Ecco perché quando i pensieri negativi sono l'unica compagnia che abbiamo dovremmo farci pace e renderli qualcosa di bello

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 17 Marzo, 2025

Ragazza in felpa con delle cuffie sulle orecchie che appare riflessiva mentre è sdraiata sul divano

Uno dei paradossi della vita moderna è che, nonostante la costante connessione con il mondo esterno, molte persone temono di trascorrere del tempo di qualità con il proprio "monologo interiore"; la paura di essere sopraffatti da ricordi imbarazzanti, discussioni irrisolte o tristi rimembranze può trasformare un potenziale momento di pace in un'esperienza angosciante.

Vediamo un approfondimento in merito.

Solitudine come momento generativo e non distruttivo

I pensieri negativi possono manifestarsi in diverse forme, da brevi e fugaci ricordi di momenti imbarazzanti, come una battuta infelice durante una riunione, a preoccupazioni più persistenti che richiedono un'analisi approfondita.

"È abbastanza facile [per me] riuscire a liberarmi di quel pensiero negativo", afferma Gloria Mark, professoressa emerita del Dipartimento di Informatica presso l'University of California Irvine e autrice del libro Attention Span: A Groundbreaking Way to Restore Balance, Happiness and Productivity, "perché avevo questo obiettivo di andare avanti per arrivare a queste tre cose positive". Però, quando i pensieri negativi persistono, è necessario un approccio più ponderato.

Occorre, innanzitutto, distinguere tra una sana riflessione e la ruminazione, un modello di pensiero ripetitivo che può portare a conseguenze negative: "Piuttosto che trovare una soluzione, inizi a girare, a ripassare gli elementi emotivi di quelle esperienze più e più volte in modi che possono essere davvero debilitanti", avverte Ethan Kross, professore presso l'Università del Michigan e autore di Chatter: The Voice in Our Head, Why It Matters, and How to Harness It. "La ruminazione può portare a problemi nella tua capacità di pensare e agire, problemi nelle tue relazioni e può anche minare la tua salute fisica e mentale". Per evitarla Kross suggerisce di osservare i ricordi da una prospettiva esterna, riducendo l'immersione emotiva.

I due specialisti hanno trovato delle modalità personalizzate per gestire tutte quelle attività che ci portano a ragionare con noi stessi.

Il docente utilizza attività come la corsa o il ciclismo per stimolare la sua creatività e trovare soluzioni innovative ai problemi di ricerca o ai blocchi di scrittura. "Attivo semplicemente il problema che voglio risolvere, poi salgo sul tapis roulant", afferma Kross, "e inevitabilmente la mia mente inizia a lavorare, escogitando ogni genere di soluzione. In questo modo ho un sacco di intuizioni". Questo approccio dimostra come l'attività fisica possa fungere da catalizzatore per il pensiero creativo, permettendo alla mente di vagare liberamente e generare nuove idee.

Mark, invece, suggerisce che una passeggiata all'aria aperta, attività che la ricerca ha dimostrato migliorare la creatività, può essere un ottimo modo per stimolare il pensiero.

Inoltre, altre attività che non richiedono un'attenzione eccessiva, come fare il bagno, guidare lungo un percorso familiare o piegare il bucato, possono anche favorire la riflessione e la generazione di nuove idee; si tratta, infatti, di attività che permettono alla mente di rilassarsi e vagare liberamente, creando uno spazio per l'introspezione e la creatività.

E le questioni irrisolte con noi stessi? Come conviverci?

Kross sottolinea l'importanza di valutare obiettivamente i pensieri negativi più persistenti: per affrontare questioni profonde, come migliorare la comunicazione con il partner dopo un litigio, è fondamentale analizzare la radice del problema e trovare soluzioni costruttive; in alternativa, cercare un supporto esterno, come un consulente, un terapeuta o un amico imparziale, può offrire una prospettiva diversa e aiutare a elaborare le emozioni.

Mark vede i pensieri negativi come un'opportunità di crescita personale, chiedendosi come sia possibile imparare dall'esperienza negativa.

Infine, è importante ricordare che non è necessario sopportare passivamente i sentimenti negativi: come afferma Thuy-vy Nguyen, professoressa associata alla Durham University e ricercatrice principale del Solitude Lab, dove si studiano gli effetti e le esperienze del tempo trascorso da soli, il tempo dedicato a sé stessi dovrebbe essere un'esperienza piacevole, non di disperazione; in questi momenti dedicarsi ad attività gratificanti, come ascoltare musica, leggere, fare esercizio o dedicarsi al giardinaggio, può aiutare a cambiare prospettiva e a ritrovare il benessere.

La chiave per trasformare il dialogo interiore in un'esperienza positiva risiede nella qualità dei pensieri: concentrarsi su persone e ricordi significativi può generare sentimenti di gioia, gratitudine e connessione.


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Invece di temere i ricordi negativi, possiamo scegliere di coltivare quelli positivi, trasformando il tempo trascorso da soli in un'opportunità per rafforzare i legami affettivi e apprezzare le esperienze preziose.

In un'epoca dominata dalla distrazione digitale, infatti, la capacità di connettersi con il proprio mondo interiore è diventata una competenza preziosa; invece di fuggire dalla solitudine, possiamo imparare ad abbracciarla, trasformandola in un'opportunità per la crescita personale e la scoperta di sé.

Dunque, la gestione del “rimanere soli con se stessi” richiede un approccio flessibile, che varia dalla semplice distrazione alla riflessione profonda e al supporto esterno: l'obiettivo è trasformare le esperienze negative in opportunità di crescita, evitando la ruminazione e coltivando il benessere emotivo.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

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