Sesso nell'era digitale: il sexting tra i giovani non va giudicato, ma reso sicuro

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 16 Luglio, 2024

Ragazza si fa un selfie sorridente mentre è sdraiata sul letto

L'avvento dei media digitali ha rivoluzionato il modo in cui i giovani comunicano, con le piattaforme digitali che assumono un ruolo chiave nella socializzazione sessuale.

Vediamo un approfondimento in merito.

Il sexting tra i giovani in numeri

Scambiarsi foto e video intimi con il partner è ormai una realtà diffusa tra i giovani in Italia. Secondo un recente studio, infatti, il 55% delle ragazze e il 52% dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni lo ha fatto, con picchi del 75% tra i più grandi.

Come riportato da The Conversation, un sondaggio del 2021 su quasi 7.000 adolescenti australiani (14-18 anni) ha evidenziato la diffusione del sexting come "pratica ordinaria" tra i giovani. L'86% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto contenuti di sexting, mentre il 70% ha ammesso di averne inviati.

Una ricerca del 2024, inoltre, grazie a  49 interviste a 30 giovani (11-17 anni), con 19 interviste ripetute l’anno successivo, mostra che per molti adolescenti il sexting è un modo naturale per esplorare la propria sessualità e per sentirsi vicini al partner.

Sexting e salute mentale: che rapporto c’è?

La diffusione del sexting ha suscitato notevoli preoccupazioni per i suoi potenziali effetti negativi sulla salute mentale degli adolescenti.

Uno studio riportato da PsyPost condotto da ricercatori della Norwegian Social Research (NOVA) presso l'Oslo Metropolitan University, ha coinvolto 3.000 adolescenti norvegesi tra i 15 e i 19 anni. I partecipanti sono stati seguiti nel tempo, dal 2019 al 2021, attraverso tre momenti di valutazione.

Un punto di forza dello studio è il suo design longitudinale, che distingue le differenze individuali dagli effetti intra-personali nel tempo, aiutando a determinare se i cambiamenti in una variabile (come il sexting) predicono i cambiamenti in un'altra (come la depressione) all'interno della stessa persona.

I precedenti studi, infatti, si basavano principalmente su ricerche trasversali, che non sono in grado di determinare relazioni causali e di chiarire se il sexting sia effettivamente un fattore di rischio per i problemi di salute mentale.

I risultati di questo studio non hanno mostrato alcuna significativa associazione causale tra sexting e sintomi depressivi o problemi di condotta negli adolescenti. Dunque, non è stata trovata alcuna prova che suggerisca che il sexting causi o aumenti la depressione o i problemi comportamentali.

È importante sottolineare che lo studio non esclude che il sexting possa avere effetti negativi in alcuni casi o per certi individui. Tuttavia, i risultati suggeriscono che la relazione tra sexting e salute mentale sia più complessa di quanto si pensasse in precedenza.

Il sexting può avere conseguenze negative indipendentemente dai problemi di salute mentale, come ad esempio la diffusione non consensuale di immagini intime o il cyberbullismo.

Ad esempio, il sexting non consensuale, tramite la coercizione e/o la condivisione di immagini intime senza consenso, può avere conseguenze gravi sulla salute mentale della vittima.

È dunque importante promuovere un uso sano e responsabile delle tecnologie digitali e incoraggiare il dialogo aperto e onesto tra adolescenti, genitori ed educatori sulla sessualità e le relazioni online.

Secondo Loredana Petrone, psicologa e sessuologa dell'Università di Roma, questo fenomeno rappresenta la naturale evoluzione della sessualità nell'era digitale: "Dobbiamo renderci conto che la rete oggi è un luogo dove questa sessualità si esprime. Solo facendo così avremo la serenità di parlare con gli adolescenti di queste cose e cercare di evitare che si imbattano nel revenge porn o nella sextortion (estorsione sessuale) che rappresentano dei rischi gravissimi”.

Oltre il "non farlo": un dialogo aperto e rispettoso

Genitori e insegnanti possono svolgere un ruolo fondamentale nell'educare i giovani al sexting, offrendo informazioni utili che identifichino i potenziali pericoli, ma che riconoscano anche la realtà dei comportamenti e delle esperienze dei ragazzi.

Ad esempio, recenti linee guida emanate nel Regno Unito per le scuole sul sexting pongono l'accento sulla riduzione della vergogna per i giovani coinvolti nella condivisione di messaggi sessuali, piuttosto che sulle implicazioni legali. Questo approccio valorizza i diritti e la responsabilità dei ragazzi di fare scelte consapevoli sul proprio corpo e sulla propria sessualità.

Solo attraverso un approccio aperto, informativo e non giudicante è possibile aiutare i giovani a navigare il mondo complesso della sessualità online in modo sicuro e responsabile.

Invece di un semplice "non si fa”, bisognerebbe favorire il dialogo aperto e il confronto su sessualità e relazioni online.

Ecco alcuni esempi di buone pratiche da seguire: 

  • rispetto reciproco: la necessità di rispettare i corpi e le volontà di ogni persona coinvolta; 
  • privacy e sicurezza: l'adozione di adeguate misure per proteggere la privacy e prevenire la diffusione non autorizzata di contenuti di sexting;
  • consentire il consenso informato: assicurarsi che tutte le parti coinvolte siano d'accordo sul contenuto e la condivisione del sexting;
  • rispettare i limiti: riconoscere e rispettare i confini personali e non inviare contenuti indesiderati o offensivi;
  • gestire i rischi: essere consapevoli delle potenziali conseguenze legali e sociali del sexting prima di sperimentarlo. 
Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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