Per diagnosticare i melanomi maligni è ampiamente diffuso l'utilizzo dell'acronimo ABCDE, che significa:
La dermatoscopia si basa sull'utilizzo del dermatoscopio, un microscopio manuale che si applica direttamente sulla pelle e che consente l'osservazione di strutture non visibili a occhio nudo permettendo allo specialista di studiare il profilo di nei del paziente e valutare il grado di tranquillità di ogni singolo neo.
La fase iniziale del melanoma è molto difficile da identificare, perché i melanomi cutanei possono avere in comune molte caratteristiche con i normali nei. Molti studi hanno dimostrato che l'accuratezza della diagnostica ABCDE varia tra il 50-70% ed è per questo che si è introdotta la dermoscopia.
Questa tecnica di diagnostica, nota anche come microscopia in epiluminescenza, ha aperto una nuova dimensione nell'esame delle lesioni pigmentarie della pelle e, in particolar modo, nell'identificazione delle prime fasi di sviluppo del melanoma maligno cutaneo.
La possibilità di osservare le caratteristiche microscopiche di un neo ha reso molto più accurata la diagnosi precoce del Melanoma e quindi ha permesso di intervenire nei primi stadi di sviluppo di questo tumore e di conseguenza ha aumentato la sopravvivenza dei pazienti. Tuttavia la Dermoscopia è una metodica diagnostica di una certa complessità del metodo di diagnostica e può essere eseguita solo nei centri specializzati o da professionisti addestrati.
Secondo Vestergaard et al. la dermoscopia è molto più accurata della valutazione clinica a occhio nudo per le diagnosi dei melanomi cutanei. Nello studio specifico effettuato, la sensibilità della diagnosi del melanoma a occhio nudo era del 74%, mentre della dermoscopia del 90%.
Il controllo dei nei va fatto periodicamente, e la periodicità la detrmina il dermatologo, a seconda della tipologia di nei del soggetto. Esistono dei fattori di rischio del melanoma, per cui è bene ripetere l'esame più spesso, come: