Cos’è la cavità uterina?
La cavità uterina è lo spazio interno all’utero. Essa è delimitata dalle pareti uterine, le quali sono costituite da uno strato mucoso interno, chiamato endometrio, e da uno strato muscolare esterno, noto come miometrio. La cavità ha una forma a “T”, che varia leggermente durante il ciclo mestruale, insieme alla sua dimensione. Prima della menopausa, la larghezza della cavità uterina è solitamente 27-32 mm.
Che funzioni ha la cavità uterina?
L’utero è l’organo riproduttivo femminile, e la cavità uterina è il luogo in cui:
- vengono accolti gli spermatozoi che dovranno risalire fino ad incontrare l’ovulo da fecondare;
- si impianta l’ovulo fecondato, per consentire lo sviluppo embrionale e fetale. Il feto si unisce alle pareti della cavità uterina grazie alla placenta, e si stabilisce così il rapporto fra i vasi sanguigni materni e quelli fetali.
Qual è il nesso tra cavità uterina e contraccezione?
La contraccezione può essere realizzata con diversi metodi, fra i quali la collocazione di dispositivi intrauterini medicati. Questi ultimi sono meglio noti come spirale, vengono introdotti nella cavità uterina e sostituiti dopo uno o più anni.
In base alla tipologia di spirale, la funzione contraccettiva è esplicata mediante il rilascio di quantità costanti di progesterone, oppure attraverso un’azione spermicida in sede intrauterina.
Quali sono le patologie della cavità uterina?
La cavità uterina può essere direttamente interessata da patologie quali:
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piometra, cioè la ritenzione di materiale purulento a seguito di alcune forme di endometrite, o di infezioni (risalenti dalla cavità vaginale, o causate da pratiche strumentali scorrette, o da esito di mutilazioni sessuali), o di cancro dell’endometrio
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ematometra, cioè la ritenzione di sangue per cause congenite o acquisite;
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malformazioni della cavità uterina.
Per quanto riguarda le ultime, in realtà, è più appropriato parlare di malformazioni dell’utero. Tuttavia, alcune malformazioni interessano in modo esclusivo o prevalente la cavità uterina. Le malformazioni dell’utero sono riscontrate in una ridotta percentuale di donne (3-4%), e fra queste in maggioranza nelle donne con aborto spontaneo o poliabortività (tre o più aborti spontanei consecutivi prima della ventesima settimana di gravidanza) in anamnesi patologica.
Esistono diversi tipi di malformazioni uterine, ma solo due sono effettivamente malformazioni della cavità uterina:
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utero setto, cioè la presenza di un setto fibroso che divide in due la cavità uterina. Il setto può essere completo, cioè dal fondo al collo dell’utero, o incompleto. È la malformazione più comune, e solitamente è riscontrata in modo casuale durante gli accertamenti per l’infertilità o per gli aborti ripetuti. Il difetto può essere corretto mediante isteroscopia;
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utero bicorne, cioè la presenza di due corni separati nella parte superiore dell’utero, che confluiscono in un unico collo uterino. In questo caso, oltre al coinvolgimento della cavità uterina, che viene duplicata, vi è anche il coinvolgimento della parete dell’utero. La malformazione aumenta il rischio di aborto spontaneo e di parto pretermine. La diagnosi è posta tramite visita ginecologica, e confermata con isteroscopia o laparoscopia. Il difetto può essere corretto chirurgicamente.
Altre malformazioni dell’utero interessano la totalità dell’organo, e non in modo esclusivo o preponderante la sua cavità. Per completezza, esse sono:
- utero unicorne;
- utero didelfo;
- utero a sella.