Perché allattare
L'
allattamento al seno è il nutrimento migliore per il bambino, poiché il
latte materno contiene:
Quando allattare
Molte neo-mamme si pongono il problema di
quando allattare. L'
allattamento al seno del bambino deve avvenire rispettando gli stimoli del neonato. Lasciare il bambino libero di esprimersi con il pianto, consente alla mamma di instaurare un rapporto di comprensione delle necessità del piccolo. Quando si dà da mangiare al bambino senza che sia necessario, si soffoca il valore comunicativo che c'è nella richiesta di latte.
In caso di necessità, l'
allattamento a orario può essere comunque considerata valida.
Consigli per l'allattamento
Se si è alle prime armi per quanto riguarda l'allattamento al seno, è bene mettere in pratica questi
consigli per allattare:
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Non sfregare i capezzoli – Sfregare i capezzoli utilizzando uno spazzolino o una spugna per farli indurire non è per nulla necessario.
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Siate pazienti mentre il latte si sviluppa – Quando siete incinte il vostro corpo comincia a produrre colostro. Il colostro è ricco di nutrienti e serve al bambino nei primi giorni di vita. Dopo due o tre giorni, il corpo comincia a produrre latte; tuttavia, possono volerci cinque o sei giorni per alcune mamme.
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Allattare spesso i neonati – I neonati hanno costantemente fame. Questo è normale, perché essi, con i loro piccoli stomaci, digeriscono molto in fretta il latte materno e necessitano quindi un continuo rifornimento. L'allattamento frequente serve anche a stimolare la produzione di latte: maggiore è la domanda, infatti, maggiori saranno le quantità di latte prodotte dal corpo.
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Non preoccupatevi per le quantità – Una grande difficoltà dell'allattamento è non sapere la quantità di latte che si somministra al proprio figlio. Se il bambino sembra costantemente affamato, è facile preoccuparsi se non gli si sta fornendo latte a sufficienza. Se però il bambino bagna dai cinque ai sei pannolini al giorno, significa che non dovete preoccuparvi per il suo apporto di latte.
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Bere spesso – Produrre latte richiede molta acqua. Assicurarsi di bere molto, dai due ai tre litri di acqua al giorno.
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Praticare l'allattamento programmato – L'allattamento programmato serve a fornire un apporto costante di nutrienti al proprio bambino, evitando di abituarlo a ritmi imprevedibili e casuali. Tali cambiamenti sono dovuti a una maggiore richiesta di latte da parte del neonato, che di solito si verificano per tre giorni e quando il bambino ha 1 settimana, 3 settimane, 6 settimane e successivamente a 3, 4, 6 e 9 mesi.
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Cosa fare con il capezzolo introflesso – Molte donne con capezzolo introflesso pensano che non saranno mai in grado di allattare. Anche se è vero che l'allattamento con il capezzolo introflesso risulta più difficoltoso, tuttavia non risulta impossibile. I paracapezzoli all'inizio dell'allattamento potranno risultare d'aiuto. L'utilizzo dei paracapezzoli dovrebbe sempre essere discusso con uno specialista dell'allattamento, per determinare se è il caso di utilizzarli e se sono adeguati al proprio neonato.
Come igienizzare il seno prima dell'allattamento
Prima dell'
allattamento, è opportuno che il seno sia pulito. Basta un po' di acqua, come nella normale igiene quotidiana. In alcuni casi, è meglio evitare il sapone perché secca la pelle del
capezzolo. Un po' di
olio di mandorle è utile per ungere una pelle troppo secca.
Posizioni migliori per l'allattamento
Non esistono
posizioni migliori per allattare il bambino.
La posizione per l'allattamento al seno più comune è quella
seduta con il bambino in braccio. È consigliabile appoggiare la schiena per far
riposare i muscoli dorsali della donna. Anche l'impiego di uno
sgabello per sollevare i piedi dà la possibilità di rilassare la muscolatura addominale. È infine importante anche
alternare i seni per la poppata.
Ricapitolando, le
posizioni più efficaci per allattare un bambino sono:
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Allattamento nella posizione a culla – Si tratta della classica posizione che viene in mente pensando all'allattamento al seno. Consiste nel sedersi con la schiena diritta con il bambino posizionato di lato, con la testa e il collo del bambino appoggiati lungo il proprio avambraccio e il suo corpo contro la propria pancia. Nonostante sia molto diffusa, questa posizione non è sempre facile da assumere con un neonato, perché non gli offre il supporto garantito da altre posizioni. Un cuscino da allattamento sul grembo che sostenga il bambino può offrire maggiore supporto e evitare di sforzare la schiena e le spalle.
