Le malattie cardiovascolari sono riconducibili a diverse cause e fattori di rischio (età, sesso, pressione arteriosa, cattive abitudini al fumo di sigaretta o a un’alimentazione poco sana, diabete).
I fattori di rischio delle malattie cardiache sono ben noti e, per questa ragione, è stata possibile prevenire l’insorgenza di disturbi, anche gravi.
Scopriamo insieme quali sono le malattie al cuore più comuni.
Quali sono le principali malattie cardiovascolari e che incidenza hanno sulla popolazione?
Le malattie cardiovascolari comprendono una serie di patologie che interessano il cuore e i vasi sanguigni.
Generalmente, si fa riferimento al termine cardiovascolare per tutte le patologie collegate all’aterosclerosi. Le principali malattie cardiovascolari sono:
- ictus
- angina pectoris
- infarto
- aritmia cardiaca
- arteriosclerosi
- vasculite
- trombosi
- pericardite
- vene varicose
In Italia, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di decesso, con una percentuale del 44%. In modo più specifico, è proprio la cardiopatia ischemica a essere la prima causa di morte.
Come capire se si soffre di una patologia cardiaca: i segnali di allarme
Saper riconoscere i principali segnali di allarme per le patologie cardiache, significa cominciare la cura in modo tempestivo, evitando così che la malattia si aggravi. I principali campanelli di allarme che dovrebbero indurre una persona ad un controllo più specifico per la salute dell’apparato circolatorio e del cuore sono:
- dispnea, quindi mancanza di respiro e fiato corto dopo uno sforzo fisico o durante la notte;
- dolore o fastidio a livello toracico, che si irradia fino all’arto superiore sinistro, che può essere causato da uno sforzo fisico o dall’aria gelida, spesso scambiato per una banale indigestione;
- tachicardia, quindi il battito cardiaco accelerato, nota anche come palpitazione;
- aritmie;
- sensazione di ansia e angoscia improvvise, note come panico cardiocircolatorio;
- variazioni improvvise della pressione arteriosa, come ipertensione o ipotensione,
- tosse persistente;
- necessità di dormire con numerosi cuscini;
- cianosi, cioè un colorito bluastro della pelle.
A quali test è necessario sottoporsi per verificare la salute del cuore?
La diagnosi per le malattie cardiovascolari prevede una serie di test più o meno specifici, quali:
- elettrocardiogramma;
- ecodoppler gambe;
- coronarografia;
- radiografia toracica;
- prova sotto stress,
- tilt test, noto anche come test di stimolazione ortostatica passiva, monitora la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa sistemica;
- ecocardiogramma;
- cateterismo cardiaco, noto anche come angiogramma coronarico, prevede l’inserimento di un catetere nel cuore, per valutarne il funzionamento;
- test elettrofisiologico, misura il battito cardiaco, viene eseguito sotto sforzo;
- TAC del cuore, per visualizzare anatomicamente il cuore;
- biopsia endomiocardica, effettuata attraverso l’inserimento di un catetere per prelevare un pezzo di tessuto cardiaco;
- risonanza magnetica cardiaca (MRI),
- pericardiocentesi, utilizzando un ago, viene prelevato un campione di liquido nel pericardio, ossia nella membrana che riveste il cuore.
Chi dovrebbe fare un test cardiaco e con quale frequenza?
L’essere a rischio di malattie cardiovascolari dipende da numerosi fattori, quali:
- invecchiamento;
- storia familiare di cardiopatia, ma anche diabete, ipertensione e colesterolo alto;
- mancanza di esercizio fisico e vita estremamente sedentaria;
- fumo e abuso di alcol;
- sovrappeso e obesità;
- dieta ricca di grassi e carni rosse;
- stress e ansia.
In generale, è consigliabile eseguire diversi test preventivi superati i 40 anni, come:
- analisi del sangue e delle urine, ogni due anni;
- misurazione della pressione, ogni tre o quattro mesi;
- elettrocardiogramma, in base al parere medico, almeno una volta dopo i 40 anni.
Quali sono i principali trattamenti per i malati di cuore?
Diversi sono i trattamenti a cui sottoporsi in caso di malattia cardiaca, che variano in base alla gravità della situazione alla salute generale del soggetto stesso. Il primo intervento in caso di arresto cardiaco è la rianimazione cardiopolmonare, in inglese nota con la sigla CPR.
Tuttavia, è possibile intervenire anche in maniera chirurgica con:
- stent;
- angioplastica;
- bypass coronarico e cardiaco;
- cura della valvola cardiaca;
- cardioversione;
- EECP, counterpulsation esterno;
- ablazione;
- pacemaker;
- defibrillatori impiantabili;
- dispositivo di assistenza ventricolare sinistra;
- sostituzione di valvola aortica;
- trapianto di cuore.
Le patologie cardiache possono inoltre essere trattate senza il ricorso alla chirurgia e con la somministrazione di diversi farmaci, quali gli ACE inibitori, betabloccanti, antiaritmici, diuretici, anticoagulanti, ecc.
Cuore malato: In quali casi è necessario l’intervento chirurgico?
Intervenire sul cuore in attività è impossibile, ecco perché durante qualunque operazione sul cuore bisogna fermarlo temporaneamente e far eseguire le sue funzioni ad un macchinario. Proprio per questo motivo, si cerca di intervenire sul cuore solo nei casi più importanti e gravi, quando cioè non è possibile curare il cuore attraverso i farmaci.
I rimedi naturali per rinforzare il cuore
Per evitare l’affaticamento del cuore e il corrispettivo malfunzionamento è necessario adottare una dieta povera di colesterolo LDL e la formazione delle placche. Inoltre, sono consigliati diversi alimenti che possono rafforzare il cuore, quali:
- aglio e cipolla, che evitano l’accumulo delle piastrine e mantengono la pressione sotto controllo;
- biancospino, aumenta l’afflusso di sangue perché dilata le arterie, inoltre è antiossidante;
- antinfiammatorio;
- anticolesterolemico;
- zenzero;
- erba medica;
- ginseng.
Inoltre, si consiglia di mantenere uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica e una dieta povera di carni rosse e grassi. Infine, è altamente sconsigliato il fumo e l’abuso di alcol.