrazioni uterine è differente da quello di altri muscoli. A livello dell’utero si ha un tipo di muscolatura diverso da tutti gli altri organi, sia perché è costituito essenzialmente da cellule lisce, che sotto stimolo ormonale e neurogeno funzionano in modo autonomo, sia per la sua disposizione a spirale.

Queste cellule, che vengono tenute a riposo quando non servono, contengono due proteine: actina e miosina, che, separatamente, non producono alcuna azione, ma che al momento del bisogno, sotto stimolo ormonale e chimico, si uniscono a formare la actomiosina che attiva la contrazione. Inoltre la muscolatura uterina è disposta a spirale tutto attorno al corpo uterino, come se fosse una gran matassa di lana: la forza che si sviluppa in qualsiasi punto della spirale è pertanto eguale su tutto il muscolo. Questo meccanismo serve sia al di fuori della gravidanza, per frenare il sanguinamento post mestruale, sia nel travaglio di parto, perchè la forza esercitata sul feto è uniforme e non pericolosa per la sua salute, mentre lo aiuta a “scivolare” attraverso il canale del parto.

Tipi di doglie

Le contrazioni vengono avvertite soprattutto dal secondo trimestre e, in genere, non sono molto dolorose: servono all’utero per allenarsi, per predisporsi al suo ingrossamento, per adattarsi alle esigenze del feto, per mantenerlo in una posizione regolare e per prepararsi al parto e si chiamano contrazioni di Braxton-Hicks.

Nelle ultime settimane di gravidanza, invece, diventano più evidenti e dolorose: sono le cosiddette doglie preparatorie che servono a preparare la dilatazione del collo dell'utero.

Le doglie preparto non sono regolari e non aumentano di intensità, a differenza delle doglie del parto che sono dolorose e si susseguono ad intervalli regolari e ravvicinati.

Abbiamo detto che le contrazioni uterine coinvolgono allo stesso modo tutta la muscolatura, ma mentre il corpo uterino e la cervice non sono fissi rispetto al bacino, la parte di parete uterina, detta istmo, compresa tra corpo e cervice, è fissata alla parete del bacino sia in senso antero-posteriore, sia laterale: allora tutta la forza contrattile si manifesta con uno stiramento di tutto l’istmo e con un accorciamento del corpo uterino e della cervice. Una volta che la cervice è accorciata, la forze che la attraggono la portano a dilatarsi progressivamente, fino al punto di permettere il passaggio del bambino. Il periodo dilatante è il più lungo del travaglio, soprattutto nella primipara. 

Se le contrazioni sono valide e regolari e se le spinte sono efficaci, il periodo espulsivo dura in media un’ora per chi è al primo figlio, mezz’ora per chi ha già avuto almeno un parto naturale.

Come calcolare la data del parto

Per calcolare la data del parto occorre anzitutto sottolineare che la gravidanza ha una durata di nove mesi e dieci giorni e va calcolata a partire dal giorno d’inizio delle ultime mestruazioni. Generalmente i ginecologi si riferiscono alle scadenze della gravidanza in termini di settimane, la settimana rappresenta infatti l’unità di misura più adatta a descrivere il ritmo dell’accrescimento fetale.

Tra il concepimento e la nascita trascorrono in genere 266 giorni, ovvero 38 settimane. La data presunta viene però calcolata partendo dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale e aggiungendo 40 settimane ( oppure 280 giorni), in quanto l’ovulazione avviene in linea di massima due settimane dopo l’inizio delle mestruazioni. Più̀ il ciclo è regolare e più̀ accurato risulterà̀ il calcolo della data del parto.

Se i cicli sono di 28-30 giorni e la gravidanza procede tranquillamente, ci si può aspettare di partorire in un momento qualunque nel periodo compreso tra le due settimane prima e i 15 giorni dopo la data prevista (gravidanza a termine).

Attenzione, però: si chiama data “presunta” proprio perché́ è molto difficile che la data del parto coincida proprio con quella calcolata dal ginecologo. Può succedere che la gravidanza risulti più breve o più lunga del previsto.

Se dura meno di sei mesi si tratta di aborto spontaneo, in quanto il bambino non può sopravvivere al di sotto di questo tempo; se si interrompe dopo questo termine e prima della 38^ settimana, si ha un parto prematuro. Se invece il bambino rimane nella pancia della madre più del tempo necessario può andare incontro a grave sofferenza per il progressivo invecchiamento della placenta, che da un certo momento non apporta più abbastanza ossigeno e sostanze nutritive (42^ settimana)..

Cosa provoca le doglie

Le doglie vengono provocate da diversi fattori fisiologici, che iniziano con la preparazione delle cellule muscolari, mediata dagli ormoni gravidici: soprattutto progesterone ed estrogeni che aumentano actina, miosina, sali di calcio, potassio e sodio ed enzimi che innescano le reazioni di contrazione.

Altrettanto importanti sono le pause della attività contrattile, che permettono alle cellule muscolari di ricaricarsi (soprattutto di ioni Ca ed enzimi attivatori) e di ricevere ossigeno necessario sia per l’utero, sia per il feto. 

