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Cosa sono le contrazioni

La contrazione è un fenomeno fisiologico che consiste nell’accorciamento dei muscoli a cui, normalmente, segue un periodo di rilassamento. Ciò permette alla maggior parte dei nostri organi di svolgere le proprie funzioni.

In particolare, possono riguardare l'utero (contrazioni uterine) e presentarsi poco prima del travaglio (contrazioni da parto).

L'attività muscolare può essere legata alla nostra volontà (contrazioni volontarie) come, per esempio, il muovere le gambe; oppure può avvenire indipendentemente dalla nostra volontà, perché serve a garantirci la sopravvivenza anche quando il nostro cervello non è impegnato a comandare i muscoli, come succede per la attività cardiaca (contrazione involontaria).

In alcuni casi l'attività muscolare è di tipo misto: in parte volontaria e in parte indipendente, come accade per la respirazione: possiamo comandare i muscoli che ci aiutano a respirare, ma questi funzionano anche durante il nostro sonno. I muscoli “volontari” sono costituiti da cellule striate, diverse rispetto a quelli “involontari” composti da cellule lisce.

Come funzionano le contrazioni uterine

Il meccanismo delle contrazioni uterine è differente da quello di altri muscoli. A livello dell’utero si ha un tipo di muscolatura diverso da tutti gli altri organi, perché è costituito essenzialmente da cellule lisce che funzionano indipendentemente dalla nostra volontà.

Inoltre, la muscolatura uterina è data da fasci di fibre spiraliformi e non poste in modo longitudinale (muscoli lunghi) o circolare (muscoli cavi).

Lo scopo di questa distribuzione di fibre muscolari è duplice. Al di fuori della gravidanza ha una funzione emostatica alla fine della mestruazione: l’andamento a spirale dei fasci muscolari simula un laccio attorno a ognuno dei vasi della parete uterina. Come fa il chirurgo per fermare una emorragia, il nostro organismo chiude i vasi della parete stringendoli a cappio.

Alla fine della gravidanza, quando insorge il travaglio di parto, si verificano le cosiddette contrazioni in gravidanza, dove il muscolo che si contrae induce una spinta del feto verso il basso, ma esercitando una forza uniforme su tutto il corpo fetale.

Si parla di “meccanismo aperistaltico altamente organizzato”, ovvero di un meccanismo con lo scopo simile alla peristalsi intestinale, che fa progredire cibo e feci lungo il canale digestivo grazie a contrazioni dei fasci muscolari circolari, alternate a rilassamento della parete muscolare in zone vicine all’intestino.

Il fine ultimo è di far progredire un corpo attraverso un organo cavo, ma, chiaramente, un feto non potrebbe sopportare le contrazioni segmentarie che subisce il contenuto intestinale.

Cosa sono le contrazioni uterine alterate

In condizioni fisiologiche, le contrazioni uterine hanno lo scopo di far defluire meglio il sangue mestruale all’esterno e anche lo scopo di favorire il viaggio degli spermatozoi verso le tube di Falloppio.

Tutto ciò in condizioni normali. Esistono però situazioni patologiche per cui le contrazioni uterine sono alterate o da difetti genetici della forma dell’utero stesso, o dalla presenza di fibromi nella parete, o per un aborto nella gravidanza iniziale o come effetto secondario della presenza di una gravidanza extrauterina.

Esistono anche numerosi casi in cui, pur essendoci un utero normale, le mestruazioni siano più dolorose, perché le contrazioni sono più intense: questo accade quando si è in presenza di un utero retroverso o in presenza di endometriosi.

Frequenti sono le contratture dolorose della muscolatura uterina in concomitanza con affezioni infiammatorie dell’apparato genito-urinario. La contrazione uterina, come avviene per tutti i muscoli, necessita di ossigeno, zuccheri ed enzimi.

Questa produzione di energia comporta però la produzione di acido lattico e sostanze istaminosimili. Quando le contrazioni sono eccessive si autoinnesta un meccanismo di produzione di prostaglandine: sostanze che, da una parte, aumentano le contrazioni, dall’altra aggravano il dolore.

