Il Quantiferon è un test che serve a riscontrare la presenza nell’organismo del Mycobatterium tubercolosis, batterio della Tubercolosi, un’infezione che colpisce prevalentemente i polmoni, ma che può svilupparsi anche in altre parti del corpo.
Questa infezione (generata dal bacillo di Koch) si trasmette per via aerea, attraverso l’inalazione di gocce di saliva e in maniera perlopiù asintomatica all’inizio.
Come si effettua il test Quantiferon e quando si fa?
Il test Quantiferon non è invasivo e si effettua prelevando un campione di sangue, quando si teme un’infezione da tubercolosi latente o attiva.
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I pazienti con tubercolosi latente sono meno contagiosi e possono anche non sviluppare la malattia oppure farlo dopo molto tempo; si stima che circa ¼ della popolazione mondiale sia infettato da tubercolosi latente.
Al contrario, i soggetti più a rischio di sviluppo di tubercolosi attiva, che si sottopongono più frequentemente al test (su indicazione medica) sono:
Pazienti con HIV, a causa dell'estrema debolezza del sistema immunitario
Persone affette da particolari patologie immunitarie (per esempio, diabete)
Chi vive in contesti con scarse condizioni igienico-sanitarie
Chi ha problemi di dipendenza da droga
Quantiferon positivo: linee guida per la lettura (interpretazione) dell'esame
Il test può dare un risultato positivo o negativo. In generale, l'esame valuta i livelli di citochina Interferon Gamma liberata, dopo la stimolazione dei linfociti T (globuli bianchi) con due antigeni della tubercolosi (ESAT-6 e CFP-10).
In particolare, i pazienti precedentemente vaccinati con BGC e quelli con infezione da Micobatteri atipici risultano negativi al saggio Quantiferon TB GOLD Plus.
Un test Quantiferon positivo è invece indice della presenza di tubercolosi latente o ancora attiva.
In ogni caso, per un’interpretazione più completa, è importante effettuare anche altri esami diagnostici.