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Streptococcus Agalactiae

Ginecologia
Streptococcus Agalactiae

Streptococcus agalactiae: cos'é?

Streptococcus agalactiae è un batterio che colonizza abitualmente l’organismo umano senza dare sintomatologia di una certa importanza.

Tuttavia, in particolari condizioni esso prolifera abbondantemente e si perdono i rapporti di equilibrio con gli altri organismi che compongono il microbiota (insieme di microorganismi presenti nell’organismo umano senza danneggiarlo). 

Lo streptococcus agalactiae, infatti, è un batterio patogeno opportunista, perciò l’iperproliferazione gli consente di instaurare un’infezione. Particolarmente a rischio solo le donne in dolce attesa, ragion per cui è opportuno eseguire dei controlli specifici per lo streptococco in gravidanza.

Dove si trova lo streptococcus agalactiae?

Lo Streptococcus agalactiae, anche noto come Streptococco del gruppo b o Streptococcus agalactiae gruppo b, è un batterio gram-positivo e beta-emolitico (cioè in grado di distruggere i globuli rossi). Esso è un normale componente del microbiota umano e si trova:

  • nell’apparato gastro-intestinale;
  • nell’apparato uro-genitale.

Sono noti dieci sierotipi diversi di questo microrganismo, denominati Ia, Ib, Ia/c, II, III, IV, V, Vi, VII, VIII.

In alcune condizioni, Streptococcus agalactiae può dare luogo ad infezioni poiché è un patogeno opportunista, ovvero un microrganismo che ha la possibilità di trasformarsi da innocuo a patogeno.

Il rilevamento di streptococcus agalactiae nelle urine è comune nelle infezioni non invasive.

Quando si sviluppa un’infezione diffusa, invece, i siti in cui viene più comunemente isolato il batterio sono:

  • sangue;
  • ossa;
  • fluido articolare.

Quali sono le cause?

L’infezione da Streptococcus agalactiae si sviluppa in particolari condizioni che causano la proliferazione eccessiva di questo batterio rispetto agli altri componenti del microbiota.

L’infezione da Streptococcus agalactiae può essere contratta a tutte le età, ma:

  • sono particolarmente a rischio donne in gravidanza e i neonati;
  • vi è una maggiore frequenza dopo i 65 anni, dato il calo delle difese immunitarie.

Particolarmente suscettibili sono gli individui che:

  • soffrono di una patologia cronica, soprattutto il diabete;
  • sono ricoverati in ospedale o case di cura;
  • soffrono di obesità.

Non è nota la ragione, ma è stato osservato un picco di incidenza delle infezioni in estate.

Come si prende lo Streptococcus agalactiae?

La trasmissione tra individui adulti dello Streptococcus agalactiae non è molto comune e non è ben documentata, di conseguenza non sono noti i meccanismi con cui avviene. Tuttavia, è verosimile che il batterio si possa trasmettere con rapporti sessuali non protetti.

Le infezioni che si sviluppano nei nosocomi, invece, sono spesso associate all’utilizzo di cateteri venosi centrali. Le cause di questo sono state individuate in:

  • posizionamento del catetere senza rispettare le norme igieniche;
  • colonizzazione della pelle o delle mucose da parte del batterio nel sito di inserimento del catetere.

Meglio noto è il meccanismo di trasmissione madre-neonato, per il quale si rimanda al paragrafo dedicato alla gravidanza e che, comunque, avviene soprattutto al momento del parto.

Allo stesso modo, sono conosciuti i meccanismi con cui il batterio dà luogo ad infezioni quando sussistono fattori predisponenti alla sua trasformazione in patogeno.

In particolare, l’infezione è connessa a:

  • distruzione dell’integrità delle mucose e/o della pelle;
  • compromissione del flusso sanguigno o del drenaggio linfatico.

Streptococcus agalactiae in gravidanza

Poiché l’infezione da parte di Streptococcus agalactiae è particolarmente rischiosa per le donne in dolce attesa e per i neonati, è necessario verificare l’assenza dell’infezione e sottoporsi ad opportuni controlli per lo streptococco in gravidanza. L’infezione, oltre ad avere conseguenze per la madre, si trasmette al figlio durante il parto.

Tra la settimana 35 e la 38 di gravidanza i “protocolli” prescrivono di effettuare dei tamponi per Streptococco agalactiae, dai quali viene poi allestito l’esame colturale alla ricerca dello streptococco:

La presenza di infezione vaginale a ridosso del parto, soprattutto se si tratta di un’infezione seria, è considerata un fattore di rischio per:

  • infezione amniotica;
  • endometrite post-partum

La trasmissione dell’infezione al neonato, in particolare del sierotipo III di Streptococcus agalactiae, può provocare meningite, encefalite, sepsi generalizzata, anche con esiti infausti.

Sintomi dello Streptococcus agalactiae

L’infezione dello Streptococcus agalactiae induce lo sviluppo di diverse patologie, quindi i sintomi e i segni sono molto eterogenei. L’eterogeneità della presentazione clinica è anche strettamente legata all’invasività dell’infezione.

Infatti, una delle presentazioni cliniche più comuni negli adulti (escluse le donne in gravidanza) con infezione invasiva è la batteriemia, cioè la presenza di batteri nel sangue.

Tra le manifestazioni cliniche delle forme invasive, inoltre, vi sono:

  • endocardite;
  • infezioni della pelle e dei tessuti molli;
  • infezione delle ulcere diabetiche;
  • meningite.

Le forme non invasive, invece, si manifestano con:

  • infezioni del tratto urinario;
  • infezioni della pelle e dei tessuti molli;
  • infezioni del tratto respiratorio superiore e polmonite.

Nelle donne in gravidanza, l’infezione si manifesta anche con:

  • endometrite post-parto;
  • amnionite;
  • batteriemia.

Terapia streptococcus agalactiae nell'uomo

La terapia dello Streptococcus agalactiae si basa sull’utilizzo di antibiotici:

  • penicillina;
  • ampicillina;
  • cefalosporine;
  • macrolidi (eritromicina e claritromicina, soprattutto).

Le donne in gravidanza che hanno sviluppato l’infezione da parte di Streptococcus agalactiae vengono sottoposte a profilassi antibiotica endovenosa sin dall’inizio del travaglio, per ridurre il rischio di trasmissione al neonato durante il parto.

Purtroppo, è in aumento la resistenza antibiotica da parte di Streptococcus agalactiae, la quale produce una ridotta suscettibilità del batterio a uno o più antibiotici.

Redazione Pazienti Redazione
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medico generale

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