Se le contrazioni dolorose, vere e proprie contratture uterine, precedono immediatamente o accompagnano la mestruazione, si parla di dismenorrea.

Se la dismenorrea è tardiva o il dolore comunque compare in un periodo che non coincide con l’ovulazione, occorre sospettare la presenza di endometriosi, che, oltre che interessare anche organi vicini all’ovaio, crea uno stato similinfiammatorio, scatenando l'ipercontrattilità uterina

Come riconoscere le contrazioni

Anche in gravidanza, praticamente sin da quando l’uovo fecondato si impianta nell’utero, compaiono contrazioni, più o meno avvertite.

Numerosi sono i fattori ormonali ed enzimatici che fanno sì che l’utero, nel lasso di tempo di 40 settimane e senza andare incontro a contrazioni talmente forti da interrompere la gravidanza stessa, passi:

  • da una lunghezza di 8-10 cm a una di cinquanta;
  • da un peso che varia dai 50 grammi iniziali ai quasi 500 finali. 
Nessuno è in grado di prevedere con esattezza quando inizierà il travaglio; anche i sintomi di travaglio e la successione degli eventi possono essere molto diversi da donna a donna.

Negli ultimi mesi di gravidanza si avvertono delle contrazioni uterine irregolari, non dolorose e distanziate nel tempo. Le contrazioni preparatorie si susseguono ad intervalli regolari nel tempo e più dolorose; infine, una volta iniziate non si interrompono.

Diverse sono le false contrazioni: l’intensità del dolore è in linea di massima sempre la stessa, ma sono irregolari e possono cessare. Verso la fine della gravidanza si avvertono le cosiddette contrazioni di Braxton Hicks, dal nome del medico che nel 1872 le identificò e le descrisse.

Tali contrazioni consistono nella dilatazione della cervice uterina, in modo che il bambino progredisca nel canale del parto.

Quando iniziano le contrazioni da parto si avverte un dolore provocato dal continuo e progressivo stiramento della muscolatura del collo dell’utero che si dilata, questo intenso dolore scompare tra una contrazione e l’altra. La cosa importante è che vi sia una alternanza regolare, anche nei tempi, tra contrazione e pausa. 

Dopo che si è concluso il parto, vi sarà un periodo in cui saranno avvertite delle contrazioni uterine che servono a favorire il rimpicciolimento dell’utero (involuzione puerperale). Questo processo può essere alterato da un secondamento incompleto, accompagnandosi al pericolo di infezioni. Utile in questi casi anche il ricorrere a una ecografia pelvica di controllo.

Contrazioni in gravidanza: cosa fare

Se si abita molto lontano dall’ospedale e si ha paura di non arrivare in tempo, è bene avvicinarsi, anche se le contrazioni non sono frequenti. In tutti i casi, l’importante è non farsi prendere dal panico o dalla fretta; specie per chi si trova ad aspettare il primo figlio, occorre sapere che, dall'inizio delle contrazioni da parto, ci saranno da aspettare diverse ore prima che inizi il parto vero e proprio.

Se tutto procede normalmente, conviene recarsi in ospedale solo se si rompono le acque, anche se non sono ancora iniziate le contrazioni; occorre recarsi all'ospedale in urgenza quando le contrazioni si susseguono circa a 10 minuti di distanza l’una dall’altra per almeno una due ore, o se si hanno perdite di sangue rosso vivo o, ancora, quando si è sole.

Una volta arrivate in ospedale, subito dopo il ricovero, si viene sottoposte a un prelievo di sangue, a una visita ginecologica; si firma poi il foglio di accettazione e, alla fine, ci si reca in sala travaglio.

Contrazioni nelle fasi della gravidanza

Le contrazioni, ossia i dolori tipici della gravidanza, possono comparire in qualsiasi fase: ogni fase, però, ha le sue caratteristiche.