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Allattamento nella posizione reclinata – Si tratta della prima posizione che le mamme provano. Se il bambino viene appoggiato sul petto o sulla pancia, solitamente si dirige verso uno dei seni. Il contatto pelle a pelle favorisce la stimolazione dei suoi istinti nutritivi. La posizione reclinata è utile per l'allattamento al seno di bambini di qualsiasi età, non soltanto neonati. Risulta comoda se il bambino ha difficoltà ad attaccarsi in altre posizioni, se l'erogazione è particolarmente forte o se i tuoi seni sono piuttosto grandi.
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Allattamento nella posizione sdraiata a lato – La posizione sdraiata su un lato lato è ideale per le poppate notturne o quando si vuole allattare a letto o sul divano. Può inoltre risultare più comoda rispetto a una posizione da seduta se ci si è sottoposte a un cesareo o si hanno punti di sutura. Per allattare in questa posizione, collocare il proprio bambino su un fianco, distesi uno accanto all'altra.
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Allattamento nella posizione da rugby – In questa posizione, la mamma è seduta e il bambino è appoggiato lungo l'avambraccio. Il suo corpo risulta collocato vicino al tuo fianco (e questo aiuterà il tuo bambino a sentirsi al sicuro) con i piedi rivolti verso lo schienale della sedia o della poltrona. Questa posizione risulta utile con i neonati perché li sostiene saldamente. Anche le mamme che hanno subito un taglio cesareo o con seni particolarmente voluminosi apprezzeranno questa posizione.
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Allattamento nella posizione con l'abbraccio trasversale – Questa posizione ha come scopo quello di sostenere il bambino attorno al collo e alle spalle affinché possa inclinare la testa prima di attaccarsi. Questa posizione è ottimale per l'allattamento al seno di neonati, bambini piccoli e bambini con difficoltà di attacco. Il bambino sarà completamente sostenuto dal tuo braccio, permettendoti un maggiore controllo sulla sua posizione. Mano a mano che il bambino cresce, questa tecnica diventa molto più semplice e si potrà appoggiare la testa del bambino nella propria mano.
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Allattamento in posizione verticale – Nella posizione verticale il neonato è seduto a cavalcioni sulla tua coscia, mantenendo schiena e testa dritte mentre assume il latte. La posizione verticale risulta spesso la posizione di allattamento più comoda per i bambini che soffrono di reflusso o di infezione all'orecchio.
Cuscino da allattamento
Per facilitare l'
allattamento al seno, esistono in commercio i
cuscini da allattamento, grossomodo a forma di ciambella, che aiutano a sostenere il bambino mentre lo si allatta. Tale prodotto è ritenuto dalle ostetriche un valido aiuto per impedire di abituare la schiena a posizioni scorrette.
Oltre al modello "a ciambella", esistono altri
tipi di cuscini da allattamento che avvolgono la parte posteriore della schiena e del collo, grazie a dei ganci fissati al cuscino.
Per quanto riguarda l'utilizzo del cuscino da allattamento:
- avvicinare il cuscino allattamento al tuo corpo;
- il cuscino allattamento ti aiuterà a sorreggere il tuo bambino e a sostenerlo per tutta la durata dell’allattamento.
Grazie al cuscino da allattamento a ciambella, è possibile svolgere svariate mansioni mentre si allatta proprio figlio, quali: rispondere al telefono o utilizzare un PC. Se lo si preferisce, si può anche applicare alla ciambella la federa del cuscino, per mantenere pulito e igienizzato il cuscino.
Allattamento misto
L'allattamento misto alterna l’allattamento al seno con l’allattamento al biberon (che può contenere latte materno o artificiale).
Di solito si ricorre all’
allattamento misto in casi di
difficoltà di suzione dell’infante oppure nei casi di
insufficiente produzione di latte materno.
Questa pratica preoccupa molte neomamme, tuttavia è bene ricordare che l'allattamento misto non comporta però particolari rischi, soprattutto se quello che viene somministrato con il biberon è comunque latte materno, inoltre alcuni vantaggi possono essere mantenuti anche quando al latte materno viene aggiunto quello artificiale.
Anzi, se l’allattamento esclusivamente articificiale priva il bambino di importanti nutrienti, l’allattamento misto (in cui si miscela latte materno e latte artificiale) permette di fornire al bambino i preziosi anticorpi che lo proteggeranno dalle infezioni.
Prima di introdurre il latte artificiale nella dieta del bambino, tramite la pratica dell’allattamento misto, consultare un pediatra. L’assunzione di latte artificiale infatti può modificare la flora intestinale del bambino e la sua consistenza fecale.
Alimentazione in allattamento
In realtà, per quanto riguarda
cosa mangiare in allattamento non esistono regole specifiche.
Le indicazioni del Ministero della Salute sull'alimentazione delle mamme durante l'allattamento sono di non seguire diete speciali, ma seguire una alimentazione equilibrata e finalizzata al benessere.
Limitarsi dunque a seguire una dieta bilanciata, che prevede la combinazione di cibi salutari. Fate dunque in modo di includere nella vostra dieta:
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Farinacei – Come pane, patata, pasta e riso. Scegliere le varianti integrali per garantire un apporto di nutrienti e fibre.
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Latticini – Come yogurt o un bicchiere di latte.
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Proteine – Come carne magra, pesce, uova o legumi.
- Molta frutta e verdura
Cibi da evitare durante l'allattamento
In realtà più che di
cibi da evitare durante l'allattamento, bisognerebbe parlare di bevande.
Nessun alimento ingerito durante l'allattamento, infatti, causa danni al bambino, eccezion fatta per le
bevande alcoliche.
Dunque, è fortemente
sconsigliata l’assunzione di alcol sia durante la gravidanza che durante l'allattamento: mai allattare se nelle 2 ore precedenti si è consumato dell’alcol. L’alcol può infatti causare gravi danni nel bambino, perciò l’attenzione deve essere massima.
È consigliabile anche
moderare anche il consumo di tè e caffè. Essi infatti contengono sostanze neurostimolanti.
Evitare infine anche le
tisane, poiché gli effetti di certi tipi di erbe sulla salute del bambino non risultano a oggi del tutto chiari.
Farmaci e allattamento
Spesso, si leggono di limitazioni nell'uso dei
farmaci in caso di allattamento.
In generale, è importante
non assumere nessun tipo di farmaco, se non su indicazione medica. Sono indicati i farmaci utilizzati in età pediatrica.
La maggior parte dei farmaci infatti arriva fino al latte materno. Tuttavia
la gran parte di essi non ha effetti sulla produzione del latte o sulla salute del neonato. A parte rare eccezioni la concentrazione dei farmaci nel latte è molto bassa.
La quantità che vi passa, comunque, dipende da vari fattori tra i quali:
- Il Dosaggio
- Le modalità di somministrazione
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La lipofilia – Ossia la capacità del farmaco di penetrare nei grassi: tanto più è lipofilico, tanto più il farmaco penetra nel latte.
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La emitività – Ossia la durata di attività del farmaco nel sangue materno. I farmaci con emivita lunga si possono dunque accumulare nel sangue materno.
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La biodisponibilità – Ossia la capacità di assorbimento di quel farmaco da parte dell'intestino della mamma e del neonato.
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Il giorno di allattamento – Ad esempio, nei primi giorni di vita il colostro viene assunto dal neonato in una quantità tanto modesta: perciò la quantità di farmaco che arriva al bambino sarà molto bassa.
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Se il farmaco è approvato dai pediatri – Se quel farmaco è stato approvato, la sua presenza nel latte materno non comporta particolari rischi per il lattante.
Al contrario, alcuni farmaci sono vietati dalla comunità pediatrica. Ecco quindi i farmaci da non assumere durante l'allattamento:
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Farmaci anti-tumorali – Come ciclofosfamide, ciclosporina, doxorubicina, metotrexate.
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Sostanze radioattive – Utilizzate durante la radiografia.
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Farmaci antitiroidei
- Cloramfenicolo
Per quel che riguarda l'uso della
pillola contraccettiva, è bene rivolgersi al proprio
ginecologo di fiducia e valutare l'uso della
pillola contenente solo un progestinico non controindicato in caso di allattamento.
Ragadi in allattamento
Durante l'
allattamento al seno, possono comparire ragadi sul capezzolo a causa della
secchezza cutanea e della cattiva posizione del bambino durante le poppate.
Per evitare le
ragadi durante l'allattamento, è bene che la mamma aiuti con le dita il bambino ad attaccarsi al seno e comprima leggermente la zona intorno al capezzolo per facilitarne l'entrata nella bocca del bambino. Al termine della poppata, il distacco del bambino dal seno può essere facilitato inserendo un dito fra le labbra del lattante.
Allattamento al lavoro
Oggi la legge in relazione al lavoro prevede dei riposi orari giornalieri, conosciuti come permessi per l'allattamento. Ma come funziona il congedo per l'allattamento?
La richiesta dei permessi per l'allattamento deve:
- essere inoltrata almeno 15 giorni precedenti all'inizio della fruizione;
- essere poi inoltrata all'INPS;
- presentata infine al datore di lavoro.
Possono richiederlo i genitori naturali di un bambino possono richiedere delle agevolazioni una volta terminato il congedo obbligatorio di maternità e quello di paternità ed entro il primo anno di età del neonato. Possono usufruirne anche i genitori adottivi o affidatari entro il primo anno di arrivo del bambino nel nucleo familiare.
Le ore di congedo per l'allattamento possono essere distribuite nella giornata o risultare consecutive.
Questa possibilità è considerata come una alternativa al congedo parentale, che può a sua volta essere frazionato a ore. Tuttavia, se il congedo parentale è retribuito al 30%, il permesso per l'allattamento lo è al 100%. Né il congedo parentale né il congedo per allattamento incidono sul conteggio delle ferie.
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