Tempo di protrombina: cos'è
Il
tempo di protrombina (PT) si definisce come il tempo necessario affinché una aliquota del
plasma in esame
coaguli in seguito all'aggiunta di un estratto tessutale di origine umana o animale (tromboplastina) e ioni Calcio a 37°C.
Il tempo di protrombina
o tempo di Quick, noto anche come PT (Prothrombin Time) e le sue misure derivate (protrombina ratio o PR, rapporto internazionale normalizzato o international normalized ratio - INR -, e attività protrombinica percentuale o tasso di protrombina) sono degli
indicatori della via estrinseca e comune della
coagulazione. Questo test viene anche chiamato "ProTime INR" e "PT INR".
Tempo di protrombina: a cosa serve
Il PT misura la
funzionalità e l’attività dei fattori della coagulazione VII, II, V, X e del
fibrinogeno. Il tempo di protrombina è utile per
valutare la funzionalità e l’attività di cinque dei dodici fattori della coagulazione: I (fibrinogeno), II (protrombina), V (proaccelerina), VII (proconvertina) e X (protrombinasi).
Tutti questi
fattori sono sintetizzati dal
fegato e tre di questi (II, VII e X) sono
attivati da enzimi vitamina K-dipendenti.
Questo test viene utilizzato per
determinare il potenziale coagulativo ematico, per adeguare il dosaggio del Warfarin, per meglio determinare la gravità di una epatopatia, e lo stato della
vitamina K.
Spesso, il PT viene utilizzato in combinazione con la determinazione del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) che misura la funzionalità, invece, la via intrinseca della coagulazione.
Tempo di protrombina: valori normali
Il range di riferimento per il tempo di protrombina è di solito intorno ai 10-13 secondi. Il range di normalità per l'INR è pari a 0,8-1,2.
Tempo di protrombina alto
In presenza di un ritardo del normale processo di coagulazione del sangue (INR elevato), possono verificarsi delle piccole
emorragie. Leggere perdite di sangue possono verificarsi, ad esempio, a livello gengivale, banalmente lavandosi i denti, o a livello nasale o anale, per l'eventuale presenza di
emorroidi.
Tipica poi è la comparsa di piccole
ecchimosi o
lividi sulla pelle
in seguito a traumi anche di modesta entità.
Se ci sono
ritardi nella coagulazione, inoltre, possono manifestarsi:
anemia,
svenimenti,
mestruazioni eccessive,
sangue nelle urine e problemi articolari. In molti casi, durante il prelievo, il personale presenta difficoltà a rilevare la vena.
Un tempo di protrombina allungato, ovvero un ritardo nella coagulazione, può essere causato da:
- utilizzo di medicinali anticoagulanti, come il coumadin (warfarin), il sintrom (acenocumarolo) o più raramente l'eparina;
- assenza, scarsa attività, ridotta sintesi o eccessivo consumo (come nella coagulazione intravascolare disseminata) dei fattori della coagulazione I, II, V, VII e X;
- carenza di vitamina K per ridotto apporto alimentare o cattivo assorbimento intestinale, anche a causa di una dieta ipolipidica o per la presenza di un'ostruzione biliare;
- epatopatie come la cirrosi, l'epatite o l'insufficienza epatica.
Tempo di protrombina basso
Un
tempo di protrombina basso significa che il
sangue coagula più velocemente. Una diminuzione del PT può essere dovuta a:
- assunzione di barbiturici, contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva;
- aumentato apporto di vitamina K attraverso l’assunzione di integratori o alimenti come il fegato, i broccoli, i ceci o il cavolo, il tè verde o prodotti a base di soia;
- malattie autoimmmuni come Lupus Eritematoso Sistemico o Artrite Reumatoide;
- sindrome nefrosica;
- aumento di antitrombina.
Le possibili complicanze associate a un
tempo di protrombina basso comprendono la formazione di
trombi e
difetti della coagulazione.
Tempo di protrombina: quando fare l'esame
L'
attività dei fattori della coagulazione viene valutata dal PT in concomitanza con il
tempo parziale di tromboplastina (PTT): infatti, per avere un quadro più completo sull'attività coagulante del sangue, i due
test vengono spesso
eseguiti in contemporanea, specie in presenza delle seguenti indicazioni: