Il coma iperglicemico-iperosmolare non chetosico insorge nel contesto della sindrome iperglicemica iperosmolare, considerata un’emergenza metabolica causata dal diabete mellito non compensato.
La sindrome ipeglicemica iperosmolare è una complicanza acuta (cioè sopravviene improvvisamente) del diabete, ed in particolare del diabete di tipo 2.
Il coma è la conseguenza neurologica più grave di questa sindrome e insorge quando l’osmolarità totale sierica aumenta, superando il valore di 350 mOsm/l.
Il coma non si verifica improvvisamente, ma può essere preceduto da:
La causa del coma iperglicemico-iperosmolare non chetosico è la sindrome iperglicemica iperosmolare, la quale è caratterizzata da:
Dopo un periodo di iperglicemia in cui l’apporto di liquidi non è stato sufficiente a ripristinare lo stato d’idratazione, a causa della diuresi osmotica prodotta dall’iperglicemia stessa, si manifesta l’emergenza metabolica. Per diuresi osmotica si intende che nel sangue è presente una sostanza, come ad esempio il glucosio, a livelli tali da non poter essere riassorbita dai tubuli renali e da impedire anche il riassorbimento dell’acqua. L’acqua viene così eliminata attraverso l’urina, peggiorando la condizione di disidratazione e la perdita di elettroliti.
Diversamente dall’altra complicanza acuta del diabete mellito, la chetoacidosi, in questo caso le concentrazioni di insulina sono sufficienti (anche se ridotte) ad evitare la formazione dei corpi chetonici, ma non lo sono per promuovere l’utilizzazione periferica di glucosio nei tessuti.
In questo contesto, però, sono degli eventi scatenanti a indurre la sintomatologia neurologica e il coma, quali:
La parte di popolazione diabetica più a rischio per lo sviluppo della sindrome iperglicemica iperosmolare e delle sue complicanze, tra cui il coma appunto, è quella anziana. In particolar modo, gli anziani con alterazioni della funzionalità renale e con malattie cardiovascolari.
Il rischio negli anziani è aumentato dal fatto che il senso della sete è alterato con l’età, e sentendo meno l’esigenza di bere sono di base meno idratati rispetto al resto della popolazione.
Il coma iperglicemico-iperosmolare non chetosico è provocato da una disfunzione del sistema nervoso centrale a seguito della comparsa di sintomi e segni di disidratazione.
All’esordio, lo stato di coscienza varia dall’obnubilamento mentale al coma. Possono comparire convulsioni focali o generalizzate, che nell’anziano sono più frequenti. È possibile che si verifichi un’emiplegia transitoria.
Precedentemente all’emergenza metabolica, i sintomi sono:
Il coma iperglicemico-iperosmolare non chetosico può essere diagnosticato tramite analisi di laboratorio che mostrano la presenza di:
In particolare, il coma compare quando i valori di osmolarità superano i 350 mOsml/l.
Il trattamento per il coma iperglicemico-iperosmolare non chetosico consiste nella somministrazione per via endovenosa di:
La sindrome iperglicemica iperosmolare non chetosica rappresenta un’emergenza metabolica, e così tutte le sue complicanze.
Il paziente deve essere ricoverato presso l’Unità di Terapia Intensiva e occorre:
Quando un paziente arriva in ospedale con i sintomi neurologici o già in coma, i medici dovranno confermare la diagnosi, richiedendo alcuni esami di laboratorio. Il riscontro di:
Gli stessi esami devono essere ripetuti nel tempo per verificare lo stato di salute del paziente, perciò durante il ricovero va mantenuto l’accesso venoso per l’ottenimento di campioni di sangue da inviare al laboratorio.