Lo swab test, detto anche test del cotton-fioc, o test di Friedrich (dal nome del suo ideatore, che lo adottò per primo nel 1987) è un esame impiegato in dal medico per completare una diagnosi di due patologie collegate tra loro, chiamate vestibolite vulvare (o vulvodinia localizzata) e la vulvodinia generalizzata, (ovvero la vulvodinia propriamente detta).
Il test del cotton-fioc consiste nell’applicazione di una leggerissima pressione su alcuni punti precisi del vestibolo, cioè la parte delimitata dalle piccole labbra, tramite la punta di un cotton-fioc. Tale esame va esteso anche al resto della vulva per precisare meglio le caratteristiche del dolore. In questo modo è possibile verificare la sensibilità di quest’area e se sia presente una risposta di tipo doloroso esagerata rispetto allo stimolo applicato.
Più in particolare lo swab test viene eseguito nella maniera seguente:
Il vestibolo vulvare in particolare è la zona più sensibile di tutte e va esaminato toccandolo in sette punti diversi:
In base alla reazione della paziente, il ginecologo potrà capire se questa è affetta da vulvodinia. La donna, infatti, se patologica, al contatto con il cotton fioc avrà come prima reazione un dolore acuto, a cui potrebbero seguire gesti istintivi di auto-protezione, quali chiudere le gambe, irrigidirsi, allontanare il cotton fioc e, nei casi più gravi, urlare per il dolore.
Come appena menzionato, questo tipo di test serve per verificare lo stato del vestibolo vulvare. L’infiammazione può essere provocata da molteplici cause di tipo chimico, infettivo, meccanico, ecc. Se queste patologie vengono escluse e il dolore perdura per più di tre mesi, viene eseguita la diagnosi di vulvodinia.
Infatti questo semplice test è l’unico in grado di orientarci per la diagnosi di questa patologia.
Questa patologia può essere localizzata (vestibolodinia) se il dolore provocato dal test rimane circoscritto a un punto o è visibile un eritema. A volte invece il dolore al vestibolo è generalizzato nonostante la mucosa appaia normale (vulvodinia).
La terapia, una volta effettuata la diagnosi il più tempestivamente possibile, esiste. Non esiste uno standard di cura, ma un approccio composto da più accorgimenti e strategie terapeutiche possono eliminare il problema.
Teniamo presente che lo Swab test orienta, ma la diagnosi di vulvodinia deve essere supportata da indagini plurispecialistiche in cui vengano coinvolte le figure del ginecologo, dell’urologo, dello psicologo: solo così si potranno adottare i migiori mezzi per trovare risultato efficace.
Se è stata diagnosticata la vulvodinia, il consiglio è rivolgersi a un centro specializzato quanto prima.
Nel frattempo è importante prevenire tutte quegli stimoli irritativi e pericolosi per questa patologia, attraverso i seguenti rimedi:
Purtroppo la vestibolodinia e la vulvodinia, proprio per le loro difficoltà ad essere diagnosticate, spesso permangono molto tempo nella paziente, prima di ricevere un adeguato trattamento.
Trattandosi di stati infiammatori cronici ma non riscontrabili con esami clinici (in quanto non dipendono da virus e batteri), occorre affidarsi a degli specialisti qualificati ed esperti del problema, per trovare il miglior approccio terapico possibile, che consiste, in genere, in un cambiamento dello stile di vita e nella somministrazione di farmaci e integratori.
Esistono alcuni centri pubblici e privati specializzati nel trattamento della vulvodinia e della vestibolite, ed alcuni di essi permettono di curare questa malattia con costi accessibili e standard di qualità comunque molto alti.