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Sigmoidoscopia

Proctologia
proctologo si prepara per un esame

Cos'è la Sigmoidoscopia

La sigmoidoscopia, anche nota come rettosigmoidoscopia o proctosigmoidoscopia, è una procedura endoscopica utilizzata a scopo diagnostico e preventivo. L'esame indaga le pareti interne del tratto inferiore del colon, ovvero l'ultima porzione dell'intestino crasso, il colon sigmoideo (anche detto 'sigma'), che si trova vicino al retto e al canale anale.

Dunque è bene precisare che la sigmoidoscopia esplora solo il tratto finale dell'intestino (sigma e retto) e non l'intero colon. Per un'analisi più completa è necessaria una colonscopia.

Quando è consigliata la Sigmoidoscopia?

Questa tecnica diagnostica viene impiegata principalmente come metodo di screening per il cancro colorettale. Attraverso questo esame, infatti, il medico può ispezionare la mucosa dei segmenti dell'intestino, sigma e retto, identificando precocemente eventuali alterazioni o lesioni sospette, come polipi o anomalie che potrebbero evolvere in tumori maligni. 

L'esame si consiglia per i seguenti obiettivi:

  • verificare lo stato di salute di ano, retto e sigma;
  • rilevare tumori, polipi e infiammazioni nelle fasi iniziali, prima che evolvano in stadi più avanzati;
  • in alcuni casi, rimuovere polipi durante l'esame stesso;
  • valutare l'efficacia di terapie per patologie diagnosticate in precedenza;
  • individuare lesioni sospette che potrebbero essere diagnosticate come tumori maligni del colon-retto, che nel 50% dei casi insorgono nel sigma.
La sigmoidoscopia può essere utilizzata in presenza di alcuni sintomi e per esaminare o diagnosticare alcune condizioni o strutture nel colon inferiore, tra cui:

  • polipi;
  • tumori;
  • ulcere;
  • infiammazioni;
  • emorroidi;
  • diverticoli (sacche sulla parete del colon);
  • stenosi (restringimenti del colon inferiore)
  • sangue nelle feci;
  • diarrea persistente;
  • dolore addominale;
  • prurito intorno all'ano;
  • stitichezza;
  • livelli bassi di ferro o anemia;
  • cambiamenti nelle abitudini intestinali.
La sigmoidoscopia può essere sfruttata anche per prelevare campioni di tessuto (biopsie). Essendo un esame invasivo e non virtuale, infatti, permette il prelievo di tessuto sospetto per la successiva analisi di laboratorio. Inoltre, l'esame è consigliato come screening in individui di età superiore ai 50 anni, anche in assenza di sintomi.

Come si svolge l'esame di Sigmoidoscopia?

La procedura prevede che il paziente si posizioni su un fianco, in genere quello sinistro, con le ginocchia al petto. Il medico introduce una sonda flessibile nell'ano, un tubo piccolo ('sigmoidoscopio') lubrificato e collegato a una videocamera con fonte di luce che trasmette le immagini in tempo reale su un monitor.  

Il tubo viene fatto avanzare lentamente attraverso il retto fino alla parte inferiore del colon. Durante l'esame, il tubo insuffla aria nel colon per farlo gonfiare leggermente, migliorando così la visibilità. Ciò può provocare lievi pressioni o leggeri spasmi muscolari, meteorismo o stimolo a evacuazione.

Anche dopo l'esame, si potrebbe avvertire solo un lieve gonfiore o piccoli crampi, che però tendono a svanire rapidamente. Ma in genere nulla di più. Si possono riprendere le normali attività, a meno di ricevere istruzioni diverse dal medico. Se sono stati rimossi polipi o effettuate biopsie, possono comparire piccole tracce di sangue nelle feci, per uno o due giorni.

Proprio per questa sua minima invasività, si usa il termine "sigmoidoscopia flessibile" che descrive il tipo di sonda utilizzata, fatta apposta per adattarsi alla conformazione dell'intestino, rendendo l'esame più sostenibile e confortevole per il paziente. In passato, la sonda era rigida, senza telecamere, basata su strumenti rudimentali simili a quelli della rettoscopia. 

Come prepararsi alla Sigmoidoscopia

Come molti altri esami, anche la sigmoidoscopia prevede una preparazione adeguata per garantire la buona riuscita dell'esame, a iniziare dall'alimentazione.

È molto importante seguire alla lettera tutte le indicazioni ricevute dal medico o da altro operatore, proprio per agevolare la procedura diagnostica e ottenere immagini chiare e dettagliate.

Di solito, nei giorni precedenti si consiglia di seguire una dieta povera di fibre e l'utilizzo di lassativi o clisteri per pulire l'intestino.

