Mastite: cos'è?
La
mastite è un'
infezione del tessuto mammario che si traduce in:
La mastite più comunemente colpisce le donne che stanno allattando (mastite da allattamento), sebbene a volte questa condizione possa verificarsi anche in donne che non allattano.
Se la mastite non si verifica in gravidanza (ovvero la mastite al seno non in allattamento) o si presenta in donne non giovani, bisogna
sempre indagare a fondo perché in una alta percentuale di casi è l'espressione di una neoplasia in fase avanzata. Naturalmente,
fuori dalla gravidanza può essere determinata da una cisti sebacea che si è flogosata e ascessualizzata o da una infiammazione dei dotti dilatati (galattoforite).
Quando si parla di mastite, però,
si fa generalmente riferimento al disturbo che insorge durante l'allattamento al seno: questo, nella maggior parte dei casi,
si verifica entro i primi tre mesi di allattamento, ma può insorgere anche più tardi (e
tende a interessare solo una mammella per volta).
Mastite in gravidanza
La
mastite in gravidanza avviene quando vi è un’
infiammazione al seno quando si allatta: essa si verifica, infatti,
durante i primi tre mesi dal parto (ma anche nelle fasi successive).
Le
causa principale della mastite in allattamento sono:
- un ingorgo mammario;
- un’ostruzione di un dotto non trattato;
- un’infezione batterica favorita da lesioni al capezzolo (ragadi provocate dalla scorretta suzione).
I sintomi della mastite alla fine della gravidanza sono:
- seno turgido e dolente;
- seno gonfio;
- arrossamento della cute;
- eritema locale;
- dolore che si può estendere alla muscolatura toracica e malessere generale;
- sintomi simil-influenzali (come brividi, dolore articolare, vampate, sudorazione, spossatezza e senso di affaticamento) associati a febbre.
Quando si sospetta una mastite non bisogna smettere di allattare: si deve continuare offrendo il seno con una frequenza maggiore, fino a 12 volte nelle 24 ore, iniziando da quello dolente.
È necessario:
- correggere la posizione della suzione;
- drenare l’areola nel caso risulti troppo tesa;
- cambiare la taglia del reggiseno;
- evitare di indossare tracolle, spalline di borse, fasce o qualunque tipo di indumento che possa comprimere il seno.
- fare dei massaggi per evitare la formazione di ingorghi;
- preferire un regime alimentare ricco di grassi insaturi (omega 3 e omega 6) e povero di grassi saturi (grassi animali, margarine, grassi idrogenati, oli da cottura);
- applicare degli impacchi caldi sul seno, nell’area colpita prima della poppata.
Nel caso i sintomi persistano senza miglioramenti, si consiglia di consultare un medico per valutare la cura più corretta. La cosa più importante è evitare il fai da te.
Per prevenire un ingorgo mammario e la mastite è importante iniziare subito l’allattamento con una certa frequenza e assecondare l’allattamento a richiesta del bambino evitando supporti come ciucci o biberon.
Quali sono le complicazioni derivanti dalla mastite?
Le
complicazioni della mastite insorgono quando questa non viene trattata adeguatamente.
Se la causa è legata a un condotto ostruito, si può sviluppare una
raccolta di pus (ascesso) nel seno, formando una massa con ispessimento tissutale. Un ascesso di solito richiede
drenaggio chirurgico. Per evitare questa complicazione, bisogna
rivolgersi al medico non appena si sviluppano segni o sintomi di mastite.
Come si cura la mastite?
Per
curare la mastite si consiglia una
terapia antibiotica è consigliata dallo specialista in caso di mastite. La durata della terapia durante l'allattamento può variare dai 10 ai 14 giorni.
Gli
antibiotici orali sono di solito efficaci nel trattamento di questa condizione, ma vanno presi solo su prescrizione medica e devono essere evitati quei medicinali i cui principi attivi sono poi secreti nel latte, ovvero metronidazolo e tetracicline.
Se i segni e i sintomi non migliorano dopo i primi due giorni di assunzione di antibiotici, bisogna consultare il medico per assicurarsi che la condizione non è il risultato di un problema più serio.
Gli
antibiotici più utilizzati in caso di mastite sono:
- cefapirina;
- cloxacillina;
- clindamicina;
- acido clavulanico;
- flucloxacillina.
Possono essere assunti anche degli
antidolorifici, se il dolore al seno è molto forte. In alcuni casi, può essere necessario il drenaggio chirurgico, ovvero una incisione alla mammella per permettere il drenaggio del pus accumulato nell'ascesso.
Per curare la mastite si possono anche assumere antinfiammatori, come:
- paracetamolo;
- ibuprofene.