Contrazioni nel primo trimestre

Le contrazioni nelle prime settimane di gravidanza non sono frequentissime avvertire delle contrazioni, ma sono comunque possibili Intorno alla quarta settimana di gravidanza, si possono avvertire delle fitte e un senso di peso intorno al basso ventre: si tratta dell'impianto del prodotto del concepimento dell'utero; tuttavia, in genere, in questo periodo una donna potrebbe non saper ancora di essere incinta, e scambiare questi sintomi con l'arrivo del ciclo. 

Sempre durante il primo trimestre, anche al cambio del mese (in corrispondenza ai giorni in cui in ogni mese sarebbero dovute comparire le mestruazioni) possono capitare delle piccole contrazioni: se ciò avviene, è meglio astenersi, per qualche giorno, da viaggi, sforzi fisici o rapporti sessuali, che potrebbero aumentare l'attività contrattile.

Contrazioni nel secondo trimestre

Le contrazioni nel secondo trimestre di gravidanza si fanno sentire a partire dalla 20esima settimana, e dipendono principalmente dai movimenti del feto. Anche un brusco movimento della donna può stimolare le contrazioni; tuttavia in genere esse scompaiono dopo poco tempo.

D'istinto, si potrebbe essere tentate di massaggiarsi la pancia, per allentare il fastidio contrattile; tuttavia è meglio evitare questa pratica, che potrebbe incrementare gli spasmi.

Contrazioni nel terzo trimestre

Le contrazioni nel terzo trimestre di gravidanza possono dipendere dal movimento del feto. Inoltre, intorno alla 30esima settimana iniziano le false contrazioni, ovvero le contrazioni di Braxton Hicks, mentre a partire dalla 38esima o dalla 39esima settimana si potrebbero verificare le contrazioni preparatorie, che permettono all'utero di prepararsi per la dilatazione e la vera e propria fase del parto.

Queste contrazioni sono, in genere, più consistenti durante la notte e tendono a scomparire al mattino; qualora invece non cessino, potrebbe essere opportuno recarsi in ospedale: forse si sta avvicinando il momento del travaglio.

Come controllare le contrazioni in gravidanza

Una volta iniziate le vere contrazioni è utile ricordare ciò che è stato detto e insegnato al corso preparto. Il dolore durante il travaglio (e soprattutto nelle prime fasi) varia molto da donna a donna. Per alleviare il dolore delle contrazioni l’ostetrica consiglia una doccia calda, muoversi e fare passeggiate.

Se il parto naturale è particolarmente doloroso, o se la gestante lo richiede, è possibile richiedere l’epidurale, che consiste nell'iniezione di analgesico nella parte lombare della colonna vertebrale, annullando la percezione del dolore senza però interferire sullo stato di coscienza della partoriente.

In caso di parto cesareo viene praticata la spinale: l’analgesico viene cioè iniettato nella colonna vertebrale tra due vertebre lombari.

Contrazioni in travaglio

La frequenza delle contrazioni di solito all’inizio è tra i 30 e i 15 minuti. La durata si calcola da quando comincia a quando finisce ogni singola contrazione. Di solito, all’inizio, è di circa 15-20 secondi.

Verso la fine, le contrazioni diventano più intense, lunghe e ravvicinate e la durata delle contrazioni è di 50-60 secondi (a volte anche di più). Esse si succedono a distanza di 2-3 minuti l’una dall’altra; questa fase è la più dolorosa, ed è anche la più difficile da sopportare, con una durata che va dai 30 minuti alle due ore.

Tra una contrazione e l’altra, non si riesce a riposare. A un certo punto, oltre alle contrazioni si sente un irrefrenabile bisogno di spingere, ciò significa che sta iniziando la fase espulsiva. Durante questa fase esce la testa del bambino e subito dopo l’ostetrica aiuta il resto del corpo a scivolare fuori dall'utero: questi ultimi istanti si susseguono molto rapidamente.

Dopo circa 5-10 minuti, l’utero si ricontrae ed espelle la placenta e le membrane che formavano la borsa delle acque. Quest’ultima fase del parto si chiama secondamento. Tutto ciò si svolge nella sala travaglio, dove la partoriente viene seguita in ogni momento dal personale sanitario.
Redazione Pazienti Redazione
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