Che cos’è la reazione di Wassermann?
La
reazione di Wassermann è un
test di fissazione del complemento, che funge da
esame diagnostico per la sifilide,
attraverso l’uso del siero sanguigno o del liquido cerebrospinale. La modifica della reazione di fissazione del complemento fu messa in atto da
Jules Jean Baptiste Vincent Bordet (1870-1961) e da
Octave Gengou (1875-1957), nel 1901.
L’
antigene utilizzato è un estratto muscolare, solitamente proveniente dal cuore di un toro. La sostanza attiva è un lipide chiamato
cardiolipina, che non ha nulla a che vedere con la
sifilide. Tuttavia, questo
antigene reagisce con alcuni anticorpi, le cosiddette
reagine, presenti comunemente nel sangue dei pazienti che soffrono di
sifilide, un'infezione batterica la cui trasmissione avviene attraverso rapporti sessuali senza protezione.
Visto che gli anticorpi per questa malattia non sono specifici, a volte, possono essere presenti anche in altre patologie, come la
malaria e la
lebbra.
Wassermann descrisse il test un anno dopo che
Fritz Richard Schaudinn (1871-1906) e
Paul Erich Hoffmann (1868-1959) scoprirono quali organismi provocavano la sifilide. Sin da quel momento,
molte modifiche sono state apportate al test, ma il principio generale applicato da Wassermann continua a guidare la procedura.
Il termine “
reazione di Wassermann”, infatti, viene applicato alla maggior parte dei
test per la sifilide, nonostante si tratti di un test con una bassa specificità.
Test della sifilide (reazione di Wassermann): come leggerlo
I
risultati del test vengono denotati con 1, 2, 3 e 4 più, dove l’
intensità della reazione corrisponde di solito alla
gravità della malattia.
Nonostante ciò, si può presentare anche con risultati negativi.
Parecchie reazioni di Wassermann negative indicano l’assenza della sifilide, alcuni anni dopo la cura.
Test sifilide: quali fare oggi?
Attualmente, i
test che si usano per la
diagnosi di sifilide sono:
- il VDRL (Venereal Disease Research Laboratory);
-
TPHA (Treponema Pallidum Hemagglutination Assay).
Questi indicano che i soggetti sono molto probabilmente affetti dalla malattia, ma richiedono ulteriori esami, come: il test FTA-Abs (test di assorbimento di anticorpi treponemici fluoerescenti) e Western blotting (Test dell’immuno-blotting).