L’ateroma è un accumulo di materiale degenerativo, principalmente cellule macrofaghe, lipidi (colesterolo e acidi grassi) o tessuto connettivo fibroso, nelle pareti delle arterie. Il materiale accumulato forma un rigonfiamento nella parete arteriosa che può portare ad un restringimento e ad una successiva limitazione nell’afflusso di sangue.
In una fase iniziale l’accumulo di materiali, che si ha sempre nella tunica intima, tra l’endotelio e la tunica media, non è formato da cellule adipose, ma da accumuli di globuli bianchi, in particolare i macrofagi. Successivamente si accumulano grandi quantità di membrane citoplasmatiche, dette cellule schiumose.
Quando queste muoiono rilasciano il loro contenuto che attira più macrofagi e crea un nucleo lipidico extracellulare vicino al centro della superficie interna di ogni placca aterosclerotica. Nel corso del tempo gli ateromi si ingrandiscono, come dimensioni e spessore, e ciò porta ad un rimodellamento dell’arteria, che si allarga.
Se l’allargamento della parete muscolare non tiene il passo con quello del volume dell’ateroma si forma un coagulo, fenomeno che diventa comune sopra i 30-40 anni. Per la troppa pressione può anche capitare che l’arteria si rompa. Infatti se questa si era allargata fino a due o tre volte le sue misure normali, le sue pareti avranno subito un assottigliamento; questo fenomeno si manifesta con improvvise emorragie che possono condurre velocemente alla morte.
I primi sintomi di ateroma che si manifestano sono legati per lo più a problemi cardiaci. Pertando l’unico modo per capire se ci sia la presenza di questa patologia è sottoporre il paziente ad un esame cardiaco sotto sforzo, che può però non rilevare eventuali sintomi fino a quando la matattia ateromatica non sia molto avanzata.
La principale è l’aterosclerosi. La sua presenza genera delle placche ateromatose. Le lesioni che produce si classificano in base alla gravità e si distinuono in:
Cure utili per ridurre il progredire dell’ ateroma sono: