L’emosiderina è un composto di deposito del ferro; si ritrova solo nelle cellule (invece di circolare nel sangue) e si presenta come un complesso di ferritina, ferritina denaturata e altri materiali. Rispetto a quello racchiuso nella ferritina, il ferro di deposito contenuto nell'emosiderina risulta di più difficile metabolizzazione; in caso di necessità è quindi lentamente disponibile. L'emosiderina, inoltre, contiene più ferro e meno proteine rispetto alla ferritina e non risulta solubile in acqua.
Può essere identificata istologicamente tramite la colorazione blu di prussia. Negli animali normali, i depositi di questo composto sono piccoli e comunemente inevidenti senza la presenza di macchie specifiche.
Un accumulo eccessivo di emosiderina è spesso rilevato nelle cellule del sistema mononucleare fagocitario o, in certi casi, nelle cellule epiteliali del fegato e dei reni.
Numerose malattia comportano un eccedente deposito di emosiderina nei tessuti; sebbene ciò non comporti alcun tipo di sintomo, può sempre causare disturbi agli organi.
Generalmente, l’emosiderina si deposita nei macrofagi ed è particolarmente abbondante nei momenti successivi alle emorragie, suggerendo che la sua formazione può essere legata alla fagocitosi dei globuli rossi e dell’emoglobina. Può anche accumularsi nei vari organi in base alla malattia di cui si soffre.
Il ferro è necessario per molte reazioni chimiche nel corpo (come la reazione di ossido-riduzione), ma può risultare tossico se presente nel nostro organismo in concentrazioni eccessive. La tossicità del ferro prende il nome di siderosi, una condizione quasi sempre di natura genetica.
Quando il sangue abbandona un vaso sanguigno, i globuli rossi muoiono e l’emoglobina delle cellule viene rilasciata nello spazio extracellulare. Le cellule fagocitiche (del sistema reticolo-endoteliale) chiamate macrofagi fagocitano l’emoglobina per degradarla, producendo così l’emosiderina e la biliverdina. Un accumulo eccessivo di emosiderina può verificarsi nei macrofagi del fegato, dei polmoni, della milza, dei reni, dei linfonodi e del midollo osseo. Tale accumulo può essere causato da un’eccessiva distruzione dei globuli rossi (emolisi), un eccessivo assorbimento del ferro o uno scarso utilizzo del ferro (che porta spesso all’anemia con mancanza di ferro).
Quantità eccessive di emosiderina possono essere associate a malattie che comportano un sovraccarico di ferro. Sono malattie caratterizzate da perdita cronica di sangue, che richiedono frequenti trasfusioni, come l’anemia falciforme e la talassemia.