La preparazione consiste in uno o due clisteri da fare a casa, almeno due ore prima dell'esame, per pulire il tratto intestinale terminale e garantire una visibilità ottimale della mucosa.

Le istruzioni specifiche possono variare e integrare anche una dieta liquida nelle 12-24 ore precedenti, con eventuale assunzione di un lassativo la sera prima o il mattino stesso, se l'esame è programmato nel pomeriggio.

Prima dell'esame, è bene informare il medico se si è in stato di gravidanza; se sono presenti allergie a farmaci, lattice, cerotti o anestetici locali/generali; se si stanno assumendo farmaci, inclusi integratori, vitamine ed erbe medicinali; se si manifestano disturbi della coagulazione o sei stanno assumendo farmaci anticoagulanti come aspirina o ibuprofene.

Quanto dura la Sigmoidoscopia?

In genere, l'esame della sigmoidoscopia dura tra i 10 e i 20 minuti, a seconda della necessità di eseguire biopsie o rimuovere polipi. Se viene somministrata sedazione, potrebbe essere necessario rimanere in ospedale per un certo periodo, al fine di smaltire gli effetti del farmaco.

Che differenza c'è tra colonscopia e sigmoidoscopia?

La sigmoidoscopia e la colonscopia sono due procedure endoscopiche cui si ricorre per diagnosticare e monitorare condizioni che interessano l'intestino crasso. Sebbene condividano lo stesso obiettivo generale, ovvero l'ispezione della mucosa intestinale, si differenziano per la profondità dell'indagine, preparazione all'esame e contesto clinico di utilizzo.

La principale differenza tra le due tecniche risiede nell'area dell'intestino esplorata:

  • la colonscopia permette di esaminare l'intero colon, dal retto fino al cieco, coprendo tutto l'intestino crasso;
  • la sigmoidoscopia si limita ai segmenti distali dell'intestino, regione in cui si sviluppa circa il 50% dei tumori colonrettali.

Sigmoidoscopia: un approccio mirato e meno invasivo

La sigmoidoscopia si distingue per essere una procedura più focalizzata e meno invasiva. Grazie alla sua natura limitata, richiede una preparazione intestinale più semplice e comporta tempi di esecuzione ridotti rispetto alla colonscopia. Inoltre, in genere risulta meglio tollerata dai pazienti e presenta un rischio minore di complicanze, come perforazioni o sanguinamenti. Per questo motivo, viene spesso utilizzata come strumento di screening in soggetti a basso rischio o in situazioni in cui è sufficiente un'indagine localizzata.

Colonscopia: un'indagine completa e approfondita

D'altra parte, la colonscopia offre una visione completa dell'intero intestino crasso. Questa caratteristica ne fa uno strumento diagnostico necessario in contesti clinici in cui si devono individuare patologie che potrebbero essere presenti anche nelle sezioni prossimali del colon, non raggiungibili dalla sigmoidoscopia.

Ma proprio in virtù della maggiore estensione dell'indagine, la colonscopia comporta una preparazione più complessa e impegnativa per il paziente, come l'assunzione di lassativi specifici per pulire l'intestino, e un profilo di rischio leggermente più elevato per quanto riguardano eventuali complicanze.

Sigmoidoscopia o Colonscopia?

La scelta tra le due procedure deve poggiare sulla considerazione di alcuni fattori clinici. La sigmoidoscopia è indicata quando i sintomi o i sospetti clinici riguardano perlopiù il tratto distale del colon, per esempio in presenza di sangue nelle feci o dolori localizzati. Si consiglia anche per lo screening di persone a basso rischio o come follow-up per condizioni già note e limitate al sigma o al retto.

Essendo limitata ai segmenti distali dell'intestino, però, la sigmoidoscopia potrebbe non rilevare lesioni presenti nelle sezioni prossimali del colon. Per questa ragione, la colonscopia viene raccomandata in caso di sintomi diffusi, come anemia senza causa apparente, cambiamenti importanti nelle abitudini intestinali, nei pazienti ad alto rischio di tumore colorrettale (con storia familiare), oppure quando gli esiti della sigmoidoscopia suggeriscano la necessità di indagine più estese e approfondite.

La Sigmoidoscopia fa male?

In genere, la sigmoidoscopia di per sé non fa male, non provoca dolori e non necessita di antidolorifici, grazie all'uso di un lubrificante specifico. Può causare solo gonfiore, lievi spasmi e disagio, ma che si risolvono rapidamente.

In genere, non sono necessari sedativi, richiesti solo nel caso in cui si debbano alleviare forti stati d'ansia.

I risultati preliminari dell'esame possono essere vagliati subito insieme al medico, mentre quelli delle biopsie richiedono alcuni giorni.

Dr. Christian Raddato Medico Chirurgo
Dr. Christian Raddato
medico generale

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