Versamento pericardico: cosa significa
Il
versamento pericardico si verifica quando il liquido pericardico aumenta eccessivamente, interferendo, quindi, con le normali funzioni del
cuore.
Il
pericardio è il rivestimento che avvolge il cuore, ed è formato da due strati:
- parietale;
- viscerale.
In mezzo a questi due strati è, appunto, presente un liquido che ha il compito di ridurre l’attrito durante le contrazioni e l’espansione del muscolo cardiaco.
Cause del versamento pericardico
Il
versamento pericardico può interessare chiunque a prescindere da età e sesso e, a seconda della durata del disturbo, può essere:
- acuto, se ha un esordio rapido;
- cronico, quando supera i 3 mesi.
Una delle cause del versamento pericardico è una pericardite conseguente a un’infiammazione virale, batterica, post-virale, neoplastica o uremica.
Altre cause possono essere:
- tumori metastatici secondari;
-
miocardite con coinvolgimento pericardico;
- intervento cardiologico con perforazione;
- rottura di aneurisma aortico o coronarico;
-
lupus eritematoso sistemico;
-
vasculite cronica e sistematica;
- sindromi da lesione pericardica;
- radioterapia tumorale;
- assunzione di alcuni farmaci;
- dissecazione aortica acuta;
- lesione traumatica del miocardio;
- infarto miocardico transmurale.
Qualora non sia possibile individuare la causa del versamento pericardico, la
diagnosi è quella di
pericardite idiopatica.
Il versamento pericardico si può sviluppare anche a causa di
tumori polmonari o per la diffusione metastatica di neoplasie maligne (come carcinoma polmonare avanzato,
sarcoma,
melanoma,
leucemia e
linfoma).
Infine, anche dopo un infarto, si può verificare un
lieve versamento pericardico.
Sintomi del versamento pericardico
Il
sintomo principale del versamento pericardico è il
dolore precordiale nella parte anteriore del torace (dove è presente il
cuore).
In questo caso, la sintomatologia è molto simile a quella di un
infarto, con lo spasimo che peggiora respirando e si estende nel collo e nel braccio sinistro.
Altri
sintomi sono:
-
angina pectoris, ovvero un forte dolore toracico accompagnato da un senso di costrizione;
-
dispnea, cioè una difficoltà di respirazione;
- tachipnea, che consiste in un aumento del ritmo di respirazione;
- distensione inspiratoria delle vene del collo (Segno di Kussmaul) e aumento della pressione venosa;
- palpitazioni e tachicardia;
- difficoltà a deglutire (disfagia);
- febbre.
Versamento pericardico: la cura
Il
riassorbimento del versamento pericardico, nel caso in cui derivi da una infezione virale, è spontaneo e avviene entro
poche settimane senza nessun tipo di trattamento.
La
cura del versamento pericardico dipende dalla gravità del disturbo, ma bisogna verificare anche la quantità di liquidi accumulati e la causa scatenante.
Se la quantità è lieve, o deriva da
malattie autoimmuni, la
terapia per estinguere l’infiammazione può essere semplicemente farmacologica.
Se la quantità è maggiore, il trattamento deve essere effettuato in ospedale per la
rimozione del liquido in eccesso attraverso:
-
Toracotomia: apertura del torace tramite una incisione del sacco pericardico, consigliato quando la diagnosi e il pericolo sono chiari e confermati.
-
Pericardiocentesi: procedura invasiva tramite la quale si aspira il fluido.
Dopo gli interventi per mettere in sicurezza il soggetto, è fondamentale trattare le cause principali che hanno portato al versamento pericardico.
Versamento pericardico post operatorio
Il
versamento pericardico post operatorio è molto frequente – basti pensare che, come visto sopra, l’intervento chirurgico al cuore è una delle cause scatenanti del versamento stesso – e, nella maggior parte dei casi, regredisce spontaneamente dopo qualche settimana di trattamento.
A volte
può essere recidivo, ma si può risolvere con pazienza attraverso una cura farmacologica a base di
analgesici e
antinfiammatori.
Ricoverare il paziente con versamento pericardico è una decisione che spetta al medico dopo essersi sincerato della diagnosi e delle condizioni di salute del paziente.