All’inizio del travaglio vero e proprio entrano in campo ormoni come l’ossitocina, la relaxina ed altre sostanze definite prostaglandine.

Vi sono anche altri fattori che possono innescare le contrazioni del travaglio, quali:

  • ingrossamento eccessivo dell’utero (gemellarità, eccesso di liquido amniotico);
  • disturbi intestinali (diarrea o stitichezza);
  • sforzi eccessivi.
A volte, in corrispondenza con l’inizio del travaglio anche il bimbo si muove in modo particolare, per cui è logicamente ipotizzabile una sua funzione attiva nel determinismo del travaglio stesso.

Come accelerare l'arrivo delle doglie

Alla fine dei nove mesi di gravidanza la futura mamma si sente stanca, il peso del pancione inizia a farsi sentire, così come tutti quegli effetti collaterali che accompagnano la gravidanza, non da meno il bruciore allo stomaco. La partoriente ha voglia di accelerare i tempi.

Quindi che cosa può aiutare l’insorgere delle doglie? Uno dei metodi più naturali è avere con il partner un rapporto sessuale, le prostaglandine contenute nello sperma infatti ammorbidiscono la cervice uterina e l'ossitocina prodotta nell'organismo femminile favorisce l'inizio del travaglio.

Camminare, nuotare e altri metodi naturali, fitoterapici o omeopatici, possono rivelarsi efficaci per dare il via al travaglio, come: i fiori di Bach, i granuli di Aperemus, gli impacchi caldi, la tintura di Actea Racemosa, le tisane, la digitopressione, e il consumo di ananas.

Come riconoscere doglie e contrazioni

Le false contrazioni, anche chiamate col nome di Braxton Hicks, hanno un’intensità sempre uguale, compaiono ad intervalli irregolari e spesso capitano in un momento di particolare stanchezza fisica; le contrazioni vere e proprie quando iniziano non si interrompono, si susseguono ad intervalli regolari (con cadenze progressivamente più ravvicinate nel tempo) e diventano sempre più dolorose.

Cosa fare quando arrivano le doglie

Se si è in ragionevole dubbio che stia iniziando un travaglio vero, per la regolarità delle contrazioni, è bene, avvicinarsi per tempo all’ospedale; in caso contrario, occorre non farsi prendere dal panico o dalla fretta. Invece, è opportuno recarsi in ospedale senza esitazioni se:

  • si hanno perdite di sangue rosso vivo;
  • si rompono le acque;
  • le contrazioni si susseguono all’incirca ogni 10 minuti per almeno un’ora.

Come controllare le contrazioni

Quando iniziano le doglie, è bene ricordare i consigli ricevuti al corso preparto. Il dolore varia molto da donna a donna durante il travaglio e soprattutto nelle prime fasi. Per alleviare il dolore delle doglie, si può optare per una doccia calda; in laternativa, è consigliabile muoversi o passeggiare. 

Ogni quanto c’è una nuova contrazione

La frequenza delle contrazioni di solito all’inizio è tra i 30 e i 15 minuti. La durata si calcola da quando comincia a quando finisce ogni singola contrazione.

Di solito all’inizio la contrazione dura circa 15-20 secondi. Verso la fine le contrazioni diventano più intense, lunghe e ravvicinate, possono durare 50-60 secondi (ma a volte anche di più) e si succedono alla distanza di 2-3 minuti l’una dall’altra. Questa è la fase più dolorosa, è difficile da sopportare e dura da 30 minuti a due ore.

Tra una contrazione e l’altra non si riesce a riposare. Ad un certo punto oltre alle contrazioni si sente un irrefrenabile bisogno di spingere, ciò significa che sta iniziando la fase espulsiva: in questo lasso di tempo il bambino nasce facendo fuoriuscire la testa; con l'aiuto del personale medico, uscirà anche il resto del corpo.

Vi è quindi una pausa nell'attività contrattile uterina. Dopo circa 5-10 minuti l’utero si ricontrae ed espelle la placenta e le membrane che formavano la borsa delle acque. Quest’ultima fase del parto si chiama secondamento e deve espletarsi in modo spontaneo (ovvero senza manovre per accelerarlo).

Si attende il secondamento spontaneo, al massimo per un’ora, purché la perdita ematica materna resti nell’ambito di 400 ml. In caso contrario si dovrà intervenire. La mamma, oltre che durante travaglio e parto, va attentamente seguita dal personale sanitario qualificato anche per le due ore successive al parto (fase post-partum), come prescritto dalla legge.

Partoanalgesia

Se il parto naturale è particolarmente doloroso o se la gestante la richiede è possibile praticare l’epidurale, iniettando dell’analgesico nella zona extramidollare della parte lombare della colonna vertebrale, annullando così la percezione del dolore senza però interferire sullo stato di coscienza della partoriente e sulle contrazioni uterine.

Se la nascita avviene con parto cesareo viene somministrata l'anestesia spinale: l’analgesico viene iniettato in uno spazio più profondo del midollo tra due vertebre lombari.

Redazione Pazienti Redazione
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medico generale

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